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fusione fredda sono un comune mortale.

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  • #31
    Ciao ti scrivo un riassunto sulla fusione fredda.

    LA FUSIONE FREDDA

    La fusione fredda è un processo fisico nel quale grazie ad un elettrolisi con molti tipi di sali sciolti in acqua è possibile ottenere la fusione nucleare controllata.
    Sono possibili usare i seguenti Sali, che aumentano la conducibilità della corrente: Acido cloridrico, Acido solforico, Cloruro ferrino, Cloruro di sodio puro per lavastoviglie, Cloruro di sodio iodato da cucina, Bicarbonato di sodio, Anidride solforosa (altamente ustionante), Potassio ioduro, Solfato di manganese monoidrato, Acetato di sodio, Potassio cloruro, Sodio nitrito, Di-sodio idrogeno fosfato 7 idrato, Urina, Bario cloruro, Zinco solfato, Ferro cloruro, Supradyn multivitaminico con minerali e oligoelementi,
    e tutti i tipi di elettrodi come per esempio gli elettrodi in ferro, rame, argento, e soprattutto tungsteno, con il quale la reazione è più violenta in quanto il numero atomico è molto elevato e facilita la fissione dell’atomo del tungsteno, e poi è consigliabile usarlo perché la temperatura alla quale passa dallo stato solido a quello liquido è di circa 3600 gradi centigradi, molto più elevata di altri elettrodi e quindi è possibile rendersi conto delle elevate temperature che la reazione di fusione produce.
    All'anodo, nonostante non si depositi potassio, comunque si ha un affollamento di ioni potassio positivi (K+) che attendono il loro turno per potersi depositare. Questo affollamento di ioni all'anodo può essere visto come una vera e propria armatura caricata positivamente e posta a una certa distanza dall'armatura negativa (il catodo)di un condensatore fittizio. La presenza di questo condensatore fittizio aumenta notevolmente il campo elettrico locale favorendo l'innesco del plasma.
    Il cloruro di potassio, secondo noi, è il migliore perchè conferisce le migliori caratteristiche al condensatore fittizio. Tuttavia puoi utilizzare qualsiasi altro sale il cui catione abbia potenziale di scarica maggiore di quello dell'idrogeno e otterrai la stessa cosa (Na, Mg ecc.). Se utilizzi un composto come H2SO4 (acido solforico) in cui il catione è H+, non avrai la formazione del condensatore fittizzio (infatti c'è solo idrogeno) e non avrai l'innesco del plasma.
    L’acqua che si può utilizzare è di quattro tipi: di rubinetto, distillata, bidistillata e deuterata.
    Utilizzando l’acqua di rubinetto, siccome nella reazione c’è una trasmutazione dell’elettrodo, (l’elettrodo prima costituito da atomi pesanti diventa costituito da atomi più leggeri), è possibile far apparire delle sostanze che senza il calcio ed altre sostanze sciolte nell’acqua non si sarebbero formate.
    Quindi per garantire la purezza della soluzione e la scientificità dell’esperimento è meglio usare dell’acqua distillata o meglio bidistillata.
    È possibile usare anche dell’acqua deuterata, ossia con al posto dell’idrogeno il deuterio, un suo isotopo.
    Utilizzando l’acqua deuterata, utilizzata nell’esperimento di Flaishman e Pons si intensifica la reazione di fusione in quanto il numero atomico è più elevato.
    Il baker che si può usare può anche essere il contenitore ISOLANTE della marmellata, ma è consigliabile utilizzare un baker in pyrex o in duran.
    Per proteggersi dalle radiazioni prodotte è possibile mettere attorno al baker un cubo di 3 centimetri di metacrilato, un altro in plexiglass ed un altro in piombo, che può essere trovato dal gondaio.
    Deve essere messo un rivelatore di radiazioni all’interno delle protezioni, collegato ad un computer speciale, (ATTENZIONE CHE IL COMPUTER NON SI ROMPA PER LE INFORMAZIONI INVIATE) ed un rilevatore di radiazioni fuori in modo da poter essere sicuri anche a 10 metri dalla cella di non essere a rischio.
    In caso di pericolo di radiazioni si deve staccare immediatamente la corrente e le radiazioni cesseranno.
    Quando il voltaggio sarà elevato ci saranno schizzi di acqua bollente ed è necessario essere protetti con una tuta isolante.
    C’è pericolo di prendere la scossa e di morire fulminati quindi è indispensabile usare dei guanti dielettrici, ossia isolanti anche a 1000 volt.
    Aumentando il voltaggio sopra i 150 volt ed un amper, (si sono arrivati anche a 10 amper) si può vedere l’innesco del plasma ad uno dei due elettrodi.
    Il plasma sono degli atomi senza gli elettroni in uno stadio più rarefatto di quello aeriforme.
    Il plasma in quanto costituito solo da cariche positive emette degli intensissimi campi magnetici che possono disturbare le misurazioni delle radiazioni se le strumentazioni non sono bene schermate.
    Il plasma è confinato dall’elettrodo, ma a volte si producono delle bolle di vapore che allontanano la soluzione dall’elettrodo ed è necessario inserire un copri elettrodo a pelo d’acqua con un po’ di soluzione che non diventi plasma e che mantenga l’elettricità.
    Per avere un innesco del plasma migliore è necessario aumentare il voltaggio gradualmente con un VARIAC.
    Appena il plasma si innescherà si vedrà una luce e si sentirà un rumore come di mitragliatrice.
    Misurando l’energia emessa: calore radiazioni, espansione del liquido ed altre è stato calcolato che l’energia emessa sia almeno 120% di quella immessa.
    Una teoria spiega l’eccesso dell’energia in uscita, dopo l’innesco del plasma gli elettroni ed i protoni si scontrano producendo neutroni, alcuni dei quali non risentendo della forza attrattiva e repulsiva dei protoni e degli elettroni riescono ad entrare facilmente nel nucleo degli atomi dell’elettrodo nel quale è innescato il plasma.
    Gli atomi dell’elettrodo aumentano il numero atomico, diventano instabili e si spezzano non perdendo neutroni, ma scindendosi in due e liberando una grande quantità di energia, sotto forma di radiazioni e calore.
    L’elettrodo dopo l’innesco del plasma fonde e cade sotto al baker in gocce tranne il tungsteno che si elettrocorrode, (una barra cilindrica ha formato l’estremità a punta).
    Alcuni hanno spiegato questo fenomeno dicendo che era il passaggio di corrente a determinare l’aumento della temperatura, ma questo è stato negato dalla prova che nella fusione fredda passiva passava la stessa quantità di corrente ma gli elettrodi rimanevano freddi, e il plasma non si innescava.
    Esistono due tipi di fusione fredda: quella attiva e passiva.
    A seconda che si immerga prima un elettrodo o poi un altro si ha un tipo di fusione diversa.
    C’è chi dice che mettendo un voltaggio molto elevato sia possibile ottenere l’innesco del plasma anche nella fusione fredda passiva ma non è stato ancora provato.
    Come ho precedentemente detto la fusione fredda produce una trasmutazione dell’elettrodo ed è stato dimostrato che è possibile anche ottenere l’oro granulato, per il quale ci sono molte teorie sul modo in cui gli antichi lo ottenessero.
    Non si sa ancora come sia possibile che durante l’elettrolisi si inneschi il plasma e si producano neutroni.

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    • #32
      Bravo Iuri

      Mi piacciono le persone come te, che vanno a cercare quello che gli serve, senza aspettare che gli venga portato su di un piatto d'argento.

      Bravo Einstein2

      Hai fatto un ottimo riassunto, non hai scritto la chiave che fa innescare il plasma, quindi intuisco che non hai mai replicato l'esperimento.
      Perchè avvenga la formazione del plasma, debbono esserci due condizioni:

      1- il catodo deve essere immerso meno dell'anodo, circa 1/6

      2- La tensione deve superare gli 80-150 volt, dipende dalla temperatura e concentrazione dell'elettrolita.

      Se si usa un acido, non innesca subito il plasma, ma dopo alcuni minuti; io credo che sia perchè si riscalda nel frattempo il liquido, e cosa più importante credo, è il fatto che in questi pochi minuti, l'acido ha disciolto del metallo il quale porta ioni metallici che possono fare quel fenomeno di condensatore al catodo.
      Il plasma non si forma per mancanza di ioni in soluzione, se si usano sostanze organiche come zucchero, acido acetico e cosa strana, non funziona col bismuto carbonato, in quanto non si scioglie in acqua.

      Renzo Mondaini (Ravenna)

      Edited by remond - 21/3/2005, 20:41

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      • #33
        Nello sputtering si innesca il plasma sul catodo con un alto voltaggio?
        Il plasma non si innesca solo con un alta temperatura?

        Edited by Einstein2 - 22/3/2005, 13:39

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        • #34
          ok faccio parte dei comuni mortali ed in base a vecchi appunti, posso dire questo:
          "Fusione termonucleare detta fusione a freddo.
          L' intercapedine applicata a livello nucleare é di natura: -Termica, -Elettromagnetica Higgseiana,- di Densità,- Solida fisica.
          Metodi tutti atti a mitigare la syncronia atomica. bisogna vedere su che tipo di atomo agire se ne ipotizza di 4 generi. con quale metodo che livello di "stress" o "streching" puo' sopportare il sistema atomico. si presume che tale sistema sia estremamente flessibile "sotto" un tipo di unità di misura ed estremamente rigido a tal'un altra unità. aggredire il sistema con un induzione Densotermica per ottenere una reazione protofotonica termodinamica.
          tolta l'interferenza si ha un ritorno dell -e al sp d'origine con conseguente "sfregamento" "attrito" sul "tappeto quantico" da qui emissione energia di tipo termofotonico causa "deficit" momentaneo di syncro atomica. praticamente l' emissione energetica di tipo termofotonico é conseguente al recupero "violento" della syncro "atomico-ondulatoria". si rischia comunque di ottenere effetti di collasso entropico del nucleo. sarebbe interessante verificare l echo dell' onda portante ed agire entro e non oltre questo ciclo."

          mi fermo qui la prima volta l'avevo scritto meglio - c'era l'idea di un "mitigatore" di natura "virtuale"

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          • #35
            ???

            Se questo è il linguaggio di un comune mortale...puoi tradurre per l'uomo della pietra?
            Grazie!
            Roy
            Essere realisti e fare l'impossibile

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            • #36
              lo prendo come un complimento, uso molto le virgolette perché non conosco i temini scientifici.. avrei degli skemini da scanerizzare, li aggiusto un po' e li posto, semplifica molto il concetto.
              A dopo ok?

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              • #37

                Caro jnlambda14,

                leggendo il tuo post e il modo terrificante in cui ti esprimi, mi vengono in mente due cose:
                1) hai capito perfettamente il funzionamento dei meccanismi alla base dei fenomeni nucleari a debole energia ma hai GROSSE difficoltà a comunicarle. In tal caso, prova a spiegarcelo lentamente, come si fa con i bambini in modo da poterlo valutare insieme. Questo forum ha come fondamento di base la condivisione delle idee, a prescindere da titoli, blasoni, fama, e quant'altro. Tuttavia, da come ti esprimi, non ci è dato di condividere i tuoi traguardi teorici;
                2) non hai capito nulla e ci stai prendendo per il cul... cioè volevo dire per il naso con paroloni strani messi insieme alla rinfusa.

                Se la risposta è 1, allora cerca di venirci incontro spiegandoti un po' meglio, usando più parole e più esempi.
                Se la risposta è 2, allora cerca di avere rispetto per quanti prendono sul serio questa ricerca, i suoi sviluppi e le sue straordinarie prospettive.

                Ciao

                ?"Se pensi che una cosa sia impossibile, la renderai impossibile" (Bruce Lee)

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                • #38
                  lo so sembra una presa in giro, ma é la spiegazione di un modello, non essendo scientifico, ho difficoltà a farmi capire, non pretendo di conoscere cose a me sconosciute, l' intento é quello di poter avere un confronto su di un possibile meccanismo, preferirei venirvi incontro spiegandomi tramite disegni senza che vi sentiate offesi e viceversa.

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                  • #39
                    Assolutamente caro amico Jmlambda14,
                    non ti scusare, non ti preoccupare, .... ti capiamo benissimo ...stai tranquillo.

                    Ci dispiace solamente non poterti aiutare.

                    Purtroppo per avere un confronto con noi, miseri mortali è impossibile, non riusciamo assolutamente a capirti,....tutto questo e' per noi di uno sconforto notevole ma, fa nulla,... vorra dire che persisteremo nella nostra ignoranza abbissale.

                    Sei capitato in un forum di mediocri e io sono il più ignorante di tutti.

                    Ciao Buona Vita a te...

                    Edited by Ennio Vocirzio - 2/4/2005, 12:40

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                    • #40
                      per comuni mortali: allora do stanno sti disegni?

                      traduzione x jmlambda: colgo l'occasione per sollecitare la sua opera di trasmutazione del documento cartaceo in suo possesso, in un documento atto ad essere letto ed interpretato da un calcolatore elettronico ai fini di essere visibile a noi in questa raggiante comunità virtuale di poveri stolti.

                      Ciao Atomix

                      Edited by atomixino - 13/4/2005, 16:50

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                      • #41
                        QUOTE (atomixino @ 13/4/2005, 16:44)
                        per comuni mortali: allora do stanno sti disegni?

                        Questa é una parte centrale, dovrei farne altre ma il pc se é già impiantato.


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                        • #42
                          Anch'io sono un comune mortale..
                          Non capisco una cosa: perchè questo esperimento viene sempre svolto in contenitori piccoli (barattolo di marmellata)? Ci sono ragioni tecniche paricolari (tensioni altrimenti troppo elevate, ecc) oppure semplicemente non si è mai provato qualcosa di più grande? La lavorazione dei materiali sarebbe più semplice, perchè non pensare ad un elettrodo (se il problema è la temperatura troppo alta che lo fa fondere) tenuto alla giusta temperatura e quindi raffreddato dalla circolazione di un liquido, ad esempio?

                          Un saluto a tutti

                          Commenta


                          • #43
                            perchè nessuno riesce atrovare elettrodi forati in tungsteno. a tutti è venuta l'idea della circolazione forzata per raffreddare. a mio avviso è l'unica maniera per tirarci fuori qualcosa di buono dalla cella...

                            Bisognerebbe costruire un prototipo con tubi di acciaio e vedere cosa si riesce a fare....

                            Commenta


                            • #44
                              Si, quando parlavo di "faffreddare" intendevo già l'acciaio (o qualcosa di simile), da quanto ho capito il tungsteno non fonde ma si consuma.
                              Penso che per privati tentare di lavorare con materiali il più possibile normali sia solo un vantaggio perchè più ecomomici e meglio gestibili anche da una comune officina. Certo, è il sogno di tutti un laboratorio fisico/chimico fornito di tutto...
                              Penso che questo modo di usare l'energia sia molto interessante, ma per ora lo vedo soprattutto in ambito domestico, per usarlo in auto ci sono tanti problemi in più. Se "raffreddando" gli elettrodi si riuscisse a ricavare fluido ad alta temperatura sarebbe ottimo! Un sistema overunity per caldo, freddo (tramite un assorbitore) luce ed energia elettrica, quello che ci vuole in casa, ed anche con un grado di sicurezza eccellente.
                              Putroppo non conosco nulla riguardo alla progettazione di questi sistemi, mi rimetto agli altri utenti del forum.

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                              • #45
                                per ottenere vapore saturo come quello delle centrali termoelettriche si usano temperature dell'ordine 700-800 gradi. non vedo perchè un elettrodo che fonde e vaporizza a 3000 gradi non dovrebbe riuscire a produrre vapore dello stesso tipo!
                                seriamente, bisogna provare a costruire un circuito di vapore del tipo: caldaia (cella) -circolazione del vapore saturo- turbina-scambiatore calore- pompa dell'acqua bassa temp-e caldaia di nuovo.

                                Commenta


                                • #46
                                  CITAZIONE (andrea83banzai @ 9/7/2005, 18:27)
                                  per ottenere vapore saturo come quello delle centrali termoelettriche si usano temperature dell'ordine 700-800 gradi. non vedo perchè un elettrodo che fonde e vaporizza a 3000 gradi non dovrebbe riuscire a produrre vapore dello stesso tipo!
                                  seriamente, bisogna provare a costruire un circuito di vapore del tipo: caldaia (cella) -circolazione del vapore saturo- turbina-scambiatore calore- pompa dell'acqua bassa temp-e caldaia di nuovo.

                                  ciao a tutti
                                  rispondo al post solo per affiancare la domanda di Andrea, sono anche io curioso di saper il perchè non si possa ricavare vapore utile da un elettrodo forato,con le temperature che ci sono in gioco?

                                  un abbraccio a tutti
                                  nitc

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                                  • #47

                                    Sono mesi che persone come Ennio, Quantum, lawrence ecc. si ripetono nel tentativo di farvi capire che la temperatura non centra, è una questione di rendimenti energetici. Finchè i rendimenti sono bassi è molto difficile immaginare di poter ricavare energia dal vapore. Nella mia cella non riesco a superare il rendimento di 1,4 e non sempre riesco a portare la cella a quelle condizioni estreme. Tuttavia, un rendimento di 1,4 e poca cosa e anche quello dichiarato dai Casertani cioè 1,5 è comunque troppo poco.
                                    Nella cella giocano purtroppo condizioni di innesco molto delicate (vedi interventi di Daniloz) che portano la stessa a spegnersi qualora si tentasse di strappare troppo calore dal catodo.
                                    A Roma se dice "Er gatto che si mozzica la coda".

                                    Le temperature in gioco sono alte,... 3400 °C sono superati certamente, ma,... questa temperatura è localizzata sulla superficie del catodo. Io mi sono letto le relazioni dei Casertani, inoltre ho letto le relazioni di Mizuno e se capisce chiaramente questo fatto.

                                    Ba!!!

                                    La cella se deve solo studià,...e si deve trovare il modo de strapparle i segreti che tiene.

                                    Comunque questo è tutto Ragazzi

                                    Buona sera a tutti

                                    Commenta


                                    • #48
                                      Ok, capito. Tanta temperatuta ma poca quantità di calore. La mia era solo una prospettiva per il futuro, mi rendo conto che lo studio di questo sistema sia nelle fasi iniziali.
                                      Però da quanto ho letto anche utilizzando il tungsteno per gli elettrodi la reazione non può durare più di 10-12 minuti per problemi termici e chimici. Scusate se ritorno sull'idea, ma raffreddare l'eletrodo in modo che non fonda (sempre che ciò sia compatibile con la stabilità della reazione) potrebbe essere un passo per ottenere una reazione di durata maggiore? Eventualmente sarebbe forse possibile utilizzare materiali chimicamente più resistenti, anche se con una temperatura di fusione/vaporizzazione più bassa?
                                      Ringrazio tutti.

                                      Commenta


                                      • #49

                                        Rispondo a filosofia_pratica

                                        CITAZIONE
                                        ma raffreddare l'eletrodo in modo che non fonda (sempre che ciò sia compatibile con la stabilità della reazione) potrebbe essere un passo per ottenere una reazione di durata maggiore?


                                        Questo che hai detto non è na fregnaccia . Giusto !.... bene ! ..... infatti, basterebbe tenere il plasma in prima fase.

                                        Sto pensando ai problemi tecnici Ma possono essere risolti.

                                        Comunque lavorando su questa linea, ci sarebbe da divertirsi, bisognerebbe provare.
                                        Ne voglio parlare con due miei allievi molto capaci da un punto di vista pratico. Ma soprattutto voglio anche fare qualche domanda a Quantum Leap sul forum oppure a Ennio per sapere loro cosa pensano.

                                        Ciao Amico



                                        Commenta


                                        • #50
                                          Salve a tutti...

                                          Porgo intanto saluti a tutti coloro che si occupano, nel tempo libero o meno, di tutte quelle branche della scienza che per motivi vari vengono sottovalutate.
                                          Io credo che se qualcosa funziona và dimostrato, ma anche se quella cosa non funziona và dimostrato. Da quel poco che ho letto, riguardo la fusione fredda sappiamo che qualcosa accade, e dico qualcosa perchè non ho ancora trovato una ferrea base teorica che spieghi tutto il fenomeno. Ma mi sto ancora documentando quindi prendete con le dovute cautele quanto scrivo.

                                          Ho letto dei catodi che usate, palladio e tungsteno. Il palladio è poroso rispetto agli atomi di idrogeno, ho letto qualcosa a riguardo e secondo una teoria sempre letta di fretta pare che la fusione avvenga per una "compressione" fra atomi i idrogeno dovuta alle forze elettriche in gioco, che fungono da "compressore".
                                          Insomma, è come se con un acceleratore facciamo sbattere i due atomi fra di loro con una tale energia da farli fondere in uno solo (ho detto una fesseria? ).
                                          Quindi il palladio fa da "Camera di Compressione" a tutti gli effetti oltre che da elettrodo. Quindi secondo questa teoria il Palladio non partecipaalla reazione se non come struttura fisica.

                                          Andiamo al tungsteno. Il problema è che questo fonde, o meglio, se fonderebbe dovrebbe ricadere sul fondo, o comunque dovrebbero rimanere tracce di questo. Voi avete fatto esperimenti. Il tungsteno fonde oppure sparisce consumandosi a causa del fenomeno? La domanda ha un suo motivo. Se la reazione avviene perchè limitata solo al liquido, mentre i tondini in tungsteno fondono per la temperatura raggiunta, allora è plausibile cercare di raffreddarli, come ho letto da qualche parte. Ma se il tungsteno partecipa alla reazione, allora raffreddarlo non è una soluzione ottimale perchè

                                          1) Il tungsteno deve consumarsi per dar luogo alla reazione.
                                          2) Raffreddare in maniera grossolana può arrestare la reazione.

                                          Perchè in base a come le cose stanno davvero (lo ammetto ancora ne so troppo poco, per questo a voi mi rivolgo) in effetti qualcosina di efficace si può fare (si, noi studenti stressati dagli esami siamo molto geniali, poi da laureati ci chiudiamo nelle nostre fortezze di certezze ed addio )

                                          Altre domande attanagliano la mia mente da futuro Ingegnere (se Dio ed i Prof Vorranno ) ma prima voglio legger di più, or rischiate di rimanere troppo turbati

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                                          • #51
                                            hai bisogno di un consiglio su come raffreddare il catodo e mantenere il plasma nella prima fase? chiedilo alla moratti (sì con la m minuscola)....lei sì che ne sa!

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                                            • #52
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                                              • #53
                                                Carissimo Hellblow

                                                Da sperimentatore quale sono, ti posso dire che noi non usiamo il palladio come elettrodo; fa parte di un altro tipo di fusione fredda, che per l'appunto fonde due nuclei di deuterio.
                                                Nei nostri esperimenti usiamo elettrodi di tutti i tipi, persino grafite; otteniamo sempre lo stesso risultato, si surriscalda in maniera abnorme il catodo; qualcuno vorrebbe recuperare dal liquido il calore in eccesso, ma per ironia del destino, sembra che mentre si surriscalda il catodo, si raffredda in maniera abnorme il liquido, dando come risultato rendimenti poco superiori all'unità.
                                                Per evitare che ci fonda di continuo il catodo, usiamo il tungsteno perché ha il più alto punto di fusione, 3410°C.
                                                il catodo di tungsteno, a differenza degli altri metalli, non fonde a goccia, ma si consuma senza lasciare fanghiglia apprezzabile, io ho fatto analizzare l'elettrolita e vi hanno trovato disciolti diversi grammi-litro di tungsteno, con una quantità sorprendente di renio ed altri metalli.
                                                Come dicevi tu, a raffreddare troppo il catodo (io ho provato con un'elica miscelatrice) si blocca la reazione di plasma, sarebbe interessante raffreddarlo dall'interno, ma credo che non esistano tubetti di tungsteno; è un metallo poco lavorabile.
                                                Parto domattina per una settimana di ferie, vi leggerò al mio ritorno, intanto tenete in movimento i neuroni.

                                                Buona estate

                                                Renzo Mondaini (Ravenna)

                                                Edited by remond - 30/7/2005, 23:44

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                                                • #54
                                                  Allora, premesso che sono poco ferrato al momento riguardo queste teorie, posso tuttavia affermare che si può ricollegare quanto succede nella cella ad almeno altri due fenomeni ancora non ben studiati.

                                                  Torniamo all'elettrodo, che è la cosa su cui mi voglio concentrare. La situazione è che il calore generato è cosi' fatto:

                                                  Calore Totale = Calore per Autosostentamento + Eccesso

                                                  Se noi sottraiamo l'eccesso, con precisione, possiamo sfruttare quella piccola quantità. Ora sebbene i rendimenti siano bassi, è anche vero che la cella è piccola e poi che queste celle si autosostengono. Per operare in ambienti come alimentazione di satelliti o cose simili potrebbe comunqu efunzionare. Quindi quando parliamo di rendimenti, dobbiamo anche star attenti al campo in cui vogliamo sfruttare la cella. Se per alimentare una casa la cella non va bene, per ottenere tensione per un apaprato piccolo, potrebbe essere la soluzione ideale.

                                                  Chiusa la premessa di prima, torno alle mie congetture

                                                  Il Tungsteno fonde a temperature molto vicine a quelle del plasma da quanto ho capito. Quindi in teoria giocando su questo e riuscendo di poco ad abbassare la temperatura, il tungsteno rimarrebbe intatto...o forse no?
                                                  Di certo la reazione non è chimica, altrimenti usando un altro elettrodo la cosa non funzionerebbe...
                                                  Bisogna capire se il tungsteno partecipa alla reazione o funge solo da generatore di campo elettrostatico, un campo asimmetrico fra l'altro...immerso in una sostanza che ha un coefficiente di isolamento molto basso, perchè elettrolità. I parametri che io individuo qui sono questi...

                                                  1) Densità dell'elettrolita
                                                  2) Dimensioni degli elettrodi (densità del campo elettrico? L'asimmetria è necessaria...)
                                                  3) Temperatura.
                                                  4) Tensione.

                                                  Per dire altro dovrei farmi una cella...comunque per il calore dell'elettrodo..sto lavorando al simulatore per tirar fuori qualcosa di utile...e credo che una bella idea mi è venuta...

                                                  Mi servirebbe sapere invece:

                                                  1) Le temperature nei pressi dell'elettrodo.
                                                  2) Sono state rilevate presenze di campi magnetici?
                                                  3) Misurazioni sul campo elettrico nella soluzione ce ne sono?

                                                  Insomma...dati su cui lavorare. Dove li trovo?

                                                  Edited by Hellblow - 31/7/2005, 01:59

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                                                  • #55
                                                    Carissimo Hellblow

                                                    Tutto quello che cerchi è già stato pubblicato su questo forum.
                                                    Stampati tutte 4 le discussioni "fusione fredda elettrolitica", poi leggile con attenzione; troverai quello che ti serve.
                                                    Leggiti anche le altre discussioni.
                                                    Comunque io ho spronato a più non posso, affinché tutti si riproducano in sicurezza, l'esperimento di fusione fredda elettrolitica in casa propria, affinché si possa credere dopo avere visto con i propri occhi.
                                                    Ricordo a te ed a tutti gli amici, che il termine di "fusione fredda" ormai è superato, in quanto da analisi effettuate da noi ricercatori, risultano prodotti anche di fissione, per cui il fenomeno è ben più complesso; continuiamo a chiamarla fusione fredda per abitudine, che per reale espressione del fenomeno, di questo molti ricercatori sono d'accordo.
                                                    Mi assento per un'altra settimana, vi leggerò al mio ritorno.

                                                    Renzo Mondaini (Ravenna)

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                                                    • #56
                                                      Sei molto gentile happy.gif ti ringrazio, in effetti la cosa migliore è stampare le discussioni per leggerle e segnare i passi importanti.

                                                      Iniziamo ad analizzare allora che la mia mente freme wink.gif

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                                                      • #57
                                                        Cominciamo a chiamarle trasmutazioni a debole energia allora...!!!!

                                                        Commenta


                                                        • #58
                                                          ciao a tutti.

                                                          una domanda sciocca.

                                                          qualcuno a mai provato ad usare una normale candela da auto per replicare l'esperimento di fusione fredda.
                                                          Infondo mi sembra che ci siano tutte le premesse per provarci, compresa la protezione in ceramica.

                                                          non vi arrabbiate se vi sembra una proposta sciocca ma infondo questo bellissimo forum da spazio ancha a noi poveri ignoranti
                                                          e poi il tread mi sembra quello giusto

                                                          Edited by nitc - 28/8/2005, 20:54

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                                                          • #59
                                                            Non credo che funzionerebbe, sia perchè i due elettrodi non hanno la giusta dimensione, sia perchè sono troppo vicini(penso).

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