Non riesco più a seguirvi,state tirando fuori decine di argomenti diversi. Riusciremo a porre un minimo di ordine per categoria e/o argomento?
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fusione fredda elettrolitica - parte sesta
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Salve ragazzi, a volte ritornano
Allora, ho dato una rapida lettura, indi aggiungo solo rapide risposte.
1) Anche raffreddando il catodo, l'erosione termica avviene SOPRATTUTTO in superficie. E' come se il calore sia concentrato in punti piccolissimi e quindi difficilissimo da dissipare. Per capire, se prendo un blocco di acciaio e ci sparo un fascio laser concentrato, sebbene il blocco dissipi un bel po di calore, l'energia è troppo concentrata e non da il tempo di essere dissipata. Quindi serveno superfici cosi' piccole da permettere una dissipazione efficientissima, ad esempio un film di tungsteno raffreddato. Anche provando cosi' si scopre che l'erosione alla fine buca il film. Il motivo è che oltre al calore, c'e' un'erosione meccanica! I cristalli del catodo si frantumano per via dell'eenrgia li presente. Quindi il problema va aggirato, e non affrontato direttamente.
2) Emissione termoelettronica. Questa è fondamentale. Qualsiasi sia la teoria che applichiamo (idrini, coerenza, neutroni) ci serve sempre quel benedetto elettrone che schizza come un proiettile. Tanto che se si raffredda il catodo troppo, non accade nulla.
3) Remond, quella cosa del salnitro invece è sfruttabile, tutto sta a valutare il consumo del titanio.
Quanto sopra è quel penso io, per cui posso sempre sbagliarmi Ciau ragazzi!
PS: Io procedo col densimetro -.- acc quanto è complicato U_U
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QUOTE (Hellblow @ 16/1/2006, 02:06)Salve ragazzi, a volte ritornano
Allora, ho dato una rapida lettura, indi aggiungo solo rapide risposte.
1) Anche raffreddando il catodo, l'erosione termica avviene SOPRATTUTTO in superficie. E' come se il calore sia concentrato in punti piccolissimi e quindi difficilissimo da dissipare. Per capire, se prendo un blocco di acciaio e ci sparo un fascio laser concentrato, sebbene il blocco dissipi un bel po di calore, l'energia è troppo concentrata e non da il tempo di essere dissipata. Quindi serveno superfici cosi' piccole da permettere una dissipazione efficientissima, ad esempio un film di tungsteno raffreddato. Anche provando cosi' si scopre che l'erosione alla fine buca il film. Il motivo è che oltre al calore, c'e' un'erosione meccanica! I cristalli del catodo si frantumano per via dell'eenrgia li presente. Quindi il problema va aggirato, e non affrontato direttamente.
2) Emissione termoelettronica. Questa è fondamentale. Qualsiasi sia la teoria che applichiamo (idrini, coerenza, neutroni) ci serve sempre quel benedetto elettrone che schizza come un proiettile. Tanto che se si raffredda il catodo troppo, non accade nulla.
3) Remond, quella cosa del salnitro invece è sfruttabile, tutto sta a valutare il consumo del titanio.
Quanto sopra è quel penso io, per cui posso sempre sbagliarmi Ciau ragazzi!
PS: Io procedo col densimetro -.- acc quanto è complicato U_U
Ciao, avevo pensato che si potrebbe raffreddare il catodo creandolo di forma tonda "a ruota" che sia immerso in parte nell'elettrolita e sia in lenta o rapida rotazione ( da sperimentare ) , in questo modo avremmo una superfice a contatto con il plasma ciclicamente diversa. Il problema ( a mio parere ) è dato dalla non comprensione del meccanismo di "erosione" del catodo che potrebbe riassumersi in tre punti :
- Elettrolisi "residua" e iniziale .
- Sfibramento del metallo per effetto termico dato dal plasma
- Bombardamento di cariche elettriche , si spiegherebbe la forma appuntita del catodo .
Ma credo ci sia altro , ho notato che su un catodo di tungsteno nuovo dopo averlo sottoposto per pochi secondi ( 1 minuto ) all'innesco del plasma nella cella subisce modifiche meccaniche e forse del reticolo cristallino ; ho pesato il catodo prima e dopo l'uso non notando apprezzabili differenze ( 1 minuto d'uso ) , ma cambia la consistenza meccanica , la parte "riscaldata" diviene fragile come la ceramica fratturandosi con tagli frastagliati . Bisognerebbe fare un'analisi metallurgica del catodo e vedere se nel reticolo cristallino del metallo cambia qualcosa , potrebbe essere anche solamente un effetto "tempratura" .
Un saluto a tutti .
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Ciao
Allora, esiste un processo che prende il nome di sputtering. Le modifiche al reticolo possono essere causate da qualcosa che ha a che fare con questo processo. In particolare si potrebbe avere impianto superficiale di ioni di diverso materiale, che alterano ovviamente la superficie. Se ciò può sembrare strano, basta pensare alla scansione SEM ed ai metalli che si ritrovano come trasmutazione. Magari tali metalli si formano nella zona di plasma e poi si impiantano nel catodo. Certo si deve capire il perchè della formazione di 'anelli di accumulo' di tali materiali, ma io credo che la risposta sia da cercare nella diversa temperatura di fusione degli stessi.
Io ogni caso, posso sbagliarmi (spero di si sinceramente) ma sonoconvinto che in qualsiasi modo si raffreddi il catodo, non lo può mantenere integro.
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QUOTE (Hellblow @ 16/1/2006, 12:37)Ciao
Io ogni caso, posso sbagliarmi (spero di si sinceramente) ma sonoconvinto che in qualsiasi modo si raffreddi il catodo, non lo può mantenere integro.
Certo come affermazione può sembra un pò assolutistica , tenuto conto del fatto che non si conosce bene la natura degli accadimenti all'interno della cella . Ho osservato anche un'altro fenomeno "strano" ( di cui spero di eseguire accurate misurazioni ) , quando entrambi gli elettrodi in immersione presentano zone molto appuntite il plasma risulta più stabile ed il consumo di energia scende in maniera molto evidente 0,7 A , al contrario con un anodo con superficie molto ampia il plasma sembrerebbe ad occhio ( disse il cieco al sordo ) meno stabile e la corrente risulta ancora alta 2 A circa con elettrolita H2O + NaCl a 0,2 Mol . Ovviamente devo fare delle verifiche .
Ciao
Edited by kalos66 - 16/1/2006, 13:31
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Salve amici
Per rispondere a tronic, allego una foto di due tubetti di ceramica che ho usato come copricatodo, dopo poco la ceramica si imbeve di elettrolita e comincia ad accendersi come il catodo, emanando una luminosità bianca accecante, poi si scioglie; ricordo che la ceramica fonde a circa 3000 °C, bisognerebbe provare con la porcellana, che è meno porosa.
Per rispondere ad ElettroRik, allego altra foto di alcuni wafers di silicio, in cui al centro erano state fatte delle microporosità in zona circolare, affinché io lo provassi come catodo, per vedere se le microporosità aumentassero la reazione di plasma. Il quadrato grande misura 2 cm di lato, quelli che vedete, sono rimasti da una serie ricevuta da dei laureandi in elettronica dell’università di Pisa.
.
Io li ho provati come catodo, bisogna dire innanzi tutto che la resistenza di questi quadrati, misurata da lato a lato è di alcune centinaia di ohm., troppi per un elettrodo, in quanto si riscalda molto per effetto joule, e le differenze di temperatura nel wafer ne provoca la rottura, in quanto il silicio è vetroso; inoltre l’acqua a causa della tensione superficiale, non entra nelle microporosità, che sono dell’ordine di qualche millesimo di millimetro.
Nelle mie prove, ho spezzato il wafer in quattro pezzi, uno dei quali è visibile in foto, poi immerso come catodo, in modo che in immersione vi fosse sia la parte liscia, che la parte porosa; non ho notato differenze visibili nel plasma prodotto, che in ogni modo s’interrompeva dopo pochi secondi, per rottura da dilatazione termica del campione.
Per Gino, posso dire che la magnetite non l’ho ancora provata, ma comunque avrà una resistenza elettrica molto elevata e temperatura di fusione troppo bassa, essendo un ossido di ferro.
Io comunque ho provato anche della ferrite come catodo, accende il plasma ma si frantuma per dilatazione termica, essendo vetrosa.
Per finire rispondo a Riovandino, per far ruotare il PLASMOIDE ELETTROLITICO, ho tenuto in mano il catodo indossando un guanto dielettrico, poi ho mosso leggermente in circolo l’elettrodo, il plasmoide ruotava come un Hula-Hoop.
Il plasmoide si forma meglio a liquido freddo, la concentrazione del potassio carbonato non deve essere satura, altrimenti ribolle tutto, il plasmoide si ingrandisce e scoppia in un secondo; io ho disciolto un cucchiaino da caffè in 100 ml di acqua.
In questo nuovo video, si può notare che quando si distacca dall’anodo, il plasmoide elettrolitico emana uno scoppiettio.
Plasmoide2
A vedere questo nuovo fenomeno, mi fa pensare che sia l’effetto condensatore che si forma sull’anodo, e che si distacca da questo ingrandendosi; forse invece di eseguire plasma al catodo, si potrebbe eseguirlo all’anodo e distaccarlo tramite PLASMOINDE ELETTROLITICO, così avremmo risolto il problema dell’usura dell’elettrodo.
Se guardate bene questi filmati, noterete che il plasmoide ha una sua coerenza, in quanto ha una sua ben definita superficie, che quando si rompe, scoppia; ha anche una sua tensione superficiale, in quanto debbo farlo ruotare molto velocemente per farlo uscire dall’anodo
Renzo Mondaini (Ravenna)
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CITAZIONE (remond @ 16/1/2006, 22:48)..............
Il plasmoide si forma meglio a liquido freddo, la concentrazione del potassio carbonato non deve essere satura, altrimenti ribolle tutto, il plasmoide si ingrandisce e scoppia in un secondo; io ho disciolto un cucchiaino da caffè in 100 ml di acqua.
In questo nuovo video, si può notare che quando si distacca dall’anodo, il plasmoide elettrolitico emana uno scoppiettio.
Ciao Remond,
il plasmoide potrebbe avere a che fare con la capacità di tensione superficiale del K2CO3, che in pratica fu la prima forma di 'sapone'. Gli antichi la chiamavano 'lisciva' e la ottenevato facendo ribollire la cenere di legna.
Quindi, quello che vedi potrebbe essere una bolla di sapone 'ionizzata' o 'ricoperta' di plasma.
Quanto al silicio, lo sospettavo che si sarebbe frantumato per stress termico.
Una precisazione: la ceramica dei fusibili NON è ceramica da 3000°. Questo te lo do per certo. Con la mia piccola fiamma ossiacetilenica ho fatto delle prove per fondere diversi tipi di vetro e diverse ceramiche dei fusibili, e ti confermo che fonde circa come il vetro. Secondo me siamo intorno ai 1000°.
Il materiale meno soggetto a stress termico che ho trovato è il quarzo (SiO2 puro) usato per fare le lampade alogene, però quello fonde a c.a. 2000°C. Quello è l'unico che se lo lasci raffreddare senza investirlo con correnti d'aria fredda non si spacca. Il vetro normale invece si.
Devo provare vetro al borosilicato (pirex).
Edited by ElettroRik - 17/1/2006, 10:39"Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck
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QUOTE (ElettroRik @ 17/1/2006, 10:38)Quanto al silicio, lo sospettavo che si sarebbe frantumato per stress termico.
Una precisazione: la ceramica dei fusibili NON è ceramica da 3000°. Questo te lo do per certo. Con la mia piccola fiamma ossiacetilenica ho fatto delle prove per fondere diversi tipi di vetro e diverse ceramiche dei fusibili, e ti confermo che fonde circa come il vetro. Secondo me siamo intorno ai 1000°.
Il materiale meno soggetto a stress termico che ho trovato è il quarzo (SiO2 puro) usato per fare le lampade alogene, però quello fonde a c.a. 2000°C. Quello è l'unico che se lo lasci raffreddare senza investirlo con correnti d'aria fredda non si spacca. Il vetro normale invece si.
Devo provare vetro al borosilicato (pirex).
Ciao, ho visto che Mizuno usa tubetti di "Mica" come protettivo termico/elettrico per le sonde che immerge nella cella , potrebbe essere una soluzione anche se non riesco a trovare la temperatura di fusione di questo materiale .
Ciao
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dear amici,sono rabazon
ho rimesso a posto il computer, ho perso solo un pò di dati, mi è andata bene,
l'unica cosa è che non riesco a rispondere dalla mia postazione nel forum,
mi si dice che ho provato troppe volte con password diverse, e così sono di nuovo ospite di remond.
leggo con interesse in altri forum una ricerca della fenomenologia della cella mizuno,
naturalmente divergono completamente dalla mia ricostruzione dello schermo isolante d'acqua,bene,
liberissimi di farlo,
ma almeno smettete di affermare che il plasma è isolante,
sopratutto a quelle temperature,
suggerisco un corso pratico di saldatura subacquea ,
il plasma non è isolante,
non è isolante un velo di idrogeno prodotto per idrolisi,
mettiamoci una pietra sopra...perbacco,
se non ritenete che si formi uno schermo isolante di molecole d'acqua e poi di vapore,
va bene, trovate qual'cosa d'altro,
non ritorniamo su posizioni sbagliate e superate .
saluti da rabazon
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CITAZIONE (remond @ 13/1/2006, 23:39)Carissimo tronic
Il tuo esperimento si può fare, prepara anche una cella con catodo di tua invenzione, completo di pompa, ma che abbia solo 1 cm quadro di superficie esposta all'elettrolita
a REMOND riguardo l'elettrodo raffreddato che avevo proposto: visti i limiti dimensionali, ho notato che sarebbe stato difficile avere portate di raffreddante adeguate, percio ho pensato di modificare un po l'idea, ecco quel che ho rimediato:
si tratta di un semplice tubo piegato a stretto raggio (raggio 1cm nella curvatura + esterna)
non credere mi sia stato facile ottenere una curva cosi stretta senza achiacciare o strappare il tubo, ma cosi ottengo un flusso certo che lambisce certamente la totalita interna e non sono costretto ad arrivare a diametri talmente ridotti da limitare esageratamente il flusso, inoltre a causa dell'effetto curva, la velocita sara accentuata nella curvatura esterna, li dove si dovra assorbire + calore.
-diametro esterno tubo inox 6.2mm
-diametro interno tubo inox 4.5mm
-diametro interno tubi rilsan in plastica 6 mm
nella prima foto sipuo notare la pompa e il flusso di acqua che riesce a circolare
nella seconda si puo paragonare, l'elettrodo che propongo, con la mia mano.
Ovviamente diminuendo la misura del percorso inox (dove il diametro interno è minimo) si potra aumentare ancora il flusso raffreddante, perche si riducono gli attriti che l'acqua incontra.
ma ad accorciare si fa sempre a tempo
Che ne dici?
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CITAZIONE (remond @ 16/1/2006, 22:48)
Per Gino, posso dire che la magnetite non l’ho ancora provata, ma comunque avrà una resistenza elettrica molto elevata e temperatura di fusione troppo bassa, essendo un ossido di ferro.
La megnetite è un discreto conduttore di corrente e non dovrebbe dare problemi, il punto di fusione inoltre è assai elevato sopra i 1500 °C. Essendo cristallina non dovrebbe sfaldarsi con facilità ed essendo un ossido non dovrebbe subire l'attacco aggressivo dell' ossigeno dall' acqua dissociata, inoltre è di facile reperibilità perchè è venduta anche come pietra da collezione e costa inoltre assai poco.
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Carissimo tronic
Per cominciare, quello che hai costruito va benissimo, servirà da banco prova per capire dove sia una possibile lacuna di progettazione.
Mandami un messaggio privato cliccando su MSG PVT inserendo un tuo recapito, sarò io a contattarti per organizzare una prova a casa mia; vorrebbe assistere anche l'amico rabazon, spero che non ti dispiaccia se sarà presente.
Per l'amico gino
Ringrazio del consiglio, proverò quanto prima.
Renzo Mondaini (Ravenna)
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QUOTE (remond @ 17/1/2006, 23:18)Carissimo tronic
Per cominciare, quello che hai costruito va benissimo, servirà da banco prova per capire dove sia una possibile lacuna di progettazione.
Mandami un messaggio privato cliccando su MSG PVT inserendo un tuo recapito, sarò io a contattarti per organizzare una prova a casa mia; vorrebbe assistere anche l'amico rabazon, spero che non ti dispiaccia se sarà presente.
Per l'amico gino
Ringrazio del consiglio, proverò quanto prima.
Renzo Mondaini (Ravenna)
Ragazzi, mi sa che per accendere plasma con quel catodo il classico contatore da 3,3kW di casa non basterà....
Comunque, fateci sapere!"Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck
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QUOTE (ElettroRik @ 17/1/2006, 23:35)
Ragazzi, mi sa che per accendere plasma con quel catodo il classico contatore da 3,3kW di casa non basterà....
Comunque, fateci sapere!
Ciao se immergono solo 1 cm della parte terminale con un pezzetto di lamiera come anodo dovrebbe innescarsi il plasma .... magari l'elettrolito portato a saturazione e non i soliti 0,2 mol . Interessante prova vediamo come finisce , credo che come dice Hellblow l'erosione ci sarà sempre per "sputtering" , ma tentare non nuoce .
Un saluto a tutti
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CITAZIONE (tronic @ 17/1/2006, 22:20)CITAZIONE (remond @ 13/1/2006, 23:39)Carissimo tronic
Il tuo esperimento si può fare, prepara anche una cella con catodo di tua invenzione, completo di pompa, ma che abbia solo 1 cm quadro di superficie esposta all'elettrolita
a REMOND riguardo l'elettrodo raffreddato che avevo proposto: visti i limiti dimensionali, ho notato che sarebbe stato difficile avere portate di raffreddante adeguate, percio ho pensato di modificare un po l'idea, ecco quel che ho rimediato:
si tratta di un semplice tubo piegato a stretto raggio (raggio 1cm nella curvatura + esterna)
non credere mi sia stato facile ottenere una curva cosi stretta senza achiacciare o strappare il tubo, ma cosi ottengo un flusso certo che lambisce certamente la totalita interna e non sono costretto ad arrivare a diametri talmente ridotti da limitare esageratamente il flusso, inoltre a causa dell'effetto curva, la velocita sara accentuata nella curvatura esterna, li dove si dovra assorbire + calore.
-diametro esterno tubo inox 6.2mm
-diametro interno tubo inox 4.5mm
-diametro interno tubi rilsan in plastica 6 mm
nella prima foto sipuo notare la pompa e il flusso di acqua che riesce a circolare
nella seconda si puo paragonare, l'elettrodo che propongo, con la mia mano.
Ovviamente diminuendo la misura del percorso inox (dove il diametro interno è minimo) si potra aumentare ancora il flusso raffreddante, perche si riducono gli attriti che l'acqua incontra.
ma ad accorciare si fa sempre a tempo
Che ne dici?
ciao a tutti
mi sa che stai perdendo tempo
ho gia provato di tutto per raffreddare il catodo e quello che stai facendo e lavoro inutile secondo me
comunque in bocca al lupo
un abbraccio a tutti
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Un saluto a tutti ... Naudin ha replicato l'esperimento dell'accensione della lampadina nella cella a FF di Remond . In questo link si trova l'articolo :
http://jlnlabs.imars.com/cfr/ape/apenrg.htm
Un saluto a tutti
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Se Naudin avesse utilizzato un trasformatore per alta frequenza 'accordato' in luogo del condensatore,avrebbe ottenuto un'energia decine di volte maggiore rispetto a quella della lampadina da 5 Watt. Sarebbe stato possibile persino raddrizzare la radiofrequenza e riversarla di nuovo nella cella,ottenendo un rendimento Cop maggiore. Ma si limita solo a scopiazzare,e perdipiu' con condensatori poliestere adatti a frequenze audio,e non Uhf. Una nota di merito va perciò a Remond.
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in attesa di essere chiamato da remond, ho pensato ad altre varianti:
1) si potrebbe mettere in serie all'elettrodo il secondario di un trasformatore 220-12v, a parer mio dovrebbe generarsi sul primario una tensione considerevole, tutta la corrente continua lo attraverserà senza rilevanti interazioni, mentre le oscillazioni di assorbimento si tradurranno in tensione amplificata sul primario.
2) si potrebbe tentare l'innesco del plasma tra due flussi di elettrolita, 2 flussi, generati da 2 pompe, immerse in 2 recipienti, totalmente isolati elettricamente (e quindi alle 2 polarita estreme), si inneschetanno solo all'incrocio dei 2 flussi, che dovranno essere disposti a croce e avvicinarsi a una misura appena sufficente all'innesco, senza infrangere i flussi, che continueranno il loro corso fino a tornare nello stesso recipiente dal quale provengono. Se funzionasse non si consumerebbe piu l'elettrodo, semplicemente perche non c'è.
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Ciao, Tronic. L'idea N.1 del trasformatore 220-12 Volt non è idonea,in quanto il trasformatore possiede un nucleo in grado di operare con frequenze sui 50,100 Hertz circa.Nella cella abbiamo flussi a radiofrequenza nell'intorno di un Ghz (miliardo di Hertz). Quanto all'idea N.2, avevo già offerto spunto identico in questa discussione-----> http://www.forumcommunity.net/?t=2305988
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CITAZIONE (OggettoVolanteIdentificato @ 21/1/2006, 19:39)Ciao, Tronic. L'idea N.1 del trasformatore 220-12 Volt non è idonea,in quanto il trasformatore possiede un nucleo in grado di operare con frequenze sui 50,100 Hertz circa.Nella cella abbiamo flussi a radiofrequenza nell'intorno di un Ghz (miliard. Quanto all'idea N.2, avevo già offerto spunto identico in questa discussione-----> http://www.forumcommunity.net/?t=2305988
Devo dire che la prima idea l'ho inclusa soprattutto per la facile reperibilita di un trasformatore del genere, che non fosse molto adatto lo immaginavo, ma ho notato che le lancette dei voltmetri e amperometri oscillano anche a bassa frequenza, a volte bassissima, ecco perche immagino che qualche cosa dovrebbe succedere comunque.
Riguardo la seconda... CAVOLO! hai descritto esattamente a stessa cosa che propongo io , solo che secondo me i 2 flussi possono tranquillamente essere uguali e di sezione considerevole, per evitare di rompere il flusso.
La cosa pero che uccide alla radice queste idee è che, se veramente serve questa marea di calore per innescare il plasma, in questo modo non ce ne sara mai a sufficenza.
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Il trasformatore si puo' porre,ma dev'essere un trasformatore per altissime frequenze.Senza nucleo.E con l'avvolgimento primario sul lato caldo.In teoria,bastano una decina di spire rame da una parte,e una spira rame unica avvolta sulla decima spira.Cosi' si puo' estrarre energia,e indirizzarla verso lampade,carichi resistivi o riportarla in fase alla cella stessa. Quanto ai due getti di liquido polarizzato,è bene che uno sia di spessore minimo (per gli elettroni) ,e uno di spessore maggiore (per gli ioni):in questo modo,le cariche + e - si equilibrano,e nasce il plasma.Gli ioni presentano dimensione maggiore degli elettroni,per quello nella cella si usa immergere poco il catodo e molto l'anodo.Come vedi, la cella al plasma è abbastanza complessa,qui nel Forum affoghiamo di teorie!
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QUOTE (OggettoVolanteIdentificato @ 21/1/2006, 21:12)Il trasformatore si puo' porre,ma dev'essere un trasformatore per altissime frequenze.Senza nucleo.E con l'avvolgimento primario sul lato caldo.In teoria,bastano una decina di spire rame da una parte,e una spira rame unica avvolta sulla decima spira.Cosi' si puo' estrarre energia,e indirizzarla verso lampade,carichi resistivi o riportarla in fase alla cella stessa. Quanto ai due getti di liquido polarizzato,è bene che uno sia di spessore minimo (per gli elettroni) ,e uno di spessore maggiore (per gli ioni):in questo modo,le cariche + e - si equilibrano,e nasce il plasma.Gli ioni presentano dimensione maggiore degli elettroni,per quello nella cella si usa immergere poco il catodo e molto l'anodo.Come vedi, la cella al plasma è abbastanza complessa,qui nel Forum affoghiamo di teorie!
Ciao ragà...
OVI, sto per dirti una cosa che sembra scontata ma.... il miglior modo per rimettere energia in cella è.... non farla uscire !
Un filtro LC che evita la formazione di RF, ovvero la costrige all'interno degli elettrodi, produrrà formazione di extracalore su di essi.
Senza lasciarla uscire dalla porta e tentando di reinserirla dalla finestra...
Remond, vuoi fare un esperimento scenografico? Prova ad avvicinare un tubo al neon di quelli piccolini (6 - 8watt) alla cella emettitrice di RF..... diventerai Luke Skywalker!
Una new.
Carburo di Tungsteno: il materiale con la più alta resistenza al plasma della cella. E' usato per punte da trapano, frese, utensili vari.
Sto facendo dei test e promette mooooolto bene."Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck
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CITAZIONE (ElettroRik @ 22/1/2006, 01:33)
Remond, vuoi fare un esperimento scenografico? Prova ad avvicinare un tubo al neon di quelli piccolini (6 - 8watt) alla cella emettitrice di RF..... diventerai Luke Skywalker!
salve
alla fine vuoi vedere che avevo ragione che queste celle danno una bella botta di onde elettromagnetiche (ricordate la storia del televisore fuso)
Edited by nitc - 22/1/2006, 21:54
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Ciao,Rik.Proponevo solo un sistema di estrazione radiofrequenza,tanto per poterla misurare o giocarci un po' .Certo è che è preferibile lasciare le radio-onde all'interno del pyrex.A proposito del carburo di tungsteno,leggendo Riovandaino,ho notato che presenta caratteristiche di notevole durezza su scala mohs...bisogna stabilire se emette termo-elettroni in misura maggiore o minore rispetto al tungsteno semplice.In fondo a noi interessa che il catodo non si distrugga,e emetta però anche una buona dose di elettroni. Per Nitc,ricordo perfettamente che ti capitò di vedere un Tv danneggiato dalla cella accesa:ho sempre sostenuto infatti che la radio-frequenza si propaga nell'impianto domestico;gli impulsi della cella,nella rete a 220 Volt, superano tranquillamente i 2kilovolt e hanno durata di svariati millisecondi,e sono in grado di creare guasti nelle apparecchiature di altri utenti/inquilini dello stabile.Occhio a non far danni,ragazzi!
Edited by OggettoVolanteIdentificato - 23/1/2006, 01:24
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dear amici,
intervengo su alcune questioni-
ho incontrato personalmente celani (ricercatore)e tagasaki(teorico dei deuterons),
che lavorano sulla cella mitsubishi, e spallone(ricercatore), che ha seguito spesso le pubbliche dimostrazioni dei quantum
abbiamo discusso apertamente,di molte cose,
vorrei far notare a roy, che pur condividendo alcune sue preoccupazioni,
anche se fermassimo ora qualsiasi attività delle centrali nucleari, avremmo comunque una grande quantità di scorie da eliminare...
quindi rimane comunque un'opera meritoria trovare il sistema di eliminarle...
non dobbiamo essere sempre troppo sospettosi...
sulla produzione di energia siamo semplicemeente troppo indietro,
purtroppo costruire un prototipo di generatore a f.f. di energia ,costa parecchio, secondo me siamo tranquillamente nell'ordine di parecchie decine di milioni di euro...
non so bene come si possano trovare finanziamenti...
nè credo che battaglia possa qualcosa...
per rik,ho pubblicamente portato alcuni dissensi sulle interpretazioni dei quantum e di altri sulla cella,non volevo però assolutamente fermare il dibattito,
nè fermare la stesura di documenti,
non so bene come si possa convincere il prof. battaglia,però se è abbastanza grande e vaccinato potrebbe anche sforzarsi di capire un dibattito scientifico dove sono presenti interpretazioni divergenti e contrastanti..
mah che dire?
certo la misurazione di overunity, le trasmutazzioni sbalorditive e completamente anomale di elementi sono cose assolutamente straordinarie e certamente di assoluto interesse,
ma personalmente anche manifestazioni , come dire più ordinarie, e assolutamente sotto il naso di tutti,
come le anomalie presenti nel manifestarsi del plasma, e l'emissione anomala di R.F debbono essere spiegate ....
per questo ho sostenuto l'ipotesi dello schermo di molecole d'acqua e di vapore..
saluti a tutti,
p.s sono tornato sul forum, grande...
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