Devo dire che seguire tdt è molto stimolante, tanto è vero che mi ha stimolato un altro metodo per lanciare oggetti nello spazio: il Vulcàncolo! Sarebbe il vulcano-foruncolo, e ora mi spiego, anche se le menti più sveglie avranno capito già come funziona.
Bisogna sapere che da ragazzo avevo il viso pieno di punti neri, che non erano che tappi di sporco su dei condotti pieni di grasso, chissà quel grasso da dove veniva, perchè io non mangiavo che gorgonzola e luganeghe, a parte un po' di nutella al mattino, ma la scaturigine di questo grasso è rimasta misteriosa.
Dunque, intanto feci una scoperta straordinaria: i punti neri sulle guance e sulla fronte, per sprizzarli fuori bisognava schiacciare la pelle che li circondava, mentre per fare uscire quelli sul naso la pelle bisognava stirarla. Studiando la questione da vicino, mi accorsi che all'attaccatura del naso sulla faccia c'era una singolarità, nel senso che non si capiva se lì bisognava tirare o schiacciare, anche perché con tutto quel grasso la pelle era così scivolosa che non si poteva fare né l'una né l'altra cosa.
La mia mamma soffriva nel vedermi tutto unto in quel modo, e mi portò da diversi dottori, ma questi si facevano pagare le visite, facevano arricchire il farmacista, ma non cavavano un ragno dal buco. Un giorno in TV vide la vaporella ad alta pressione e se la fece spedire, ma non servì a niente neanche quella.
Insomma un giorno ne parlò con la sua mamma, la quale mi portò dalla fattucchiera, che disse che la cosa non era di competenza sua, e mi dette la lista dei Santi, con nome, data di ricorrenza, e specialità, per vedere se ce ne fosse uno che mi andasse bene; a me piaceva la Patrona delle Cause Perse, ma la Madre Superiora del Suo santuario non poté sopportare la mia vista e mi scacciò lanciandomi contro il volume che stava leggendo. Il caso volle che fosse "Vita e opere di Sani Gesualdi da Scasazza", e la sua lettura mi consolò molto, perché Lui aveva lo stesso mio problema, ma moltiplicato per mille: praticamente era una unica palla di sego! Lui, quando si schiacciava un punto nero, se non era appoggiato a un albero o a un muro, partiva a reazione, come un missile!
Una volta c'era uno che lo prendeva in giro, Sani Gesualdi si scocciò, e gli sparò un punto nero nella pancia con tale energia, che lo sbatté a terra! Poi per fortuna trovò impiego in una fabbrica di sugna per scarponi da militare, e se ne persero le tracce.
Ma torniamo al caso mio:
c'era uno di questi punti neri che non voleva uscire, e allora l'ho sfruculiato con uno stuzzicadenti, ma infilato lo stuzzicadenti fino a metà, questo si è rotto, allora ho provato a cavarlo con un pezzo di filo di ferro, ma si era impiantato troppo bene, quindi con le pinze, ma mi ci sono cadute dentro, insomma alla fine mi è venuto un foruncolo, ma stava suonando la campanella dell'inizio delle lezioni e allora ho chiuso tutto con un tombino di ghisa e del cemento rapido e sono entrato in classe, solo che dopo un po' si è formata della pressione, e a un certo punto PUM! il tappo è partito come un proiettile, seguito da una eruzione di materia che da lontano poteva anche sembrare lava, ma era meglio non avvicinarsi per verificare.
Poi ci fu uno strascico, nel senso che il tombino di ghisa, ovviamente, non c'era più, e nel buco rimasto aperto ci cascò dentro il Preside, quel babbèo ...
Quindi niente, l'invenzione è tutta qui, io non ero che un ragazzino di trecento chili, ma ora sono grande, ma grande, eh! Se mi faccio venire un BEL foruncolo, poi lo tappo con una capsula spaziale, mi sdraio sulla schiena, e intanto che aspetto aiuto la fermentazione con una botte di birra, o anche due ...
Bisogna sapere che da ragazzo avevo il viso pieno di punti neri, che non erano che tappi di sporco su dei condotti pieni di grasso, chissà quel grasso da dove veniva, perchè io non mangiavo che gorgonzola e luganeghe, a parte un po' di nutella al mattino, ma la scaturigine di questo grasso è rimasta misteriosa.
Dunque, intanto feci una scoperta straordinaria: i punti neri sulle guance e sulla fronte, per sprizzarli fuori bisognava schiacciare la pelle che li circondava, mentre per fare uscire quelli sul naso la pelle bisognava stirarla. Studiando la questione da vicino, mi accorsi che all'attaccatura del naso sulla faccia c'era una singolarità, nel senso che non si capiva se lì bisognava tirare o schiacciare, anche perché con tutto quel grasso la pelle era così scivolosa che non si poteva fare né l'una né l'altra cosa.
La mia mamma soffriva nel vedermi tutto unto in quel modo, e mi portò da diversi dottori, ma questi si facevano pagare le visite, facevano arricchire il farmacista, ma non cavavano un ragno dal buco. Un giorno in TV vide la vaporella ad alta pressione e se la fece spedire, ma non servì a niente neanche quella.
Insomma un giorno ne parlò con la sua mamma, la quale mi portò dalla fattucchiera, che disse che la cosa non era di competenza sua, e mi dette la lista dei Santi, con nome, data di ricorrenza, e specialità, per vedere se ce ne fosse uno che mi andasse bene; a me piaceva la Patrona delle Cause Perse, ma la Madre Superiora del Suo santuario non poté sopportare la mia vista e mi scacciò lanciandomi contro il volume che stava leggendo. Il caso volle che fosse "Vita e opere di Sani Gesualdi da Scasazza", e la sua lettura mi consolò molto, perché Lui aveva lo stesso mio problema, ma moltiplicato per mille: praticamente era una unica palla di sego! Lui, quando si schiacciava un punto nero, se non era appoggiato a un albero o a un muro, partiva a reazione, come un missile!
Una volta c'era uno che lo prendeva in giro, Sani Gesualdi si scocciò, e gli sparò un punto nero nella pancia con tale energia, che lo sbatté a terra! Poi per fortuna trovò impiego in una fabbrica di sugna per scarponi da militare, e se ne persero le tracce.
Ma torniamo al caso mio:
c'era uno di questi punti neri che non voleva uscire, e allora l'ho sfruculiato con uno stuzzicadenti, ma infilato lo stuzzicadenti fino a metà, questo si è rotto, allora ho provato a cavarlo con un pezzo di filo di ferro, ma si era impiantato troppo bene, quindi con le pinze, ma mi ci sono cadute dentro, insomma alla fine mi è venuto un foruncolo, ma stava suonando la campanella dell'inizio delle lezioni e allora ho chiuso tutto con un tombino di ghisa e del cemento rapido e sono entrato in classe, solo che dopo un po' si è formata della pressione, e a un certo punto PUM! il tappo è partito come un proiettile, seguito da una eruzione di materia che da lontano poteva anche sembrare lava, ma era meglio non avvicinarsi per verificare.
Poi ci fu uno strascico, nel senso che il tombino di ghisa, ovviamente, non c'era più, e nel buco rimasto aperto ci cascò dentro il Preside, quel babbèo ...
Quindi niente, l'invenzione è tutta qui, io non ero che un ragazzino di trecento chili, ma ora sono grande, ma grande, eh! Se mi faccio venire un BEL foruncolo, poi lo tappo con una capsula spaziale, mi sdraio sulla schiena, e intanto che aspetto aiuto la fermentazione con una botte di birra, o anche due ...
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