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capire come rendere una cella elettrolitica efficente

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  • capire come rendere una cella elettrolitica efficente

    Ciao a tutti sono nuovo di pacca ,
    dunque ho fatto diverse celle elettrolitiche collaudate sull'auto con impianto a metano partendo da 2 piastre d'acciao vicine 2 mm con un gorgogliatore, poi ho visto che dalla piastra alimentata dal - le bolle erano molto di più rispetto all'altra, aggiunsi un'altra lastra col - facendo un - + - e mi trovavo i fili che bollivano specialmente quelli del -.
    Provai vedendo un pò in internet, che si possono mettere delle piastre tra quelle polarizzate senza tensione elettrica(neutre) da aiutare l'elettrosi e infatti i fili non scottavano, però calava il rendimento.
    Con della soda caustica scoprì che aumentava il rendimento, ma se ne mettevo troppa, bolliva il recipiente creando vapore e non HHO e alla lunga mi ritrovai dell'acqua marrone e non creava più niente, ma questo dopo 2 ore.
    Con dell'acqua distillata le cose migliorano, ma non più di molto, allora ho provato col bicarbonato e va meglio, però devo fare attenzione sempre ai fili e al recipiente che si riscaldano da matti.
    Per evitare il surriscaldamento di entrambi, ho iniziato a mettere sempre più lastre neutre e fino a un certo punto andava bene, però mi ritrovo sempre il filo del - che si riscalda, quindi optai per invertire le polarità quindi fare un + - +, i fili riesco così a conservarli, però questo mi dispiace, perchè col - si crea H² e con il + si crea O², visto che l'acqua è composta da H²O.
    Oggi mi ritrovo con un +nnnnnnn--nnnnnn+ tutti vicini a 2 mm alimentato da un relè da 20 amp acceso al giri di chiave, però non riesco a trovare un giusto compromesso, anche se ho collegato i neutri a "coppie", cioè avendo 2 sponde positive, collego la prima piastra a DX con quella a SX e faccio così allontanandomi fino raggiungere il +.
    In internet vedo ultimamente delle pile luuunghissime da 2 o massimo 4 elementi alimentati tra una marea di neutri e stranamente alimentati a 240 volt DC, ma se per caso faccio un collegamento dall'alimentazione che ho, cioè da 12V 20amp collego una bobina da spinterogeno che si aggira sui 300V ne giovo pure io?

  • #2
    Ciao manuel,

    Benvenuto nel forum. Leggo, con piacere, che sei uno sperimentatore. Provo a darti una risposta cercando di essere il più preciso possibile. Si possono distinguere due tecniche fondamentali per elettrolizzare l'acqua: una classica, l'altra molto più sperimentale e moderna.

    La classica si può ricondurre a Faraday, che per primo enunciò le leggi dell'elettrolisi. Per non tediare evito di scrivere le formule. La legge di Faraday sull'elettrolisi dice che la quantità di gas prodotto è direttamente proporzionale alla corrente che attraversa una cella. Definisco "cella" un catodo ed un anodo immersi in un fluido conduttivo (H2O nel nostro caso). Per migliorare il rendimento (che è ben diverso dalla produzione) devi cercare ridurre la tensione applicata alla cella mantenendo invariata la corrente. La tensione minima teorica in condizioni standard per elettrolizzare l'h2o è pari ad 1,23 V.
    Perché diminuire la tensione? Perché a parità di corrente (e quindi a parità di produzione) utilizzo minor potenza per ottenere la stessa quantità di gas.
    Il rendimento su scala industriale si aggira attorno al 90%.
    Tutto questo è accettato dalla comunità scientifica internazionale.


    Il metodo più sperimentale invece utilizza tecniche complesse per elettrolizzare l'acqua:
    Speciali forme d'onda della tensione
    Utilizzo ultrasuoni e laser
    etc.
    Il maggior esperto sul forum è, senza dubbio, shardanaelettronica. Io non ti posso essere per nulla d'aiuto in questo, l'unico invito è quello di leggere gli altri topic ed aspettare l'intervento degli esperti in materia.
    Il campo è ancora tutto da esplorare e purtroppo non si hanno notizie certe e verificate.


    Ora è tardi, dopo questa breve introduzione, domani provo a dare una risposta alle tue domande e ai tuoi dubbi

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    • #3
      mi ritrovo sempre il filo del - che si riscalda,
      ciao Manuel e benvenuto .
      Allora.... il filo del - non dovrebbe scaldare di più di quello del +, dato che vi scorre esattamente la stessa corrente: controlla i contatti (connettore capicorda, bullone di serraggio o quant'altro. Se hai usato dei capicorda, per migliorare la conduzione, ti consiglio di annegarli nello stagno, rame compreso. Il diametro dei fili è giusto? calcola circa 3A/mm2 quindi es. per 20A servono 21/3=7 mm2 quindi diametro di circa 2.5 mm: il capicorda deve essere adeguato sia al filo (importante) sia al bullone (importante). Nelle zone di contatto non ci devono essere impurezze, piuttosto detergi prima di stringere (forte).
      In internet vedo ultimamente delle pile luuunghissime da 2 o massimo 4 elementi alimentati tra una marea di neutri e stranamente alimentati a 240 volt DC
      Questo, secondo me, può avere un senso solo se vuoi sperimentare o produrre in laboratorio con il 220V
      ma se per caso faccio un collegamento dall'alimentazione che ho, cioè da 12V 20amp collego una bobina da spinterogeno che si aggira sui 300V ne giovo pure io?
      Credo che la bobina che tu dici abbia un ingresso da 300V e un'uscita a 12KV
      Quelle di vecchia generazione invece avevano ingresso a 12V e uscita sempre a 12000. In ogni caso mi sembra un'idea insana. Se hai tempo ti consiglio di leggere le discussioni su questo forum... lo so è un bel pò di roba, interrotta continuamente da discussoni inutili, ma all'interno troverai risposta alle tue domande e molto di più. Compimenti per la tua determinazione. Ciao

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      • #4
        Bene ho letto un pò in giro e mi sono informato sul metodo Faraday.
        Dunque infatti ho ingrossato entrambi i fili sia del + che del - e infatti va meglio, sul discorso invece che adottano certe celle elettrolitiche mi è perplesso, vedo che mettono certi ageggi elettrici, ma dopo almeno 2 ore hanno ancora la cella tiedipa e non bollente come la mia?
        Per ora ho migliorato molto con delle piastre neutre 8 per parte e collegate tra loro, come se avessi un tubo dentro l'altro e infatti ho migliorato molto su questo.
        M'incoriusise invece il fatto di portare il voltaggio da 12V a 1,24V (o dintorni) mantenedo i stessi watt (stimati), però non ho capito come fare, perchè ho provato con un trasformatore da corrente alernata che dall'ingresso di 220V, 380V, 410V trasforma a 55V , ma nella batteria non trasforma, forse devo farlo con uno più piccolo, magari più proporzionato, infatti parlo di un impianto che lavora con 240 watt (per ora).
        Se ho capito bene se porto a 1,24V basterebbero anche solamente 2 elementi proporzionati e sù con gli ampere, che l'acqua sinderebbe con facilità e non si riscalderebbe per via del sovrapotenziamento.

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        • #5
          ho ingrossato entrambi i fili sia del + che del - e infatti va meglio
          ah ecco!
          ma dopo almeno 2 ore hanno ancora la cella tiedipa e non bollente come la mia
          forse usano solo acqua senza elettrolitici ??
          Per ora ho migliorato molto con delle piastre neutre 8 per parte e collegate tra loro, come se avessi un tubo dentro l'altro e infatti ho migliorato molto su questo.
          le piastre neutre, secondo alcuni, non sono efficienti
          M'incoriusise invece il fatto di portare il voltaggio da 12V a 1,24V ..... però non ho capito come fare
          lo puoi fare con un diodo al silicio che funziona da Diodo_zener da 1.2V
          ho provato con un trasformatore da corrente alernata che dall'ingresso di 220V, 380V, 410V trasforma a 55V , ma nella batteria non trasforma
          i trasformatori funzionano solo in alternata: la batteria è in continua.
          Piuttosto fai una prova: metti 10 diodi in serie su una piccola resistenza e collegali al 12V, poi misura ai capi dei diodi: ti suggerisce niente?
          Se riesci studiati i rudimenti dell'elettronica e poi leggi il forum come ti ho già consigliato. Mi pare di capire che sei ancora giovane, non avere troppa fretta: non porta a niente. ciao e auguri.

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          • #6
            Dear Manuel
            Anch'io ti faccio sincere congratulazioni per la stanza tematica che hai fondato e non mancherò di notiziare. Son sempre solidale con chi si avventura nella sperimentazione anche per la sola voglia di curiosità
            personale ben custodita nel proprio intimo o, confidata ad amici distinti.
            Mi piace il tuo blog e la semplicità congetturale a cui si inspira. Partiamo
            dalla tua coppia di elettrodi alimentati a 12volt in cc, non è una buona ispirazione. E' una buona ispirazione invece alimentare detta cella a 3volt
            che con le cadute arriva a circa 2 volt ma è una tensione e corrente efficiente e non sprecata. Ogni cella alimentata in cc andrebbe separata
            ed alimentata a parte con la tensione suddetta che con le cadute si approssima alle tensioni da te enunciate. Le cose cambiano se tu in una stessa vasca isoli il duetto di elettrodi con dei diodi di blocco e, cambiano
            notevolmente se usi tanti duetti di celle con un buon generatore di forme
            d'onda applicato ad un pwm con duty cicle. Cambia ulteriormente se tu usi degli elettrodi a chiocciola poichè l'efficienza si concreta nella superficie esposta e conduttività dei metalli usati. Fra non molto vedremo
            che i cinesi o gli americani ci proporranno nei loro store anche delle celle
            a chiocciola. E' già successo che ci hanno clonato e lo faranno anche in seguito ma, non riusciranno mai ad eguagliarci per cui, spesso si evita di fornire dettagli pubblici anche per quel che si chiama amor proprio amor patrio, poichè io son ultranazionalista e non voglio ma, pretendo bocche
            cucite anche in un forum pubblico sulle confidenze ad italiani di certa rinomanza. Regards.

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            • #7
              dunque ho fatto delle prove con dei diodi, resistenze, transistor e credo che si riesce, ma non del tutto, perchè tende a riscaldare e anche tanto, per avere anche soli 10amp a 3V.
              Penso ivece su un inverter da 150W modificato, cioè anziche in uscita avere 220V AC abbassare a 3V oppure a 2V DC pulsata, con 3 canali, cioè il - e 2 + , dove uno ha la curva negatia e l'altro quella positiva, poi se non mi sbaglio gli inverter hanno la frequenza registrabile, quindi credo che sia la via più pratica e quasi semplice da realizzare, l'unico dubbio che con 150W circa, quanti m³ riuscirebbe a produrre?

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              • #8
                Buone feste e un felice e sereno periodo natalizio a tutti quanti del forum

                Ieri sono riparito dalle origini dopo 3 anni di martirio, cioè ho ripreso il discorso di una cella a 12V, però 11 neutre e 2 elementi alla distanza di 1 mm e riflettendo sul discorso di dry cell e wet cell, cioè elementi a mollo nell'acqua e elementi con del isolante che impedisce anche di toccarsi oltre a creare delle camere.
                Il vantaggio di una dry cell è che è semplice costruendola prendendo un recipiente forare il tappo portare dei cavi o comunque del materiale conduttivo da collegare agli elementi, lo svantaggio che disperde l'energia.
                Infatti si propaga a 360° e può scavalcare i neutri andando dirretamente al elemento polarizzato col - e facendo delle prove con delle pareti isolanti anche di legno si vede come cambia carattere appoggiandole ai lati lungo la pila delle lamelle, perchè va effervessenza anche tra i neutri, cosa che prima non faceva.
                Infatti una wet cell sfrutta proprio il principio di vincolare la direzzione della corrente forzando a farla passare tra le camere, perchè esternamente non ha acqua da scissare e infatti aumenta il rendimento.
                Quindi riassumendo ho preso 11 elementi neutri e 2 elementi alimentati a 12V con lo spazio di 1mm e poi con della camera d'aria da bicciclette ho girato attorno alla pila e fissarla, così facendo la vettura non è fiacca, la cella non è fredda, ma neanche tiepida, diciamo fuori freddo e sembra che incominci a sfronare hho di continuo senza strasformarsi in vapore acqueo dopo una mezz'ora.
                Quando ho un minuto vedo di metterci quei diodi che a ricordato anche shardanaelettronica, da separare i duetti che si formano tra i neutri

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                • #9
                  ho notato in questi giorni facendo prove su una cella alimentata da 230 V DC a 113 piastre e se metto delle piastre alimentate a polarità intermedia in cascata, cioè a metà strada la piastra centrale misura 115 V e infatti se l'alimento di quella tensione aumenta la produzione di HHO, quindi penso che le neutre vanno bene per abassare la tensione tra una cella e l'altra, però bisogna aumentare anche quelle alimentate altrimenti la produzione è poca ed avere solo come alimentazione 2V DC è a dir poco faticoso.
                  Sulla mia macchina o risolto facendo tra la piastra del - e quella del più che è alimentata da 12V, mettendo tutte piastre limentate con un scarto di 2V, quindi a 10V, 8V, 6V,4V e 2V con dei lm317 con un transistor e ho una discreta alimentazione con meno piastre, nessuma è neutra priva di cavo.

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                  • #10
                    Riconosco Manuel che sei una brava persona ed anche sufficientemente preparato in elettronica ma il discorso si chiude quì. Certo che l'acqua stagna
                    scalda e scaldano fino a fondere i cavi. Che kazzo di elettrolisi stai facendo?
                    Vorresti gabellarci che con due elettrodi, magari cromati ottieni un certo risparmio energetico per alimentare la tua macchina? E' una cretinata enorme. Tuttavia non te ne faccio ammenda perchè in simili incidenti di percorso son cascato anch'io prima di te. Oggi parliamo di elettrodi ad acqua
                    ionizzata che scorrono in tubetti d'acciaio inox e gli allacci a questi tubi
                    son eseguiti con cavi elettrici a secco e, nota, nota non riscalda nemmeno il cavo più sottile e prima fondevano poichè l'uomo, è tonto per natura Manuel
                    ed ha necessità di infrangere la fronte contro qualche parete granitica per rinsavire. Regards.

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                    • #11
                      Beh ti posso dire che da celle a mollo nel'acqua, ora sono a secco e posso vedere che inefetti i vantaggi ci sono, però bisogna anche fare una valutazione, sappiamo che l'acqua si scissa a 1,23V DC però se si fa una prova con un alimentatore che consente di alzare e abbassare la tensione, ci accorgiamo che smette di fare bolle (mettiamola così) a una tensione un poco più alta e quella è la resistenza che oppone il materiale che usiamo come elettrodo (infatti hai una discussione aperta che parla proprio sull'elettrodo migliore per la conduzione).
                      Il problema degli elettrodi neutri oltre al vantaggio di creare la tensione equamente divisa tra gli altri elementi neutri e anodoto a cascata rispetto al cadoto, che creano una somma di resistenza e bisogna averle abbastanza vicine sul 1 mm per avere una discreta conduzione tra loro altrimenti non c'è una resa e per oviare bisogna alzare la tensione tipo 10 neutri per lavorare dovrebbe stare almeno sui 30V dc da stare quasi sui 3V per elemento neutro.
                      Invece diversi cadoti e anodoti senza niente in mezzo riesce ad avere una buona efficenza, il problema che anche ad avere a 3V circa con qualcosa come 100A, ci vuole un'impianto non da poco e difficile da gestire, invece mettendo dei stadi a cascata vedo che gli Ampere possono anche essere meno, capisco che mettendo un numero enorme di neutri in mezzo diventa semplice il discorso, ma con una batteria da 12V si riduce il vantaggio, tanto vale allora alza il tiro tipo un inverter da portare a 230V diversi neutri in mezzo tarato per la potenza dell'aparecchio che si ha una discreta quantità.
                      E' solo come prova una cella elettrolitica con nessun neutro per mi ha sfronato 1 LPM con 14 piastre in acciaio inox con una superficie complessiva di circa 8 dm² con deille guarnizione di OR della circonferenza di 10 cm, però per capire ho voluto usare anche la stessa cella con un solo neutro e un PWM e ho avuto lo stesso risultato, magari rispondimi a questo, perchè?
                      Dimenticavo oltre a tutto questo c'è anche il calore e ho notato secondo mia esperienza personale (non ho studiato chimica o qualtaltro) assomiglia un pò a un motore a scoppio, che se vuoi pontenza ti ritrovi poi a fare i conti col calore e devi avere anche un impianto per raffreddare con una pompa.......

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