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Ancora sui differenziali!!

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  • Originariamente inviato da sebastiano1976 Visualizza il messaggio
    Se ne siete convinti provateci pure:

    in assenza di trasformatore di isolamento a piedi nudi (ed anche sudati) sulle strutture di sostegno collegate a terra toccate un polo a 600V (o anche meno).... e se la corrente non si richiude potete raccontarlo!

    Qualcuno scrive:
    "Scusa Sebastiano,
    ma se, come dici tu e come di fatto è, la cornice dei moduli è isolata dall'ossido.........di che ti preoccupi......le cornici non sono a terra insieme alle strutture di sostegno.
    Chi collega a terra le strutture di sostegno, e solo quelle, questo lo sa."

    Ma allora a cosa serve collegare le strutture a terra?
    In assenza di trafo è vero quello che dici tu ma quando c'e' il trafo no.
    In effetti bisognerebbe sempre precisare quando si parla.
    C'e' una differenza enorme tra i due casi.

    Riguardo alla messa a terra delle strutture, senza trafo si aiuta l'inverter a rilevare la dispersione di corrente con il trafo si evitano le botte capacitive ed in ogni caso si è sicuri che la struttura sia a terra e che la scossa non ce la prendiamo nel caso di cedimento dell' isolamento o qualunque altra cosa imprevedibile. Fra mettere o non mettere a terra è meglio essere sicuri, un buon collegamento a terra non fa mai male.

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    • Dato che la questione è l'uso del differenziale di tipo B ritengo scontato che l'inverter sia senza trasformatore...

      Scrivi:
      "[...]cedimento dell' isolamento o qualunque altra cosa imprevedibile[...]".

      Nella progettazione non sono computate le imprevedibilità ma solo i guasti ragionevolmente prevedibili: il guasto al doppio isolamento non è tra questi!

      E ancora:
      "Fra mettere o non mettere a terra è meglio essere sicuri, un buon collegamento a terra non fa mai male."

      Evidentemente ho difficoltà a spiegarmi...
      Non ritengo assolutamente corretto collegare comunque a terra tutto ciò che sia metallico se non è una massa elettrica...

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      • Originariamente inviato da sebastiano1976 Visualizza il messaggio
        Dato che la questione è l'uso del differenziale di tipo B ritengo scontato che l'inverter sia senza trasformatore...

        Scrivi:
        "[...]cedimento dell' isolamento o qualunque altra cosa imprevedibile[...]".

        Nella progettazione non sono computate le imprevedibilità ma solo i guasti ragionevolmente prevedibili: il guasto al doppio isolamento non è tra questi!

        E ancora:
        "Fra mettere o non mettere a terra è meglio essere sicuri, un buon collegamento a terra non fa mai male."

        Evidentemente ho difficoltà a spiegarmi...
        Non ritengo assolutamente corretto collegare comunque a terra tutto ciò che sia metallico se non è una massa elettrica...

        ok, ricevuto !
        ciao

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        • Originariamente inviato da antonio.canu Visualizza il messaggio
          Nei sistemi IT deve essere previsto un sistema di controllo dell'isolamento in modo da permettere una rapida individuazione ed eliminazione di un primo guasto aterra. Se abbiamo gestito il lato cc come un IT(separazione galvanica) affinchè il dispositivo di controllo dell'isolamento funzioni occorre collegare a terra le cornici e/o le strutture di supporto dei moduli anche se di classe II. Questa è la mia opinione.
          Ciao Antonio
          Riquoto quanto dice antonio, la 64-8 vieta il collegamento a terra per C2, ma deroga per motivi funzionali, quindi collego a terra (anche se non è "massa") i pannelli per garantire il funzionamento del dispositivo di monitoraggio delle dispersioni.
          vado a nanna....

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          • Caso a) inverter trasformless + pannelli di classe II, al convegno sul fotovoltaico a Torino il prof Carrescia ha detto chiaramente che occorreva mettere a massa la struttura (pag 110) e bisognava usare differenziale di tipo B pagina 117 guida blu.
            Caso b) inverter con trafo + pannelli di classe II , la struttura va messa a terra per permettere il funzionamento del dispositivo di controllo dell' inverter(è l' unica ragione!) pag 119 fig. 7.9
            Differenziale (non di tipo B) protegge le masse tra l' inverter e il punto di parallelo. Si può evitare il differenziale se non ci sono masse tra l' inverter e il punto di parallelo. pag 113

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            • Per la messa a terra dei pannelli di classe II a pag. 110 c'è un bel paragrafo ...che termina con :" in conclusione ci sono sufficienti ragioni per mettere a terra le cornici telai dei moduli di classe II "
              Io metto a terra tutti i miei telai e pannelli ! Il prof Vito Carrescia è docente al Poli di To di " Tecnica dellla sicurezza elettrica "
              Io non metto inverter senza trasformatore e metto il differenziale (non di tipo B)

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              • Si ma bisogna prendere anche in considerazione che i tetti possono essere pure piani e accessibili dall'alloggio e che la struttura dei moduli messa a terra ha il vantaggio di rendere efficace la segnalazione della rottura dell'isolamento verso terra da parte dell'inverter, ma ha i seguenti svantaggi:

                1) La struttura potrebbe essere in tensione per dispersione su impianto di terra interno (caso giudicato dalla norma più probabile della rottura dell'isolamento di un elemento in doppia protezione)

                2) La struttura e le cornici messe a terra sui tetti rappresenterebbero di fatto un captatore di fulminazione come quelli che si fanno per gli LPS. Ma la corrente di fulminazione andrebbe a terra attraverso l'impianto di terra interno dell'edificio e non tramite le calate laterali ! percorrendo quadro di campo (lo scaricatore di classe II che in genere si mette non è adatto a proteggere da fulminazione diretta ma solo da sovratensione indotta dalla legge di Lenz), inverter, quadro CA, nodo di terra, mettendo a rischio tutti gli elettrodomestici collegati ecc ecc. oltre che le persone all'interno dell'alloggio. Si configurerebbe così, a mio avviso, un rischio sia economico, sia per la vita umana (incendio, tensione di passo ...)

                Pertanto io sono contrario a mettere la struttura a terra dei moduli e cavi a doppia protezione (tutti ormai).

                Per quanto riguarda il differenziale di tipo B nel caso di inverter senza trasfo, sarebbe necessario per proteggere da contatti indiretti dell'unica massa presente cioè quella dell'inverter (non essendo a doppia protezione) e di eventuali rotture dell'isolamento di moduli o cavi in CC.

                Bisogna tenere conto però che il differenziale presente all'interno dell'inverter senza trasformatore (quello di SMA secondo la descrizione scritta che ho trovato sembrerebbe proprio un diff di tipo B ) potrebbe essere sufficiente e controllare la corrente diff come specificato da SMA "dal punto di connessione in CA dell'inverter fino al campo FV" quindi includendo l'inverter stesso.
                In tal caso aggiungerei cmq un diff. di tipo A o AC lato CA a Id=0,1A o 0,3A per maggior sicurezza.
                Ultima modifica di IngAndrea; 06-06-2008, 00:44.

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                • Originariamente inviato da Leo1 Visualizza il messaggio
                  Per la messa a terra dei pannelli di classe II a pag. 110 c'è un bel paragrafo ...che termina con :" in conclusione ci sono sufficienti ragioni per mettere a terra le cornici telai dei moduli di classe II "
                  Io metto a terra tutti i miei telai e pannelli ! Il prof Vito Carrescia è docente al Poli di To di " Tecnica dellla sicurezza elettrica "
                  Io non metto inverter senza trasformatore e metto il differenziale (non di tipo B)
                  Appunto! Vanno messe a terra le cornici dei moduli di classe II!!! E nel metterle a terra devo farlo bene! Così come suggerisce lo stesso prof.!
                  Sono d'accordo a mettere a terra le parti conduttrici non masse per motivi funzionali!
                  All'incontro di Mestrino (VE) il prof ha detto anche, nel caso di inverter con trasformatore, che se non si collegano i pannelli a terra si rende inoperante il controllo dei guasti verso terra da parte dell'inverter. Non ha dischiarato che sia una cosa insensata e pericolosa, data la improbabilità del guasto al doppio isolamento e malgrado molti interventi lo spingessero a dichiararne la pericolosità!!!

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                  • L'inverter con il trasformatore di separazione è collegato ai poli + e - dei pannelli che sono in classe II e quindi non hanno nessun collegamento con le cornici (se la cornice è poi coperta di ossido anche un guasto (escluso dalla classeII) non porta continuità elettrica con i supporti). Che io colleghi o meno le strutture a terra per l'inverter cosa cambia? L'inverter ha la carrozzeria collegata a terra e un'eventuale dispersione dal lato AC verrà intercettata dal differenziale sul lato AC.
                    :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                    (Albert Einstein):preoccupato:

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                    • Originariamente inviato da sg74 Visualizza il messaggio
                      quindi collego a terra (anche se non è "massa") i pannelli per garantire il funzionamento del dispositivo di monitoraggio delle dispersioni.
                      vado a nanna....
                      Secondo me il monitoraggio delle dispersioni funziona solo se metti a terra uno dei poli della CC come con Sunpower, altrimenti no.
                      :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                      (Albert Einstein):preoccupato:

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                      • Cercando di fare un riassunto degli ultimi interventi:

                        sempre sulla messa a terra delle cornici e della struttura di montaggio dal punto di vista della protezione dai contatti diretti o indiretti e sull'uso dei differenziali.

                        Ovviamente bisogna partire dal presupposto che gli impianti precedenti al FV che stiamo installando siano a norma (se no rischiamo di non evderci assegnata la tariffa e collegato l'impianto da enel).

                        Allora se questo è il caso mettere a terra cornici e struttura non dovrebbe aggiungere alcun rischio al sistema se contestualmente metto un differenziale a monte di tutto.

                        SI parla infatti di rischiare di introdurre potenziali pericolosi sulle strutture dall'impianto di terra.

                        Ma da dove pensate possano o dovrebbero arrivare questi potenziali pericolosi?
                        1) dall'impianto elettrico interno preesistente a quello FV? In questo caso siccome l'impianto preesistente un diff coordinato appunto all'impianto di terra lo deve avere dovrei essere protetto da questo.
                        2) Se viceversa il potenziale pericoloso arriva da parti non in C2 (e quindi inverter o lato AC dell'impianto FV) anche in questo caso se ho messo il Diff lato AC non dovrei avere problemi. In più in caso di inverter con trasformatore ho il controllo di isolamento che mi aiuta in caso di guasto al doppio isolamento; in caso di inverter senza trasformatore e diff B sono protetto anche se uno dei componenti in C2 lato CC dovesse avere perso le proprie caratteristiche e anche se il dispositivo diff. interno non dovesse lavorare o non ci dovesse essere.

                        In sostanza mi sembra che messa a terra delle masse estranee e uso coordinato dei differenziali non possa aggiungere in condizioni normali alcun rischio e possa aiutare a proteggere in caso di condizioni anormali Sia in caso di inverter TL sia nel caso di inverter con Trasformatore.

                        QUindi (costi del tipo B e sua disponibilità a parte in caso di inverter TL) perchè NO?

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                        • Originariamente inviato da IngMassimo Visualizza il messaggio
                          Non è chiaro sopra cosa metto a terra ?Le strutture, solo quelle, le cornici no.
                          ciao
                          Ma come fai ad essere certo che le strutture sono isolate dalle cornici?

                          GIuliano

                          Commenta


                          • Originariamente inviato da giuliano58 Visualizza il messaggio
                            Ma come fai ad essere certo che le strutture sono isolate dalle cornici?

                            GIuliano
                            Non ne sono certo, è una questione formale per stare a norma.
                            ciao

                            Commenta


                            • Originariamente inviato da IngAndrea Visualizza il messaggio

                              2) La struttura e le cornici messe a terra sui tetti rappresenterebbero di fatto un captatore di fulminazione come quelli che si fanno per gli LPS. Ma la corrente di fulminazione andrebbe a terra attraverso l'impianto di terra interno dell'edificio e non tramite le calate laterali ! percorrendo quadro di campo (lo scaricatore di classe II che in genere si mette non è adatto a proteggere da fulminazione diretta ma solo da sovratensione indotta dalla legge di Lenz), inverter, quadro CA, nodo di terra, mettendo a rischio tutti gli elettrodomestici collegati ecc ecc. oltre che le persone all'interno dell'alloggio. Si configurerebbe così, a mio avviso, un rischio sia economico, sia per la vita umana (incendio, tensione di passo ...)

                              Pertanto io sono contrario a mettere la struttura a terra dei moduli e cavi a doppia protezione (tutti ormai).

                              .
                              Io sono d'accordo su questa affermazione!
                              Mettere a terra una struttura metallica posta sopra ad un tetto, comporta dei seri rischi

                              GIuliano

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                              • Mi faccio un riepilogo


                                allora vediamo se ho capito:

                                gli inverter richiedono il collegamento a terra delle cornici dei moduli per far funzionare il controllo di isolamento. Giusto?

                                Le strutture di supporto, ai fini della CEI 64-8 NON sono masse elettriche e NON andrebbero collegate a terra. Giusto?

                                Se collego le strutture di supporto a terra, aumento il rischio in caso di fulminazione diretta, chi è d'accordo?

                                Ma se collego le cornici dei moduli a terra come posso essere sicuro che non collego anche la struttura di supporto o parte di essa ?

                                Quindi dovrei collegare con estrema attenzione tutte le cornici dei moduli, ma hanno il morsetto apposito?
                                E poi pezzo per pezzo i componenti del supporto, con appositi morsetti, capicorda, ecc. ecc. Giusto?

                                Scusatemi per le domande ma la discussione è estremamente istruttiva e varrebbe la pena di stabilire dei punti fermi, almeno tra di noi.
                                grazie
                                Giuliano

                                Commenta


                                • Originariamente inviato da giuliano58 Visualizza il messaggio

                                  allora vediamo se ho capito:


                                  Se collego le strutture di supporto a terra, aumento il rischio in caso di fulminazione diretta, chi è d'accordo?


                                  Per la 81-10 non aumenta la probabilità di fulminazione, quella sarà sempre la stessa; ma in caso di fulminazione diretta la struttura si comporta come un LPS; però io aggiungerei una cosa, che in caso di fulminazione diretta..... si salvi chi può.

                                  Commenta


                                  • Originariamente inviato da giuliano58 Visualizza il messaggio

                                    allora vediamo se ho capito:

                                    gli inverter richiedono il collegamento a terra delle cornici dei moduli per far funzionare il controllo di isolamento. Giusto?
                                    Secondo me no.
                                    Le strutture di supporto, ai fini della CEI 64-8 NON sono masse elettriche e NON andrebbero collegate a terra. Giusto?
                                    Secondo me non vanno collegate a terra.
                                    Se collego le strutture di supporto a terra, aumento il rischio in caso di fulminazione diretta, chi è d'accordo?
                                    Più che altro collegando a terra aumenti il rischio di attirare i fulmini.

                                    Ma se collego le cornici dei moduli a terra come posso essere sicuro che non collego anche la struttura di supporto o parte di essa ?
                                    Non puoi essere sicuro, anzi quasi certamente è vero il contrario
                                    Quindi dovrei collegare con estrema attenzione tutte le cornici dei moduli, ma hanno il morsetto apposito?
                                    E poi pezzo per pezzo i componenti del supporto, con appositi morsetti, capicorda, ecc. ecc. Giusto?
                                    I moduli normalmente (fanno eccezione i Sunpower che vanno collegati a terra attraverso l'inverter) non hanno morsetti per il collegamento a terra e la cosa non è prevista perché sono in Classe II.
                                    Scusatemi per le domande ma la discussione è estremamente istruttiva e varrebbe la pena di stabilire dei punti fermi, almeno tra di noi.
                                    grazie
                                    Giuliano
                                    :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                                    (Albert Einstein):preoccupato:

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                                    • Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio

                                      Più che altro collegando a terra aumenti il rischio di attirare i fulmini.
                                      Snap, no credo sia così, vuoi dire che nella dinamica di un fulmine, il collegamento a terra "attira di più un fulmine?, non stiamo facendo un parafulmine a palo, quindi sto innalzando la superficie, ricordiamo la tecnica delle sfere, il piano dei moduli è di poco superiore a quello della copertura, quindi non aumento il rischio di fulminazione; come già detto al massimo aumento il rischio in caso di fulminazione, ma in caso di fulminazione che sia collegato a terra o meno ti garantisco che fa male lo stesso.

                                      Commenta


                                      • Originariamente inviato da sg74 Visualizza il messaggio
                                        Snap, no credo sia così, vuoi dire che nella dinamica di un fulmine, il collegamento a terra "attira di più un fulmine?, non stiamo facendo un parafulmine a palo, quindi sto innalzando la superficie, ricordiamo la tecnica delle sfere, il piano dei moduli è di poco superiore a quello della copertura, quindi non aumento il rischio di fulminazione; come già detto al massimo aumento il rischio in caso di fulminazione, ma in caso di fulminazione che sia collegato a terra o meno ti garantisco che fa male lo stesso.
                                        Credo anch'io che in caso di fulmine diretto non ci sia molto da fare terra o non terra. Il fatto di avere un conduttore che dalla struttura va a terra può variare la carica elettrostatica della struttura rispetto al resto del tetto e quindi, teoricamente, aumentare il rischio di attrazione, ma credo si tratti di ipotesi da verificare.
                                        :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                                        (Albert Einstein):preoccupato:

                                        Commenta


                                        • Originariamente inviato da sg74 Visualizza il messaggio
                                          Per la 81-10 non aumenta la probabilità di fulminazione, quella sarà sempre la stessa; ma in caso di fulminazione diretta la struttura si comporta come un LPS; però io aggiungerei una cosa, che in caso di fulminazione diretta..... si salvi chi può.
                                          Vero anche questo!

                                          Questo mi fa pensare ad una cosa, chi fa il progetto di un impianto PV, e si assume la responsabilità di certe decisioni, NON può far pagare poco il progetto.
                                          Ma questo è un altro discorso......

                                          Giuliano

                                          Commenta


                                          • Originariamente inviato da sg74 Visualizza il messaggio
                                            Snap, no credo sia così, vuoi dire che nella dinamica di un fulmine, il collegamento a terra "attira di più un fulmine?, non stiamo facendo un parafulmine a palo, quindi sto innalzando la superficie, ricordiamo la tecnica delle sfere, il piano dei moduli è di poco superiore a quello della copertura, quindi non aumento il rischio di fulminazione; come già detto al massimo aumento il rischio in caso di fulminazione, ma in caso di fulminazione che sia collegato a terra o meno ti garantisco che fa male lo stesso.
                                            Giusto!
                                            Però se, nella malaugurata ipotesi che il fulmine colpisca la struttura PV, si propaga anche attraverso il conduttore di terra, interno all'edificio, e magari fa più danno che se NON ci fosse il collegamento a terra.
                                            Ma qui adesso stiamo parlando di valutazione del rischio!

                                            GIuliano

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                                            • Io Mi Comporto Cosi'

                                              Dopo aver letto tutta l'interessantissima discussione vi dico come mi comporto io, basandomi su quanto espresso sulla guida blu e su quanto approfondito con un mio amico ingegnere (di gran lunga più esperto di me(neolaureato)):

                                              Protezione dai contatti indiretti
                                              I termini monte e valle sono nel seguito riferiti al senso dell’energia che sarà erogata dal generatore PV, salvo non diversamente specificato.

                                              Le masse a valle dei “gruppi inverter dispositivi integrati”.
                                              In genere la conduttura derivata dal contatore Enel alimenta un centralino elettrico esistente in classe II d’isolamento. Questo centralino contiene l’interruttore generale dell’impianto utente che è un interruttore magnetotermico differenziale. Questo centralino è posto in prossimità del contatore Enel. Il punto di parallelo tra l’impianto fotovoltaico e la rete dovrà essere realizzato entro questo centralino esistente a monte dell’interruttore generale appena descritto. Non devono esserci masse tra il punto di parallelo è la rete.
                                              Si dovrà installare un interruttore magnetotermico differenziale con Idn=0,03A a valle dell’ultima massa, nel senso dell’energia fornita dal generatore PV (a monte della prima massa, nel senso dell’energia proveniente dalla rete). La corrente differenziale relativa a questo interruttore dovrà verificare la relazione (RE resistenza di terra dell’impianto utilizzatore):
                                              RE?50/Idn
                                              Nota regola dei sistemi TT. In caso di esito negativo, si dovrà integrare l’impianto di terra per rendere valida tale disequazione. In conclusione le masse tra l’inverter ed il punto di parallelo vanno protette da un apposito interruttore differenziale.

                                              Le masse a monte dei “gruppi inverter dispositivi integrati”.
                                              Il sistema PV diventerà un’estensione della rete (sistema TT), la quale ha in genere un punto a terra, in quanto non previsto un trasformatore di separazione (in genere uso inverter TL). Il sistema PV sarà quindi a terra, tramite la rete. Quindi queste masse dovranno essere collegate a terra e vale esattamente quanto detto in precedenza per le masse a valle dei gruppi inverter dispositivi integrati. Un guasto a terra su una massa lato c.c. determinerà l’intervento dell’interruttore differenziale (sopra citato) a valle dell’ultima massa, nel senso dell’energia fornita dal generatore PV (a monte della prima massa, nel senso dell’energia proveniente dalla rete). Dopo l’intervento dell’interruttore differenziale, il guasto sarà alimentato dal generatore PV che rimarrà attivo. Essendo il sistema PV isolato da terra, si configurerà un sistema IT (sistema elettrico isolato da terra e masse collegate a terra) fino all’ inverter che va in stand-by per mancanza della tensione di rete.
                                              La resistenza dell’impianto di terra (RE) dovrà soddisfare la condizione: RE?120/Id
                                              Dove Id è la corrente di guasto a terra. Questa dovrà essere misurata con un amperometro inserito tra un polo del sistema PV e terra.
                                              Il primo guasto a terra dovrà essere prontamente segnalato da un dispositivo di controllo dell’isolamento, prevedere un allarme ottico acustico che informi immediatamente della situazione di guasto il personale in sede, questo dovrà informare subito l’impresa che si occupa della manutenzione elettrica, la quale dovrà intervenire eliminando prontamente il primo guasto a terra.
                                              In conclusione si dovranno collegare a terra le cornici e/o le strutture di supporto dei moduli fotovoltaici e tutte le masse sul lato c.c..

                                              Il dispositivo differenziale da installare per fornire protezione contro i contatti indiretti mediante l’interruzione automatica dell’alimentazione deve essere del tipo B secondo IEC 60755/A2. Quando l’invertitore PV non sia per costruzione tale da iniettare correnti continue (c.c.) di guasto a terra nell’impianto elettrico, non è richiesto un interruttore differenziale di tipo B secondo IEC 60755/A2.

                                              Si ricorda che con il termine massa si intende una parte conduttrice, facente parte di un componente elettrico, che non è in tensione in condizioni ordinarie, ma che può andare in tensione per un guasto dell’isolamento principale.
                                              Sono considerate masse estranee quelle parti conduttrici che presentato una resistenza verso terra inferiore a 1000?. Per queste ultime dovrà essere previsto un collegamento equipotenziale, quindi eventuali parti metalliche presenti nell’area dell’impianto come ringhiere, infissi, tubazioni, ecc., dovranno avere un collegamento equipotenziale. La protezione mediante collegamento equipotenziale locale non connesso a terra non è permessa sul lato c.c. e sul lato c.a..

                                              Saluti.

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                                              • Scusate la prolissità ma penso sia utile...

                                                Impianto di terra e collegamenti equipotenziali
                                                Per la protezione di terra dell’intero sistema fotovoltaico si potrà sfruttare l’impianto di terra esistente dopo aver verificato il rispetto di questo alle norme vigenti. All’impianto di terra andranno collegate tutte le masse e le masse estranee.
                                                In particolare si dovrà realizzare un collettore secondario di terra, da installare in prossimità dell’impianto fotovoltaico lato c.c. (sul tetto), mediante barra in rame entro scatola stagna IP65 in PVC con passacavi e coperchio con guarnizione stampata a cui faranno capo: il conduttore di collegamento all’impianto di terra esistente da realizzare con corda di rame isolata in PVC giallo verde di tipo N07V-K avente sezione minima di 16mmq (proveniente dal collettore principale della struttura), i conduttori di protezione (masse) e i collegamenti equipotenziali delle strutture di sostegno dei moduli e delle parti metalliche presenti in tale area. In particolare al collettore sopra citato sarà collegato il conduttore di protezione per il “gruppo inverter dispositivi integrati”, da realizzare con conduttore tipo N07V-K giallo verde con sezione da 16mmq, inoltre da tale collettore partiranno tutti i collegamenti equipotenziali per ogni struttura di sostegno dei moduli e per le strutture metalliche presenti nell’area d’installazione dei pannelli (tubazioni, ringhiere, infissi, ecc.), da realizzarsi con conduttore tipo N07V-K giallo verde con sezione minima 10mmq. Effettuare per sicurezza ulteriori collegamenti equipotenziali direttamente tra le strutture di sostegno, nelle parti intermedie e finali delle file dei pannelli. Si dovrà realizzare una completa equipotenzialità elettrica nella zona dell’impianto fotovoltaico, in particolar modo sulla copertura dove saranno installati i pannelli fotovoltaici (moduli). In tal modo in caso di doppio guasto a terra sul lato c.c. la tensione assunta dalle masse interconesse è piuttosto trascurabile.
                                                Nel collegare più elementi allo stesso conduttore di protezione è necessario evitare l’entra-esci, si dovranno utilizzare morsetti a T (PE passante), in modo da ridurre il rischio di interruzione del conduttore di protezione.
                                                Prima di effettuare il collegamento a terra è necessario accertarsi che l’impianto di terra esistente non sia in grado di introdurre potenziali pericolosi. I cavi citati in questo paragrafo saranno posti all’interno di tubazioni e/o guaina spiralata di protezione in PVC.
                                                In generale si dovrà evitare il contatto diretto tra conduttori di materiali diversi utilizzando morsetti di materiale con potenziale elettrochimico intermedio rispetto agli altri due materiali. Per le giunzioni rame-profilati di sostegno (acciaio zincato a caldo) utilizzare appositi morsetti e/o collarini in ottone che evitino il contatto diretto rame-acciaio zincato a caldo. Eventuali giunzioni rame alluminio, esposte alle intemperie, sono soggette a corrosione elettrolitica, occorre in tal caso utilizzare appositi morsetti rame/alluminio, oppure sottrarre la giunzione alle intemperie. Inoltre, l’ossido di alluminio, che riveste la superficie di alluminio è isolante, va quindi rimosso per garantire la continuità elettrica.
                                                Normalmente è sufficiente collegare a terra la struttura metallica che sostiene i moduli ( e non le cornici di alluminio dei moduli), essendo assicurata la continuità elettrica verso le cornici dei moduli tramite i mezzi di fissaggio.
                                                E’ preferibile posare i cavi di terra del lato in continua dell’impianto in un tragitto separato rispetto agli altri cavi di potenza dell’impianto; in particolare occorre evitare che i cavi in uscita dagli scaricatori possano procurare disturbi indotti alle linee elettriche protette.

                                                Spero di essere stato utile con le mie esperienze (ribadisco che ho seguito pari pari la guida blu).

                                                Saluti...

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                                                • Originariamente inviato da giuliano58 Visualizza il messaggio
                                                  gli inverter richiedono il collegamento a terra delle cornici dei moduli per far funzionare il controllo di isolamento. Giusto?
                                                  Non esiste una risposta univoca. Dipende dal tipo di impianto.
                                                  Innanzitutto i sistemi di controllo dell'isolamento sono previsti per segnalare il primo guasto a terra sul lato in continua, se il sistema è di tipo IT. Supponiamo che il sistema sia di questo tipo. Ci sono vari metodi per proteggersi dai contatti indiretti:
                                                  1) Realizzare un sistema di tipo SELV. In questo caso il collegamento a terra delle cornici non lo devi fare
                                                  2) Mediante la messa a terra e la segnalazione di primo guasto, con poi eventualmente l'interruzione dell'alimentazione in caso di secondo guasto a terra. Questo è il caso dell'isolamento in classe I ed in questo caso devi collegare le cornici a terra.
                                                  3) Mediante l'isolamento in classe II, caso più frequente. Con l'isolamento in classe II il pannello si considera già protetto dai contatti indiretti, quindi, la messa a terra, la segnalazione di primo guasto e l'interruzione dell'alimentazione in caso di secondo guasto non sono necessari. Ne consegue che la cornice non deve essere collegata a terra. Anzi, se non ci sono altri motivi, il collegamento a terra è proibito.
                                                  Ma, ci sono delle eccezioni. In caso i sostegni siano o debbano essere collegati a terra, l'esperienza consiglia di rendere le cornici equipotenziali con i sostegni, soprattutto in quei casi in cui, alla luce della lunga vita operativa dell'impianto, non si possa escludere a priori l'eventualità che l'isolamento possa decadere nel tempo. In parole povere io, in un impianto vicino al mare, con i sostegni collegati a terra, collegherei le cornici ai sostegni e quindi a terra.
                                                  E' il progettista che deve valutare caso per caso. E qui si vede la differenza tra un buon progettista e magari la dittucola che tende solo a far ciccia.


                                                  Originariamente inviato da giuliano58 Visualizza il messaggio
                                                  Le strutture di supporto, ai fini della CEI 64-8 NON sono masse elettriche e NON andrebbero collegate a terra. Giusto?
                                                  Anche in questo caso occorre distinguere. Per farla breve prendo in esame il caso più frequente: ambiente ordinario.
                                                  Se i sostegni costituiscono una massa, vanno collegati a terra.
                                                  In caso contrario, se presentano resistenza inferiore a 1000 Ohm, vanno comunque collegati a terra. Viceversa, se presentano resistenza superiore a 1000 Ohm, non vanno collegati a terra.
                                                  Ci sono poi altri casi in cui le struttura di supporto devono essere collegate a terra. Ad esempio quando è già presente un impianto LPS e non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza tra esso e l'impianto fotovoltaico. In questo caso, onde evitare scariche pericolose tra l'impianto fotovoltaico e l'impianto LPS, vanno resi equipotenziali, collegandoli direttamente o mediante SPD.

                                                  I "secondo me" come dice qualcuno qui non contano niente. Perchè l'impianto sia "a regola d'arte" occorre seguire le Norme e i principi base dell'elettrotecnica.

                                                  Originariamente inviato da giuliano58 Visualizza il messaggio
                                                  Se collego le strutture di supporto a terra, aumento il rischio in caso di fulminazione diretta, chi è d'accordo?
                                                  Sostenere che collegando le cornici a terra si aumenta il rischio di fulminazione diretta è un'autentica bischerata.

                                                  Saluti.

                                                  Federico

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                                                  • Se colleghi le terre con NO7V-k libero in aria dopo due o tre anni anni non ha più la gomma e non mi pare una buona soluzione.
                                                    Per il resto non sono d'accordo, non è d'accordo neppure la GUIDA CEI 82-25 e gran parte della manualistica. In classe II è esclusa la messa a terra di protezione e non dipende dalle condizioni di installazione (pag.30)
                                                    :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                                                    (Albert Einstein):preoccupato:

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                                                    • Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio
                                                      Se colleghi le terre con NO7V-k libero in aria dopo due o tre anni anni non ha più la gomma e non mi pare una buona soluzione.

                                                      Ok, allora lo metto in una conduttura...

                                                      Per il resto non sono d'accordo, non è d'accordo neppure la GUIDA CEI 82-25 e gran parte della manualistica. In classe II è esclusa la messa a terra di protezione e non dipende dalle condizioni di installazione (pag.30)
                                                      Non è vero che esclusa perchè possono esserci motivi funzionali (controllo stato isolamento) Inoltre sei convinto di quello che dici allora il Prof. Carrescia potrebbe avere torto...e non penso proprio...

                                                      Commenta


                                                      • Originariamente inviato da ligabue82 Visualizza il messaggio
                                                        Non è vero che esclusa perchè possono esserci motivi funzionali (controllo stato isolamento) Inoltre sei convinto di quello che dici allora il Prof. Carrescia potrebbe avere torto...e non penso proprio...
                                                        Io ho riportato la GUIDA CEI 85-25, poi sono cambiate molte cose dai primi impianti, i diodi di blocco non si mettono più, i quadri di parallelo si fanno in basso, gli scaricatori lato cc vanno valutati ecc. ecc..
                                                        Le motivazioni che ho letto finora non mi convincono.
                                                        :rain:L'uomo ha scoperto la bomba atomica, però nessun topo costruirebbe una trappola per topi.
                                                        (Albert Einstein):preoccupato:

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                                                        • Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio
                                                          Se colleghi le terre con NO7V-k libero in aria dopo due o tre anni anni non ha più la gomma e non mi pare una buona soluzione.
                                                          E allora? Anche ammesso di usare quel tipo di cavo, di cosa hai paura? Di prendere la scossa se tocchi il cavo sbucciato?

                                                          Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio
                                                          Per il resto non sono d'accordo, non è d'accordo neppure la GUIDA CEI 82-25 e gran parte della manualistica.
                                                          In classe II è esclusa la messa a terra di protezione e non dipende dalle condizioni di installazione
                                                          Ma l'hai mai letta la CEI 82-25?
                                                          Guarda un po' cosa dice al capitolo 4.3.1.3 ed al capitolo 4.3.2.2?

                                                          Saluti.

                                                          Federico

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                                                          • Purtroppo la normativa è in continua evoluzione ed essendo questo un campo "nuovo" si può spesso creare confusione...quindi il tempo e l'esperienza saranno dalla nostra parte...

                                                            Saluti.

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                                                            • Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio
                                                              Io ho riportato la GUIDA CEI 85-25, poi sono cambiate molte cose dai primi impianti
                                                              Come no! Dal 2007 sono cambiate proprio molte cose.

                                                              Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio
                                                              i diodi di blocco non si mettono più,
                                                              E chi lo ha detto?

                                                              Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio
                                                              i quadri di parallelo si fanno in basso
                                                              E che significa?

                                                              Originariamente inviato da snapdozier Visualizza il messaggio
                                                              gli scaricatori lato cc vanno valutati ecc. ecc..
                                                              Tutti gli scaricatori vanno valutati.

                                                              Ribadisco che è bene che gli impianti li progetti qualche buon professionista.

                                                              Saluti.

                                                              Federico

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