La questione delle tasse sulle auto elettriche sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel dibattito europeo e internazionale.
La questione delle tasse sulle auto elettriche sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel dibattito europeo e internazionale, soprattutto alla luce delle sfide legate all’equità fiscale e al finanziamento delle infrastrutture stradali. La Svizzera, pur essendo fuori dall’Unione Europea, si conferma all’avanguardia nel proporre misure concrete per riequilibrare la pressione fiscale tra veicoli a combustione interna e veicoli elettrici a batteria (BEV). La Confederazione elvetica si prepara infatti a sottoporre a referendum una modifica della Costituzione federale che potrebbe rivoluzionare il modello di tassazione degli autoveicoli, garantendo una contribuzione più equa e sostenibile.
La Svizzera anticipa l’Europa: un sistema di tassazione equo per tutti i veicoli
Attualmente, in Svizzera come in gran parte d’Europa, il sistema fiscale grava in modo significativo sui carburanti fossili, con imposte applicate direttamente al momento del rifornimento di benzina o diesel. Questa modalità, però, non si applica ai possessori di auto elettriche, che non versano alcuna imposta legata al consumo di energia per la trazione. Ciò ha generato una disparità fiscale che, secondo il governo svizzero, rischia di compromettere i fondi destinati alla manutenzione e allo sviluppo delle infrastrutture stradali.

La proposta elvetica mira a introdurre un sistema di tassazione che coinvolga tutti i veicoli, indipendentemente dal tipo di alimentazione, attraverso due possibili meccanismi complementari: una tassa sul chilometraggio percorso o una tassa sull’energia elettrica consumata per la ricarica. Entrambe le soluzioni sono studiate per garantire che ogni automobilista contribuisca equamente al finanziamento delle strade nazionali e del traffico urbano.
La prima opzione prevede una tariffa proporzionale ai chilometri percorsi all’interno del territorio svizzero, con una differenziazione che tiene conto del peso totale del veicolo. In pratica, più pesante è il mezzo e più viene utilizzato, maggiore sarà l’importo da versare. Questo sistema è stato calibrato per riflettere l’impatto reale del veicolo sulle infrastrutture stradali.
Per esempio:
– Un SUV elettrico di 3.200 kg sarebbe soggetto a un costo di circa 7,5 centesimi per chilometro.
– Un’auto elettrica di fascia media di 2.400 kg pagherebbe 5,4 centesimi per chilometro.
– Un’utilitaria elettrica di 1.700 kg sarebbe tassata 3,6 centesimi per chilometro.
Ai veicoli ibridi plug-in, che utilizzano anche carburanti fossili, si applicherà solo la metà della tariffa, riconoscendo così la loro natura ibrida.
L’adozione di un dispositivo elettronico a bordo permetterà di misurare con precisione i chilometri percorsi, garantendo trasparenza e affidabilità nella determinazione dell’imposta.
In alternativa, la Confederazione propone una tassa sulla quantità di energia elettrica consumata per la ricarica dei veicoli. Questa soluzione si basa sulla registrazione in kWh dell’energia erogata sia da punti di ricarica pubblici che privati, indipendentemente dall’origine dell’energia stessa, compresa quella autoprodotta tramite impianti fotovoltaici domestici.


