Ciao a tutti, sento spesso dire che converrebbe tenere la casa sempre ad una temperatura prossima a quella desiderata, anche se si è fuori, perchè in questo modo si risparmierebbe.
In teoria mi rendo conto che c'è una logica in questo ragionamento: se lascio abbassare la temperatura interna della casa a 12° invece che mantenerla magari a 16, impiegherò, al momento di necessità, una grossa quantità di energia e tempo per farla tornare a 20°, maggiore di quella che avrei impiegato per tenerla a 16° e poi riportarla a 20°. In teoria.
Vorrei, però, trovare un riscontro "matematico" a questa teoria, sopratutto per analizzare il caso specifico di casa mia.
Supponiamo che un ambiente di 50 mq disperda 110 Wk/h e ipotizziamo una differenza di temperatura tra interno ed esterno di 12°, otterremo che abbiamo bisogno di 1320 W/h per tenere la temperatura della stanza costante, giusto?
Se così fosse, supponendo che la temperatura iniziale dell' ambiente sia quella desiderata, 20°, per tenere la temperatura costante per 10 ore consumerei 13200 W di energia mentre, quando sono fuori casa, per non scendere sotto i 16°, consumerei altri 12320 W (non tenendo conto del tempo che impiegherebbe la T a scendere da 20 a 16°). Totale=25520 W al giorno.
Ora, al contrario, mi piacerebbe calcolare quanto si consumerebbe lasciando andare la temperatura giù fino a tipo 10/12° durante le ore di assenza per poi riportarla a 20° una volta tornato a casa. Purtroppo non sono in grado di calcolare in quanto tempo la casa scenderebbe da 20 a 12° e quanta energia ci vorrebbe per riportare l'ambiente da 12 a 20°.
Mi aiutate?