Buongiorno,
innanzitutto complimenti per il blog, ho un appartamento in zona d in fase di ristrutturazione, l’idea è progettare un impianto che non necessiti energia dall’esterno. Ho pensato ad un impianto alimentato da sola energia elettrica, quindi pdc aria-acqua per riscaldamento e raffrescamento da 5 kw (diretti senza accumulo in pannelli radianti a pavimento facendo fare da volano termico al massetto), acs stoccata in bollitore da 300l, vmc a doppio flusso con scambiatore di calore da 250 mc/h, il tutto alimentato da impianto fotovoltaico da 5 kw con accumulo elettrico da 16 kwh e 5kw di potenza di picco. Dimensionamenti fatti con termolog. Ora facendo un bilancio energetico mi sono accorto che nei mesi caldi non ho problemi il fv copre l’intero fabbisogno energetico dell’appartamento, mentre in inverno ovviamente no, coprirebbe i kwh elettrici a fini elettrici, (vmc, illuminazione, apparecchi vari, cucina a induzione) ma non totalmente i kwh a fini termici (riscaldamento e vmc). Ecco che entra in gioco il termocamino, navigando nel blog ho capito che non è mai una convivenza facile pdc (basse temperature) e tc (alte temperature), la mia idea è di utilizzare il termocamino in alternanza alla pompa di calore. Secondo i miei calcoli nei mesi piu freddi un tc idro da 16 kw nominali (8 all’acqua) bruciando 8 chili di legna al giorno è in grado di coprire il fabbisogno termico lasciato scoperto dal fotovoltaico (convertendo i kwh elettrici in kwh termici). Quindi giorno invernale tipo: tutti fuori di casa alle 7 e 30, termostato impostato a 18, programmato per salire a 20 intorno alle 17, pdc in funzione, rientriamo in casa con i nostri 8 chili di legna, facciamo 10, accendiamo il termocamino, giusto il tempo che lo scambiatore porti l’acqua alla stessa t di uscita dalla pompa di calore una valvola deviatrice a tre vie esclude la pdc e gira sul termocamino, una seconda valvola a tre vie regola i flussi verso boiler per acs e pannelli radianti, seguiranno miscelatrici termostatiche sia su circuito acs che riscaldamento. Pdc spenta termocamino acceso. Allo stesso modo quando il termocamino si andrà spegnendo da solo, la t di mandata dell’acqua tornerà al set point la deviatrice escluderà il camino e ritornerà a lavorare la pdc. Scusate la lunghezza dell’intervento ma non sono riuscito ad essere più conciso. Secondo voi puó funzionare? O devo per forza separare i due impianti in un secondo accumulo per l’acqua tecnica? Oppure orientarmi su un accumulo bivalente tank in tank utilizzando una serpentina per la pdc e una per il termocamino?
innanzitutto complimenti per il blog, ho un appartamento in zona d in fase di ristrutturazione, l’idea è progettare un impianto che non necessiti energia dall’esterno. Ho pensato ad un impianto alimentato da sola energia elettrica, quindi pdc aria-acqua per riscaldamento e raffrescamento da 5 kw (diretti senza accumulo in pannelli radianti a pavimento facendo fare da volano termico al massetto), acs stoccata in bollitore da 300l, vmc a doppio flusso con scambiatore di calore da 250 mc/h, il tutto alimentato da impianto fotovoltaico da 5 kw con accumulo elettrico da 16 kwh e 5kw di potenza di picco. Dimensionamenti fatti con termolog. Ora facendo un bilancio energetico mi sono accorto che nei mesi caldi non ho problemi il fv copre l’intero fabbisogno energetico dell’appartamento, mentre in inverno ovviamente no, coprirebbe i kwh elettrici a fini elettrici, (vmc, illuminazione, apparecchi vari, cucina a induzione) ma non totalmente i kwh a fini termici (riscaldamento e vmc). Ecco che entra in gioco il termocamino, navigando nel blog ho capito che non è mai una convivenza facile pdc (basse temperature) e tc (alte temperature), la mia idea è di utilizzare il termocamino in alternanza alla pompa di calore. Secondo i miei calcoli nei mesi piu freddi un tc idro da 16 kw nominali (8 all’acqua) bruciando 8 chili di legna al giorno è in grado di coprire il fabbisogno termico lasciato scoperto dal fotovoltaico (convertendo i kwh elettrici in kwh termici). Quindi giorno invernale tipo: tutti fuori di casa alle 7 e 30, termostato impostato a 18, programmato per salire a 20 intorno alle 17, pdc in funzione, rientriamo in casa con i nostri 8 chili di legna, facciamo 10, accendiamo il termocamino, giusto il tempo che lo scambiatore porti l’acqua alla stessa t di uscita dalla pompa di calore una valvola deviatrice a tre vie esclude la pdc e gira sul termocamino, una seconda valvola a tre vie regola i flussi verso boiler per acs e pannelli radianti, seguiranno miscelatrici termostatiche sia su circuito acs che riscaldamento. Pdc spenta termocamino acceso. Allo stesso modo quando il termocamino si andrà spegnendo da solo, la t di mandata dell’acqua tornerà al set point la deviatrice escluderà il camino e ritornerà a lavorare la pdc. Scusate la lunghezza dell’intervento ma non sono riuscito ad essere più conciso. Secondo voi puó funzionare? O devo per forza separare i due impianti in un secondo accumulo per l’acqua tecnica? Oppure orientarmi su un accumulo bivalente tank in tank utilizzando una serpentina per la pdc e una per il termocamino?
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