Salve a tutti, sono passati alcuni mesi da quando avevo pubblicato QUESTA discussione nel forum chiedendo alcuni consigli... Ancora ringrazio gli utenti max.c, iv80, marcober e comunque tutti gli altri intervenuti a darmi qualche consiglio...
Il lungo silenzio è stato determinato da un cambiamento totale della situazione: la casa della quale avevo parlato alla fine non l'ho presa più, l'offerta non è risultata gradita ai venditori. Mia nonna diceva che chiusa una porta si apre un portone e magari è stato questo il caso.
Ad oggi ho una proposta di acquisto accettata per un'altra abitazione, una casa molto più bella e più grande della precedente, unico piano, indipendente sui 4 lati, con ampio giardino.
Per le nostre esigenze abitative dovrà essere divisa in due unità separate [una mia e una per mia suocera] ma che intendiamo gestire da un punto di vista delle utenze come fossero un tutt'uno, dato che non abbiamo esigenza di dividerci i consumi e le relative spese.
Vi allego la planimetria, in azzurro le costruzioni, in rosso le demolizioni.
ipotesi glicine 1.pdf
Ora... visti i precedenti per scaramanzia attendo almeno la firma del preliminare prima di attivare ufficialmente l'incarico all'ingegnere che si occuperà della parte tecnica riguardante i lavori di modifica interna [visibili nella planimetria] e del capitolato per le opere di rifacimento necessarie. Parliamo di impianto elettrico ex novo, impianto idraulico idem, parte degli intonaci esterni, discendenti di grondaia, alcuni angoli del tetto in corrispondenza dei discendenti stessi etc. Lo stesso ingegnere si occuperà anche delle procedure relative alla legge 10.
Entrambi scalpitiamo, con 1000mila idee che ci frullano in testa, praticamente ci sentiamo quasi ogni giorno che mia moglie è quasi gelosa... Però ripeto, per scaramanzia attenderò dopo il preliminare prima di dare il via alle lavorazioni ufficiali.
Nel frattempo siccome sono smanioso ho pensato di venirvi a rompere le scatole nel forum perchè rispetto alla precedente discussione la situazione è completamente diversa. In primo luogo la disponibilità economica: questa casa alla fine mi verrà a costare più della precedente e nel mio budget totale quindi si assottiglia la disponibilità per interventi di ristrutturazione. Alcuni di questi sono obbligatori -quelli elencati sopra- ergo dovrò fare delle scelte.
Riguardo alla casa al momento posso dirvi che
- la superficie interna è di circa 280mq complessivi [che verranno suddivisi per le esigenze di cui sopra in due app.ti da circa 160 e 120 mq rispettivamente]
- i soffitti sono circa 310cm
- è realizzata in muratura di tufo spesso 25cm, con intercapedine di circa 10cm e muro interno di forati da 8cm
- ha un solaio non coibentato [uso soffitta] il cui punto più alto al centro è di circa 190cm
- gli infissi sono in legno con scuri interni e doppio vetro [di cui 1 porta finestra]
- è servita dalla rete del metano
- il tetto è a due falde, esposto a OVEST [la principale] oppure EST [quella meno estesa] ma entrambi con presenza di piante che ombreggiano parzialmente
- attualmente è riscaldata mediante caldaia a metano e radiatori in ghisa
- non è presente climatizzazione estiva
- in uno dei saloni è presente un camino di tipo tradizionale
- esiste un ambiente centrale termica dedicato grande circa 6mq
Trattandosi di una casa anni '60 l'impianto idraulico l'ingegnere mi consiglia di rifarlo di sana pianta perchè quello presente, originale, potrebbe durare altri decenni ma potrebbe anche avere qualche vizio occulto che crei danni all'improvviso. Siccome vorrei stare tranquillo mi sento di raccogliere questo suggerimento, anche a fronte di una spesa complessa. Ad ogni modo bisognava comunque metterci mano per sezionarlo in due anelli di mandata e ritorno a servizio dei due appartamenti indipendenti.
Quel che dovrà essere unica è la sorgente termica.
Avevo pensato volentieri ad una PDC ma coi radiatori in ghisa non è cosa, sebbene ci siano esperienze contrastanti al riguardo o le famigerate "PDC professionali"... onestamente per come la vedo io la PDC è qualcosa pensato per funzionare a T di mandata bassa. Mettere un pavimento radiante avrebbe un costo notevole [tra costo del radiante più la ceramica] mentre avrei volentieri conservato il vecchio pavimento in cotto presente oggi.
A tal fine per ridurre al minimo le demolizioni mi hanno assicurato che, grazie all'altezza congrua, è possibile fare il grosso della distribuzione impiantistica, sia idraulica che elettrica, via controsoffitto sfruttando il corridoio che corre lunga tutta l'abitazione e poi facendo solo le calate nelle varie stanze. Questo andrebbe ulteriormente a rafforzare l'idea di contenimento dei costi, di conservazione dell'esistente di pregio e dunque allontana la realizzazione di un pavimento radiante.
Altra possibilità cambiare i caloriferi, mettendone di moderni in alluminio... Però a prescindere da valutazioni estetiche soggettive e legate al contesto, ritengo siano comunque una soluzione che solo parzialmente riavvicina al "senso" di usare una PDC, non sfruttandone al meglio le potenzialità...
I convettori ad aria al posto dei radiatori in ghisa restano l'unica cosa che potrebbe lavorare a bassa T di mandata. Però sono anche quelli che, a mio avviso, danno il minor confort abitativo perchè il calore ottenuto si dissolve altrettanto rapidamente e va a finire che la PDC sta a spingere tutta la notte prendendo corrente dalla rete e non dal FV. Peraltro siamo tutti soggetti allergici e la cosa mi impensierisce ulteriormente.
Un accumulo per il FV al momento lo escludo proprio perchè non credo che la tecnologia delle celle sia ancora abbastanza "matura" a fronte dei costi comunque elevati. Secondo me assisteremo alla stessa parabola di prezzo dei pannelli FV, ergo semmai ci ritornerò sopra tra qualche anno...
Lato FV credo che ad oggi, sopratutto avendo una casa indipendente e con cosi tanto tetto, credo sia un obbligo morale installarlo a prescindere dalla PDC, anche considerando il fatto che comunque avremo due cucine ad induzione e tutti gli elettrodomestici che ormai sono dotazione standard di una casa moderna, peraltro doppi essendo 2 appartamenti.
Qui ci sono due correnti di pensiero: chi lo installa tarato sui consumi stimati del nucleo familiare e chi invece suggerisce di abbondare, laddove possibile per spazio e disponibilità economica, dato che il surplus comunque genera un ritorno... Fermo restando il discorso contenimento dei costi ancora non sono riuscito a decidere quale di queste due visioni sia vincente... Aggiungo che sia io che mia moglie lavoriamo a turni, ergo un consumo "medio" diurno stabile è praticamente impossibile da stimare con andamento regolare.
Lato coibentazione invece sono convintissimo che almeno il sottotetto vada pannellato, che peraltro immagino sia anche il lavora meno impegnativo da un punto di vista economico non necessitando poi di finiture estetiche o altro. Meglio ancora sarebbe il realizzare anche un cappotto esterno, ma in quel caso purtroppo credo che vista l'ampiezza delle superfici in gioco i costi diverrebbero molto, molto elevati.
Riassumendo:
costante = coibentazione sottotetto + FV [al riguardo rispondete al quesito sul dimensionamento preciso o oversize!]
ipotesi 1 - PDC/fancoil caldo/freddo [in questo caso dite che sia necessario prevedere qualche sistema per prevenire la condensa?]
ipotesi 2 - PDC/radiatori alluminio per caldo + condizionatori [o VMC??] per raffrescamento estivo
ipotesi 3 - caldaia a condensazione/radiatori ghisa per caldo + piccola PDC solo ACS estiva
ipotesi 4 - ogni suggerimento e spunto di riflessione è benvenuto!
Mi dilungo un pò, lo so... ma spero possiate divertirvi ad aiutarmi...
P.S. - non appena avrò firmato il preliminare mi metto a girare per preventivi, e poi vi interrogo!
P.S.II - come già detto nella precedente discussione è veramente difficile trovare un ingegnere termotecnico degno di questo nome, pare siano tutti al nord Italia. Qua al centro sono tutti termoidraulici che si spacciano per esperti salvo poi girare la parte burocratica a quegli studi che ti firmano un APE per 30€...
E se posso permettermi, avendo fatto per anni l'operaio impiantista, sono tutti dei cazzari... Il problema è che manca la cultura scientifica e la sua applicazione. Ed è anche che NESSUNA azienda nè persona avrà mai l'umiltà e/o l'onestà di dirvi "io non ne capisco molto" perchè temono -di questi tempi poi!- di farsi sfuggire un potenziale lavoro. Salvo poi andare a chiedere una consulenza all'amico o al "cuggino" sull'argomento del quale hanno millantato conoscenza nel momento in cui si trovano a dover risolvere snodi pratici che non hanno mai affrontato. Ed è questa approssimazione che poi crea gli impianti frankenstein... Io facevo trasmissione dati ma ho visto veramente degli accrocchi assurdi, anche in ambiti prestigiosi o sensibili. Dubito che il settore termico differisca di molto.
Il lungo silenzio è stato determinato da un cambiamento totale della situazione: la casa della quale avevo parlato alla fine non l'ho presa più, l'offerta non è risultata gradita ai venditori. Mia nonna diceva che chiusa una porta si apre un portone e magari è stato questo il caso.
Ad oggi ho una proposta di acquisto accettata per un'altra abitazione, una casa molto più bella e più grande della precedente, unico piano, indipendente sui 4 lati, con ampio giardino.
Per le nostre esigenze abitative dovrà essere divisa in due unità separate [una mia e una per mia suocera] ma che intendiamo gestire da un punto di vista delle utenze come fossero un tutt'uno, dato che non abbiamo esigenza di dividerci i consumi e le relative spese.
Vi allego la planimetria, in azzurro le costruzioni, in rosso le demolizioni.
ipotesi glicine 1.pdf
Ora... visti i precedenti per scaramanzia attendo almeno la firma del preliminare prima di attivare ufficialmente l'incarico all'ingegnere che si occuperà della parte tecnica riguardante i lavori di modifica interna [visibili nella planimetria] e del capitolato per le opere di rifacimento necessarie. Parliamo di impianto elettrico ex novo, impianto idraulico idem, parte degli intonaci esterni, discendenti di grondaia, alcuni angoli del tetto in corrispondenza dei discendenti stessi etc. Lo stesso ingegnere si occuperà anche delle procedure relative alla legge 10.
Entrambi scalpitiamo, con 1000mila idee che ci frullano in testa, praticamente ci sentiamo quasi ogni giorno che mia moglie è quasi gelosa... Però ripeto, per scaramanzia attenderò dopo il preliminare prima di dare il via alle lavorazioni ufficiali.
Nel frattempo siccome sono smanioso ho pensato di venirvi a rompere le scatole nel forum perchè rispetto alla precedente discussione la situazione è completamente diversa. In primo luogo la disponibilità economica: questa casa alla fine mi verrà a costare più della precedente e nel mio budget totale quindi si assottiglia la disponibilità per interventi di ristrutturazione. Alcuni di questi sono obbligatori -quelli elencati sopra- ergo dovrò fare delle scelte.
Riguardo alla casa al momento posso dirvi che
- la superficie interna è di circa 280mq complessivi [che verranno suddivisi per le esigenze di cui sopra in due app.ti da circa 160 e 120 mq rispettivamente]
- i soffitti sono circa 310cm
- è realizzata in muratura di tufo spesso 25cm, con intercapedine di circa 10cm e muro interno di forati da 8cm
- ha un solaio non coibentato [uso soffitta] il cui punto più alto al centro è di circa 190cm
- gli infissi sono in legno con scuri interni e doppio vetro [di cui 1 porta finestra]
- è servita dalla rete del metano
- il tetto è a due falde, esposto a OVEST [la principale] oppure EST [quella meno estesa] ma entrambi con presenza di piante che ombreggiano parzialmente
- attualmente è riscaldata mediante caldaia a metano e radiatori in ghisa
- non è presente climatizzazione estiva
- in uno dei saloni è presente un camino di tipo tradizionale
- esiste un ambiente centrale termica dedicato grande circa 6mq
Trattandosi di una casa anni '60 l'impianto idraulico l'ingegnere mi consiglia di rifarlo di sana pianta perchè quello presente, originale, potrebbe durare altri decenni ma potrebbe anche avere qualche vizio occulto che crei danni all'improvviso. Siccome vorrei stare tranquillo mi sento di raccogliere questo suggerimento, anche a fronte di una spesa complessa. Ad ogni modo bisognava comunque metterci mano per sezionarlo in due anelli di mandata e ritorno a servizio dei due appartamenti indipendenti.
Quel che dovrà essere unica è la sorgente termica.
Avevo pensato volentieri ad una PDC ma coi radiatori in ghisa non è cosa, sebbene ci siano esperienze contrastanti al riguardo o le famigerate "PDC professionali"... onestamente per come la vedo io la PDC è qualcosa pensato per funzionare a T di mandata bassa. Mettere un pavimento radiante avrebbe un costo notevole [tra costo del radiante più la ceramica] mentre avrei volentieri conservato il vecchio pavimento in cotto presente oggi.
A tal fine per ridurre al minimo le demolizioni mi hanno assicurato che, grazie all'altezza congrua, è possibile fare il grosso della distribuzione impiantistica, sia idraulica che elettrica, via controsoffitto sfruttando il corridoio che corre lunga tutta l'abitazione e poi facendo solo le calate nelle varie stanze. Questo andrebbe ulteriormente a rafforzare l'idea di contenimento dei costi, di conservazione dell'esistente di pregio e dunque allontana la realizzazione di un pavimento radiante.
Altra possibilità cambiare i caloriferi, mettendone di moderni in alluminio... Però a prescindere da valutazioni estetiche soggettive e legate al contesto, ritengo siano comunque una soluzione che solo parzialmente riavvicina al "senso" di usare una PDC, non sfruttandone al meglio le potenzialità...
I convettori ad aria al posto dei radiatori in ghisa restano l'unica cosa che potrebbe lavorare a bassa T di mandata. Però sono anche quelli che, a mio avviso, danno il minor confort abitativo perchè il calore ottenuto si dissolve altrettanto rapidamente e va a finire che la PDC sta a spingere tutta la notte prendendo corrente dalla rete e non dal FV. Peraltro siamo tutti soggetti allergici e la cosa mi impensierisce ulteriormente.
Un accumulo per il FV al momento lo escludo proprio perchè non credo che la tecnologia delle celle sia ancora abbastanza "matura" a fronte dei costi comunque elevati. Secondo me assisteremo alla stessa parabola di prezzo dei pannelli FV, ergo semmai ci ritornerò sopra tra qualche anno...
Lato FV credo che ad oggi, sopratutto avendo una casa indipendente e con cosi tanto tetto, credo sia un obbligo morale installarlo a prescindere dalla PDC, anche considerando il fatto che comunque avremo due cucine ad induzione e tutti gli elettrodomestici che ormai sono dotazione standard di una casa moderna, peraltro doppi essendo 2 appartamenti.
Qui ci sono due correnti di pensiero: chi lo installa tarato sui consumi stimati del nucleo familiare e chi invece suggerisce di abbondare, laddove possibile per spazio e disponibilità economica, dato che il surplus comunque genera un ritorno... Fermo restando il discorso contenimento dei costi ancora non sono riuscito a decidere quale di queste due visioni sia vincente... Aggiungo che sia io che mia moglie lavoriamo a turni, ergo un consumo "medio" diurno stabile è praticamente impossibile da stimare con andamento regolare.
Lato coibentazione invece sono convintissimo che almeno il sottotetto vada pannellato, che peraltro immagino sia anche il lavora meno impegnativo da un punto di vista economico non necessitando poi di finiture estetiche o altro. Meglio ancora sarebbe il realizzare anche un cappotto esterno, ma in quel caso purtroppo credo che vista l'ampiezza delle superfici in gioco i costi diverrebbero molto, molto elevati.
Riassumendo:
costante = coibentazione sottotetto + FV [al riguardo rispondete al quesito sul dimensionamento preciso o oversize!]
ipotesi 1 - PDC/fancoil caldo/freddo [in questo caso dite che sia necessario prevedere qualche sistema per prevenire la condensa?]
ipotesi 2 - PDC/radiatori alluminio per caldo + condizionatori [o VMC??] per raffrescamento estivo
ipotesi 3 - caldaia a condensazione/radiatori ghisa per caldo + piccola PDC solo ACS estiva
ipotesi 4 - ogni suggerimento e spunto di riflessione è benvenuto!
Mi dilungo un pò, lo so... ma spero possiate divertirvi ad aiutarmi...
P.S. - non appena avrò firmato il preliminare mi metto a girare per preventivi, e poi vi interrogo!
P.S.II - come già detto nella precedente discussione è veramente difficile trovare un ingegnere termotecnico degno di questo nome, pare siano tutti al nord Italia. Qua al centro sono tutti termoidraulici che si spacciano per esperti salvo poi girare la parte burocratica a quegli studi che ti firmano un APE per 30€...
E se posso permettermi, avendo fatto per anni l'operaio impiantista, sono tutti dei cazzari... Il problema è che manca la cultura scientifica e la sua applicazione. Ed è anche che NESSUNA azienda nè persona avrà mai l'umiltà e/o l'onestà di dirvi "io non ne capisco molto" perchè temono -di questi tempi poi!- di farsi sfuggire un potenziale lavoro. Salvo poi andare a chiedere una consulenza all'amico o al "cuggino" sull'argomento del quale hanno millantato conoscenza nel momento in cui si trovano a dover risolvere snodi pratici che non hanno mai affrontato. Ed è questa approssimazione che poi crea gli impianti frankenstein... Io facevo trasmissione dati ma ho visto veramente degli accrocchi assurdi, anche in ambiti prestigiosi o sensibili. Dubito che il settore termico differisca di molto.
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