Questo thread nasce dal bisogno di far comprendere in maniera pratica le possibilità insite nella teoria dei 'domini di coerenza'dell'acqua, superando l'accettazione o meno della validità della teoria attraverso l'esecuzione di un esperimento che, interpretato con gli attuali modelli, fornisce risultati impossibili, che però diventano plausibili se inquadrati nello schema dei domini di coerenza.
Al termine di questo esperimento si sarà dimostrato che, sfruttando le proprietà dei domini di coerenza dell'acqua di rubinetto e la percentuale di molecole quasi libere che circondano tali domini, è possibile costruire una piccola pila.
Senza consumo di elettrodi e senza consumo di elettrolita.
Chiaramente è solo un esperimento ma, almeno in me, ha innescato una serie di considerazioni che, in successione, mi hanno portato all'analisi e al miglioramento dei sistemi di sfuttamento di questo processo attraverso la costruzione di una cella per elettrolisi dell'acqua.
Ma veniamo all'esperimento
Materiale occorrente:
- 1 bicchiere di acqua potabile
- 2 graffette di acciaio inossidabile (quelle per tenere insieme i fogli)
- 1 quadrato (5x5) cm di Nafion©.
Il Nafion© è un materiale impiegato nelle celle a combustibile (fuel cell) e che ultimamente sta vedendo un certo impiego anche in altri campi.
Procedimento:
- graffettare il Nafion© e immergerlo completamente in acqua (con tutta la graffetta)
- immergere in acqua anche l'altra graffetta
- aggiungere all'acqua un pizzico di sale da cucina (non dò valori precisi, tanto funziona facilmente)
- misurare la ddp fra la graffetta libera e la graffetta attaccata al Nafion©
- accorgersi che sono circa 0.5V
- aggiungere un piccolo carico elettrico
- accorgersi che circola una microcorrente
Fine.
Come fa questa 'pila' a funzionare?
Grazie alla nanostruttura del Nafion© è possibile generare delle 'asimmetrie' sulla distribuzione dei 'domini di coerenza' tali da consentire all'acqua in prossimità del Nafion© di avere un potenziale elettrico e una capacità di cedere elettroni differente da quella dell'acqua senza Nafion©.
E questo solo sfruttando le proprietà dell'acqua che beviamo e la sua struttura.
Invito tutti a contribuire a questa discussione con armonia e serenità, sempre nel rispetto delle idee altrui, anche se sembrano strampalate.
Al termine di questo esperimento si sarà dimostrato che, sfruttando le proprietà dei domini di coerenza dell'acqua di rubinetto e la percentuale di molecole quasi libere che circondano tali domini, è possibile costruire una piccola pila.
Senza consumo di elettrodi e senza consumo di elettrolita.
Chiaramente è solo un esperimento ma, almeno in me, ha innescato una serie di considerazioni che, in successione, mi hanno portato all'analisi e al miglioramento dei sistemi di sfuttamento di questo processo attraverso la costruzione di una cella per elettrolisi dell'acqua.
Ma veniamo all'esperimento
Materiale occorrente:
- 1 bicchiere di acqua potabile
- 2 graffette di acciaio inossidabile (quelle per tenere insieme i fogli)
- 1 quadrato (5x5) cm di Nafion©.
Il Nafion© è un materiale impiegato nelle celle a combustibile (fuel cell) e che ultimamente sta vedendo un certo impiego anche in altri campi.
Procedimento:
- graffettare il Nafion© e immergerlo completamente in acqua (con tutta la graffetta)
- immergere in acqua anche l'altra graffetta
- aggiungere all'acqua un pizzico di sale da cucina (non dò valori precisi, tanto funziona facilmente)
- misurare la ddp fra la graffetta libera e la graffetta attaccata al Nafion©
- accorgersi che sono circa 0.5V
- aggiungere un piccolo carico elettrico
- accorgersi che circola una microcorrente
Fine.
Come fa questa 'pila' a funzionare?
Grazie alla nanostruttura del Nafion© è possibile generare delle 'asimmetrie' sulla distribuzione dei 'domini di coerenza' tali da consentire all'acqua in prossimità del Nafion© di avere un potenziale elettrico e una capacità di cedere elettroni differente da quella dell'acqua senza Nafion©.
E questo solo sfruttando le proprietà dell'acqua che beviamo e la sua struttura.
Invito tutti a contribuire a questa discussione con armonia e serenità, sempre nel rispetto delle idee altrui, anche se sembrano strampalate.
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