In questi anni si sta acuendo la lotta, disperata, fra i tanti convinti che l'evoluzione del cosiddetto "mercato del lavoro" sia gestibile dalle leggi e chi avverte (da anni!) che l'evoluzione tecnologica e societaria impone soluzioni diverse e più al passo coi tempi, anche se meno "comode e sicure" dei rilassanti contrattoni a vita, crescenti e al riparo dall'inflazione degli anni 70!
Questa lotta ha portato a una durissima radicalizazzione e all'illusione (evidente) in molti che il problema dipenda solo da errori legislativi o di mercato (il "turbocapitalismo", il "liberismo selvaggio", le grandi aziende che hanno tutto offshore, la finanza, le banche, ecc.).
In realtà qualcuno sta da tempo segnalando che il problema è ben diverso:
Reddito di cittadinanza, contro precariato e disoccupazione meglio il salario minimo - Il Fatto Quotidiano
L'articolo è per me da sottoscrivere dalla prima all'ultima parola. La proposta del futuro lavoro si sta velocemente polarizzando in 3 grandi fasce:
1) I lavoratori superspecializzati o preparati in campi di grande offerta tecnologica (informatica, automazione, economia, ecc.). E' la categoria che ha ed avrà sempre di più un potere contrattuale altissimo, quindi con possibilità di stipendi molto elevati.
2) I lavoratori di fascia media, che NON saranno PIU' nel commercio e servizi in genere, ma in aree molto più ristrette e precise. Non soggette a facile automazione. Sono i servizi alla persona (sanità, assistenza, istruzione) e alle aziende. Saranno una fascia più ampia della prima, ma molto variabile al proprio interno come potenzialità di contrattazione.
3) La grande massa di "working poors" senza praticamente capacità contrattuale ai quali resta solo la capacità contrattuale politica. Che però come il sonno della ragione...genera cialtroni! Che prima o poi potrebbero trasformarsi in mostri!
E' quindi importantissimo, vitale, trovare una forma di redistribuzione reddituale che permetta alla terza fascia di "galleggiare" passando da un impiego temporaneo all'altro, ma che dia anche la possibilità a chi ne ha le capacità di provare il salto nelle prime due fasce.
Ed è altrettanto importantissimo, vitale anche di più, far capire alla massa in ansia che il cambiamento è necessario, ma DEVE essere cambiamento! E NON ritorno (pateticamente impossibile!) ai bei vecchi tempi andati!
NON c'è e NON ci sarà MAI PIU' alcuna speranza, possibilità, scommessa illusoria, che le aziende stipulino contratti a vita! Non importa quali astutissimi maneggi legislativi si vogliano inventare!
Oggi un'azienda o è la Sony, Philips o altre mega-aziende con possibilità di rivolgersi velocemente su un mercato totalmente nuovo alla bisogna o è destinata a ENORMI cambiamenti di potenzialità di mercato e quindi a altrettanto velocissimi e grandi ristrutturazioni! O a chiudere! Ed in quel caso vi LICENZIERA'! Qualsiasi forma di contratto abbiate in mano! Qualsiasi articolodiciotto sia vigente o meno. Qualsiasi governo esista! Molti non lo sanno, ma non c'è nè c'è mai stata ALCUNA norma che imponga di "non licenziare" e punto! Se l'azienda deve ridurre il personale, LO RIDUCE!
Ed è questo l'esatto, preciso, problema con cui chi vuol lavorare si deve confrontare! Non i licenziamenti "illegittimi" che sono ormai una sparuta minoranza e non influiscono per niente sulla dinamica occupazionale!
Il famoso RdC è nato da intenti nobili e condivisibili. Purtroppo, come capita quando si fanno fare le cose serie ai cialtroni, è stato trasformato in un patetico simulacro di "lavori socialmente utili" e perdipiù è stato inizialmente orientato verso la parte non più produttiva della popolazione. (la famosa "pensione di cittadinanza! Grandissima str..ata demago-populista!). E' tutto da vedere che la seconda parte strombazzata troverà i fondi (anzi...), ma se pure fosse sarebbe solo un palliativo clientelare utile per raccattare voti al sud. E lo sanno tutti ormai.
Voci come quelle dell'economista dell'articolo ce ne sono a migliaia. Per ora ignorate, ma tanto presto la verità sarà plateale e non più addebitabile a "quelli di prima" quando non piace.
Paesi come l'Italia sono i più esposti al pericolo. NON E' VERO che la produzione industriale, la capacità produttiva, la qualità del prodotto italiano sia in crisi!
Anzi è vero l'esatto contrario!
Quello che però è in grave crisi è la capacità del sistema Italia di attirare le aziende e permettere loro di LAVORARE!
Non serve a un tubo dire alle aziende "assumi questo per la vita e per un anno non paghi contributi. Ma solo in questa regione, solo per qeusti lavoratori, solo se sei in queste condizioni"!! Serve RIDURRE defnitivamente il carico contributivo-fiscale SULLE AZIENDE e coprire i lavoratori precari con un'assicurazione di reddito che garantisca loro di poter superare i periodi di inattività senza drammi!
QUESTO serve ora! Per il "reddito di cittadinanza", inteso come forma originaria di "distribuzione dello stesso reddito a TUTTI i cittadini" occorre una riforma profondissima del sistema che va ben oltre le capacità di quattro falliti nella vita che si riciclano come esperti di demago-populismo applicato!
Altrimenti le aziende si organizzeranno, come han sempre fatto efficacemente, specie in Italia, aggirando facilmente tutte le velleitarie sciocchezze normative e ci ritroveremo con altre delocalizzazioni, esternalizzazioni, ristrutturazioni, fughe notturne dai capannoni abbandonati, ecc. ecc. E con una disoccupazione giovanile ancora più elevata.
La "quota 100" non è vista malissimo da molte aziende NON perchè (come molti boccaloni credono) queste non vedano l'ora di sostituire un lavoratore ormai poco efficiente con un robusto ed entusiasta giovane! Ma perchè si avrà l'occasione di sostituire una posizione ipergarantita, costosa, poco produttiva con più posizioni elastiche, utlizzabili nei tempi che servono, meno costose e molto più produttive!
E' verissimo che per ogni posto di pre-pensionato quel lavoro lo potrebbero svolgere due o tre giovani. Ma lo svolgeranno in forma super-precaria ad un costo totale INFERIORE a quello del singolo pre-pensionato! Sempre che l'azienda non decida di mandare in outsourcing l'intero proccesso affidandolo a realtà esterne per togliersi anche gli impicci delle normative su sicurezza, privacy ecc.! L'esternalizzazione dei call center in Albania o Romania non deriva dal fatto che i giovani imprenditori preferiscono stare a Ibiza a divertirsi invece di lavorare in fabbrica a fianco all'operaio come mi diceva qualcuno e come una certa demagogia operaistica ancora sogna!
E' l'evoluzione che già si vede in molte realtà! Ed è INARRESTABILE! Nessuno si illuda!
Su questi temi si dovrà confrontare la vera sinistra sociale. Non sul "come cacciare via i negri che ci rubano il lavoro".
Questa lotta ha portato a una durissima radicalizazzione e all'illusione (evidente) in molti che il problema dipenda solo da errori legislativi o di mercato (il "turbocapitalismo", il "liberismo selvaggio", le grandi aziende che hanno tutto offshore, la finanza, le banche, ecc.).
In realtà qualcuno sta da tempo segnalando che il problema è ben diverso:
Reddito di cittadinanza, contro precariato e disoccupazione meglio il salario minimo - Il Fatto Quotidiano
L'articolo è per me da sottoscrivere dalla prima all'ultima parola. La proposta del futuro lavoro si sta velocemente polarizzando in 3 grandi fasce:
1) I lavoratori superspecializzati o preparati in campi di grande offerta tecnologica (informatica, automazione, economia, ecc.). E' la categoria che ha ed avrà sempre di più un potere contrattuale altissimo, quindi con possibilità di stipendi molto elevati.
2) I lavoratori di fascia media, che NON saranno PIU' nel commercio e servizi in genere, ma in aree molto più ristrette e precise. Non soggette a facile automazione. Sono i servizi alla persona (sanità, assistenza, istruzione) e alle aziende. Saranno una fascia più ampia della prima, ma molto variabile al proprio interno come potenzialità di contrattazione.
3) La grande massa di "working poors" senza praticamente capacità contrattuale ai quali resta solo la capacità contrattuale politica. Che però come il sonno della ragione...genera cialtroni! Che prima o poi potrebbero trasformarsi in mostri!
E' quindi importantissimo, vitale, trovare una forma di redistribuzione reddituale che permetta alla terza fascia di "galleggiare" passando da un impiego temporaneo all'altro, ma che dia anche la possibilità a chi ne ha le capacità di provare il salto nelle prime due fasce.
Ed è altrettanto importantissimo, vitale anche di più, far capire alla massa in ansia che il cambiamento è necessario, ma DEVE essere cambiamento! E NON ritorno (pateticamente impossibile!) ai bei vecchi tempi andati!
NON c'è e NON ci sarà MAI PIU' alcuna speranza, possibilità, scommessa illusoria, che le aziende stipulino contratti a vita! Non importa quali astutissimi maneggi legislativi si vogliano inventare!
Oggi un'azienda o è la Sony, Philips o altre mega-aziende con possibilità di rivolgersi velocemente su un mercato totalmente nuovo alla bisogna o è destinata a ENORMI cambiamenti di potenzialità di mercato e quindi a altrettanto velocissimi e grandi ristrutturazioni! O a chiudere! Ed in quel caso vi LICENZIERA'! Qualsiasi forma di contratto abbiate in mano! Qualsiasi articolodiciotto sia vigente o meno. Qualsiasi governo esista! Molti non lo sanno, ma non c'è nè c'è mai stata ALCUNA norma che imponga di "non licenziare" e punto! Se l'azienda deve ridurre il personale, LO RIDUCE!
Ed è questo l'esatto, preciso, problema con cui chi vuol lavorare si deve confrontare! Non i licenziamenti "illegittimi" che sono ormai una sparuta minoranza e non influiscono per niente sulla dinamica occupazionale!
Il famoso RdC è nato da intenti nobili e condivisibili. Purtroppo, come capita quando si fanno fare le cose serie ai cialtroni, è stato trasformato in un patetico simulacro di "lavori socialmente utili" e perdipiù è stato inizialmente orientato verso la parte non più produttiva della popolazione. (la famosa "pensione di cittadinanza! Grandissima str..ata demago-populista!). E' tutto da vedere che la seconda parte strombazzata troverà i fondi (anzi...), ma se pure fosse sarebbe solo un palliativo clientelare utile per raccattare voti al sud. E lo sanno tutti ormai.
Voci come quelle dell'economista dell'articolo ce ne sono a migliaia. Per ora ignorate, ma tanto presto la verità sarà plateale e non più addebitabile a "quelli di prima" quando non piace.
Paesi come l'Italia sono i più esposti al pericolo. NON E' VERO che la produzione industriale, la capacità produttiva, la qualità del prodotto italiano sia in crisi!
Anzi è vero l'esatto contrario!
Quello che però è in grave crisi è la capacità del sistema Italia di attirare le aziende e permettere loro di LAVORARE!
Non serve a un tubo dire alle aziende "assumi questo per la vita e per un anno non paghi contributi. Ma solo in questa regione, solo per qeusti lavoratori, solo se sei in queste condizioni"!! Serve RIDURRE defnitivamente il carico contributivo-fiscale SULLE AZIENDE e coprire i lavoratori precari con un'assicurazione di reddito che garantisca loro di poter superare i periodi di inattività senza drammi!
QUESTO serve ora! Per il "reddito di cittadinanza", inteso come forma originaria di "distribuzione dello stesso reddito a TUTTI i cittadini" occorre una riforma profondissima del sistema che va ben oltre le capacità di quattro falliti nella vita che si riciclano come esperti di demago-populismo applicato!
Altrimenti le aziende si organizzeranno, come han sempre fatto efficacemente, specie in Italia, aggirando facilmente tutte le velleitarie sciocchezze normative e ci ritroveremo con altre delocalizzazioni, esternalizzazioni, ristrutturazioni, fughe notturne dai capannoni abbandonati, ecc. ecc. E con una disoccupazione giovanile ancora più elevata.
La "quota 100" non è vista malissimo da molte aziende NON perchè (come molti boccaloni credono) queste non vedano l'ora di sostituire un lavoratore ormai poco efficiente con un robusto ed entusiasta giovane! Ma perchè si avrà l'occasione di sostituire una posizione ipergarantita, costosa, poco produttiva con più posizioni elastiche, utlizzabili nei tempi che servono, meno costose e molto più produttive!
E' verissimo che per ogni posto di pre-pensionato quel lavoro lo potrebbero svolgere due o tre giovani. Ma lo svolgeranno in forma super-precaria ad un costo totale INFERIORE a quello del singolo pre-pensionato! Sempre che l'azienda non decida di mandare in outsourcing l'intero proccesso affidandolo a realtà esterne per togliersi anche gli impicci delle normative su sicurezza, privacy ecc.! L'esternalizzazione dei call center in Albania o Romania non deriva dal fatto che i giovani imprenditori preferiscono stare a Ibiza a divertirsi invece di lavorare in fabbrica a fianco all'operaio come mi diceva qualcuno e come una certa demagogia operaistica ancora sogna!
E' l'evoluzione che già si vede in molte realtà! Ed è INARRESTABILE! Nessuno si illuda!
Su questi temi si dovrà confrontare la vera sinistra sociale. Non sul "come cacciare via i negri che ci rubano il lavoro".
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