Salve a tutti,
mi sto cimentando alla costruzione di un impianto VMC per la mia abitazione.
Si tratta di un appartamento su due piani, dotato di mansarda ad una falda.
Il piano superiore (mansardato) è dotato di soli lucernari (tipo Velux): questi rendono difficile il ricambio dell'aria durante l'inverno, specie quando le condizioni atmosferiche sono avverse (pioggia, neve, vento forte), con notevoli disaggi: persistenza di odori, umidità e altro. Un ricambio forzato dell'aria interna è la soluzione ideale.
La conformazione di questa mansarda rende particolarmente agevole la costruzione di tale impianto perchè la parte bassa, adibita a magazzino, sovrasta tutte le stanze del piano sottostante, quindi si presta per la canalizzazione delle condotte per il trasporto dell'aria.
Premetto che non sono un esperto del settore, ma mi sono documentato un'pò in giro e visto qualche macchina VMC per uso domestico. Il loro funzionamento è alquanto semplice, almeno nella teoria:
L'aria viene prelevata dall'esterno. Una volta filtrata da polveri e altro viene fatta passare dallo scambiatore, ovvero da una serie di canalette sottili che favoriscono lo scambio di calore tra l'aria che entra in casa e quella che esce, recuperando parte di energia che andrebbe altrimenti persa. Quindi viene immessa nell'ambiente domestico attraverso le canalizzazioni nelle stanze, solitamente in soggiorno e nelle camere da letto, dove è preferibile fruire l'aria "fresca".
Dalle cucine e dai bagni invece, dove sono presenti piu sostanze inquinanti, l'aria viene prelevata e fatta passare nuovamente attraverso lo scambiatore, per essere infine espulsa all'esterno.
Discorso canalizzazioni a parte, mi sto concentrando sul recuperatore. Il cuore del sistema è ovviamente lo scambiatore.
Per le mie necessità e per la semplicità di costruzione mi sto orientando verso uno scambiatore di tipo Sensibile (non Latente), quindi senza recupero dell'umidità dell'aria. Questo anche perché abito in una zona prevalentemente umida, specie d'estate, e il clima è generalmente non rigido, non troppo freddo d'inverno e neanche troppo caldo d'estate.
Quindi in estate la necessità è sopratutto quella di asciugare l'aria in entrata, per dare anche una mano all'impianto di climatizzazione esistente, mentre d'inverno si recupera una parte del calore espulso ma si renderà forse necessario prevedere all'umidificazione supplementare dell'aria in entrata.
Generalmente gli scambiatori di questo tipo sono costruiti da una serie di pannelli di Polipropilene alveolare estruso posti incrociati in modo da formare una batteria a doppio flusso, appunto, incrociato:
Viene posto a 45° in modo da favorire il flusso della condensa, che viene poi raccolta da una vasca sottostante.
Ecco quindi un primo schema della macchina che ho in mente di fare:
Si tratta di una prima bozza che mi aiuta a raccogliere intanto il materiale, spero tutto di recupero.
Per l'alveolare non credo ci siano particolari problemi, lo si trova ovunque e anche nuovo non costa tanto.
Serviranno due aspiratori centrifughi da 150-200 mc/h, sono piu costosi ma in genere si trovano anche questi in giro (qualche ventilconvettore dismesso) oppure nuovi a partire da circa €70 cad.
Pensavo infine di aggiungere un piccolo radiatore lamellare che provvederò a collegare in parallelo alla linea di riscaldamento (ho un radiatore a breve distanza su cui collegarmi). In questo modo potrò post-riscaldare l'aria immessa nelle stanze sfruttando una parte del calore prodotto dalla caldaia in inverno. In estate invece lo stesso radiatore potrebbe essere collegato alla mandata principale dell'acqua sanitaria (fredda). Dato che, come dicevo, il clima è particolarmente umido (abito nel Veneto) basterebbe poco per abbassare la T dell'aria quel poco che serve per raggiungere il punto di rugiada e deumidificarla in parte prima che raggiunga lo scambiatore. La temperatura dell'acquedotto è sicuramente più bassa di quella dell'aria, e dato che la si usa spesso e volentieri durante la giornata, se la faccio passare prima dallo scambiatore recupero una parte importante di energia altrimenti persa. Ammetto che è la parte più fantascientifica del mio progetto in quanto implica sconvolgere l'impianto idraulico esistente, ma la buona volontà e l'olio di gomito certo non mancano .
Questo, per ora, quanto penso di realizzare.
Ogni vostro commento, suggerimento, idea ecc è, come al solito, utile e prezioso.
Grazie
mi sto cimentando alla costruzione di un impianto VMC per la mia abitazione.
Si tratta di un appartamento su due piani, dotato di mansarda ad una falda.
Il piano superiore (mansardato) è dotato di soli lucernari (tipo Velux): questi rendono difficile il ricambio dell'aria durante l'inverno, specie quando le condizioni atmosferiche sono avverse (pioggia, neve, vento forte), con notevoli disaggi: persistenza di odori, umidità e altro. Un ricambio forzato dell'aria interna è la soluzione ideale.
La conformazione di questa mansarda rende particolarmente agevole la costruzione di tale impianto perchè la parte bassa, adibita a magazzino, sovrasta tutte le stanze del piano sottostante, quindi si presta per la canalizzazione delle condotte per il trasporto dell'aria.
Premetto che non sono un esperto del settore, ma mi sono documentato un'pò in giro e visto qualche macchina VMC per uso domestico. Il loro funzionamento è alquanto semplice, almeno nella teoria:
L'aria viene prelevata dall'esterno. Una volta filtrata da polveri e altro viene fatta passare dallo scambiatore, ovvero da una serie di canalette sottili che favoriscono lo scambio di calore tra l'aria che entra in casa e quella che esce, recuperando parte di energia che andrebbe altrimenti persa. Quindi viene immessa nell'ambiente domestico attraverso le canalizzazioni nelle stanze, solitamente in soggiorno e nelle camere da letto, dove è preferibile fruire l'aria "fresca".
Dalle cucine e dai bagni invece, dove sono presenti piu sostanze inquinanti, l'aria viene prelevata e fatta passare nuovamente attraverso lo scambiatore, per essere infine espulsa all'esterno.
Discorso canalizzazioni a parte, mi sto concentrando sul recuperatore. Il cuore del sistema è ovviamente lo scambiatore.
Per le mie necessità e per la semplicità di costruzione mi sto orientando verso uno scambiatore di tipo Sensibile (non Latente), quindi senza recupero dell'umidità dell'aria. Questo anche perché abito in una zona prevalentemente umida, specie d'estate, e il clima è generalmente non rigido, non troppo freddo d'inverno e neanche troppo caldo d'estate.
Quindi in estate la necessità è sopratutto quella di asciugare l'aria in entrata, per dare anche una mano all'impianto di climatizzazione esistente, mentre d'inverno si recupera una parte del calore espulso ma si renderà forse necessario prevedere all'umidificazione supplementare dell'aria in entrata.
Generalmente gli scambiatori di questo tipo sono costruiti da una serie di pannelli di Polipropilene alveolare estruso posti incrociati in modo da formare una batteria a doppio flusso, appunto, incrociato:
Viene posto a 45° in modo da favorire il flusso della condensa, che viene poi raccolta da una vasca sottostante.
Ecco quindi un primo schema della macchina che ho in mente di fare:
Si tratta di una prima bozza che mi aiuta a raccogliere intanto il materiale, spero tutto di recupero.
Per l'alveolare non credo ci siano particolari problemi, lo si trova ovunque e anche nuovo non costa tanto.
Serviranno due aspiratori centrifughi da 150-200 mc/h, sono piu costosi ma in genere si trovano anche questi in giro (qualche ventilconvettore dismesso) oppure nuovi a partire da circa €70 cad.
Pensavo infine di aggiungere un piccolo radiatore lamellare che provvederò a collegare in parallelo alla linea di riscaldamento (ho un radiatore a breve distanza su cui collegarmi). In questo modo potrò post-riscaldare l'aria immessa nelle stanze sfruttando una parte del calore prodotto dalla caldaia in inverno. In estate invece lo stesso radiatore potrebbe essere collegato alla mandata principale dell'acqua sanitaria (fredda). Dato che, come dicevo, il clima è particolarmente umido (abito nel Veneto) basterebbe poco per abbassare la T dell'aria quel poco che serve per raggiungere il punto di rugiada e deumidificarla in parte prima che raggiunga lo scambiatore. La temperatura dell'acquedotto è sicuramente più bassa di quella dell'aria, e dato che la si usa spesso e volentieri durante la giornata, se la faccio passare prima dallo scambiatore recupero una parte importante di energia altrimenti persa. Ammetto che è la parte più fantascientifica del mio progetto in quanto implica sconvolgere l'impianto idraulico esistente, ma la buona volontà e l'olio di gomito certo non mancano .
Questo, per ora, quanto penso di realizzare.
Ogni vostro commento, suggerimento, idea ecc è, come al solito, utile e prezioso.
Grazie
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