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DIODO DI BLOCCO - SCOPPIATO

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  • #31
    Ragazzi, attenti perchè la potenza dissipata dal complesso termico case-diodo + dissipatore è funzione della differenza di temperatura Tj-Ta dove Tj = max. temperatura di giunzione del diodo e Ta = T ambiente. Li dentro mi sa che Ta superava tranquillamente i 50°/60°C.<br><br>Dalla foto non riesco a capire come è fatto il dissipatore, e quindi a trovarne la Rt in °C/W.<br>Qui potete trovare un interessante trattato di come si dimensiona correttamente un dissipatore: <a href="http://www.itiomar.it/pubblica/Telecomunicaz/lezioni/4_anno/dissipaz.pdf" target="_blank">http://www.itiomar.it/pubblica/Telecomunic...no/dissipaz.pdf</a><br><br>Comunque, &#39;a naso&#39; il ponte è partito più per un errore nel collegamento.<br>Se potessi postare lo schema....
    "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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    • #32
      Ci vedo un po&#39; di problemi.<br><br>Il dissipatore e&#39; sicuramente sottodimensionato, soprattutto se montato come nella foto, con le alette in orizzontale anziche&#39; in verticale.<br><br>La saldatura dei terminali va bene se viene eseguita rispettando le regole dettate dal costruttore del ponte, a naso direi che chi ha fatto le saldature non le ha rispettate ed ha surriscaldato la saldatura verso uno dei 4 chip.<br><br>Non parlerei di cavetti rossi e neri per riferirsi a positivi e negativi, mi sembra che ci sia un po&#39; di confusione.<br><br>Visto il danno, sicuramente le protezioni adottate sono insufficienti o calcolate male. Se non e&#39; andato a fuoco niente, ti e&#39; andata bene&#33;<br><br>Non so se il guasto e&#39; avvenuto subito o quasi, o dopo molto tempo, con i primi caldi e la prima buona produzione di corrente.<br><br>Non si sa come sono collocati i cavi dai pannelli verso i diodi, se questi cavi raccolgono disturbi induttivi durante i temporali, non c&#39;e&#39; protezione veramente valida, se non la schermatura degli stessi o l&#39;interramento.<br><br>Vista la tipologia del guasto, non e&#39; da escludere anche un innalzamento transitorio del potenziale dei pannelli rispetto a terra, che ha fatto superare la tensione di isolamento verso massa del ponte.<br><br>Aggiungo che e&#39; importante anche il giusto serraggio della vite centrale, se il serraggio e&#39; eccessivo, si ha una leggera deformazione della base che peggiora la situazione durante le dilatazioni termiche (non dimentichiamo che le prestazioni nominali si intendono per diodi sollecitati in modo uniforme, qui invece ne funzionano solo due, gli altri due sono inattivi.<br><br>Ciao<br>Mario
      Molto urgente: cerco socio: Collaborazione a Milano
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      Mala tempora currunt, non contattatemi piu' per questioni riguardanti il forum, grazie, il mio tempo e' finito.
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      L'energia non si crea ne' si distrugge, ma ne sprechiamo troppa in modo irresponsabile. Sito personale: http://evlist.it
      Se fate domande tecniche e volete risposte dal forum precise e veloci, "date i dati" specificando anche l'ambiente operativo e fornendo il maggior numero possibile di informazioni.
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      • #33
        Scusa Mario, ma per produrre un danno simile ci deve essere qualcos&#39;altro. I pannelli producono alla maxpotenza 7,5A e i diodi sono da 35A. Anche se la stringa è totalmente in ombra, ma anche se ha fatto una stinga est e una ovest questo avviene solo alcune ore al giorno e non alla massima potenza, i diodi dovrebbero facilmente sopravvivere o al limite interrompersi. Dalla fotografia sembrerebbe che il tutto abbia fatto fuoco e fiamme. O è stata una cosa improvvisa o, prima di bruciare tutto, si sarebbe liquefatto lo stagno e sis srebbe staccata una stringa.<br>Per quanto tempo l&#39;impianto ha funzionato prima che succedesse tutto questo?<br>

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        • #34
          <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (snapdozier @ 18/7/2007, 18:57)</div><div id="quote" align="left">Scusa Mario, ma per produrre un danno simile ci deve essere qualcos&#39;altro. I pannelli producono alla maxpotenza 7,5A e i diodi sono da 35A. Anche se la stringa è totalmente in ombra, ma anche se ha fatto una stinga est e una ovest questo avviene solo alcune ore al giorno e non alla massima potenza, i diodi dovrebbero facilmente sopravvivere o al limite interrompersi. Dalla fotografia sembrerebbe che il tutto abbia fatto fuoco e fiamme. O è stata una cosa improvvisa o, prima di bruciare tutto, si sarebbe liquefatto lo stagno e sis srebbe staccata una stringa.<br>Per quanto tempo l&#39;impianto ha funzionato prima che succedesse tutto questo?</div></div><br>Penso che Mario maggi ha ragione, messo cosi, non c&#39;è stato un granchè di dissipazione di calore.

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          • #35
            Il problema è solo nel tipo di ponte.<br>Metti un semplice Fagor da 50A 1000V. Costa 20Cent in più ma non fa quella fine.<br><br>Lo scorso anno abbiamo messo in semplici dispositivi da 500W (4A di picco 220V) un ponte di origine taiwanese 50A 1000V.<br>Con marchio non europeo o americano ma palesemente taiwanese, (non cito il nome per non fare publicit&agrave; negativa), su 100 apparecchi finiti nel deserto almeno 10 hanno fatto quella stessa identica fine.<br>Sembra la foto di un nostro apparecchio.<br><br><br>Ogni anno vendiamo migliaia di apparecchi su piattaforme petrolifere con ponti di marche &quot;decenti&quot; e vi assicuro che non si riducono così nemmeno quando sono male dissipati per errore di montaggio.<br>Per quanto riguarda la corrente massima se c&#39;è scritto 50A il ponte (adeguatamente dissipato) regge 50A continui.<br>Se vuoi proteggere un ponte con un magnetotermico puoi empiricamente dimensionare il semiconduttore con una corrente 2-3 volte superiore al sistema di protezione magnetico. (Anche se un calcolo sull&#39;impedenza di linea e il dI sarebbe meglio farlo).<br><br>

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            • #36
              albertaus,<br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">Il problema è solo nel tipo di ponte.<br>Metti un semplice Fagor da 50A 1000V. Costa 20Cent in più ma non fa quella fine.</div></div><br>non sono d&#39;accordo con questa soluzione e non penso che nessuno possa garantire che non faccia quella fine, soprattutto se e&#39; scoppiato in tensione (quello che consigli tu e&#39; sempre da 1000 VDC)<br><br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">su 100 apparecchi finiti nel deserto almeno 10 hanno fatto quella stessa identica fine.<br>Sembra la foto di un nostro apparecchio.</div></div><br>Non mi sembra una buona referenza. C&#39;e&#39; sicuramente un problema di dimensionamento termico del dissipatore, ma non e&#39; detto che questa sia stata la causa scatenante del guasto.<br><br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">Ogni anno vendiamo migliaia di apparecchi su piattaforme petrolifere con ponti di marche &quot;decenti&quot; e vi assicuro che non si riducono così nemmeno quando sono male dissipati per errore di montaggio.<br>Per quanto riguarda la corrente massima se c&#39;è scritto 50A il ponte (adeguatamente dissipato) regge 50A continui.</div></div><br>Confermi anche tu che - almeno statisticamente - la causa di questo guasto non e&#39; stato il surriscaldamento.<br>Attenzione ai numeri delle sigle, non e&#39; detto che corrispondano alle correnti. Fa testo il data sheet, attenzione a distinguere 50 ADC da 50 AAC.<br><br>snapdozier,<br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">Scusa Mario, ma per produrre un danno simile ci deve essere qualcos&#39;altro.</div></div><br>concordo, ma non abbiamo elementi sufficienti per fare una perizia.<br><br>Ciao<br>Mario<br><br>
              Molto urgente: cerco socio: Collaborazione a Milano
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              • #37
                <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">Confermi anche tu che - almeno statisticamente - la causa di questo guasto non e&#39; stato il surriscaldamento.</div></div><br>Assolutamente,<br>un guasto così è stato visto solo con quel tipo di ponte. Abbiamo dovuto ritirare circa 500 apparecchi gi&agrave; venduti per sostituire i ponti.<br>Durante le prove alcuni ponti sono bruciati prendendo letteralmente fuoco<br>(erano sotto test con apparecchi che misurano corrente, tensione, armoniche di rete ecc ecc) senza nessuna ragione mentre assorbivano pochissimi Amperes. Ovviamente siamo tornati alla nostra vecchia marca che non ci ha mai dato problemi di questo tipo. In genere il ponte quando si rompe va in corto e saltano le protezioni. Non prendono fuoco.<br>L’esperienza insegna che sono situazioni abbastanza rare ma in passato erano gi&agrave; successe con altri gloriosi componenti (tipo 2n3055) di marche “economiche”.<br>

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                • #38
                  Mario Maggi, cosa mi sai dire sui collegamenti in parallelo tra due panelli FV ?, esiste un problemi simile al collegamento di due alimentatori in parallelo ?<br><br><br>La domanda lo feci qui, un pò tardi per fare un ragionamento sensato, ma la curiosit&agrave; c&#39;è l&#39;ho:<br><a href="http://energierinnovabili.forumcommunity.net/?t=7683493&amp;st=15#entry75234237" target="_blank">http://energierinnovabili.forumcommunity.n...5#entry75234 237</a>

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                  • #39
                    <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (pinetree @ 19/7/2007, 09:59)</div><div id="quote" align="left">Mario Maggi, cosa mi sai dire sui collegamenti in parallelo tra due panelli FV ?, esiste un problemi simile al collegamento di due alimentatori in parallelo ?<br><br><br>La domanda lo feci qui, un pò tardi per fare un ragionamento sensato, ma la curiosit&agrave; c&#39;è l&#39;ho:<br><a href="http://energierinnovabili.forumcommunity.net/?t=7683493&amp;st=15#entry75234237" target="_blank">http://energierinnovabili.forumcommunity.n...5#entry75234 237</a></div></div><br>Il problema esiste ma se i pannelli sono simili non è rilevante.<br>Ci si può sbizzarrire inventando centraline elettroniche che rimettono in equilibrio il sistema ma non credo che economicamente ne valga la pena.<br>Per quanto riguarda le oscillazioni di cui parlavi non vedo retroazione positiva. Per il resto non ho afferrato molto cosa vorresti fare&#33;<br>

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                    • #40
                      tra l&#39;altro un pannello è gi&agrave; da solo un insieme di elementi in serie e in parallelo tra loro;parallelarlo a un altro pannello dalle tolleranze costruttive identiche non dovrebbe comportare grosse modifiche,purchè entrambi siano sempre sotto carico dell&#39;inverter.<br>E&#39; curioso osservare come quel cm quadrato di silicio del ponte diodi.....possa riportare piu&#39; danni che non quei metri quadri di silicio della pannellature,va beh,questo è giusto un paradosso,meglio che si danneggi il diodo piuttosto che l&#39;inverter o un pannello.

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                      • #41
                        <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (OggettoVolanteIdentificato @ 20/7/2007, 21:16)</div><div id="quote" align="left">tra l&#39;altro un pannello è gi&agrave; da solo un insieme di elementi in serie e in parallelo tra loro;parallelarlo a un altro pannello dalle tolleranze costruttive identiche non dovrebbe comportare grosse modifiche,purchè entrambi siano sempre sotto carico dell&#39;inverter.<br>E&#39; curioso osservare come quel cm quadrato di silicio del ponte diodi.....possa riportare piu&#39; danni che non quei metri quadri di silicio della pannellature,va beh,questo è giusto un paradosso,meglio che si danneggi il diodo piuttosto che l&#39;inverter o un pannello.</div></div><br>A questo punto mi chiedo &#33;&#33;, il diodo a cosa serve, causerebbe solo danni ?<br><br>

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                        • #42
                          I diodi di blocco e di bypass servono, più che per compensare le differenze nominali tra i moduli, principalmente per evitare i danni che un&#39;ombreggiatura accidentale su un pannello lo porti ad un potenziale inferiore rispetto agli altri, facendolo diventare un carico passivo facilmente danneggiabile.<br><br>Ecco perchè le stringhe sono fatte di elementi in serie e perchè è preferibile limitare il più possibile i paralleli tra stringhe. Non a caso molti inverter prevedono attacchi separati per le stringhe. Proprio per poter creare quel ribilanciamento elettronico di cui parlava qualcuno.<br><br>Certo è strano che siano andati a fuoco così.... ma quanto hanno funzionato prima del &#39;botto&#39; ?
                          "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                          • #43
                            <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (ElettroRik @ 20/7/2007, 22:11)</div><div id="quote" align="left">I diodi di blocco e di bypass servono, più che per compensare le differenze nominali tra i moduli, principalmente per evitare i danni che un&#39;ombreggiatura accidentale su un pannello lo porti ad un potenziale inferiore rispetto agli altri, facendolo diventare un carico passivo facilmente danneggiabile.<br><br>Ecco perchè le stringhe sono fatte di elementi in serie e perchè è preferibile limitare il più possibile i paralleli tra stringhe. Non a caso molti inverter prevedono attacchi separati per le stringhe. Proprio per poter creare quel ribilanciamento elettronico di cui parlava qualcuno.<br><br>Certo è strano che siano andati a fuoco così.... ma quanto hanno funzionato prima del &#39;botto&#39; ?</div></div><br>Ecco e qui dove volevo capire, Io lavoro su quadri che hanno fino a 6 alimentatori collegato in parallelo, per bilanciare il carico abbiamo un trimmer (piccolo potenziometro, resistenza variabile per chi non lo sa) per ciascun alimentatore dove dobbiamo regolare la tensione in modo che alzando prendiamo più carico, abbassando ne prendiamo di meno, la misura dell&#39;carico viene fatto inserento i puntali dell&#39;tester in un paio di boccoli dover misuriamo la tensione in parallelo ad un resistenza di shunt (la tensione e proporzionale alla corrente in uscita 100mV = 5A), senza questa regolazione e facile avere un alimentatore all&#39;100&#37; ed un altra in parallelo a 20&#37;.<br>Due panelli FV può essere paragonato a due alimentatori o due batterie, metterli in parallelo non è molto efficiente, visto che nel caso FV, vogliamo fornire tutta l&#39;energia possibile e non vogliamo avere ostacoli.<br>O questi panelli supportano il collegamento parallelo diretto, oppure e necessario avere un inverter con diversi ingressi, per il momento (spero qualcumo me l&#39;ho chiarisce), vedo i diodi solo un danno, dall&#39;altra parte avere due carici (magnetotermico) che causano un tensione variabile in proporzione alla corrente (legge di Ohm), causer&agrave; un abbassamento di tensione della stringa che ha il maggiore carico, faccendo si che l&#39;altra stringa abbia un tensione maggiore, quindi prender&agrave; il maggiore carico, e questo gioco far&agrave; in modo che il carico oscilla tra le due stringhe.<br>Sto dicendo frottole, oppure potrebbe essere vero ?

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                            • #44
                              pinetree,<br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">O questi panelli supportano il collegamento parallelo diretto, oppure e necessario avere un inverter con diversi ingressi, per il momento (spero qualcumo me l&#39;ho chiarisce), vedo i diodi solo un danno,</div></div><br>cosa pensi che ci sia in un inverter unico a ingressi multipli, immediatamente dopo la morsettiera d&#39;ingresso della tensione continua? Non e&#39; difficile indovinare. <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/bf068d64c4501aae2f50378ce53c9033.gif" alt=""><br><br>Ciao<br>Mario
                              Molto urgente: cerco socio: Collaborazione a Milano
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                              • #45
                                <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (mariomaggi @ 21/7/2007, 08:03)</div><div id="quote" align="left">pinetree,<br><div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">O questi panelli supportano il collegamento parallelo diretto, oppure e necessario avere un inverter con diversi ingressi, per il momento (spero qualcumo me l&#39;ho chiarisce), vedo i diodi solo un danno,</div></div><br>cosa pensi che ci sia in un inverter unico a ingressi multipli, immediatamente dopo la morsettiera d&#39;ingresso della tensione continua? Non e&#39; difficile indovinare. <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/6495b479f1ae9d262dc3592530c5128a.gif" alt=""><br><br>Ciao<br>Mario</div></div><br>Ok d&#39;accordo, se ci sono dei diodi, mi chiedo come fanno a risolvere il problema, se esiste un problema ?<br><br>Pensavo che al massimo all&#39;ingresso di ogni inverter ci fosse un circuito che variava il carico singolarmente (presumo di valore molto vicino ad un corto), per garantire un prelieve di corrente massima dai panelli.<br>Non vedo come si riesce a garantire questo con moduli collegati in parallelo tramite diodi ?,<br>Un esempio idraulico per i non elettrici/elettronici:<br>In un circuito idraulico, i diodo può essere paragonato ad un valvola di non ritorno, se due linee hanno una diversa pressione (equivalente di tensione), quella a pressione più alta avr&agrave; la valvola aperta chè causa una lieve contrapressione a valle e non permette all&#39;altra valvola di aprire, idraulicamente e difficile risolvere il problema, ho avuto un problema simile da risolvere dove due prodotti dovevano miscelarsi tramite valvola regolatrice, in line cera una valvola di non ritorno per linea, non era pensabile proporre modifiche impiantistiche, non era possibile dosare il prodotto a causa dell&#39;continuo sbattimento, o tutto o niente, ho quindi deciso di lavorare ad impulsi, usando il tubo in uscita come serbatoio di miscelamento, 2 secondi aperta del prodotto A, e 10 secondi del prodotto B ciclicamente, ma in questo caso noi vogliamo entrambi aperte all&#39;100&#37; di continua, la valvola di non ritorno non c&#39;è lo permette.<br>Il caso tipico di questo collegamento e per garantire la continuit&agrave;. se viene a mancare un fonte, l&#39;altra si inserisce automaticamente grazie ai diodi, una garanzia di ridondanza, ma questo non è quello che vogliamo con i panelli.<br><br><span class="edit">Edited by pinetree - 21/7/2007, 13:05</span>

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                                • #46
                                  <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (pinetree @ 21/7/2007, 12:40)</div><div id="quote" align="left">Ok d&#39;accordo, se ci sono dei diodi, mi chiedo come fanno a risolvere il problema, se esiste un problema ?<br><br>Pensavo che al massimo all&#39;ingresso di ogni inverter ci fosse un circuito che variava il carico singolarmente (presumo di valore molto vicino ad un corto), per garantire un prelieve di corrente massima dai panelli.<br>Non vedo come si riesce a garantire questo con moduli collegati in parallelo tramite diodi ?,<br>...<br>Il caso tipico di questo collegamento e per garantire la continuit&agrave;. se viene a mancare un fonte, l&#39;altra si inserisce automaticamente grazie ai diodi, una garanzia di ridondanza, ma questo non è quello che vogliamo con i panelli.</div></div><br>Infatti non è un ottimizzazione, e nemmeno una ridondanza: sarebbe assurdo avere un modulo &#39;in più&#39; che normalmente non lavora. Con quello che costano&#33; <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/6e423295dde6d21d101b723a02ed5473.gif" alt=""> Meglio farli lavorare tutti.... <img src="http://codeandmore.com/vbbtest/images/customimages/7b3a87c83236a69d0a23e1ceee7dd85d.gif" alt="^_^"><br> Il diodo evita soltanto che il modulo &#39;passivo&#39; a minor potenziale venga distrutto da quello che invece sta producendo di più. E&#39; consigliato in zone ove ci possa essere una possibile temporanea ombreggiatura (fronde di alberi, ombre di pali, cavi, antenne, eccetera).
                                  "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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