Ciao a tutti,
volevo riportare qui uno scambio che ho avuto con un teorico che sta cercando di scoprire quanto di buono ci possa essere nella CQED e come si possa eseguire una misura che dimostri l'esistenza dei domini di coerenza.
Tra l'altro domani ci vedremo con Del Giudice che ha già detto di avere un'idea a riguardo, utilizzeremo un magnetometro SQUID.
"Dunque...ti dico come l'ho capita io.
Secondo la visione di Preparata (e questo è chiaro anche a te) l'entità fisica reale è il campo, quindi è in funzione della presenza e dell'evoluzione di esso (essi) che una misura va interpretata.
In sostanza l'effetto della presenza di un campo, così come poi la definizione stessa di un campo, si riconduce alla modifica dello spazio-tempo (in principio la modifica del vuoto) cioè in pratica (cito quasi letteralmente): un campo nasce dalla differenza fra la sua presenza e lo spazio in sua assenza (ricordi che ieri parlavamo della curvatura dello spazio tempo...il punto è che definisci l'esistenza della pallina sul telo dal fatto che il telo è deformato, il campo non è tanto la pallina quanto più la differenza fra il telo prima e dopo avercela messa).
Misurare un campo in modo classico (P. fa l'esempio della carica) significa partire da una serie di presupposti (la carica test localizzata, la sua accelerazione proporzionale alla derivata temporale della quantità di moto,...).
Ma in realtà ciò che fai ogni volta che esegui una misura è osservare l'interazione fra due campi, il campo che vuoi misurare e l'apparato di misura (ti porta l'esempio dei fotomoltiplicatori come oggetti che interagiscono totalmente "quantum-mechanically").
Interazione che si riconduce a uno scambio di energia fra di essi.
Ma allora quello che andiamo a misurare è in sostanza una differenza di energia (la transizione di un campo fra due stati, prima e dopo la misura)
...e se a questo punto tieni conto del fatto che l'apparato di misura ti permette una misura che sarà cmq in una regione limitata dello spazio-tempo (ovviamente per quanto tu prolunghi ed estendi la misura nel tempo e nello spazio non potrai mai osservare lo spazio-tempo intero) allora quello che stai facendo è estrarre una porzione di informazione da un oggetto (reale) che ne contiene in realtà molta di più..."
Ciao
volevo riportare qui uno scambio che ho avuto con un teorico che sta cercando di scoprire quanto di buono ci possa essere nella CQED e come si possa eseguire una misura che dimostri l'esistenza dei domini di coerenza.
Tra l'altro domani ci vedremo con Del Giudice che ha già detto di avere un'idea a riguardo, utilizzeremo un magnetometro SQUID.
"Dunque...ti dico come l'ho capita io.
Secondo la visione di Preparata (e questo è chiaro anche a te) l'entità fisica reale è il campo, quindi è in funzione della presenza e dell'evoluzione di esso (essi) che una misura va interpretata.
In sostanza l'effetto della presenza di un campo, così come poi la definizione stessa di un campo, si riconduce alla modifica dello spazio-tempo (in principio la modifica del vuoto) cioè in pratica (cito quasi letteralmente): un campo nasce dalla differenza fra la sua presenza e lo spazio in sua assenza (ricordi che ieri parlavamo della curvatura dello spazio tempo...il punto è che definisci l'esistenza della pallina sul telo dal fatto che il telo è deformato, il campo non è tanto la pallina quanto più la differenza fra il telo prima e dopo avercela messa).
Misurare un campo in modo classico (P. fa l'esempio della carica) significa partire da una serie di presupposti (la carica test localizzata, la sua accelerazione proporzionale alla derivata temporale della quantità di moto,...).
Ma in realtà ciò che fai ogni volta che esegui una misura è osservare l'interazione fra due campi, il campo che vuoi misurare e l'apparato di misura (ti porta l'esempio dei fotomoltiplicatori come oggetti che interagiscono totalmente "quantum-mechanically").
Interazione che si riconduce a uno scambio di energia fra di essi.
Ma allora quello che andiamo a misurare è in sostanza una differenza di energia (la transizione di un campo fra due stati, prima e dopo la misura)
...e se a questo punto tieni conto del fatto che l'apparato di misura ti permette una misura che sarà cmq in una regione limitata dello spazio-tempo (ovviamente per quanto tu prolunghi ed estendi la misura nel tempo e nello spazio non potrai mai osservare lo spazio-tempo intero) allora quello che stai facendo è estrarre una porzione di informazione da un oggetto (reale) che ne contiene in realtà molta di più..."
Ciao
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