Sto analizzando il funzionamento di un inverter da 20 kW massimi, collegato a un impianto da circa 16 kW (39 pannelli da 410W, due stringhe).
Ho notato che al mattino l'inverter "parte" alle prime luci, MA la sua effettiva produzione di energia (potenza in uscita) rimane pressoché nulla fino a quando la corrente in arrivo dai pannelli non supera la soglia di 1A. Cosa che avviene molto rapidamente nelle belle giornate estive, ma può accadere assai più tardi d'inverno e, più in generale, quando il cielo non è sereno.
Esempio numerico:
verso le ore 9, dopo quasi due ore dalla partenza dell'inverter, con cielo parzialmente coperto, i dati mostrati sul display dicono che la tensione in uscita dai pannelli è di circa 700 Volt e la corrente è pari a 0.8 Ampere. Il che, se non ricordo male, dovrebbe corrispondere a circa 560 Watt (700 x 0.8); la potenza in uscita dai pannelli sarebbe quindi, teoricamente, pari 1120W (560 x 2). Anche tenendo conto del rendimento dell'inverter, che ovviamente non può essere del 100%, credo sarebbe lecito aspettarsi almeno 800-900W in uscita.
Invece l'inverter, sempre sul suo display, dichiara una potenza in uscita di 30-50W o anche meno, vale a dire almeno 15-20 volte inferiore (valore confermato anche dal contatore a valle).
Praticamente è come se l'impianto neanche esistesse.
Poi, quando la corrente supera la soglia di 1A, l'inverter sembra... svegliarsi e, pur mantenendosi sempre molto al di sotto dei valori teorici, comincia a produrre qualcosa, per poi iniziare a lavorare "normalmente" solo quando la corrente arriva ad almeno 5 o 6A. Non appena la corrente cala di nuovo, perché arriva la sera o perché arrivano le nuvole, il rendimento torna a calare; e puntualmente crolla ogniqualvolta la corrente scende sotto 1A.
La tensione in uscita dai pannelli, invece, si mantiene molto più costante.
Ovviamente tutto ciò comporta un sistematico spreco di energia, corrispondente a tutte le ore (e le giornate) in cui la corrente è bassa. E questo, oltre ad essere assai contrario agli scopi ecologici dell'intera faccenda, penalizza drasticamente le intenzioni di chi sceglie un impianto generosamente dimensionato pensando in tal modo di disporre sempre, di giorno, di una certa quantità di energia, anche d'inverno o quando il tempo non è bello.
Essendo rimasto assai sorpreso da tutto ciò, vorrei chiedere ai frequentatori del forum qualche opinione in merito.
Ringrazio fin d'ora per qualsiasi contributo.
Ho notato che al mattino l'inverter "parte" alle prime luci, MA la sua effettiva produzione di energia (potenza in uscita) rimane pressoché nulla fino a quando la corrente in arrivo dai pannelli non supera la soglia di 1A. Cosa che avviene molto rapidamente nelle belle giornate estive, ma può accadere assai più tardi d'inverno e, più in generale, quando il cielo non è sereno.
Esempio numerico:
verso le ore 9, dopo quasi due ore dalla partenza dell'inverter, con cielo parzialmente coperto, i dati mostrati sul display dicono che la tensione in uscita dai pannelli è di circa 700 Volt e la corrente è pari a 0.8 Ampere. Il che, se non ricordo male, dovrebbe corrispondere a circa 560 Watt (700 x 0.8); la potenza in uscita dai pannelli sarebbe quindi, teoricamente, pari 1120W (560 x 2). Anche tenendo conto del rendimento dell'inverter, che ovviamente non può essere del 100%, credo sarebbe lecito aspettarsi almeno 800-900W in uscita.
Invece l'inverter, sempre sul suo display, dichiara una potenza in uscita di 30-50W o anche meno, vale a dire almeno 15-20 volte inferiore (valore confermato anche dal contatore a valle).
Praticamente è come se l'impianto neanche esistesse.
Poi, quando la corrente supera la soglia di 1A, l'inverter sembra... svegliarsi e, pur mantenendosi sempre molto al di sotto dei valori teorici, comincia a produrre qualcosa, per poi iniziare a lavorare "normalmente" solo quando la corrente arriva ad almeno 5 o 6A. Non appena la corrente cala di nuovo, perché arriva la sera o perché arrivano le nuvole, il rendimento torna a calare; e puntualmente crolla ogniqualvolta la corrente scende sotto 1A.
La tensione in uscita dai pannelli, invece, si mantiene molto più costante.
Ovviamente tutto ciò comporta un sistematico spreco di energia, corrispondente a tutte le ore (e le giornate) in cui la corrente è bassa. E questo, oltre ad essere assai contrario agli scopi ecologici dell'intera faccenda, penalizza drasticamente le intenzioni di chi sceglie un impianto generosamente dimensionato pensando in tal modo di disporre sempre, di giorno, di una certa quantità di energia, anche d'inverno o quando il tempo non è bello.
Essendo rimasto assai sorpreso da tutto ciò, vorrei chiedere ai frequentatori del forum qualche opinione in merito.
- Questo tipo di comportamento è da considerarsi normale?
- Deriva da qualche malfunzionamento riparabile?
- Si può risolvere con una opportuna configurazione dei parametri di funzionamento?
- Infine, l'ipotesi più... triste: è forse sintomo di scarsa qualità dell'inverter (marca scadente)?
E in tal caso, esistono inverter capaci di “spremere” a dovere i pannelli, trasmettendo a valle tutta (o quasi) l'energia che ricevono?
Ringrazio fin d'ora per qualsiasi contributo.
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