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Cosa succede ai produttori tedeschi?

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  • Cosa succede ai produttori tedeschi?

    Ciao a tutti, sto leggendo da un po di giorni comunicati che suonano parecchio strani.
    Sharp pare che non sia molto dell'idea di continuare sul versante FV, Bosh dopo aver acquisito Aleo ed altri, ha chiuso uno stabilimento e pare che la strada del fotovoltaico sarà abbandonata.
    Cosa ne pensate di questi avvenimenti? Prima portavamo su un piatto d'argento il mercato tedesco dei pannelli, ma alla fine qualcosa inizia a traballare.

  • #2
    la matematica non è un'opinione e se 2+2 fà 4, i tedeschi gettano la spugna la concorrenza cinese è
    difficilmente arginabile e non è possibile produrre a lungo in perdita in europa il boom è finito e il
    mercato ha saturato gli incentivi,la germania ha perso una grande occasione ma era inevitabile
    nel settore produzione dei moduli è stata ridimensionata da protagonista a produttore marginale
    la stessa cosa gli succederà in altri settori,come è successo all'italia fare qualcosa prima che sia troppo tardi
    qui troppe regole da rispettare di là nessuna regola tutto è lecito

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    • #3
      Tu però sei tra quelli che sostiene che lo sviluppo del mercato in cina sia solo qualcosa da combattere con antidumping e che scaturisce solo da un sistema più permissivo, o anche dovuto al fatto che la sono stati investite somme nella ricerca e nella produzione in maniera più decisa rispetto all'europa?
      Vedremo colossi come Bp (sunpower) , solarworld e altri più affermati come se la caveranno

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      • #4
        Io ho pannelli tedeschi made in China. Questa è la via, il nome tedesco deve garantire qualità ed assistenza.
        Impianto: 18.80kw n.80 Schüco 235w - n.2 SMA Sunny Tripower 8000TL -Azimuth +29°/-151° Tilt 9° in funzione dal 23-08-2012 l mio impianto su rendimento-solare.eu
        In casa: stufa a legna autoprodotta + impianto tradizionale + n.2 pdc aria-aria Airwell 7000BTU classe A - misuratore di potenze istantanee Wattson Solar Plus - ACS: pdc aria-acqua Ariston Nuos Evo 110

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        • #5
          sono comunque costi maggiori che, se non coperti, cesseranno di esistere anche nella forma ibrida da te indicata

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          • #6
            Forse anche perchè è una battaglia persa contro i Cinesi , e poi mi sembra che i problemi li abbiano un pochino tutti ..il mercato è quello che è , adesso!!
            E' recente questo articolo dove si può leggere come la Cina finanzi e salvi l'azienda più grande al Mondo di pannelli solari ..>> SunTech <<

            China Bails Out World's Largest Maker Of Solar Panels | ZeroHedge
            2,99 kWp 13xTrinaSolar TSM-DC05 Monocristallino ,Franciacorta (BS), Azimuth -55°,Tilt 16°,Inverter PowerOne Aurora PVI-3.0, Record produzione 22,2 kWh(27/05/2013) 2011=4014 kWh:2012=3846 kWh:2013=3533 kWh:2014=3537 kWh:2015=3715 kWh:2016=3683kWh:2016=3683kWh:2017=3735 kWh:2018=3600 kWh:2019=3761 kWh
            >>> Il mio impianto FV su Sonnenertrag.eu <<<

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            • #7
              in quest'ottica credete che aziende come sharp o bosh possano essere vendute a cinesi quindi?

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              • #8
                Concordo con stratos...
                made in germany costruzione in cina...un po come fanno tutti

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                • #9
                  faccio un inciso, ossia che alla lunga questa tendenza non porterà che miseria dalle nostre parti

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                  • #10
                    @n!co

                    Già portata in diversi settori, soprattutto nel manifatturiero e a ruota nei settori tecnologici con macchinari e tecnologie il più delle volte fornite dall'occidente.

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                    • #11
                      andrà bene così...

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                      • #12
                        FOTOVOLTAICO CINESE, DUE AZIENDE SU TRE NON SOPRAVVIVERANNO

                        Neanche il fotovoltaico cinese resiste alla crisi della sovrapproduzione di celle e moduli. Come abbiamo già riportato altre volte i fallimenti delle aziende cinesi non mancano, ma ora ci sono novità: il Governo della Repubblica popolare cinese starebbe pensando a costringere le banche a tagliare le linee di finanziamento ai produttori più deboli, condannandoli così al fallimenti e sfoltendo notevolmente la foresta di impianti di produzione di fotovoltaico che è andata crescendo negli ultimi anni grazie ai ben noti aiuti statali.
                        Lo ha confermato in un’intervista al New York Times Li Junfeng, direttore generale del dipartimento per l’Energia e le Politiche per il clima della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma. Che è la massima agenzia di pianificazione economica in Cina. Li Jufeng ha spiegato la situazione:
                        Se un terzo di loro [i produttori di fotovoltaico] sopravvive è un buon risultato, e due terzi muoiono ma non sappiamo come ciò avverrà.
                        Li ha spiegato che preferirebbe che le banche continuassero a finanziare solo i produttori più forti, lasciando fallire gli altri. Ma le banche non vedono di buon occhio questa mossa perché ci perderebbero molti soldi e preferirebbero continuare a prestarne ancora per permettere ai produttori in crisi di rimettersi in carreggiata e ripagare i debiti. A tutto questo si aggiunge che molti governatori locali vedono di buon occhio gli impianti di produzione di fotovoltaico, che portano lavoro, e concedono i terreni per costruirli a prezzi e tassazione irrisori.
                        La somma dei sussidi statali, dei finanziamenti facili dalle banche e degli aiuti della politica locale alle aziende ha portato la Cina fotovoltaica a una situazione paradossale: nonostante tutti gli aiuti i produttori perdono da 1 a 3 dollari per ogni pannello fotovoltaico venduto. Ma ci sono valutazioni molto diverse sul perché di questi risultati.


                        Secondo Li non c’è dubbio che tutto dipenda dall’eccessiva capacità produttiva a livello globale, mentre secondo i produttori è colpa dei dazi doganali americani e della recente azione antidumping dell’UE. Chiunque abbia ragione, e probabilmente è Li ad averla, resta il fatto che molte delle società cinesi del settore solare sono ormai delle bombe a orologeria.
                        E le borse se ne accorgono: Trina Solar ha perso l’85% del suo valore al New York Stock Exchange negli ultimi tre anni mentre Suntech, sempre a Wall Street, ha perso il 98% in cinque anni. Ma Suntech ha pagato molto anche a causa della maxi truffa di cui è rimasta vittima recentemente. La situazione non migliorerà a breve: gli ultimi dati di GTM Research dicono che la Cina ha una capacità produttiva di 50 GW ma quest’anno ne esporterà solo 18-19 GW e ne venderà in patria appena 4-5 GW.
                        Fonte: NYT

                        letta dalla newsletter di greensyle

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