La nevicata di ieri notte ha coperto interamente i pannelli del mio impianto FV.
Fin qui nulla di che, se non l'azzeramento dell'energia prodotta, ma la temperatura poco
sopro lo zero ha permesso il parziale scioglimento della neve caduta.
Bene, l'impianto tornerà a produrre, invece nulla.
Guardando il tetto, ove si trova, mi sono reso conto che la disposizione dei pannelli,
in caso di neve ha la sua importanza.
Come si evidenzia nella firma, i pannelli sono rettangolari installati sulla falda del
tetto con il lato lungo verticale, le celle sono collegate in serie verticali
secondo uno schema a zig-zag.
Normale, direte voi, si normale, peccato però che complice l'inclinazione del tetto e la
temperatura al di sopra dello zero, i pannelli risultavano (tutti)
parzialmente coperti da neve nella parte inferiore degli stessi.
Tutto ciò provocava l'assenza di produzione di energia.
Armato di scopa a manico lungo (per ragnatele) ho provveduto a rimuovere la neve rimanente
e come per incanto (alle ore 15.00) i pannelli hanno ripreso a produrre energia.
Armato di pazienza mi sono documentato ed ho 'scoperto' che tali pannelli
(ma penso quasi tutti) dispongono di 3 diodi bypass per prevenire le eventuali
ombre sulle celle.
Avendo le celle collegate in serie (penso per ottenere una tensione di lavoro utile)
la configurazione non permette la generazione di energia nelle condizioni descritte.
Ora le domande:
- perche' la serializzazione delle celle non avviene secondo uno zig-zag orizzontale?
- perche' le singole celle non dispongono di diodi by pass singoli?
- perche' gli installatori assemblano i pannelli a pochi centimetri di distanza anche quando non esistono vincoli di spazio?
Confido e spero nell'aiuto del forum
grazie
Fin qui nulla di che, se non l'azzeramento dell'energia prodotta, ma la temperatura poco
sopro lo zero ha permesso il parziale scioglimento della neve caduta.
Bene, l'impianto tornerà a produrre, invece nulla.
Guardando il tetto, ove si trova, mi sono reso conto che la disposizione dei pannelli,
in caso di neve ha la sua importanza.
Come si evidenzia nella firma, i pannelli sono rettangolari installati sulla falda del
tetto con il lato lungo verticale, le celle sono collegate in serie verticali
secondo uno schema a zig-zag.
Normale, direte voi, si normale, peccato però che complice l'inclinazione del tetto e la
temperatura al di sopra dello zero, i pannelli risultavano (tutti)
parzialmente coperti da neve nella parte inferiore degli stessi.
Tutto ciò provocava l'assenza di produzione di energia.
Armato di scopa a manico lungo (per ragnatele) ho provveduto a rimuovere la neve rimanente
e come per incanto (alle ore 15.00) i pannelli hanno ripreso a produrre energia.
Armato di pazienza mi sono documentato ed ho 'scoperto' che tali pannelli
(ma penso quasi tutti) dispongono di 3 diodi bypass per prevenire le eventuali
ombre sulle celle.
Avendo le celle collegate in serie (penso per ottenere una tensione di lavoro utile)
la configurazione non permette la generazione di energia nelle condizioni descritte.
Ora le domande:
- perche' la serializzazione delle celle non avviene secondo uno zig-zag orizzontale?
- perche' le singole celle non dispongono di diodi by pass singoli?
- perche' gli installatori assemblano i pannelli a pochi centimetri di distanza anche quando non esistono vincoli di spazio?
Confido e spero nell'aiuto del forum
grazie
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