Vorrei raccontarvi di un esperimento sugli accumuli che ho fatto questa settimana.
Mi ricollego in parte a quest'altro thread: https://www.energeticambiente.it/tec...ionamento.html
L'argomento è abbastanza specifico, quindi ho preferito non accodarmi ad una discussione generica sui https://www.energeticambiente.it/tec...lo-per-fv.html che ha già raggiunto 6340 risposte.
Mi sono scritto un foglio Excel colossale per simulare lo stato di carica di un accumulo ipotetico a salti di un minuto per un intero anno. Ho usato i dati reali raccolti con le metodologie che ho spiegato di là, ma stavolta mi interessava studiare come si muove il SoC di una batteria durante un intero anno solare.
E' la terza volta che affronto lo stesso problema armato di Excel, ricordo che partii 2 anni fa con un foglietto da 250 celle, rifatto da zero l'anno scorso con 6000 celle, e arriviamo ora alla spaventosa cifra di 5 milioni di celle di calcolo.
Di fronte ai grafici che sono saltati fuori mi rendo conto che avevo torto a prestare così tanta attenzione alla potenza massima di carica/scarica. Anzi, avere una batteria che eroga grandi potenze è un'operazione maldestra che non porta alcun reale vantaggio pratico, e ora cercherò di spiegarvi il perché.
Sto parlando della potenza massima estraibile, quei famosi 3,3 kW nel caso di Tesla Powerwall che dovevano inizialmente essere 2,5 kW.
In altri accumuli ho visto limitatori a 1,5 kW come sugli Smart Energy di SMA, e pure limitatori asimmetrici come sui REACT di ABB.
Partiamo dal presupposto che l'obiettivo di un accumulo è avere il SoC uguale a zero (meno il DoD, ovviamente) all'alba del giorno dopo, ora più ora meno. Se la batteria muore sempre prima significa che è troppo piccola, se non muore mai significa che è troppo grande. Nel primo caso si invecchierà prima ma perlomeno quel che ho speso lo sto effettivamente sfruttando, nel secondo caso durerà di più ma la sfrutto poco.
Se arriva sempre a zero potrebbe anche essere perché il fotovoltaico è troppo piccolo rispetto ai consumi, ma è un problema che non affronto neppure perché se hai 2 kWp di FV con 6000 kWh di consumi mancano i presupposti stessi per accumulare.
Come invecchia la batteria? A prescindere dalla tecnologia direi che dipende più dalla potenza di scarica che dalla profondità. Ovvero caricarla e scaricarla sempre in C2 la fa invecchiare molto di più che scaricarla in C10, riducendo tra l'altro di parecchio le perdite. Scaricarla in profondità piuttosto che sempre a metà, non è altrettanto impattante sulla sua vita utile, ovviamente a parità di cicli totali.
E cosa te ne fai di uno storage superfico in grado di pompare 5 kW se poi comunque anche limitandolo a 2 kW va a zero lo stesso tutte le notti? Se il fotovoltaico ce la fa comunque, il risultato finale in termini di autoconsumo è uguale no?
E visto che il litio non te lo tirano dietro, perché autoconsumare a tutti i costi al 100% di sera per poi non riuscire neanche a coprire gli stand-by di notte?
Vi porto un esempio matematico a sostegno della mia teoria.
Diciamo che mediamente dobbiamo coprire 12 ore notturne e abbiamo 250W di stand-by: con un'efficienza elettrochimica del 90% ci servono 3,3 kWh solo per coprire quelli.
Se siamo bravi e riduciamo a 150W ci bastano 2 kWh, ma ho visto tanti clienti facoltosi con 500W e più di stand-by notturni. In casi del genere 7 kWh mi basterebbero a malapena per soddisfare gli stand-by, figuriamoci a cosa mi interessa se sono limitati a 1, 10 o 100 kW...
Mi ricollego in parte a quest'altro thread: https://www.energeticambiente.it/tec...ionamento.html
L'argomento è abbastanza specifico, quindi ho preferito non accodarmi ad una discussione generica sui https://www.energeticambiente.it/tec...lo-per-fv.html che ha già raggiunto 6340 risposte.
Mi sono scritto un foglio Excel colossale per simulare lo stato di carica di un accumulo ipotetico a salti di un minuto per un intero anno. Ho usato i dati reali raccolti con le metodologie che ho spiegato di là, ma stavolta mi interessava studiare come si muove il SoC di una batteria durante un intero anno solare.
E' la terza volta che affronto lo stesso problema armato di Excel, ricordo che partii 2 anni fa con un foglietto da 250 celle, rifatto da zero l'anno scorso con 6000 celle, e arriviamo ora alla spaventosa cifra di 5 milioni di celle di calcolo.
Di fronte ai grafici che sono saltati fuori mi rendo conto che avevo torto a prestare così tanta attenzione alla potenza massima di carica/scarica. Anzi, avere una batteria che eroga grandi potenze è un'operazione maldestra che non porta alcun reale vantaggio pratico, e ora cercherò di spiegarvi il perché.
Sto parlando della potenza massima estraibile, quei famosi 3,3 kW nel caso di Tesla Powerwall che dovevano inizialmente essere 2,5 kW.
In altri accumuli ho visto limitatori a 1,5 kW come sugli Smart Energy di SMA, e pure limitatori asimmetrici come sui REACT di ABB.
Partiamo dal presupposto che l'obiettivo di un accumulo è avere il SoC uguale a zero (meno il DoD, ovviamente) all'alba del giorno dopo, ora più ora meno. Se la batteria muore sempre prima significa che è troppo piccola, se non muore mai significa che è troppo grande. Nel primo caso si invecchierà prima ma perlomeno quel che ho speso lo sto effettivamente sfruttando, nel secondo caso durerà di più ma la sfrutto poco.
Se arriva sempre a zero potrebbe anche essere perché il fotovoltaico è troppo piccolo rispetto ai consumi, ma è un problema che non affronto neppure perché se hai 2 kWp di FV con 6000 kWh di consumi mancano i presupposti stessi per accumulare.
Come invecchia la batteria? A prescindere dalla tecnologia direi che dipende più dalla potenza di scarica che dalla profondità. Ovvero caricarla e scaricarla sempre in C2 la fa invecchiare molto di più che scaricarla in C10, riducendo tra l'altro di parecchio le perdite. Scaricarla in profondità piuttosto che sempre a metà, non è altrettanto impattante sulla sua vita utile, ovviamente a parità di cicli totali.
E cosa te ne fai di uno storage superfico in grado di pompare 5 kW se poi comunque anche limitandolo a 2 kW va a zero lo stesso tutte le notti? Se il fotovoltaico ce la fa comunque, il risultato finale in termini di autoconsumo è uguale no?
E visto che il litio non te lo tirano dietro, perché autoconsumare a tutti i costi al 100% di sera per poi non riuscire neanche a coprire gli stand-by di notte?
Vi porto un esempio matematico a sostegno della mia teoria.
Diciamo che mediamente dobbiamo coprire 12 ore notturne e abbiamo 250W di stand-by: con un'efficienza elettrochimica del 90% ci servono 3,3 kWh solo per coprire quelli.
Se siamo bravi e riduciamo a 150W ci bastano 2 kWh, ma ho visto tanti clienti facoltosi con 500W e più di stand-by notturni. In casi del genere 7 kWh mi basterebbero a malapena per soddisfare gli stand-by, figuriamoci a cosa mi interessa se sono limitati a 1, 10 o 100 kW...
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