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termografia pannelli

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  • spider61
    ha risposto
    Originariamente inviato da Nosferatu Visualizza il messaggio
    Il vero problema di invecchiamento precoce è rappresentato dalle ombre continuative per anni, in genere su impianti progettati senza tenerne conto, perché queste tendono a cuocere il silicio.
    Grazie Nosferatus e anche a Scresan con l'altra discussione ... oggi ho provato a mano , cioè a sensazione , sull'impianto a terra dove ho un ombra di un cavo telefonico di 3cm a circa 10/12mt , che proietta un ombra sfumata sui pannelli che d'estate va via verso le 10 ma via via che si và in inverno rimane fino alle 13/14 (poi verifico meglio dai grafici) e ho sentito che le celle coperte dall'ombra sono più calde delle altre scoperte in quel momento, visto che l'ombra però non è netta e la T direi che sia se quelle normali sono a 40 , quella in ombra è 5/10° di più , la corrente in quel momento era sui 6,5A sulla stringa non ombreggiata e 5,5A sull'ombreggiata , devo preoccuparmi o no ? Poi mi porto il termometro a infrarossi e verifico le T la prossima settimana , sperando che non sia nuvolo....

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  • luciopro75
    ha risposto
    Nosferatu tienici informato sul cat s60...sembra interessante.

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  • mipe
    ha risposto
    Mi accorgo solo adesso che nel mio precedente post non avevo compreso il significato della tua chiara risposta.
    Grazie Nosferatu

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  • mipe
    ha risposto
    Originariamente inviato da Nosferatu Visualizza il messaggio
    Perché c'è un momento esatto in cui gli elettroni delle celle riescono a scavallare la resistenza interna del modulo, ma non è mai lo stesso istante per tutti i moduli.
    Ti ringrazio della risposta, so bene che l'effetto fotovoltaico è sempre in atto (anche in bassissime condizioni di luce),
    ovviamente il senso della domanda era: "quali condizioni ambientali esaltano maggiormente le differenze di temperature tra le varie parti dei moduli?"

    Io penso che se la la temperatura dell'aria è bassa ed il soleggiamento non particolarmente intenso,
    le celle o le saldature più calde dovrebbero distinguersi meglio.

    Probabilmente questo problema con la tua termocamera (che dalle immagini presumo sia di tipo professionale)
    questa esigenza non si pone, ma con la mia che è poco più di un giocattolo, diventa importante

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  • rob_nosfe
    ha risposto
    Originariamente inviato da mipe Visualizza il messaggio
    quali sono le condizioni di misura che tu ritieni migliori per il fotovoltaico?
    Mattino presto (perhcè dici di no)?
    Perché c'è un momento esatto in cui gli elettroni delle celle riescono a scavallare la resistenza interna del modulo, ma non è mai lo stesso istante per tutti i moduli.
    D'inverno vedrai spesso la brina sciogliersi in modo disomogeneo, ma è fisiologico: si scioglie prima sui moduli con resistenza interna un pochino più alta. Questione di qualche minuto.

    Originariamente inviato da mipe Visualizza il messaggio
    Giornata soleggiata o cielo completamente coperto?
    Secondo me giornata soleggiata e calda, ma attenzione alle ombre.
    Nelle giornate coperte ho visto tante false letture per il riflesso delle nubi sul vetro.
    E se vedete celle calde, prima di spaventarvi andate a pulirle con una spugna e aspettate che si scaldino di nuovo.

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  • mipe
    ha risposto
    Originariamente inviato da Nosferatu Visualizza il messaggio
    L'hot-spot te mostro io in allegato. Se un giorno vedessi questa roba qui avresti grossi, ma grossi problemi.
    Effettivamente questo livello di dettaglio io non sono riuscito a vederlo,
    ma, ripeto, probabilmente dipendeva anche dall'orario sbagliato.
    In tal proposito, quali sono le condizioni di misura che tu ritieni migliori per il fotovoltaico?
    Mattino presto (perchè dici di no)?
    metà giornata?
    tardo pomeriggio?

    Giornata soleggiata o cielo completamente coperto?

    grazie

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  • rob_nosfe
    ha risposto
    Originariamente inviato da Bocalb Visualizza il messaggio
    su moduli in classe 1 può avvenire innesco incendio per diodi di by-pass difettosi?
    Secondo me sì, la Classe 1 non testa le condizioni di guasto ma come reagisce il modulo al fuoco.
    Non sarei sicuro al 100% neanche con i moduli con jbox in metallo (ricordo che anni fa Solon le faceva così) perché comunque con un arco voltaico in CC tedlar, EVA e colla siliconica hanno tutto il tempo di colare, e a quel punto un etto di alluminio a 600°C scivolato su un tetto mi farebbe più paura della plastica fusa.
    Ecco perché a casa mia non ho fatto nessuna integrazione architettonica pur avendone la possibilità.
    Però non sono un esperto, do un parere di buon senso.

    Toh, va' che splendore:
    File allegati

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  • rob_nosfe
    ha risposto
    Originariamente inviato da spider61 Visualizza il messaggio
    Ma lì stà facendo ombra il fototermografo
    Ha ha...
    Ho un servizio fotografico completo che sembra il carnevale di Venezia!
    Ho buttato su una foto a caso, neanche mi ero accorto dell'ombra.
    File allegati

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  • Bocalb
    ha risposto
    Nosferatu secondo te in base alla tua esperienza , su moduli in classe 1 può avvenire innesco incendio per diodi di by-pass difettosi?

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  • spider61
    ha risposto
    Ma lì stà facendo ombra il fototermografo

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  • rob_nosfe
    ha risposto
    Originariamente inviato da mipe Visualizza il messaggio
    Le scatole di giunzione (punto più caldo del pannello), comunque, erano chiaramente visibili.
    Non ti spaventare, quel che vedi dal fronte non sono i diodi caldi, ma semplicemente la minor dissipazione di calore delle celle fisicamente ostacolata dalla jbox.

    Originariamente inviato da mipe Visualizza il messaggio
    ho individuato una sola celle in condizioni di hot-spot
    Oddio, capiamoci tanto per non fraintenderci tra noi: l'hot-spot è un vero e proprio difetto di fabbricazione, una stagnatura malfatta.
    Una cella più calda delle altre non è un hot-spot, ha semplicemente difficoltà a smaltire il calore e/o ha più calore da smaltire rispetto alle altre.
    E non parlo delle prime ore del mattino, che non fanno testo. Parlo del funzionamento in pieno sole.
    L'hot-spot te mostro io in allegato. Se un giorno vedessi questa roba qui avresti grossi, ma grossi problemi.
    File allegati

    Lascia un commento:


  • mipe
    ha risposto
    Ieri mi è arrivata la Flir One e stamattina sono finalmente riuscito a fare una veloce termografia ai miei moduli fv.
    Dato che il mio S5 mini non ha voluto saperne di riconoscere la termocamera, ho dovuto utilizzarla con il tablet
    che è senz'altro meno pratico.

    Le condizioni di misura non erano ottimali in quanto la giornata era molto soleggiata
    e l'ora era quello centrale della giornata e cioè le 12:30,
    Quindi tutti i moduli erano ben caldi, le differenze di temperature tra la varie parti dell'impianto ridotte al minimo
    ed i riflessi al massimo della loro intensità.
    Quindi le condizioni di misura non erano le migliori e mi sono ripromesso di tornare un'altro giorno nella prima parte della mattinata.
    Le scatole di giunzione (punto più caldo del pannello), comunque, erano chiaramente visibili.

    Alla fine sono comunque riuscito a controllare, anche se velocemente i moduli ed ho individuato una sola celle in condizioni di hot-spot.

    Sui moduli Centrosolar, ove mi aspettavo una situazione disastrosa, non ho trovato alcuna cella visibilmente più calda o fredda delle altre.
    Tornerò in un orario più adatto.

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  • rob_nosfe
    ha risposto
    Originariamente inviato da Bocalb Visualizza il messaggio
    Scusate se insisto sull'argomento, ma la bruciatura di una cella come dalla foto di Nosferatu non può innescare principio di incendio?
    Se vuoi il mio parere, no.
    In vita mia ho assistito a più di un principio di incendio, e tutti erano causati da diodi di bypass difettosi: arco voltaico e la scatola di giunzione cola che è un piacere.

    Ho visto anche moltissime bruciature da hotspot, ma niente fiamme.
    In quel caso il tedlar fa le bolle e delamina localmente, finché salta il vetro davanti. Dalla botta il ribbon si rompe e il modulo muore.

    In casi di silicio "cotto" come la foto che ho postato io, il peggio che ho visto è stata la deformazione del tedlar, niente colature.
    Considera che l'EVA usato come incapsulante tiene fino a 80° o 85° al massimo. Non sono sufficienti ad innescare un incendio.

    Originariamente inviato da mipe Visualizza il messaggio
    Che io sappia quella della Flir (modello Flir One) è decisamente migliore
    In ditta da me stiamo aspettando che arrivi un cellulare CAT S60, quello con la termocamera Flir integrata.
    Il grosso limite di questi giocattoli non è nella precisione di misura ma nella distanza che tirano, veramente piccola.
    Ho potuto provare un monocolo Flir di quelli da 3500 euro, ed è tutta un'altra cosa. Sembra di videogiocare ad Half Life col visore notturno attivato.
    Ma per vedere 4 pannelli va benissimo avvicinarsi, anche perché da lunghe distanze il riflesso delle nuvole diventa fuorviante.

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  • mipe
    ha risposto
    Originariamente inviato da scresan Visualizza il messaggio
    ..... o fate come me, ve la fate prestare da un amico professionista per il fine settimana!! Poi c'è modo di ricambiare, al limite con una buona birra al bar, magari di quelle artigianali... ormai ottime!
    mi sa che è la scelta migliore!!

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  • scresan
    ha risposto
    ..... o fate come me, ve la fate prestare da un amico professionista per il fine settimana!! Poi c'è modo di ricambiare, al limite con una buona birra al bar, magari di quelle artigianali... ormai ottime!

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  • mipe
    ha risposto
    Oops ho controllato adesso .... consegna prevista per martedì.
    Dovrò pazientare ancora un pò.
    Quando mi arriverà la prima cosa che farò sarà quella di
    schedarmi tutti i moduli fotovoltaici.

    Quando esaminerò i moduli Centrosolar speriamo che non mi venga un colpo!!
    Mi sono convinto che siano i peggiori moduli che io potessi acquistare (alla faccia della qualità tedesca!).
    Nonostante hanno la migliore esposizione (sud pieno con tilt di circa 20°)
    mi rendono 1220 kWh/anno*kWp e cioè quanto i Solaria Energia ed i Q.Peak installati a nord con tilt rispettivamente di -6° e -20°!!!

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  • mipe
    ha risposto
    Originariamente inviato da renatomeloni Visualizza il messaggio
    Spider, ma quelle non hanno un display piccolo??
    Un mio amico ha acquistato questa da collegare allo smartphone (c'è la versione Android e IOS) per 245€.
    Ultimamente me la sono fatta prestare per fare delle prove in casa e posso dire che per quel prezzo è veramente valida.

    Saluti
    Che io sappia quella della Flir (modello Flir One) è decisamente migliore e costa solo qualche decina di euro in più.
    Io l'ho acquistata qualche giorno fa e mi dovrebbe arrivare proprio domani. Vi farò sapere
    Certo nulla di professionale, ma è un punto di partenza.
    Per cominciare ad acquistare una buona termocamera occorrerebbe spendere almeno 4000/5000 + iva.

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  • pox1964
    ha risposto
    il rischio è di prendere un giocattolo quelle serie costano dieci volte tanto,grazie renato per la segnalazione
    noi ragazzi di una volta abbiamo sempre bisogno di giochini nuovi

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  • renatomeloni
    ha risposto
    Spider, ma quelle non hanno un display piccolo??
    Un mio amico ha acquistato questa da collegare allo smartphone (c'è la versione Android e IOS) per 245€.
    Ultimamente me la sono fatta prestare per fare delle prove in casa e posso dire che per quel prezzo è veramente valida.

    Saluti

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  • pox1964
    ha risposto
    hai fatto venire la voglia anche a me,l'inverno si avvicina,bisogna trovare le fughe di calore

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  • spider61
    ha risposto
    Alla fine , mi fate venir voglia di comprare una di queste https://it.aliexpress.com/wholesale?...nfrared+camera per curiosità e uso casalingo......

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  • mipe
    ha risposto
    Originariamente inviato da Bocalb Visualizza il messaggio
    Scusate se insisto sull'argomento, ma la bruciatura di una cella come dalla foto di Nosferatu non può innescare principio di incendio?
    Teoricamente, con i moduli fotovoltaici non certificati in classe 1 di reazione al fuoco, ciò e possibile.
    Tuttavia, se il pannello non è a contatto con materiali combustibili (isolante termico) e vi è una sufficiente intercapedine di ventilazione,
    l'attivazione di un incendio è alquanto improbabile.
    Sarebbe interessante, comunque, conoscere il valore della temperatura misurata con la termocamera su tali celle dato che
    dalle foto postate non si riesce a leggere.

    mipe

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  • Bocalb
    ha risposto
    Scusate se insisto sull'argomento, ma la bruciatura di una cella come dalla foto di Nosferatu non può innescare principio di incendio?

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  • rob_nosfe
    ha risposto
    E' un normalissimo 60 celle, 3 sottogruppi parallelati da 20 celle in serie.
    La cella a sinistra non è danneggiata perché è nella stessa serie di quella centrale, che incassa tutto il colpo e le fa da scudo.
    Nel secondo sottogruppo, invece, la prima cella della serie è l'unica ombreggiata, quindi è lei che oppone resistenza.

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  • scresan
    ha risposto
    Nosferatu, molto chiara la foto, anzi quello che succede.

    In un impianto ho una situazione simile, ma il pannello è protetto da ottimizzatori, e per ora (5 anni) non si notano "bruciature" ma con la termografica si vedono i surriscaldamenti.

    Nel mio caso le stringhe dei pannelli sono singole, non parallelate, in quello della foto?

    Nel pannello della foto l' ombra copre 3 celle, la prima nell' angolo e altre due (non capisco se il busbar le parallela o unisce la seconda e la terza, in serie??) soffrono di ombre simili, ma solo le due centrali sono rovinate. Andrebbe esaminato bene il layout del pannello per capire qualcosa in piu'..... o forse la cella nell' angolo è quella meglio ventilata e raffreddata??

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  • rob_nosfe
    ha risposto
    Da quel che ho visto io in vari casi del genere, il surriscaldamento è soprattutto intorno al busbar ombreggiato.
    Poi ovviamente si cucina il silicio, non tanto il busbar che regge temperature più alte.

    Non saprei se è il busbar che si scalda prima e tende a cuocere il silicio partendo da lì, oppure è il silicio che si scalda uniformemente e il busbar (che ha maggior conduzione termica) gli "ruba" calore.

    Notare come la parte superiore delle 2 celle in foto anche se in piena ombra non è danneggiata, perché la parte inferiore delle celle ha già incassato lei il colpo.

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  • spider61
    ha risposto
    Archimede , cosa è una zanca per qualche antenna ? così oltre all'ombra della placca lo fà anche l'antenna ....

    In quel caso comunque , mi sembra che il problema parta sempre dalla connessione del bus bar , si scalda lui?

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  • rob_nosfe
    ha risposto
    Per ombreggiamenti della dimensione di cacche la resistenza opposta non è significativa (provate con una monetina, vedrete surriscaldarsi la monetina ma non i busbar della cella).
    Per le foglie, sono significative solo per quel breve periodo in cui si incollano al vetro, alla prima pioggia e/o vento torna tutto alla normalità.

    Il vero problema di invecchiamento precoce è rappresentato dalle ombre continuative per anni, in genere su impianti progettati senza tenerne conto, perché queste tendono a cuocere il silicio.
    E una volta cotto, anche eliminando la causa ormai il danno è fatto. Comunque parliamo di qualche punto percentuale di perdita che neanche giustifica la sostituzione del modulo incriminato.

    Vi posto un'immagine di questo genere, così capite:
    File allegati

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  • spider61
    ha risposto
    Le discussioni infatti , sarebbero da unire....
    casomai mi rinfrescate la fisica del riscaldamento : sapevo che la cella parzialmente ombreggiata faceva da tappo al resto della serie , cioè se senza ombra generavano 10A , messa mezza cella in ombra la corrente diventa 5A per esempio , quindi la cella diventa un carico per le altre e dissipa ?

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  • scresan
    ha risposto
    .... nell' altra discussione avevo dimostrato, in maniera basica, come coprendo con un' ombra un piccolo angolo di una cella in un impianto al sole, quella cella si surriscaldava quasi istantaneamente.

    Ne deriva che proprio le piccole foglie, le cacche dei piccioni sono davvero un problema, se si analizza l' impianto con una termocamera!

    Magari le produzioni ne risentono di meno, ma ancora non sappiamo se sarà lo stesso per la "durata dell' impianto!"

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