Mi piacerebbe avere un parere basato sull'esperienza per strutturare l'impianto di una nuova costruzione.
Il contesto è il Lazio, litorale costiero, comune in zona climatica C, T media annua di 17°, T min media di 7° a Gennaio, T max media in Agosto di 28°. L'abitazione è a poche decine di metri slm, a 3km in linea d'aria dal mare. L'esposizione a sud è ottimale durante l'intero anno.
Costruzione su 2 livelli giorno/notte (semi-interrato autonomo come accesso, resterà quindi indipendente nella gestione termica), ciascuno di 67mq. L'intenzione è di fare un lavoro di coibentazione fatto per bene.
Il piano giorno (6x11mq circa) prevede un unico grande ambiente salone/cucina senza muratura di separazione tra i due, presenza di un camino (non termico) su uno dei lati 6m, scala di accesso al piano superiore su uno dei lati 11m.
Il piano notte è diviso in 3 stanze di quadratura simile (10/11mq circa) su un corridoio di circa 8mq, con relativa scala di accesso al terrazzo.
Con un occhio all'efficienza e uno ai costi (non solo di installazione ma anche nel tempo), vorrei predisporre un impianto in grado di generare il caldo in modo rapido (nei 60/90gg più freddi dell'anno, con minime mai a zero) all'ingresso in casa o al risveglio. Non intendo installare il FV almeno nel breve/medio termine, non vedo un grosso vantaggio (né un ammortamento ragionevolmente veloce) ad avere forzatamente la PDC su ON per autoconsumare la produzione di energia, ma questo sarebbe un altro argomento.
Documentandomi su Internet/forum e prima ancora di entrare nel merito della scelta delle singole apparecchiature, pensavo di realizzare un impianto così strutturato:
- PDC aria-acqua per l'ACS, il riscaldamento e il raffrescamento
- Pannello solare + adeguato serbatoio di accumulo per ACS e supporto alla PDC per il riscaldamento
- Fancoil quali terminali per scaldare/raffrescare gli ambienti (impianto a pavimento non praticabile né preferito)
Ovvero fare a meno di installare la caldaia per la produzione di ACS e riscaldamento, predisponendo un solo impianto idraulico; optare per i fancoil facendo a meno dell'accoppiata termosifone/split per bonificare gli ambienti; pensare se fare a meno dell'allaccio del gas (quindi con cucina a induzione).
I dubbi (alimentati per lo più da installatori locali, non soliti installare questo genere di configurazione in favore di caldaia oggi, pdc+split in ogni stanza domani, così hanno da lavorare più a lungo):
1. potenza della PDC per riuscire a bonificare gli ambienti descritti
2. costi extra per il fabbisogno della PDC (allaccio >3kW o contatore ad hoc; necessità di integrare il lavoro della PDC con resistenza elettrica)
3. manutenzione e interventi di vario genere da parte di personale qualificato per assicurare il regolare funzionamento della PDC
4. effettiva resa del pannello solare alla ACS nel corso dell'anno (avrei messo in conto acqua calda a costo zero per i 6 mesi caldi almeno)
5. soluzioni non dispendiose per scaldare i bagni
6. onerosità di un solo impianto PDC+solare+fancoil contro caldaia+solare+termosifoni+splitter
Di fondo mi chiedo: se la soluzione dell'accoppiata PDC+solare non fosse sufficiente in un contesto climatico mite e favorevole e richiedesse l'abbinamento ad una caldaia a gas per la produzione di ACS e riscaldamento, che applicazione avrebbe mai la PDC?
Sarei grato a chi volesse dedicare qualche minuto a offrirmi un parere e/o un'esperienza diretta. Del resto immagino che, come nel mio caso, questi quesiti possano offrire spunti a numerose altre persone alle prese con questo genere di chiarimenti.
Il contesto è il Lazio, litorale costiero, comune in zona climatica C, T media annua di 17°, T min media di 7° a Gennaio, T max media in Agosto di 28°. L'abitazione è a poche decine di metri slm, a 3km in linea d'aria dal mare. L'esposizione a sud è ottimale durante l'intero anno.
Costruzione su 2 livelli giorno/notte (semi-interrato autonomo come accesso, resterà quindi indipendente nella gestione termica), ciascuno di 67mq. L'intenzione è di fare un lavoro di coibentazione fatto per bene.
Il piano giorno (6x11mq circa) prevede un unico grande ambiente salone/cucina senza muratura di separazione tra i due, presenza di un camino (non termico) su uno dei lati 6m, scala di accesso al piano superiore su uno dei lati 11m.
Il piano notte è diviso in 3 stanze di quadratura simile (10/11mq circa) su un corridoio di circa 8mq, con relativa scala di accesso al terrazzo.
Con un occhio all'efficienza e uno ai costi (non solo di installazione ma anche nel tempo), vorrei predisporre un impianto in grado di generare il caldo in modo rapido (nei 60/90gg più freddi dell'anno, con minime mai a zero) all'ingresso in casa o al risveglio. Non intendo installare il FV almeno nel breve/medio termine, non vedo un grosso vantaggio (né un ammortamento ragionevolmente veloce) ad avere forzatamente la PDC su ON per autoconsumare la produzione di energia, ma questo sarebbe un altro argomento.
Documentandomi su Internet/forum e prima ancora di entrare nel merito della scelta delle singole apparecchiature, pensavo di realizzare un impianto così strutturato:
- PDC aria-acqua per l'ACS, il riscaldamento e il raffrescamento
- Pannello solare + adeguato serbatoio di accumulo per ACS e supporto alla PDC per il riscaldamento
- Fancoil quali terminali per scaldare/raffrescare gli ambienti (impianto a pavimento non praticabile né preferito)
Ovvero fare a meno di installare la caldaia per la produzione di ACS e riscaldamento, predisponendo un solo impianto idraulico; optare per i fancoil facendo a meno dell'accoppiata termosifone/split per bonificare gli ambienti; pensare se fare a meno dell'allaccio del gas (quindi con cucina a induzione).
I dubbi (alimentati per lo più da installatori locali, non soliti installare questo genere di configurazione in favore di caldaia oggi, pdc+split in ogni stanza domani, così hanno da lavorare più a lungo):
1. potenza della PDC per riuscire a bonificare gli ambienti descritti
2. costi extra per il fabbisogno della PDC (allaccio >3kW o contatore ad hoc; necessità di integrare il lavoro della PDC con resistenza elettrica)
3. manutenzione e interventi di vario genere da parte di personale qualificato per assicurare il regolare funzionamento della PDC
4. effettiva resa del pannello solare alla ACS nel corso dell'anno (avrei messo in conto acqua calda a costo zero per i 6 mesi caldi almeno)
5. soluzioni non dispendiose per scaldare i bagni
6. onerosità di un solo impianto PDC+solare+fancoil contro caldaia+solare+termosifoni+splitter
Di fondo mi chiedo: se la soluzione dell'accoppiata PDC+solare non fosse sufficiente in un contesto climatico mite e favorevole e richiedesse l'abbinamento ad una caldaia a gas per la produzione di ACS e riscaldamento, che applicazione avrebbe mai la PDC?
Sarei grato a chi volesse dedicare qualche minuto a offrirmi un parere e/o un'esperienza diretta. Del resto immagino che, come nel mio caso, questi quesiti possano offrire spunti a numerose altre persone alle prese con questo genere di chiarimenti.
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