Secondo me il nucleo del MEG non dovrebbe essere un magnete permanente, ma un materiale ferromagnetico che presenti una notevole isteresi come il ferro dolce, che rimane magnetizzato, per intenderci.
Perchè dico cio?
Perchè se non mi sbaglio ho letto che per magnetizzare questi tipi di materiale e per fare assumere a loro un determinato valore di flusso ne occorre in realtà fornirne molto di meno.
Il flusso in più verrebbe fornito dallo spontaneo allineamento dei domini magnetici del ferro che, man mano che il campo aumenta di intensità si allinierebbero in direzione del campo stesso.
Avendo a disposizione due piccoli trasformatori 1:1 di ferrite, ne ho modificato uno inserendo del ferro dolce nel nucleo ed ho fatto delle misurazioni iniettando in quello modificato ed in quello normale delle frequenze, fino a trovare quella di risonanza, ed effettivamente ho notato delle differenze notevoli, in particolar modo sulla frequenza di risonanza.
Il problema è che mi piacerebbe fare delle misure della potenza in ingresso ed in uscita solo che non sono sicuro sul metodo da utilizzare.
Ho provato a collegare all'ingresso del trasformatore una resistenza di 200ohm , e come carico ne ho usato una di uguale valore.
Penso che la tensione misurata sulle due resistenze (tenuto conto che il trasformatore è 1:1 e che le resistenze sono uguali) sia un indicatore della potenza in ingresso ed in uscita.
Ma è cosi? Questo lo chiedo a qualcuno più competente di me in materia.
Andando a misurare coll'oscillooscopio ho notato che alle frequenza di risonanza l'ampiezza della forma d'onda misurata sul carico è leggermente superiore a quella in ingresso. Overunity?
Facendo misure sul trasformatore non modificato ho invece sempre avuto dei valori inferiori in uscita rispetto allo'ingresso.
Attendo le vostre opinioni.
Edited by Enoch72 - 9/4/2005, 10:27
Perchè dico cio?
Perchè se non mi sbaglio ho letto che per magnetizzare questi tipi di materiale e per fare assumere a loro un determinato valore di flusso ne occorre in realtà fornirne molto di meno.
Il flusso in più verrebbe fornito dallo spontaneo allineamento dei domini magnetici del ferro che, man mano che il campo aumenta di intensità si allinierebbero in direzione del campo stesso.
Avendo a disposizione due piccoli trasformatori 1:1 di ferrite, ne ho modificato uno inserendo del ferro dolce nel nucleo ed ho fatto delle misurazioni iniettando in quello modificato ed in quello normale delle frequenze, fino a trovare quella di risonanza, ed effettivamente ho notato delle differenze notevoli, in particolar modo sulla frequenza di risonanza.
Il problema è che mi piacerebbe fare delle misure della potenza in ingresso ed in uscita solo che non sono sicuro sul metodo da utilizzare.
Ho provato a collegare all'ingresso del trasformatore una resistenza di 200ohm , e come carico ne ho usato una di uguale valore.
Penso che la tensione misurata sulle due resistenze (tenuto conto che il trasformatore è 1:1 e che le resistenze sono uguali) sia un indicatore della potenza in ingresso ed in uscita.
Ma è cosi? Questo lo chiedo a qualcuno più competente di me in materia.
Andando a misurare coll'oscillooscopio ho notato che alle frequenza di risonanza l'ampiezza della forma d'onda misurata sul carico è leggermente superiore a quella in ingresso. Overunity?

Facendo misure sul trasformatore non modificato ho invece sempre avuto dei valori inferiori in uscita rispetto allo'ingresso.
Attendo le vostre opinioni.
Edited by Enoch72 - 9/4/2005, 10:27
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