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Orologio di Zamboni

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  • #31
    Originariamente inviato da leo48 Visualizza il messaggio
    sarebbe molto difficile ricavare una potenza appena accessibile...
    Concordo pienamente Leo

    Rimango comunque dell'idea che sull'elettrostatica ci sia ancora qualche parola da spendere, o qualcosa da approfondire e sperimentare.
    Ultima modifica di nll; 09-08-2009, 23:00. Motivo: Riparato tag "Quote"

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    • #32
      Valmax.
      quante cose ti stupiscono,come mai ??

      Moderazione Sandro-meg : non provocare altri utenti. Ricordati articolo 1

      Grazie
      lorenz1955
      Caro sandromeg,
      questo uindividuo provoca in ogni post,adesso sarei io il provocatore ?
      Scusa.
      Ultima modifica di lorenz1955; 11-08-2009, 09:41.

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      • #33
        Allora vediamo se ho capito, se questo orologio funziona perché caricato elettrostaticamnete, e l'elettrostaticità è un fenomeno elettrico comunque ben conosciuto, mi chiedevo a questo punto si potrebbero anche sostituire le pile con qualcosa di più moderno.

        Non so unpaio di condensatori un paio di magneti...giusto no? Mi sembra che il mio discorso fili.

        infatti io è dall'inizio del topic che sto chiedendo se si può costruire qualcosa di simile usando qualcos'altro di facilmente acquistabile, senza star li a costruirsi le pile.

        Però fin ora non ho ricevuto nessuna dritta il tal senso.

        Leo, Triac e Lorenz...visto che in questo forum ci state da tempo perché non me la date voi?

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        • #34
          Texla, scusa ma proprio non si capisce...

          Se vuoi replicare l'orologio di Zamboni, che funziona per repulsione elettrostatica, DEVI usare l'elettrostatica.

          Se vuoi farne uno che funziona per repulsione elettromagnetica, allora usa i magneti e le bobine (o compralo dai cinesi, con dieci euro ce l'hai bell'e pronto). Ma NON sarà l'orologio di Zamboni, sarà un altro tipo di orologio, con un principio diverso.

          Se vuoi farlo con una batteria a 12 volt, spiegaci quale tipo di repulsione o attrazione dovrebbero mai esercitare le batterie per far funzionare un pendolo, se non con sistemi elettromagnetici.

          Inoltre, la questione non è di "cose vecchie" e "cose moderne", ma di modi di funzionamento completamente diversi, con forme di energie diverse e tecnologie diverse: tu vuoi fare l'orologio di Zamboni oppure un'altro tipo?

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          • #35
            Originariamente inviato da texla Visualizza il messaggio
            infatti io è dall'inizio del topic che sto chiedendo se si può costruire qualcosa di simile usando qualcos'altro di facilmente acquistabile, senza star li a costruirsi le pile.
            Carissimo texla, vorrei poterti aiutare nel tuo intento, ma credo che prima di apportare modifiche bisognerebbe riprodurre fedelmente l'apparecchio, e solo dopo averne capito a fondo il funzionamento si può cominciare ad elaborare qualche moderna variante.
            Personalmente non riuscirei a riprodurre le pile di Zamboni poichè mi mancano alcuni dettagli costruttivi, ma spero che con una collaborazione di tutti gli interessati si possa raggiungere l'obiettivo, anche solo per soddisfare la curiosità degli appassionati di elettronica, come si fa tuttora per le vecchie valvole termoioniche.

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            • #36
              Livin, per me l'orologio è il mezzo non il fine, il mezzo per capire delle conoscenze che poi potrebbe essere sfruttate in modo più proficuo.

              Questo oggetto mi ha colpito sia per il funzionamento delle pile secche sia per il funzionamento dello stesso.
              Quindi riparto dalle parole tue "Se vuoi replicare l'orologio di Zamboni, che funziona per repulsione elettrostatica, DEVI usare l'elettrostatica".

              Ecco mi dici un'alternativa elettrostatica (magari più moderna) alle pile secche?

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              • #37
                Sto comunque leggendo altro su Zamboni...effettivamente ricostruire queste pile non è cosa semplice...servono conoscenze chimiche e soprattuto capacita di gestire composti chimici.

                Dall'altro lato ho trovato conferme e quindi su questo non ho più dubbi, che le pile si ricaricano con l'umidità dell'ambiente.
                E qui mi chiedo, siamo forse di fronte ad un'altra forma di energia rinnovabile (l'umidità) che può essere sfruttata in qualche modo per produrre energia, anche se di modesta importanza?

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                • #38
                  Originariamente inviato da texla Visualizza il messaggio
                  Sto comunque leggendo altro su
                  E qui mi chiedo, siamo forse di fronte ad un'altra forma di energia rinnovabile (l'umidità) che può essere sfruttata in qualche modo per produrre energia, anche se di modesta importanza?
                  ciao texla ti rispondo che secondo me no!!
                  e ti spiego perchè, come ti ho gia detto le pile zamboni hanno un energia finita solo che essendo a secco non si scaricano mai su se stesse (o lo fanno molto ma molto ma molto lentamente).

                  paradossalmente l'umidità è quella che da una parte permette il loro funzionamento ma dall'altra le scarica. senza l'umidità (sul vuoto spinto ad esempio) resterebbero cariche all'infinito ma non genererebbero alcuna corrente e l'orologio non si muoverebbe.

                  ripeto secondo me sono da studiare proprio perchè non si scaricano su se stesse come le normali pile e non come fonte di energia rinnovabile.

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                  • #39
                    Ecco mi dici un'alternativa elettrostatica (magari più moderna) alle pile secche?
                    Un qualunque generatore elettrostatico, dal panno di lana sfregato sulla piastra di vetro al generatore di Van der Graaf..

                    le pile si ricaricano con l'umidità dell'ambiente
                    No, semmai funzionano grazie all'umidità...

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                    • #40
                      Vi riporo comunque quanto ho letto sul "dopo" Zamboni: " Il metodo costruttivo "Zamboni" venne recuperato all'estero, infatti troviamo il suo nome sui cataloghi di strumenti elettrici ed elettromeccanici, come quelli dei primi anni del '900. Si trattava della Colonna Zamboni di Elster & Geitel in modelli con diversa differenza di potenziale, apparsa sul catalogo "Physikalische Apparate" di Ferdinand Ernecke a Berlino. Troviamo poi le pile secche di Zamboni con guaina protettrice da 300-350 volt, con i poli alloggiati in piatti d'ebanite con la superficie ingrandita artificialmente, oppure la pila Zamboni di Elster e Geitel modificata da Noack, composta da 1.000 o 2.000 foglietti di carta dorata e argentata con dischi in ottone per gli accoppiamenti. Infine la pila Zamboni in carta d'oro e d'argento con montatura in vetro con terminali a morsetto ai poli e scelta variabile tra 1.000 e 6.000 dischi con diametri da 28 a 50 millimetri, pubblicizzate nel catalogo "Appareil de Physique" (1906) di Max Kohl. Il capitolo successivo però è quello che ritengo più bello e significativo anche dell'approccio che diverse culture hanno con la scienza e con la sua storia. Un secolo dopo ritroviamo inaspettatamente le sue pile protagoniste nella seconda guerra mondiale. Mentre gli italiani si accontentavano dei venti milioni di baionette e della retorica fascista, gli inglesi, dalle solide tradizioni scientifiche, avevano ripreso in considerazione e ricostruito le pile Zamboni con metodi più moderni. Partirono da un esemplare di pila a secco costruita al Clarendon Laboratory dell'Università di Oxford nel 1840, che aveva funzionato fino alla metà del Novecento. Ristudiarono la problematica presso l'Admiralty Research Laboratory, e ricostruito su grande scala le eccezionali caratteristiche di queste pile rinnovando parzialmente la tecnologia che nel 1945 era ben più avanzata di un secolo prima. Le pile erano in grado di produrre una tensione fino a 10.000 volt e venivano impiegate per alimentare i convertitori d'immagini all'infrarosso, che servivano per la visione notturna durante le missioni belliche, e per i quali occorreva una sorgente di alta tensione leggera, piccola, comoda da maneggiare e trasportare
                      I primi tentativi inglesi per realizzare le coppie elettromotrici oggi danno più l'idea di una spesa fatta alla drogheria all'angolo sotto casa raccogliendo quello che si trovava, piuttosto che il frutto di una ricerca di laboratorio. Veniva infatti utilizzata una sottile miscela di pasta d'amido, biossido di manganese e tracce di cloruro di zinco spruzzata su carta. Dopo l'asciugatura la carta veniva ricoperta con stagnola usando un accenno di pasta come legante. I primi risultati diedero una pila con 0,6 volt per disco. Un miglioramento si ottenne con una nuova miscela legante composta di biossido di manganese, gelatina cotta, soluzione di cloruro di zinco al 10 per cento e acqua. In tale situazione era fondamentale il tipo di adesivo usato che non doveva avere una resistenza elettrica troppo alta quando si asciugava. In seguito venne aggiunta alla soluzione una piccola quantità di acquaragia per prevenire la schiumosità, con una lavorazione che portava ogni foglio completo allo spessore di un decimo di millimetro. I dischi ricavati dai fogli erano stipati in tubi di nitrato di cellulosa lunghi da 16 a 22 centimetri a seconda del voltaggio richiesto, con coperchi esterni in ottone sigillati con vernice a base di cellulosa. Per aumentare l'isolamento in ambienti più difficili venivano anche immersi in cera fusa. Successivamente vennero usati tubi in metacrilato di metile.
                      Dopo la guerra le pile servirono anche in campo astronomico per alimentare il sensore infrarosso montato su un telescopio, ma l'applicazione più duratura delle pile zamboniane rimane l'elettroscopio di Bohnenberger a campo ausiliario e ad elevata sensibilità. Successivamente anche le Officine Galileo di Firenze iniziarono la costruzione delle pile Zamboni, in versione compatta, e utilizzate fino al 1950 come sussidi didattici per le esercitazioni scolastiche. Era costituita da 1.000 o 2.000 coppie di dischi di carta argentata e dorata sorretti da un'asta di ebanite e premuti fra due armature terminali con serrafili a uncino.."


                      Come vedete non è facile ricostruirle per via delle mischele chimiche da utilizzare...comunque ogni tanto risaltano fuori....

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                      • #41
                        Originariamente inviato da domenicobrun Visualizza il messaggio
                        ciao texla ti rispondo che secondo me no!!
                        e ti spiego perchè, come ti ho gia detto le pile zamboni hanno un energia finita solo che essendo a secco non si scaricano mai su se stesse (o lo fanno molto ma molto ma molto lentamente).

                        paradossalmente l'umidità è quella che da una parte permette il loro funzionamento ma dall'altra le scarica. senza l'umidità (sul vuoto spinto ad esempio) resterebbero cariche all'infinito ma non genererebbero alcuna corrente e l'orologio non si muoverebbe.
                        Si giusto, hai ragione..l'umidità le fa solo funzionare...e hai ragione anche sul fatto che andrebbero studiate meglio.

                        Livin,
                        appena ho tempo leggerò qualcosa sul panno di lana sfregato sulla piastra di vetro e al generatore di Van der Graaf.

                        Scusa, ma un condensatore non può generare elettrostaticità?

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                        • #42
                          Scusa, ma un condensatore non può generare elettrostaticità?
                          No la può solo accumulare !
                          leo48
                          -Ogni problema ha sempre almeno due soluzioni basta trovarle
                          -La forza dei forti è saper traversar le traversìe con occhio sereno

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                          • #43
                            Ho fatto alcune ricerche su internet per trovare qualcosa che "polarizzasse" (non so se si dice così) elettrostaticamente qualche puiccolo oggetto...ho trovato qualcosa ma ma sekbrano tutti apparecchi un po' particolari.

                            Se vado in un normale negozio di elettronica, secondo voi posso trovare qualche motorino di questo tipo? E cosa dovrei chiedere di preciso?

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                            • #44
                              Se vado in un normale negozio di elettronica, secondo voi posso trovare qualche motorino di questo tipo?
                              ???
                              Nell'orologio di Zamboni non c'è nessun motorino.
                              Comunque, sicuramente NON lo trovi, perchè non esistono motori elettrostatici commerciali. Se ci riesci, prova a costruirlo.

                              Commenta


                              • #45
                                Allora da come sembra l'orologio di Zamboni funziona così:
                                c'è un pendolo che oscilla ed alle due estremità della corsa del pendolo
                                ci sono i terminali delle pile AT, le quali attirano il pendolo stesso ma
                                non appena toccato viene respinto.
                                Il pendolo è collegato al meccanismo che fa girare le lancette.
                                leo48
                                -Ogni problema ha sempre almeno due soluzioni basta trovarle
                                -La forza dei forti è saper traversar le traversìe con occhio sereno

                                Commenta


                                • #46
                                  io non ho ancora capito cosa vuole fare, Leo... Nel post 34 (come anche tu nel post 11) gli parlavo anch'io di repulsione elettrostatica, ma ogni tanto si parla di pile normali e di motorini.... boh...

                                  Commenta


                                  • #47
                                    No il problema è che mi esprimo male...ho usato impropriamente il termine "motorino"...intendevo un "congegno" (adesso non so se la parola è quella esatta) che possa "polarizzare" piccoli oggetti, facilmente trovabile in commercio.

                                    Potrei provare con la lana e il vetro è vero, però se c'è qualcosa un po' più "evoluto" facilmente reperibile è meglio.

                                    Come funziona l'orologio l'ho ben capito ormai....ma non essendo in grado di ricreare le pile come detto qualche post fa, ho abbandonato il progetto.

                                    Ora sto semplicemnete cercando di "familiarizzare" con l'elettrostaticità...forse dovrei aprire un topic apposito...

                                    Scusatemi comunque se ogni tanto mi esprimo male.

                                    Ciao.

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                                    • #48
                                      ok, no problem.... l'importante è capirsi

                                      Commenta


                                      • #49
                                        Su questo sito trovi qualche semplice esperimento di elettrostatica compreso un generatore:
                                        elettrostatica

                                        alta tensione

                                        se te ne intendi di elettronica posso consigliati qualcosa di più serio ma MOLTO più pericoloso
                                        Ciao
                                        Alessio
                                        Qualche video dei miei esperimenti li trovate su:
                                        http://it.youtube.com/user/alessiof76

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                                        • #50
                                          Grazie mille Alessio, mi hai dato due link interesanti ...domani me li leggo e vi farò sapere.

                                          Ciao.

                                          Ps. ma quello nella foto del primo link, è impressionante...cioè lui è a contattto con un congegno elettrostatico, e gli si addrizzano in quel modo i capelli? Ma non sente la scossa?

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                                          • #51
                                            Se non c'è corrente non senti la scossa ti elettrizzi e basta, lo stesso autore del sito ha un canale youtube e ha pubblicato questo video in cui fa rizzare i capelli ai suoi studenti:YouTube - esperienze con macchina di Van de Graaf
                                            Qualche video dei miei esperimenti li trovate su:
                                            http://it.youtube.com/user/alessiof76

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                                            • #52
                                              Da quello che ho capito usano elettricità statica che esiste nel atmosfera, mi sorge un sospetto fra i metalli come isolante dovrebbero avere usato carta ricavata da fibre di canapa, da quello che so la canapa fa fatica marcire come la carta normale, è solo un ipotesi.

                                              se ne deduce che la vera pila non è il dispositivo ma l'aria che porta cariche elettriche, che poi i metalli li dividono in due poli.

                                              Se e come penso per spegnerlo si dovrebbe togliere l'aria per dimostrare la sorgente.

                                              Spero di essere stato utile ,Zebiran

                                              Commenta


                                              • #53
                                                Alessio, grazie mille...ho portato il topic un po' fuori tema ma ho capito qualcosa in più dell'ellettrostaticità.
                                                Zebiran, si la tua osservazione è utile...credo che bisognerebbe approfondire di più i fenomeni elettrostatici..purtroppo io non ho le capacità per fare delle prove.

                                                Spero però che questo topic possa essere da spunto per qualcun altro che voglia tentare di riprodurre queste pile.

                                                Ciao.

                                                Commenta


                                                • #54
                                                  Originariamente inviato da domenicobrun Visualizza il messaggio

                                                  quindi la vedo dura far funzionare un orologio zamboni con delle semplici pile da 1,5 o 12 volt
                                                  prendi una pila da 1,5 V - una macchina fotografica usa e getta con flash smonta il sistema flash e ottieni circa 1200 V con una pila da 1,5 V ma con corrente bassissima
                                                  attento la scossa però si fa sentire

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