Ipotizzando di volere sventrare una robusta bombola d'acciaio piena di idrogeno a 300 bar a temperatura ambiente, ci sarebbero 2 metodi abbastanza intuitivi.
Primo metodo:
Esternamente con una fiamma ossidrica scaldo la bombola che dopo poco tempo scoppia perché la pressione era salita a 1000 bar, un valore troppo grande per essere contenuto.
Secondo metodo:
Isolo elettricamente la bombola da terra poggiandola sopra ad una sedia professionale le cui gambe sono isolatori elettrici come quelli dei tralicci, e poi mediante un morsetto collego la bombola ad un generatore.
Il circuito del generatore è aperto ma ugualmente gli elettroni della bombola vengono strappati via, quindi il gas di idrogeno contenuto nella bombola viene ionizzato.
Ionizzando il gas di idrogeno succede che non ci sono più elettroni per contrastare la forza repulsiva esistente tra gli atomi di idrogeno che (nel frattempo sono diventati semplici protoni).
Mancando il contrasto degli elettroni succede che la pressione aumenta considerevolmente nonostante che la temperatura della bombola è uguale a quella ambiente.
La bombola si sventra perché non in grado di contenere 1000 bar di pressione.
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In questa discussione per free energy si intende lo sfruttamento dell'energia che provoca lo sventramento del secondo metodo (vedi secondo metodo sopra indicato).
E' chiaro che è poco pratico fare scoppiare bombole, quindi occorre ingegnerizzare la cosa... per esempio sostituendo la bombola stessa con un motore a scoppio monocilindrico cioè composto da un solo pistone ed un solo cilindro.
Le valvole non devono esistere, al limite potrebbe esserci un rubinetto che serve per caricare il cilindro con gas la prima volta, dopo fatto il caricamento il rubinetto deve essere chiuso e rimarrà sempre chiuso (sperando che non ci siano piccole perdite di gas fra pistone e cilindro altrimenti periodicamente bisogna fare uso del rubinetto per riempire il cilindro).
Serve un generatore in corrente alternata bassa frequenza (da 1 HZ a 10 HZ), il circuito è sempre aperto perché il motore monocilindrico è isolato da terra, per migliorare il progetto è possibile fare uso di 2 motori monocilindrici perché dall'alternatore escono 2 fili e non 1.
Il gas di idrogeno non deve essere bruciato cioè ossidato perché interessa soltanto ionizzarlo ad impulsi.
Non è detto che il generatore che strappa gli elettroni al gas debba essere per forza un alternatore, potrebbe anche essere un trasformatore elevatore.
Il generatore elettrico lavora a vuoto infatti il circuito è aperto, essendo aperto saranno presenti solo le perdite per attrito.
E' evidente che la ionizzazione positiva del gas di idrogeno (assenza di elettroni) chiama forte corrente e quindi energia, ma è anche vero che questa energia me la riprendo nella fase successiva quando farò l'inverso della ionizzazione positiva cioè la ionizzazione negativa (eccesso di elettroni).
Forse è possibile sostituire il pericolo idrogeno con gas inerte tipo l'elio, anche l'atomo di elio privato dei suoi elettroni respinge i suoi simili con maggiore forza perché mancano appunto gli elettroni.
Primo metodo:
Esternamente con una fiamma ossidrica scaldo la bombola che dopo poco tempo scoppia perché la pressione era salita a 1000 bar, un valore troppo grande per essere contenuto.
Secondo metodo:
Isolo elettricamente la bombola da terra poggiandola sopra ad una sedia professionale le cui gambe sono isolatori elettrici come quelli dei tralicci, e poi mediante un morsetto collego la bombola ad un generatore.
Il circuito del generatore è aperto ma ugualmente gli elettroni della bombola vengono strappati via, quindi il gas di idrogeno contenuto nella bombola viene ionizzato.
Ionizzando il gas di idrogeno succede che non ci sono più elettroni per contrastare la forza repulsiva esistente tra gli atomi di idrogeno che (nel frattempo sono diventati semplici protoni).
Mancando il contrasto degli elettroni succede che la pressione aumenta considerevolmente nonostante che la temperatura della bombola è uguale a quella ambiente.
La bombola si sventra perché non in grado di contenere 1000 bar di pressione.
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In questa discussione per free energy si intende lo sfruttamento dell'energia che provoca lo sventramento del secondo metodo (vedi secondo metodo sopra indicato).
E' chiaro che è poco pratico fare scoppiare bombole, quindi occorre ingegnerizzare la cosa... per esempio sostituendo la bombola stessa con un motore a scoppio monocilindrico cioè composto da un solo pistone ed un solo cilindro.
Le valvole non devono esistere, al limite potrebbe esserci un rubinetto che serve per caricare il cilindro con gas la prima volta, dopo fatto il caricamento il rubinetto deve essere chiuso e rimarrà sempre chiuso (sperando che non ci siano piccole perdite di gas fra pistone e cilindro altrimenti periodicamente bisogna fare uso del rubinetto per riempire il cilindro).
Serve un generatore in corrente alternata bassa frequenza (da 1 HZ a 10 HZ), il circuito è sempre aperto perché il motore monocilindrico è isolato da terra, per migliorare il progetto è possibile fare uso di 2 motori monocilindrici perché dall'alternatore escono 2 fili e non 1.
Il gas di idrogeno non deve essere bruciato cioè ossidato perché interessa soltanto ionizzarlo ad impulsi.
Non è detto che il generatore che strappa gli elettroni al gas debba essere per forza un alternatore, potrebbe anche essere un trasformatore elevatore.
Il generatore elettrico lavora a vuoto infatti il circuito è aperto, essendo aperto saranno presenti solo le perdite per attrito.
E' evidente che la ionizzazione positiva del gas di idrogeno (assenza di elettroni) chiama forte corrente e quindi energia, ma è anche vero che questa energia me la riprendo nella fase successiva quando farò l'inverso della ionizzazione positiva cioè la ionizzazione negativa (eccesso di elettroni).
Forse è possibile sostituire il pericolo idrogeno con gas inerte tipo l'elio, anche l'atomo di elio privato dei suoi elettroni respinge i suoi simili con maggiore forza perché mancano appunto gli elettroni.
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