Grandissima scoperta i biocarburanti....e ringrazio questo forum che me li ha fatti conoscere per la prima volta. Come non elogiare un carburante che
inquina di meno
aumenta le prestazioni
rende più pulito ed efficiente il motore
costa di meno (teoricamente)
Sembrerebbe l'uovo di Colombo, ma fermiamoci un attimo ed analizziamo la situazione. Appurato che questo tipo di carburanti surclassa i derivati del petrolio, sarebbe una grandissima cosa se tutti i veicoli cominciassero ad usarli.
MA
sappiamo sin troppo bene che l'offerta di biocombustibili non sarà mai in grado di soddisfare la richiesta, servirebbe 2 o 3 pianeti come la Terra interamente coltivabili.
E quindi, per qualsiasi prodotto, cosa succede quando la domanda comincia a diventare molto maggiore dell'offerta? Facile: il prezzo sale.
E cosa succede se il prezzo sale? Ovvio: sempre più gente sarà interessata ad inserirsi nel business dei biocarburanti.
E chi c'è alla base della catena? L'agricoltore che coltiva il suo bel campo di mais. Mettiamoci nei suoi panni per un attimo. A fine raccolto deve decidere se vendere la sua produzione ad un'azienda che inscatola il mais, o ad una che producce olio vegetale ad uso trazione. Per le considerazioni fatte prima, la seconda potrà permettersi un prezzo d'acquisto molto maggiore, ed il contadino, come chiunque di noi, venderà al maggior offerente.
Moltiplichiamo la situazione per mille, diecimila contadini. Otteniamo che l'azienda che compra mais ad uso alimentare non riesce più ad approvigionarsi di materia prima alle condizioni precedenti. Le si presentano quindi 3 alternative:
1)alzare la propria offerta al contadino in modo da competere con quella dell'altra industria
2)chiudere
3)riconvertirsi e diventare una raffineria di olio ad uso combustibile
Moltiplichiamo la situazione per dieci, cento aziende
Nel caso 1) avremo che i rincari si ripercuoteranno pari pari sul consumatore quando andrà al supermercato a comprare il mais in scatola. E si può immaginare facilmente un prezzo che aumenta di 4 o 5 volte.
Nei casi 2) o 3) avremo una caduta della produzione di mais in scatola, che diventerebbe introvabile per il consumatore.
Ora lasciamo il caso del mais ed immaginiamo un qualunque possessore di un appezzamento agricolo.Chiamiamolo Caio. Cosa farebbe in caso di boom dei biocombustibili? Ovvio: riconvertirebbe la sua produzione, qualunque essa sia, in una ad uso biocombustibili. E come biasimarlo:
Il nostro signor Caio, seduto la sera alla sua scrivania, comincia a farsi due conti sui pro di una conversione:
1)Venderebbe il raccolto ad un prezzo maggiore
2)Non si interesserebbe più della qualità del prodotto ma solo della quantità
3)Non avrebbe più problemi legati all'uso di prodotti nocivi alla salute umana, come diserbanti e concimi.
4)I rischi legati a maltempo, malattie e quant'altro si ridurrebbero di molto: in qualsiasi stato si trovi il raccolto sarà sempre possibile venderlo e valorizzarlo
5)E' un investimento sicuro: la domanda si prevede continua e in aumento nel tempo, senza le oscillazioni tipiche dei prodotti alimentari
6)Ed in più il signor Caio si sente anche soddisfatto dal punto di vista morale, perchè sta contribuendo alla salvaguardia dell'ambiente e del clima
La decisione è presa: il signor Caio darà il via alla conversione il prima possibile.
Immaginiamo mille, diecimile, milioni di signor Caio. Milioni di ettari che vengono convertiti a colza, mais, girasole. E altrettanti ne vengono ricavati dalla coltivazione di aree prima incolte o, peggio ancora, strappate alla foresta.
Risultati?
Riduzione della produzione agricola ad uso alimentare.
Riduzione della produzione agricola ad uso allevamento di bestiame
Nei paesi industrializzati, aumento esponenziale dei prezzi di tutti gli alimenti
Nel terzo mondo, dimuinizione drastiche delle riserve di cibo. Carestie, rivolte sociali
Qual è in pratica la base del problema? Una semplice constatazione economica: abbiamo reso dipendenti due beni (cibo e combustibili) che prima non lo erano. Ossia, mentre prima un aumento dei prezzi della benzina non comportava significatie variazioni del prezzo degli alimenti, ora si avrebbe un'altra situazione: all'aumento del prezzo del petrolio si avrebbe un pari aumento del prezzo del cibo.
E ciò, senza dubbi, porterebbe alla rovina.
Se ne volete una prova andate qua: http://www.businessonline.it/news/3271/sco...rezzo-mais.html. E' l'articolo che mi ha ispirato questa riflessione
inquina di meno
aumenta le prestazioni
rende più pulito ed efficiente il motore
costa di meno (teoricamente)
Sembrerebbe l'uovo di Colombo, ma fermiamoci un attimo ed analizziamo la situazione. Appurato che questo tipo di carburanti surclassa i derivati del petrolio, sarebbe una grandissima cosa se tutti i veicoli cominciassero ad usarli.
MA
sappiamo sin troppo bene che l'offerta di biocombustibili non sarà mai in grado di soddisfare la richiesta, servirebbe 2 o 3 pianeti come la Terra interamente coltivabili.
E quindi, per qualsiasi prodotto, cosa succede quando la domanda comincia a diventare molto maggiore dell'offerta? Facile: il prezzo sale.
E cosa succede se il prezzo sale? Ovvio: sempre più gente sarà interessata ad inserirsi nel business dei biocarburanti.
E chi c'è alla base della catena? L'agricoltore che coltiva il suo bel campo di mais. Mettiamoci nei suoi panni per un attimo. A fine raccolto deve decidere se vendere la sua produzione ad un'azienda che inscatola il mais, o ad una che producce olio vegetale ad uso trazione. Per le considerazioni fatte prima, la seconda potrà permettersi un prezzo d'acquisto molto maggiore, ed il contadino, come chiunque di noi, venderà al maggior offerente.
Moltiplichiamo la situazione per mille, diecimila contadini. Otteniamo che l'azienda che compra mais ad uso alimentare non riesce più ad approvigionarsi di materia prima alle condizioni precedenti. Le si presentano quindi 3 alternative:
1)alzare la propria offerta al contadino in modo da competere con quella dell'altra industria
2)chiudere
3)riconvertirsi e diventare una raffineria di olio ad uso combustibile
Moltiplichiamo la situazione per dieci, cento aziende
Nel caso 1) avremo che i rincari si ripercuoteranno pari pari sul consumatore quando andrà al supermercato a comprare il mais in scatola. E si può immaginare facilmente un prezzo che aumenta di 4 o 5 volte.
Nei casi 2) o 3) avremo una caduta della produzione di mais in scatola, che diventerebbe introvabile per il consumatore.
Ora lasciamo il caso del mais ed immaginiamo un qualunque possessore di un appezzamento agricolo.Chiamiamolo Caio. Cosa farebbe in caso di boom dei biocombustibili? Ovvio: riconvertirebbe la sua produzione, qualunque essa sia, in una ad uso biocombustibili. E come biasimarlo:
Il nostro signor Caio, seduto la sera alla sua scrivania, comincia a farsi due conti sui pro di una conversione:
1)Venderebbe il raccolto ad un prezzo maggiore
2)Non si interesserebbe più della qualità del prodotto ma solo della quantità
3)Non avrebbe più problemi legati all'uso di prodotti nocivi alla salute umana, come diserbanti e concimi.
4)I rischi legati a maltempo, malattie e quant'altro si ridurrebbero di molto: in qualsiasi stato si trovi il raccolto sarà sempre possibile venderlo e valorizzarlo
5)E' un investimento sicuro: la domanda si prevede continua e in aumento nel tempo, senza le oscillazioni tipiche dei prodotti alimentari
6)Ed in più il signor Caio si sente anche soddisfatto dal punto di vista morale, perchè sta contribuendo alla salvaguardia dell'ambiente e del clima
La decisione è presa: il signor Caio darà il via alla conversione il prima possibile.
Immaginiamo mille, diecimile, milioni di signor Caio. Milioni di ettari che vengono convertiti a colza, mais, girasole. E altrettanti ne vengono ricavati dalla coltivazione di aree prima incolte o, peggio ancora, strappate alla foresta.
Risultati?
Riduzione della produzione agricola ad uso alimentare.
Riduzione della produzione agricola ad uso allevamento di bestiame
Nei paesi industrializzati, aumento esponenziale dei prezzi di tutti gli alimenti
Nel terzo mondo, dimuinizione drastiche delle riserve di cibo. Carestie, rivolte sociali
Qual è in pratica la base del problema? Una semplice constatazione economica: abbiamo reso dipendenti due beni (cibo e combustibili) che prima non lo erano. Ossia, mentre prima un aumento dei prezzi della benzina non comportava significatie variazioni del prezzo degli alimenti, ora si avrebbe un'altra situazione: all'aumento del prezzo del petrolio si avrebbe un pari aumento del prezzo del cibo.
E ciò, senza dubbi, porterebbe alla rovina.
Se ne volete una prova andate qua: http://www.businessonline.it/news/3271/sco...rezzo-mais.html. E' l'articolo che mi ha ispirato questa riflessione
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