Scusate sono anni che vi leggo con interesse; vorrei qui stimolare una discussione che potrebbe aiutare molti.
Difficilmente nelle discussioni su caldaie a biomassa si analizza il caso delle seconde case in montagna. E' chiaro che rispetto a chi vive la casa continuativamente, le esigenze sono diverse. In primis l'annoso e dibattutissimo tema sul puffer si o no e nel caso, quale? scambiatore, serpentina/e, tank in tank, bollitore...? L'utente medio non ci capisce quasi nulla e qui i venditori ci vanno a nozze. Di continuo leggo i sostenitori del puffer a tutti i costi, ribadire che fa da volano, serve per non sprecare energia, per ridurre le partenze caldaia etc... Tutto vero. Ma quello che sta pensando al suo impianto per la seconda casa non si sente mai interessato/toccato da questi discorsi: lui, ripeto l'utente medio, pensa: "se vado nella casa in montagna un week and al mese in inverno, perchè dovrei scaldare 500-800 lt d'acqua per un giorno e mezzo dal momento che mi interessa soltanto fare il più velocemente possibile caldo in casa e dare subito ai termosifoni tutta la potenza della caldaia per minimo le prime 7-8 ore dall'arrivo? Mica vado in montagna per farmi delle docce appena arrivo !!!... Nel caso classico di arrivo il sabato mattina e partenza la domenica sera, casomai la prima doccia viene fatta il sabato sera dopo 10 ore in cui la caldaia è bene sia stata rivolta completamente ai termosifoni, o sbaglio? Quando modulerebbe qui la caldaia? Il vantaggio del puffer/accumulo lo capirei e lo sfrutterei dal lunedì in poi ... ma in questo caso siete o no d'accordo che gli impianti che vanno qui per la maggiore ("precedenza all'acqua", "è il puffer che comanda", sonde a go go, climatica etc etc ... ormai ripetute come un mantra) mai contemplano il caso da me esposto? Quando la domenica sera lascio la seconda casa in cui tornerò dopo 20 gg circa, dove vanno quei 600/800 lt d'acqua calda per i quali la caldaia ha lavorato a bestia due giorni, magari lasciandomi con i radiatori tiepidi, proprio per scaldare il puffer? Non vi sembra uno spreco? Può qualcuno di voi tecnici o utilizzatori consigliare un ipotetico impianto per la fattispece rappresentata? Anzi, per me ottimo sarebbe i moderatori aprissero una sessione dedicata alla seconda casa. In attesa dei Vs. preziosi consigli... grazie mille.
Difficilmente nelle discussioni su caldaie a biomassa si analizza il caso delle seconde case in montagna. E' chiaro che rispetto a chi vive la casa continuativamente, le esigenze sono diverse. In primis l'annoso e dibattutissimo tema sul puffer si o no e nel caso, quale? scambiatore, serpentina/e, tank in tank, bollitore...? L'utente medio non ci capisce quasi nulla e qui i venditori ci vanno a nozze. Di continuo leggo i sostenitori del puffer a tutti i costi, ribadire che fa da volano, serve per non sprecare energia, per ridurre le partenze caldaia etc... Tutto vero. Ma quello che sta pensando al suo impianto per la seconda casa non si sente mai interessato/toccato da questi discorsi: lui, ripeto l'utente medio, pensa: "se vado nella casa in montagna un week and al mese in inverno, perchè dovrei scaldare 500-800 lt d'acqua per un giorno e mezzo dal momento che mi interessa soltanto fare il più velocemente possibile caldo in casa e dare subito ai termosifoni tutta la potenza della caldaia per minimo le prime 7-8 ore dall'arrivo? Mica vado in montagna per farmi delle docce appena arrivo !!!... Nel caso classico di arrivo il sabato mattina e partenza la domenica sera, casomai la prima doccia viene fatta il sabato sera dopo 10 ore in cui la caldaia è bene sia stata rivolta completamente ai termosifoni, o sbaglio? Quando modulerebbe qui la caldaia? Il vantaggio del puffer/accumulo lo capirei e lo sfrutterei dal lunedì in poi ... ma in questo caso siete o no d'accordo che gli impianti che vanno qui per la maggiore ("precedenza all'acqua", "è il puffer che comanda", sonde a go go, climatica etc etc ... ormai ripetute come un mantra) mai contemplano il caso da me esposto? Quando la domenica sera lascio la seconda casa in cui tornerò dopo 20 gg circa, dove vanno quei 600/800 lt d'acqua calda per i quali la caldaia ha lavorato a bestia due giorni, magari lasciandomi con i radiatori tiepidi, proprio per scaldare il puffer? Non vi sembra uno spreco? Può qualcuno di voi tecnici o utilizzatori consigliare un ipotetico impianto per la fattispece rappresentata? Anzi, per me ottimo sarebbe i moderatori aprissero una sessione dedicata alla seconda casa. In attesa dei Vs. preziosi consigli... grazie mille.
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