Salve a tutti
sono nuovo del forum ed ho già avuto modo di apprezzare le vostre discussioni, sia per lo spirito divulgativo e collaborativo, ma anche per i molti approfondimenti e consigli prettamente tecnici.
Provo, con lo stesso spirito, ad esporre il mio quesito confidando nella vostra attenzione e nei vostri consigli.
La casa in questione ha una superficie abitata 120mq.
L'impianto di riscaldamento è costituito da un termocamino da 33Kw che alimenta radiatori in ghisa. Produzione ACS invernale dal termocamino (istantanea senza accumulo), in estate scaldabagno elettrico.
La casa è abitata costantemente da due persone per tutto l'anno, e solo in agosto e parzialmente a dicembre ed aprile da altre quattro (tot in questi periodi 6 persone per il resto dell'anno 2)
Si è fatta una parziale ristrutturazione edilizia, compreso coibentazione di pareti e solai verso cantina e porticato, con cappotto in eps. L'occasione ha suggerito anche un piccolo intervento impiantistico. Però mentre il cappotto ha sortito effetti ottimi e direi lampanti, un po meno l'intervento impiantistico.
Abbiamo installato un termoaccumulo tank in tank (Combi 2 Cordivari da 600lt di cui 146 per ACS) collegato al termocamino da 33Kw preesistente con l'obbiettivo di avere sia un volano termico, sia accumulo di ACS.
Tra l'altro, prevedendo in futuro di implementare con altro generatore e/o solare termico il sistema, il termoaccumulo è stato scelto con il serpentino inferiore, appunto per un futuro collegamento.
L'impiantista ha così operato:
- mandata dal termocamino collegato alla parte inferiore del termoaccumulo (la più bassa disponibile)
- ritorno al termocamino dalla parte superiore del termoaccumulo (la più alta disponibile sullo steso lato della mandata)
- mandata ai radiatori dalla parte superiore del termoaccumulo (la più alta disponibile lato opposto termocamino)
- ritorno dall'impianto dei radiatori alla parte inferiore del termoaccumulo (la più bassa stesso lato mandata radiatori)
Ovviamente il tutto regolato da pompe su entrambe le mandate, di cui quella che manda ai radiatori comandata da un termostato montato sulla parte centrale del boiler impostata a 55°C, in modo da non mandare acqua all'impianto inferiore a tale temperatura; c'è ovviamente anche il termostato ambiente.
Il risultato è che alimentando il termocamino in maniera ordinaria l'acqua all'interno del termoaccumulo si stabilizza a circa 60°C dopo circa un'ora e dunque viene mandata all'impianto e resa disponibile per l'ACS che, tra l'altro, a questa temperatura è abbastanza al sicuro anche per il discorso legionella.
Fin qui tutto ok, ma ho notato che provando ad alimentare maggiormente il termocamino e facendogli raggiungere anche temperature elevate di 80-90°C non si riscontrano sensibili variazioni giù al boiler. Inoltre al mattino, dopo che il fuoco è stato alimentato fino anche a mezzanotte, la temperatura del termoaccumulo è al massimo a 40°C. Mi aspettavo appunto al mattino una temperatura maggiore proprio per avere un punto di partenza "anticipato" per i radiatori e ACS disponibile a temperatura adeguata.
Personalmente ho ipotizzato che forse il problema sta nella posizione della mandata troppo bassa del termocamino tale da non investire direttamente il tank di ACS che sta più in alto, e da creare un moto convettivo interno che pregiudica la stratificazione, riscaldando inutilmente ed eccessivamente la parte inferiore a discapito di quella superiore. Altro fattore, ipotizzato dall'installatore, è che l'acqua durante la notte risalga al termocamino per cui pensava di inserire una valvola per bloccare tale moto naturale.
Vi giro il quesito certo che non mancherete di chiarimenti e suggerimenti
Grazie
vista totale
vista lato mandata e ritorno termocamino
vista lato mandata e ritorno radiatori
sono nuovo del forum ed ho già avuto modo di apprezzare le vostre discussioni, sia per lo spirito divulgativo e collaborativo, ma anche per i molti approfondimenti e consigli prettamente tecnici.
Provo, con lo stesso spirito, ad esporre il mio quesito confidando nella vostra attenzione e nei vostri consigli.
La casa in questione ha una superficie abitata 120mq.
L'impianto di riscaldamento è costituito da un termocamino da 33Kw che alimenta radiatori in ghisa. Produzione ACS invernale dal termocamino (istantanea senza accumulo), in estate scaldabagno elettrico.
La casa è abitata costantemente da due persone per tutto l'anno, e solo in agosto e parzialmente a dicembre ed aprile da altre quattro (tot in questi periodi 6 persone per il resto dell'anno 2)
Si è fatta una parziale ristrutturazione edilizia, compreso coibentazione di pareti e solai verso cantina e porticato, con cappotto in eps. L'occasione ha suggerito anche un piccolo intervento impiantistico. Però mentre il cappotto ha sortito effetti ottimi e direi lampanti, un po meno l'intervento impiantistico.
Abbiamo installato un termoaccumulo tank in tank (Combi 2 Cordivari da 600lt di cui 146 per ACS) collegato al termocamino da 33Kw preesistente con l'obbiettivo di avere sia un volano termico, sia accumulo di ACS.
Tra l'altro, prevedendo in futuro di implementare con altro generatore e/o solare termico il sistema, il termoaccumulo è stato scelto con il serpentino inferiore, appunto per un futuro collegamento.
L'impiantista ha così operato:
- mandata dal termocamino collegato alla parte inferiore del termoaccumulo (la più bassa disponibile)
- ritorno al termocamino dalla parte superiore del termoaccumulo (la più alta disponibile sullo steso lato della mandata)
- mandata ai radiatori dalla parte superiore del termoaccumulo (la più alta disponibile lato opposto termocamino)
- ritorno dall'impianto dei radiatori alla parte inferiore del termoaccumulo (la più bassa stesso lato mandata radiatori)
Ovviamente il tutto regolato da pompe su entrambe le mandate, di cui quella che manda ai radiatori comandata da un termostato montato sulla parte centrale del boiler impostata a 55°C, in modo da non mandare acqua all'impianto inferiore a tale temperatura; c'è ovviamente anche il termostato ambiente.
Il risultato è che alimentando il termocamino in maniera ordinaria l'acqua all'interno del termoaccumulo si stabilizza a circa 60°C dopo circa un'ora e dunque viene mandata all'impianto e resa disponibile per l'ACS che, tra l'altro, a questa temperatura è abbastanza al sicuro anche per il discorso legionella.
Fin qui tutto ok, ma ho notato che provando ad alimentare maggiormente il termocamino e facendogli raggiungere anche temperature elevate di 80-90°C non si riscontrano sensibili variazioni giù al boiler. Inoltre al mattino, dopo che il fuoco è stato alimentato fino anche a mezzanotte, la temperatura del termoaccumulo è al massimo a 40°C. Mi aspettavo appunto al mattino una temperatura maggiore proprio per avere un punto di partenza "anticipato" per i radiatori e ACS disponibile a temperatura adeguata.
Personalmente ho ipotizzato che forse il problema sta nella posizione della mandata troppo bassa del termocamino tale da non investire direttamente il tank di ACS che sta più in alto, e da creare un moto convettivo interno che pregiudica la stratificazione, riscaldando inutilmente ed eccessivamente la parte inferiore a discapito di quella superiore. Altro fattore, ipotizzato dall'installatore, è che l'acqua durante la notte risalga al termocamino per cui pensava di inserire una valvola per bloccare tale moto naturale.
Vi giro il quesito certo che non mancherete di chiarimenti e suggerimenti
Grazie
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vista lato mandata e ritorno termocamino
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