Salve a tutti.
Sto per trasferirmi e sto valutando se e come modificare il sistema di riscaldamento presente nella "nuova" casa.
E' già da un pò che sto mi sto documentando e leggere questo forum sicuramente mi ha aperto il ventaglio delle possibilità (e invitabilmente mi ha confuso un pò le idee). Provo a esporvi la situazione, nella speranza che vogliate darmi qualche parere, anche solo per aiutarmi a ragionare.
Innanzitutto la casa: pianura padana (2292°/anno da tabella, se non sbaglio), indipendente a due piani, primissimi anni 60, non coibentata (muro di 30cm), circa 110mq a piano (base pressochè quadrata), soffitto 3 metri di altezza, infissi "dell'epoca"ma rivisti con vetrocamera. Impianto di riscaldamento attuale installato negli anni '80, a radiatori (ghisa? acciaio?), alimentato da due caldaie a metano (23kcal/h-26.8kw ognuna, del 1999). Due caldaie perchè, sebbene la casa non sia fisicamente divisa internamente (e direi che non interessa nemmeno che lo possa essere in futuro), i due piani possono esser riscaldati indipendentemente.
Credo che con queste premesse, volendo mantenere una temperatura confortevole (19-20°) si andrebbe a spendere una cifra piuttosto importante. Un primo calcolo termico dà infatti una richiesta di 64.000kwh annui. Anche considerando che i software che calcolano i fabbisogni siano "cautelativi", comunque si tratta di tanta energia.
Le ipotesi sono due: o si spreca meno o si spende meno a produrre l'energia.
Per sprecare meno potrei pensare a una caldaia a condensazione, che potrebbe anche gestire i due impianti (non so ancora se abiterò i due piani fin da subito, mi piacerebbe mantenere la separazione). Ma una sola basterebbe? Sicuramente non vorrei andare oltre i 35kw che se non sbaglio è il limite oltre il quale si passa sotto il controllo dei vigili del fuoco. Credo che i radiatori siano sufficientemente dimensionati. Però dall'idea che mi son fatto le caldaie a condensazione ottimizzano si il rendimento, ma comunque se la casa chiede tanto, tanto devono dare e in più se dovessi farla lavorare ad alta temperatura si perde anche il vantaggio della condensazione..
Quindi il cappotto, che però è molto costoso, in tanti me lo sconsigliano perchè pare che crei problemi di umidità interna (la casa "non respira" è il commento che va per la maggiore), e in fondo l'esterno mi piace anche come è adesso, coi mattoni rossi che tra l'altro non chiedono di esser periodicamente riverniciati...
Per spendere meno ci sono le biomasse. Mi sono invaghito di penso tutte le opzioni sul mercato: termocucina (esclusa perchè solitamente hanno dei focolari molto piccoli), termostufa a pellet e a legna (non si può scaldare tutta la casa, quindi sarebbe solo un "rinforzo", poi mi convince poco il calore trasmesso via aria: mi fa pensare a un'aria secca.. e poi in sala c'è già un camino tradizionale)...
E ora sto guardando le caldaie.
Sola legna, legna e pellet, semplice, automatizzata, puffer (sicuramente necessario.. da calcolare la capacità), pannelli solari termici (possono fornire solo acs o anche scaldare l'acqua del puffer?)...
Ho ricevuto un preventivo per una caldaia di produzione polacca legna +pellet, 28kw, 2.85mq di superficie riscaldata, 90litri di capacità, camera di combustione 34x45x34, 300litri di tramoggi apellet, sonda lambda, sonda esterna. Abbinata ad un puffer 380+120litri, due valvole miscelatrici, canna fumaria ecc..
Ho potuto parlare con un paio di persone che l'hanno installata ed entrambi son contenti.
I miei dubbi sono:
- il dimensionamento (potenza caldaia e puffer)
- i pannelli solari termici (non me li hanno proposti, ma credo che sarebbero opportuni. Spererei che mi evitino di accendere la caldaia in primavera/estate per l'acs. Ma come dimensionarli?)
- il pellet (mi piacerebbe solo legna: costi inferiori, minori ingombri.. ma d'altra parte meno flessibilità: col pellet si può programmare un'accensione prima d'arrivare a casa e poi quando si arriva si carica la legna, se sei ammalato non devi andare in legnaia con la febbre... e soprattutto: è sicuro (sano) oppure no? Le dicerie (dicerie?) sul legname contaminato mi allettano poco)
- l'installazione (non ho locale caldaia, ora le caldaie sono nei bagni, e per mettere una caldaia a legna, puffer, tubazioni, canna, dovrò scarificare una (mezza) stanza utilizabile per altro)
- quanto potrei non considerare per inesperienza...
Scusate la lungaggine.
Grazie per i vostri commenti/pareri/suggerimenti
Sto per trasferirmi e sto valutando se e come modificare il sistema di riscaldamento presente nella "nuova" casa.
E' già da un pò che sto mi sto documentando e leggere questo forum sicuramente mi ha aperto il ventaglio delle possibilità (e invitabilmente mi ha confuso un pò le idee). Provo a esporvi la situazione, nella speranza che vogliate darmi qualche parere, anche solo per aiutarmi a ragionare.
Innanzitutto la casa: pianura padana (2292°/anno da tabella, se non sbaglio), indipendente a due piani, primissimi anni 60, non coibentata (muro di 30cm), circa 110mq a piano (base pressochè quadrata), soffitto 3 metri di altezza, infissi "dell'epoca"ma rivisti con vetrocamera. Impianto di riscaldamento attuale installato negli anni '80, a radiatori (ghisa? acciaio?), alimentato da due caldaie a metano (23kcal/h-26.8kw ognuna, del 1999). Due caldaie perchè, sebbene la casa non sia fisicamente divisa internamente (e direi che non interessa nemmeno che lo possa essere in futuro), i due piani possono esser riscaldati indipendentemente.
Credo che con queste premesse, volendo mantenere una temperatura confortevole (19-20°) si andrebbe a spendere una cifra piuttosto importante. Un primo calcolo termico dà infatti una richiesta di 64.000kwh annui. Anche considerando che i software che calcolano i fabbisogni siano "cautelativi", comunque si tratta di tanta energia.
Le ipotesi sono due: o si spreca meno o si spende meno a produrre l'energia.
Per sprecare meno potrei pensare a una caldaia a condensazione, che potrebbe anche gestire i due impianti (non so ancora se abiterò i due piani fin da subito, mi piacerebbe mantenere la separazione). Ma una sola basterebbe? Sicuramente non vorrei andare oltre i 35kw che se non sbaglio è il limite oltre il quale si passa sotto il controllo dei vigili del fuoco. Credo che i radiatori siano sufficientemente dimensionati. Però dall'idea che mi son fatto le caldaie a condensazione ottimizzano si il rendimento, ma comunque se la casa chiede tanto, tanto devono dare e in più se dovessi farla lavorare ad alta temperatura si perde anche il vantaggio della condensazione..
Quindi il cappotto, che però è molto costoso, in tanti me lo sconsigliano perchè pare che crei problemi di umidità interna (la casa "non respira" è il commento che va per la maggiore), e in fondo l'esterno mi piace anche come è adesso, coi mattoni rossi che tra l'altro non chiedono di esser periodicamente riverniciati...
Per spendere meno ci sono le biomasse. Mi sono invaghito di penso tutte le opzioni sul mercato: termocucina (esclusa perchè solitamente hanno dei focolari molto piccoli), termostufa a pellet e a legna (non si può scaldare tutta la casa, quindi sarebbe solo un "rinforzo", poi mi convince poco il calore trasmesso via aria: mi fa pensare a un'aria secca.. e poi in sala c'è già un camino tradizionale)...
E ora sto guardando le caldaie.
Sola legna, legna e pellet, semplice, automatizzata, puffer (sicuramente necessario.. da calcolare la capacità), pannelli solari termici (possono fornire solo acs o anche scaldare l'acqua del puffer?)...
Ho ricevuto un preventivo per una caldaia di produzione polacca legna +pellet, 28kw, 2.85mq di superficie riscaldata, 90litri di capacità, camera di combustione 34x45x34, 300litri di tramoggi apellet, sonda lambda, sonda esterna. Abbinata ad un puffer 380+120litri, due valvole miscelatrici, canna fumaria ecc..
Ho potuto parlare con un paio di persone che l'hanno installata ed entrambi son contenti.
I miei dubbi sono:
- il dimensionamento (potenza caldaia e puffer)
- i pannelli solari termici (non me li hanno proposti, ma credo che sarebbero opportuni. Spererei che mi evitino di accendere la caldaia in primavera/estate per l'acs. Ma come dimensionarli?)
- il pellet (mi piacerebbe solo legna: costi inferiori, minori ingombri.. ma d'altra parte meno flessibilità: col pellet si può programmare un'accensione prima d'arrivare a casa e poi quando si arriva si carica la legna, se sei ammalato non devi andare in legnaia con la febbre... e soprattutto: è sicuro (sano) oppure no? Le dicerie (dicerie?) sul legname contaminato mi allettano poco)
- l'installazione (non ho locale caldaia, ora le caldaie sono nei bagni, e per mettere una caldaia a legna, puffer, tubazioni, canna, dovrò scarificare una (mezza) stanza utilizabile per altro)
- quanto potrei non considerare per inesperienza...

Scusate la lungaggine.
Grazie per i vostri commenti/pareri/suggerimenti
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