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Avrei un'osservazione da proporre,in ordine ai percorsi burocratici da seguire ai fini dell'autorizzazione ad installare aerogeneratori , in base alle normative vigenti.
E' noto che il d. lgs. 387/ 2003 abbia determinato in 60 kwp lo spartiacque tra soglie di potenza autorizzabili in DIA e quelle, al contrario,ricadenti in Autorizzazione Unica.
Sono altresì note le vicende relative a Puglia e Calabria, che, arbitrariamente, in presenza di un vuoto legislativo derivante dalla mancata emanazione delle linee guida attuative del decreto testè menzionato, deliberarono di innalzare la soglia autorizzabile in DIA ad 1 MWp, decisione, però, invalidata da una sentenza della Corte Costituzionale siccome afferente una disciplina di competenza esclusiva della legislazione nazionale.
Orbene, mi pare di cogliere un' incoerenza di fondo nel comportamento del legislatore, in quanto, con l'emanazione delle (attese) linee guida, ha confermato in 60 kwp la potenza massima di una turbina fruente della procedura semplificata.
Ciò in palese contrasto,tuttavia, con quanto affermato dall' art. 17, comma 1, lett. d) della l. 96/2010, che espressemente prevede la semplificazione burocratica per impianti di potenza nominale inferiore al MW.
Cosa si può dedurre da ciò? Come spiegare l'atteggiamento del legislatore? Si può ritenere sanata la posizione di Puglia e Calabria?
Si può sperare che,un giorno, in questo Paese i calvari burocratici vengano alleviati?
E' noto che il d. lgs. 387/ 2003 abbia determinato in 60 kwp lo spartiacque tra soglie di potenza autorizzabili in DIA e quelle, al contrario,ricadenti in Autorizzazione Unica.
Sono altresì note le vicende relative a Puglia e Calabria, che, arbitrariamente, in presenza di un vuoto legislativo derivante dalla mancata emanazione delle linee guida attuative del decreto testè menzionato, deliberarono di innalzare la soglia autorizzabile in DIA ad 1 MWp, decisione, però, invalidata da una sentenza della Corte Costituzionale siccome afferente una disciplina di competenza esclusiva della legislazione nazionale.
Orbene, mi pare di cogliere un' incoerenza di fondo nel comportamento del legislatore, in quanto, con l'emanazione delle (attese) linee guida, ha confermato in 60 kwp la potenza massima di una turbina fruente della procedura semplificata.
Ciò in palese contrasto,tuttavia, con quanto affermato dall' art. 17, comma 1, lett. d) della l. 96/2010, che espressemente prevede la semplificazione burocratica per impianti di potenza nominale inferiore al MW.
Cosa si può dedurre da ciò? Come spiegare l'atteggiamento del legislatore? Si può ritenere sanata la posizione di Puglia e Calabria?
Si può sperare che,un giorno, in questo Paese i calvari burocratici vengano alleviati?
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