Scusate la divagazione. Ieri sera mi sono visto il DVD di un film tedesco girato in Mongolia ("Cane giallo in Mongolia", mi pare), i cui protagonisti sono una famiglia mongola che vive in mezzo al deserto sotto una yurta (tenda di feltro, con una struttura in legno abbastanza sofisticata, ma facilmente smontabile e caricabile su un carretto, come si vede alla fine del film). A fianco di questa esistenza piuttosto primitiva (fanno il fuoco con lo sterco dei bufali che usano per il latte e per tirare i loro carri) ci sono i segni della tecnologia: una moto 2T che il padre usa per andare in città, e (qui arriviamo al dunque) un generatore di corrente a vento (HAWT a 3 pale montato su un palo controventato) con cui illuminano la casa di notte (se il vento c'è, se no usano le candele).
Mi è venuto da pensare che, siccome il vento è variabile, mi sarei aspettato una intensità di luce variabile delle lampadine. Invece la luce è costante. E' un espediente usato dal regista per avere una luce decente, o davvero è possibile regolare la tensione della corrente in modo che sia costante (e non bruci le lampadine) ?
Non meravigliatevi della mia ignoranza elettrotecnica, ma quella intrusione della tecnologia in una vita primitiva mi ha colpito più di tanti pannelli fotovoltaici.
Mi è venuto da pensare che, siccome il vento è variabile, mi sarei aspettato una intensità di luce variabile delle lampadine. Invece la luce è costante. E' un espediente usato dal regista per avere una luce decente, o davvero è possibile regolare la tensione della corrente in modo che sia costante (e non bruci le lampadine) ?
Non meravigliatevi della mia ignoranza elettrotecnica, ma quella intrusione della tecnologia in una vita primitiva mi ha colpito più di tanti pannelli fotovoltaici.
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