L'INFORMAZIONE di Reggio Emilia Martedì 18/3/08 pag.15
"Dighe sul Po, braccio di ferro. Quattro bacini tra Cremona, Reggio e Mantova"
(Estratto dell'articolo di Luca Soliani.)
La Regione Lombardia e l'AIPO (Agenzia interregionale per il fiume PO) sono orientate alla realizzazione di quattro dighe sul fiume, fra le Provincie di Cremona, Reggio Emilia e Mantova, mentre la Regione Emilia-Romagna preme per soluzioni più morbide e rispettose degli equilibri degli ecosistemi.
Per i sostenitori del progetto, "La realizzazione delle dighe e dei relativi bacini avrebbe l'obiettivo del recupero naturalistico degli equilibri del fiume, la produzione di energia elettrica, il miglioramento delle derivazioni a fini irrigui, la possibilità di consentire la navigazione per tutto l'anno, la stabilizzazione delle falde idriche."
L'assessore regionale all'ambiente e allo sviluppo sostenibile dell'Emilia-Romagna, sostiene viceversa: "...Non siamo per nulla favorevoli alla realizzazione di infrastutture pesanti sul Grande Fiume...E' molto meglio intraprendere la strada di interventi nfrastrutturali che si integrino in pieno con la valorizzazione ambientale: invasi collinari per uso plurimo, recupero delle golene con funzione di casse di espansione e completamento delle infrastrutture previste dal piano irriguo, ma anche conservazione e risparmio della risorsa acqua. La artificializzazione del fiume non è la strada da seguire."
"Dighe sul Po, braccio di ferro. Quattro bacini tra Cremona, Reggio e Mantova"
(Estratto dell'articolo di Luca Soliani.)
La Regione Lombardia e l'AIPO (Agenzia interregionale per il fiume PO) sono orientate alla realizzazione di quattro dighe sul fiume, fra le Provincie di Cremona, Reggio Emilia e Mantova, mentre la Regione Emilia-Romagna preme per soluzioni più morbide e rispettose degli equilibri degli ecosistemi.
Per i sostenitori del progetto, "La realizzazione delle dighe e dei relativi bacini avrebbe l'obiettivo del recupero naturalistico degli equilibri del fiume, la produzione di energia elettrica, il miglioramento delle derivazioni a fini irrigui, la possibilità di consentire la navigazione per tutto l'anno, la stabilizzazione delle falde idriche."
L'assessore regionale all'ambiente e allo sviluppo sostenibile dell'Emilia-Romagna, sostiene viceversa: "...Non siamo per nulla favorevoli alla realizzazione di infrastutture pesanti sul Grande Fiume...E' molto meglio intraprendere la strada di interventi nfrastrutturali che si integrino in pieno con la valorizzazione ambientale: invasi collinari per uso plurimo, recupero delle golene con funzione di casse di espansione e completamento delle infrastrutture previste dal piano irriguo, ma anche conservazione e risparmio della risorsa acqua. La artificializzazione del fiume non è la strada da seguire."
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