Buongiorno ,
il mondo dell'energia è sempre di più in fermento e uno degli ultimi articoli che ho letto mi ha fatto riflettere su quanto sia dinamico e in fermento il mondo della produzione e vendita dell'energia elettrica.Una cosa del genere era pura fantascienza solo 2 anni fa:
Articolo pubblicato qualche giorno fa su una nota e prestigiosa rivista:
Da qualche tempo il mercato dei Certificati Verdi (CV), strumento primario di incentivazione delle fonti rinnovabili in Italia, è lungo, e lo sarà ancora nel prossimo futuro. Nei convegni si vedono previsioni in cui, per rispettare gli impegni assunti per il 2020 in sede europea, il mercato diventa sempre più lungo, oppure la percentuale di obbligo (pur su tutta l’energia consumata) cresce moltissimo.
Per contro invece il mercato dei certificati bianchi, i Titoli di Efficienza Energetica (TEE), è corto, e tende a diventare ancora più corto, almeno nel futuro vicino. Gli operatori discutono sul fatto che forse già l’anno prossimo non si potranno trovare abbastanza TEE sul marcato, indipendentemente dal prezzo.
I due sistemi sono nati e si sono sviluppati in modo decisamente diverso l’uno dall’altro, per soggetti obbligati, regolazione, interventi e valutazioni: rappresentano oggi due realtà importanti, complesse e perciò difficilmente unificabili.
Tuttavia entrambi tendono, seppur con mezzi differenti (l’energia rinnovabile, il risparmio energetico) ad ottenere lo stesso obbiettivo (la riduzione del consumo da fonti fossili) con la stessa modalità: un sistema di mercato per la valorizzazione e lo scambio di certificati derivanti dagli interventi realizzati.
Preso atto delle differenze, ma anche delle affinità, e del fondamentale fatto pratico che oggi un mercato è lungo e l’altro è corto, si potrebbe ipotizzare la convertibilità dei CV (di qualunque tipo) in TEE (di un tipo unificato).
Il coefficiente di conversione si potrebbe fissare inizialmente a uno, perché il mercato esprime oggi più o meno lo stesso prezzo. Il Ministero dello Sviluppo Economico, nella sua veste di massimo decisore per la politica energetica del paese, potrebbe riservarsi la facoltà di modificare il coefficiente ogni anno, disponendo quindi di una leva utile per regolare meglio l’armonico sviluppo dei due mercati e quindi dei due sistemi di incentivazione.
Il coefficiente potrebbe essere fissato per un anno, ma non solare: meglio ad esempio da inizio luglio a fine giugno, in modo da avere un valore stabile per tutto il periodo di maggior attività sul mercato, fino ai mesi di scadenza dell’obbligo. In assenza di decreto che fissa il nuovo coefficiente, potrebbe restare in vigore quello precedente.
La conversione dovrebbe essere a senso unico (trasforma CV in TEE), in modo da evitare fenomeni di possibile speculazione, con aumento eccessivo dei volumi per sfruttare (o creare) piccoli differenziali di prezzo nei mercati.
L’Autorità per l’energia elettrica e il gas potrebbe fissare le modalità con cui effettuare la conversione. L’attuazione potrebbe essere svolta dal GME, il quale su richiesta di un operatore ritirerebbe i CV dal conto proprietà e introdurrebbe i TEE sul conto dello stesso operatore, in modo da evitare cessioni improprie. Potrebbe naturalmente essere previsto a favore del GME un compenso per l’attività svolta.
Rispetto ad altre proposte, questa soluzione ha anche il vantaggio di essere perfettamente reversibile, perché i due schemi di incentivazione non vengono in alcun modo cambiati: basta azzerare il coefficiente per sospendere la convertibilità e riportare tutto come prima.
il mondo dell'energia è sempre di più in fermento e uno degli ultimi articoli che ho letto mi ha fatto riflettere su quanto sia dinamico e in fermento il mondo della produzione e vendita dell'energia elettrica.Una cosa del genere era pura fantascienza solo 2 anni fa:
Articolo pubblicato qualche giorno fa su una nota e prestigiosa rivista:
Da qualche tempo il mercato dei Certificati Verdi (CV), strumento primario di incentivazione delle fonti rinnovabili in Italia, è lungo, e lo sarà ancora nel prossimo futuro. Nei convegni si vedono previsioni in cui, per rispettare gli impegni assunti per il 2020 in sede europea, il mercato diventa sempre più lungo, oppure la percentuale di obbligo (pur su tutta l’energia consumata) cresce moltissimo.
Per contro invece il mercato dei certificati bianchi, i Titoli di Efficienza Energetica (TEE), è corto, e tende a diventare ancora più corto, almeno nel futuro vicino. Gli operatori discutono sul fatto che forse già l’anno prossimo non si potranno trovare abbastanza TEE sul marcato, indipendentemente dal prezzo.
I due sistemi sono nati e si sono sviluppati in modo decisamente diverso l’uno dall’altro, per soggetti obbligati, regolazione, interventi e valutazioni: rappresentano oggi due realtà importanti, complesse e perciò difficilmente unificabili.
Tuttavia entrambi tendono, seppur con mezzi differenti (l’energia rinnovabile, il risparmio energetico) ad ottenere lo stesso obbiettivo (la riduzione del consumo da fonti fossili) con la stessa modalità: un sistema di mercato per la valorizzazione e lo scambio di certificati derivanti dagli interventi realizzati.
Preso atto delle differenze, ma anche delle affinità, e del fondamentale fatto pratico che oggi un mercato è lungo e l’altro è corto, si potrebbe ipotizzare la convertibilità dei CV (di qualunque tipo) in TEE (di un tipo unificato).
Il coefficiente di conversione si potrebbe fissare inizialmente a uno, perché il mercato esprime oggi più o meno lo stesso prezzo. Il Ministero dello Sviluppo Economico, nella sua veste di massimo decisore per la politica energetica del paese, potrebbe riservarsi la facoltà di modificare il coefficiente ogni anno, disponendo quindi di una leva utile per regolare meglio l’armonico sviluppo dei due mercati e quindi dei due sistemi di incentivazione.
Il coefficiente potrebbe essere fissato per un anno, ma non solare: meglio ad esempio da inizio luglio a fine giugno, in modo da avere un valore stabile per tutto il periodo di maggior attività sul mercato, fino ai mesi di scadenza dell’obbligo. In assenza di decreto che fissa il nuovo coefficiente, potrebbe restare in vigore quello precedente.
La conversione dovrebbe essere a senso unico (trasforma CV in TEE), in modo da evitare fenomeni di possibile speculazione, con aumento eccessivo dei volumi per sfruttare (o creare) piccoli differenziali di prezzo nei mercati.
L’Autorità per l’energia elettrica e il gas potrebbe fissare le modalità con cui effettuare la conversione. L’attuazione potrebbe essere svolta dal GME, il quale su richiesta di un operatore ritirerebbe i CV dal conto proprietà e introdurrebbe i TEE sul conto dello stesso operatore, in modo da evitare cessioni improprie. Potrebbe naturalmente essere previsto a favore del GME un compenso per l’attività svolta.
Rispetto ad altre proposte, questa soluzione ha anche il vantaggio di essere perfettamente reversibile, perché i due schemi di incentivazione non vengono in alcun modo cambiati: basta azzerare il coefficiente per sospendere la convertibilità e riportare tutto come prima.
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