Modello per le trasmutazioni - EnergeticAmbiente.it

annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

Modello per le trasmutazioni

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • #91
    CITAZIONE (mgb2 @ 13/6/2006, 10:57)
    ....
    Ma non è tutto da buttare.

    Sono daccordo.

    Devi solo capire col tuo collega a cosa corrispondono i nomifiles nella directory.

    Inoltre, il blank test è importante capire su quale campione è stato fatto.

    Ho trovato questi PDF in rete:
    Elementi Puri
    Ricerca Energie di Legame
    Ossidi naturali

    e questo sito per fare ricerca per elementi e per energie:
    LA SURFACE

    P.S. Hai visto tutte le sheet del file di excel che ti ho mandato?

    P.P.S. Manca il txt del secondo test sul mio campione, ma ho dato per scontato sia il WR1_21, confermi?
    "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

    Commenta


    • #92
      confermo che manca il txt relativo al tuo e forse anche qualcun altro
      appena vedo i due tipi chiarisco le cose.
      e poi mi riprenoto per altre misure visto che qui si va di mese in mese.
      ho visto il file excel ma ancora lo devo analizzare.

      ci sentiamo

      I miei file li trovate qui: http://file.webalice.it
      username: genni.rom
      password: martina

      Commenta


      • #93
        CITAZIONE
        che con un reattore diverso, ha trovato praticamente elementi trasmutati su tutta la tabella..
        così anche celani,..

        Si questo era immaginabile, almeno per elementi sopra e sotto il tungsteno fino ad 8 posti.

        Il fatto più inspiegabile secondo me non è tanto l'aumento di massa di certi atomi, quanto l aperdita!
        Cioè, sappiamo che esiste la fissione nucleare, ma questa interessa atomi instaili, non certo atomi stabili come il tungsteno. Osserviamo la tabella:

        image

        Sappiamo che gli elementi trovati sono almeno:

        Renio, Osmio, Oro, Itterbio,Tulio,Erbio. L'erbio appare saltuariamente, ma come il Tullio ha un peso atomico inferiore al tungsteno. Vediamo le posizioni:

        [79]Oro
        [76]Osmio
        [75]Renio
        [74] Tungsteno
        [70]Itterbio
        [69]Tullio
        [68]Erbio

        L'erbio sembra difficile da trovare, probabilmente perchè se ci facciamo caso il salto a scendere è di 3 posti, e non due. Dovrebbe essere piu' facile invece ottenere elementi subito prima e subito dopo del tungsteno, perchè sarebbe ipotizzabile l'asorbimento di un protone con un qualche meccanismo. Magari qualche atomo già colpito potrebbe assorbire un secondo protone, o persino staccarsi e finire nella zona di plasma dove subisce un vero e proprio bombardamento. Però non si spiegano:

        1) Perchè si trovano picchi di oro, con salti di ben 5 posti sulla tavola, il che usando l'idrogeno vorrebbe dire ben 5 protoni assorbiti.
        2) Perchè troviamo elementi che hanno perso protoni.

        Per la 1) può accadere:
        a) L'oro si forma nella zona di plasma, con un procedimento di assorbimento di protoni che si ferma per un qualche motivo
        b) Si formano elementi superiori, che poi per lo stesso meccanismo di formazione dell'erbio e compagnia decadono in oro.

        2) Per la perdita di protoni le cose sono più complicate.

        Secondo me le vere domande sono queste.
        Volevo far notare una cosa, in effetti fra questi l'unico che non ha l'orbitale 6S completo è l'oro, il resto hanno il doppietto completo.

        Una domand aper Ennio: Esiste un metodo chimico per rilevare questi elementi senza ricorrere al SEM? Ovvero, se io volessi rilevare usando un'analisi basata su reazioni chimiche le quantità di oro ed erbio come potrei fare?

        Commenta


        • #94
          Caro Hellblow, mi fa molto piacere risponderti poiche’ sei uno che stimo molto. Per quanto riguarda l’erbio così su due piedi non so darti soddisfazione ma, puoi stare certo che faro’ una breve ricerca sui miei testi e ti faro’ sapere. Per quanto riguarda l’oro devi sapere che e’ molto difficoltoso per questo nobile e regale metallo essere rilevato in una soluzione. Parlo ovviamente di condizioni di nano o microanalisi. Comunque se la soluzione contiene piu’ di 60 – 100 ppm di oro (bada che e’ una quantita’ molto elevata) quest’ultimo potra’ essere individuato con la tecnica del cloruro di stagno, tecnica soprannominata “Porpora di Cassio” di cui devo aver gia’ parlato in questo forum tempo fa. Bada bene mio giovane amico di ricordare che questa tecnica presenta purtroppo delle pericolose interferenze. Quindi i saggi, deveno essere eseguiti da chimici molto esperti che conoscono gli altri metalli che possono interferire cioe’ quelli che subiscono riduzione a seguito del cloruro di stagno così come l’oro.
          Una tecnica di rilevazione molto antica ma, indubbiamente utilizzabile solo in macroanalisi e quella che veniva condotta dagli antichi alchimisti. Questa tecnica che conosco molto bene, prevede l’uso di un estratto di una pianta che, ahimè non cresce molto dalle mie parti ma, che invece nel sud della penisola e’ molto prolifica. Parlo della Assa Foetida , pianta originale della Persia e delle pianure dell’Asia orientale nonché del delta del Nilo. Con l’estratto alcolico o spirito Foetico si ottiene un reattivo ad alta specificita’ per l’oro in soluzione. Sembra che Dio abbia voluto fornirci, direttamente dalla natura, un mezzo di identificazione per il giallo metallo abbastanza specifico e funzionale. Questo deve far meditare qualche lettore saggio e attento.

          Un abbraccio stretto

          Commenta


          • #95
            Ti ringrazio Ennio per la gentilissima risposta. Se riesci ad avere informazioni sull'erbio mi faresti davvero felice!

            Riflettevo sul fatto che magari la presenza di quantità di trasmutati non elevate è dovuta al fatto che il catodo si fonde, e quindi questi elementi vengono dispersi. Cosa ne pensi? Riuscendo a non far fondere il catodo riusciremmo a trovare piu' trasmutati?

            Commenta


            • #96
              Salve a tutti,

              era un bel po che non mi facevo sentire.
              ma sempre per dei buoni motivi.

              Ho eseguito le analisi XPS su due catodi, questa volta con criterio e a breve vedrete pubblicati sia gli spettri che il software per analizzarli.

              ci divertiremo.

              Ciao


              I miei file li trovate qui: http://file.webalice.it
              username: genni.rom
              password: martina

              Commenta


              • #97
                Alla pagina http://en.wikipedia.org/wiki/Isotope_table_%28complete%29 (meglio ancora su: http://chemlab.pc.maricopa.edu/PERIODIC/isotopes.html ) potete trovare una tabellona con tutti gl'isotopi conosciuti dei vari elementi; di alcuni di questi è riportata pure l'emivita. Il ritrovamento di atomi aventi numero di massa minore di quello del tungsteno, non potrebbe essere correlato col decadimento di altri prodotti di fusione (instabili)?
                I decadimenti che comportano l'emissione di nucleoni sono:
                - decadimento alfa;
                - emissione di un protone;
                - emissione di un neutrone;
                - fissione spontanea;
                - decadimento a cluster.
                Spero di essere stato un pochino utile, visto che sono un profano in questa discussione... :P Però vi seguo! :lol:
                Ciaociao <img src=">

                Edited by Wechselstrom - 15/9/2006, 00:27

                Commenta


                • #98
                  E alla pagina http://chemlab.pc.maricopa.edu/PERIODIC/W.html#is trovate il W coi suoi isotopi. Cliccate su un isotopo e scoprirete tutti i suoi prodotti di decadimento fino al nuclide stabile.
                  Ciao
                  P.S. Guardando sul diagramma dei nuclidi, si può trovare una "strada" (è un po' lunga... Se volete ve la scrivo <img src="> ) attraverso la quale il 186W (abbondanza = 28,426%; stabile) potrebbe "trasformarsi" in 197Au (stabile). Lungo questa "strada", il nuclide più instabile che s'incontra sarebbe il 193Pt (emivita = 50 anni). Le reazioni nucleari ivi coinvolte comporterebbero o la cattura di un protone, o la cattura di un neutrone, però sempre con rilascio di raggi gamma.

                  Edited by Wechselstrom - 15/9/2006, 01:29

                  Commenta


                  • #99
                    CITAZIONE (ElettroRik @ 9/6/2006, 17:15)
                    CITAZIONE (Ennio Vocirzio @ 9/6/2006, 15:55)
                    Vorrei avere dei chiarimenti sulle analisi che vedo hanno effettuato Elettrorik e Mgb2. Non ho capito bene, forse perche' non ho letto attentamente,... ma, ci sono state evidenze trasmutative ?

                    Ciao Ennio,

                    parlo per il mio campione: cristalli rossi ben visibili, identificati a prima vista dal tecnico che ha eseguito le analisi come Ossidi di K.

                    Però, analizzando ugualmente quel catodo, gli spettri che ha pubblicato Gennaro non sembrano sovrapponibili, come puoi vedere dal post precedente.

                    Cari amici,
                    Ho l'impressione che ci sia qualche inesattezza.
                    L'ossido di potassio non si può isolare da una soluzione acquosa, in quanto reagisce violentemente con l'acqua per dare idrato potassico.
                    Tuttavia le diverse colorazioni assunte dall'elettrodo sono per me chimico estremamente interessanti, e vista la loro quantità non dovrebbe essere difficile caratterizzarle con metodi tradizionali. Molto probabilmente si tratta di ossidi, e dato il colore potrebbero essere di ferro, anche se è improbabile trovarne nel tungsteno di tale purezza(a meno di "trasmutazioni!)
                    Il tungsteno stesso dà comunque ossidi giallo bruni.
                    Scusate la mia pedanteria.
                    Salvatore

                    Caro Quantum Leap,
                    immaginando chi si cela dietro il vostro pseudonimo, desidero farvi qualche domanda.
                    1) in una mail inviatavi tempo fa vi chiedevo se l'uso dei raggi canale, per intenderci quelli realizzabili con un semplice e chiaro dispositivo del tipo descritto in
                    http://www.liceoserpieri.it/museo/tuboraggi.pdf
                    in atmosfera di idrogeno o deuterio era mai stato da voi provato su target di palladio o tungsteno. Non avendo avuto risposta ho pensato che eravate troppo occupati, e così penso adesso, per cui non voglio disturbarvi neppure adesso, ma vi pregherei di farmi sapere la vostra opinione a proposito, quando avrete tempo.
                    2) Sempre in quella mail vi chiedevo sulla discriminazione fra elementi nuovi e impurezze "essudate", e vedo dal forum che tale problema è ancora non completamente risolto, per cui seguo gli eventi, possibilmente contribuendo attivamente.
                    3) Infine, mi è venuta un'idea balorda, che non riesco a giustificare nemmeno a me stesso, ma essendo un'intuizione, potrebbe anche avere qualche fondamento.
                    In breve, avete mai provato a collegare un foglietto di palladio ad un elettrometro, e rilevare l'eventuale sviluppo di cariche elettriche dopo immissione di idrogeno o deuterio intorno ad esso?
                    La "fame" di idrogeno o deuterio da parte del palladio potrebbe indurre qualche "urto" fortunato e qualche reazione nucleare.
                    Se vi è emissione di particelle cariche, potrebbe osservarsi qualcosa di interessante. Certo ci vuole un elettrometro abbastanza sensibile, e forse l'eventuale sviluppo di cariche è troppo lento per superare la soglia dei disturbi, ma perchè non tentare? Molte volte si è osservato qualcosa dove non ci si aspettava assolutamente nulla!
                    Grazie per l'attenzione,
                    Salvatore

                    Commenta


                    • Salve a tutti,

                      per prima cosa vorrei spingere sia Elettrorik che i Quantum a pubblicare al più presto i risultati delle analisi XPS sui catodi dei casertani sul forum, dalle quali si può notare la totale assenza di elementi trasmutati.
                      E anche lo spettro relativo al catodo col renio in soluzione, in modo da dimostrare che la macchina usata per le analisi funziona correttamente nel caso in cui dovesse trovare qualche trasmutazione.

                      Detto ciò vi faccio sapere che tra un pò (in realtà non so quando) inizieranno nuove misure su due esperimenti effettuati separatamente da Elettrorik e i Quantum cercando di mantenere costanti le condizioni al contorno (catodi dello stesso lotto, K2CO3 dello stesso lotto, stessa procedura di innesco plasma, stesso tempo di plasma, etc, etc) e verificando di nuovo la presenza di trasmutazioni.

                      Dopodichè, nel caso in cui non dovessimo trovare trasmutazioni (e aggiungerei, anche dopo aver analizzato il residuo fisso della soluzione), rifaremo il punto della situazione, prima di spingerci in voli pindarici su possibili modelli trasmutativi.

                      Scusate ma questo atteggiamento serve a noi tutti per rimanere ben ancorati con i piedi per terra onde evitare che i nostri sforzi procedano alla ***** di cane.

                      Inoltre, in collaborazione con elettrorik e con i quantum, si pensava di fare qualche prova sulla fusione fredda alla Pons, visto che "ci siamo dotati" di D2O e palladio. (ditemi se non siete d'accordo).

                      Gradirei suggerimenti e critiche da parte di voi tutti.

                      Saluti


                      I miei file li trovate qui: http://file.webalice.it
                      username: genni.rom
                      password: martina

                      Commenta


                      • CITAZIONE
                        Scusate ma questo atteggiamento serve a noi tutti per rimanere ben ancorati con i piedi per terra onde evitare che i nostri sforzi procedano alla ***** di cane.

                        Giustissimo.
                        Per commenti o altro io preferisco aspettare di vedere i risultati delle analisi. Ciao <img src=">

                        Commenta



                        • Cari amici, ciao a tutti.

                          chiedo scusa per la prolungata assenza dal forum (e dal web), ma ho cambiato gestore internet e ancora non mi hanno ripristinato la connessione. In questo momento sto postando dall'ufficio con cui sto da dopo collaborando.

                          Piano piano mi rimettero' "in carreggiata" con le interessantissime discussioni iniziate in questo periodo.

                          Per ora, aggiungendo qualcosa a quanto comunicato da mgb2, in effetti, in tandem con elettrorik stiamo operando un test in condizioni identiche per verificare, oltre alle differenze che si possono avere fra i campioni sottoposti al plasma e quelli NON sottoposti, anche fra i nostri e quelli suoi. Per poi valutare le differenze. Per poi cercare di interpretarle (se sussistono).

                          Rispondendo alle questioni di skeptic:
                          1) l'esperimento di valvola in atmosfera idrogeno e deuterio con target di palladio o tungsteno, non è stato eseguito ancora. Purtroppo la complessità della realizzazione è il primo freno alla cosa, nonostante l'idea sia molto stimolante.
                          2) su impurezze già presenti e eventuali nuove specie, stiamo provando, anche grazie a mgb2, a fare una certa discriminazione fra le due cose. Nel prossimo futuro avremo certamente un'indicazione sul dato, tuttavia, già da ora ti posso tranquillamente dire che nei riguardi del renio, è difficile pensare a impurezze visto che tale elemento è uno dei più rari sulla crosta terrestre e non è annoverato fra le principali impurezze del tungsteno.
                          3) per misurare l'eventuale "attività" indotta dall'idrogeno sul palladio, un elettrometro purtroppo non sarebbe uno strumento adeguato. Occorrerebbe un geiger multicanale molto sensibile agl alfa e i beta.
                          Da lì poi si può capire il flusso (rate) eventualmente generatosi nel palladio.


                          Un salutone a tutti <img src=">
                          ?"Se pensi che una cosa sia impossibile, la renderai impossibile" (Bruce Lee)

                          Commenta


                          • Che piacere rileggerti quantum!!!

                            Torna presto fra noi, sentiamo la tua mancanza!!

                            Roy :wub:
                            Essere realisti e fare l'impossibile

                            Commenta


                            • Caro Quantum Leap,
                              Grazie per le risposte.
                              Ho pensato all'elettrometro perchè se almeno inizialmente vi fosse uno squilibrio tra le cariche positive e negative emesse insieme alle particelle, si potrebbe percepire qualcosa, anche se mi rendo conto che occorrerebbe un elettrometro molto pronto e molto sensibile, caratteristiche contrapposte nella pratica.
                              Cordialmente,
                              Salvatore

                              Commenta


                              • Si potrebbe anche mettere il tungsteno "trasmutato" all'interno di una camera di ionizzazione alimentata con tensione dell'ordine di 500-1000 volt, collegando l'elettrodo rivelatore con un elettrometro molto sensibile, del tipo "vibrating reed".
                                Un elettrometro di una certa sensibilità penso possa anche essere autocostruito, specialmente da chi ha una certa familiarità con l'elettronica e il trattamento di debolissime correnti. Io ho costruito numerose camere di ionizzazione per la misura della radiazione beta del Kripton 85 e del Promezio 147, se non ricordo male il peso atomico di questi isotopi, e rivelavo le correnti con un amplificatore elettrometrico della Analog Device, ma l'intensità di radiazione nel mio caso era decisamente grande. Con un po' di cura si potrebbe realizzare uno stadio d'ingresso a condensatore vibrante, e farlo seguire da una catena di amplificazione in alternata ben filtrata in modo da isolare la sola frequenza imposta al condensatore vibrante.
                                Chi si fa avanti?
                                Cordialmente
                                Salvatore

                                Commenta


                                • Caro Quantum Leap,
                                  ancora un attimo di pazienza.
                                  Mentre sto affinando le mie nozioni di analisi degli elementi eventualmente "trasmutati" dalla vostra cella, che penso di descrivere in una sezione apposita, vorrei anche affrontare il compito di studiare una configurazione sperimentale per dimostrare in modo inequivocabile e riproducibile il divario (positivo) tra energia fornita e rilevata dalla cella.
                                  Gradirei perciò avere qualche dettaglio relativo alla vostra sperimentazione.
                                  Come esperienza parallela, che potrebbe essere largamente diffusa fra chi è veramente interessato, penso ad un insieme di tre bagni isolati il più possibile, per esempio in thermos, in cui mettere una resistenza bassa in serie e una resistenza alta in parallelo alla cella, a sua volta in un bagno isolato termicamente, con la possibilità di misurare la temperature del gas sviluppato e il suo volume (per esempio raccogliendolo in una campana).
                                  L'aumento di temperatura dovuto alla resistenza bassa darà una misura della corrente media e quella alta una misura della tensione media, da cui si potrà derivare la potenza e poi l'energia fornita. Analogamente dall'aumento di temperatura del bagno e dall'energia calcolata (fisica e chimica) del gas sviluppato si avrà una misura dell'energia dissipata dalla cella.
                                  Non essendo un elettrotecnico posso solo intuire che le cose non stiano così se vi è uno sfasamento fra tensione e corrente, nel caso vi sia ancora una componente alternata nella corrente continua che si dice utilizzata e soprattutto per la generazione di radiofrequenze nel plasma, ma forse è possibile realizzare l'esperienza assicurando le giuste condizioni per una misura corretta, per esempio utilizzando un'alimentazione molto ben livellata e di bassissima impedenza.
                                  Date le difficoltà nella rivelazione di elementi nuovi, credo valga la pena concentrarsi sulla possibilità di dimostrare il guadagno di energia, che tra l'altro, penso sia di maggior interesse per questo sito dedicato alle nuove energie.
                                  Cordialmente,
                                  Salvatore

                                  Commenta



                                  • Caro skeptic,
                                    in effetti la misura dell'energia è di gran lunga più facile della misura di microemissioni di cui, in pratica, non sappiamo nulla di certo. L'idea dell'elettrometro sarebbe buona se il flusso (beta o alfa) fosse dotato di una certa consistenza e di uno spettro energetico adeguato allo strumento e , soprattutto, se l'emissione ricercata sia proprio di tipo alfa o beta, cioè dotata di carica elettrica. Se l'emissione è di tipo gamma o se vi è l'emissione di neutroni, l'elettrometro non va bene e , almeno per i neutroni, nemmeno il geiger è adatto.

                                    Riguardo invece la misura dell'energia, non riesco a cogliere la necessità dei due resistori riscaldanti da te proposti. Se vuoi fare un confronto fra efficienza del plasma in relazione al riscaldamento ottenuto tramite una resistenza elettrica, te ne basta una sola dotata di una potenza sufficiente. Ovviamente occorrono alcune attenzioni:
                                    - la resistenza va fatta funzionare con lo stesso sistema di alimentazione della cella (alimentazione in continua e tensione variabile tramite Variac);
                                    - la potenza di targa del resistore deve reggere l'ordine di grandezza delle potenze in gioco richieste dall'alimentazione del plasma (500 W);
                                    - poichè non puoi alimentare il resistore in modo identico al plasma (a causa delle vicissitudini di quest'ultimo), per comparare le due misure è necessario alimentare il resistore con la stessa potenza MEDIA calcolata alla fine del test eseguito col plasma.

                                    Occorre un po' di pazienza per mettere insieme le cose, gli strumenti e le misure, ma con questa procedura avrai una prova molto forte per dimostrare la consistenza dell'overunity e, soprattutto, potrai constatare variazioni indotte da manipolazioni esterne con maggiore rigore.

                                    In bocca al lupo.
                                    ?"Se pensi che una cosa sia impossibile, la renderai impossibile" (Bruce Lee)

                                    Commenta


                                    • Caro Quantum Leap,
                                      il resistore in parallelo alla cella avrebbe lo scopo di determinare la tensione media presentata alla cella, che potrebbe essere diversa da quella nominale dell'alimentatore, che probabilmente potrebbe mostrare oscillazioni(ripples) maggiori in condizioni di particolare attività del plasma.
                                      Ovviamente se invece si è sicuri della costanza di tensione, basta un resistore.
                                      E' tuttavia meglio avere una conferma in più.
                                      Per quanto riguarda la rivelazione delle particelle, sono d'accordo sulla incapacità della camera di ionizzazione di rivelare i neutroni, ammesso che essi si liberino senza essere accompagnati da particelle cariche. Inoltre la camera, nel caso del tungsteno potrebbe essere parzialmente vuotata in modo di amplificare ulteriormente gli effetti ionizzanti delle eventuali particelle funzionando come un contatore di Geiger.
                                      Naturalmente queste sono osservazioni scolastiche, e lascio a voi l'ultima parola a proposito. Vi ringrazio comunque per la vostra risposta.
                                      Cordialmente,
                                      Salvatore

                                      Commenta


                                      • CITAZIONE (skeptic @ 4/12/2006, 13:04)
                                        .... il resistore in parallelo alla cella avrebbe lo scopo di determinare la tensione media presentata alla cella, che potrebbe essere diversa da quella nominale dell'alimentatore, che probabilmente potrebbe mostrare oscillazioni(ripples) maggiori in condizioni di particolare attività del plasma....


                                        Caro Salvatore, scusa ma non capisco.

                                        Se vuoi confrontare il rendimento del plasma confrontandolo con quello presentato da un resistore, allora dovrai eseguire due prove: nella prima "riscaldi" la soluzione col plasma e misuri il calore trasmesso alla soluzione; nella seconda riscaldi la soluzione col resistore e fai la stessa cosa. Poi li confronti. Ovviamente dovrai alimentare entrambi con la stessa quantità di energia elettrica. Per far si che le perdite termiche, in entrambi i casi, siano grossomodo uguali, dovrai alimentare il resistore utilizzando la stessa potenza (media) utilizzata dal plasma.

                                        Se vuoi misurare la tensione e la corrente in prossimità del plasma, allora dovrai utilizzare un resistore (dalla resistenza molto elevata) in parallelo al plasma per la tensione e una resistenza bassissima in serie per la corrente (in questo caso entriamo in un discorso molto ampio sulle misure elettriche) . Tuttavia, il segnale da prelevare da entrambi i resistori non deve essere termico, ma devi prelevare la caduta di tensione in entrambi i casi. In proposito però ti consiglio di non metterceli tu i resistori, ma di utilizzare due multimetri, l'uno in serie e l'altro in parallelo, per misurare corrente e tensione (magari strumenti dotati di porta seriale o altro per poter registrare i dati) che sono già progettati per lo scopo da te richiesto.

                                        Fammi sapere per qualsiasi chiarimento e qualsiasi approfondimento, sarà un piacere entrare nel merito. <img src=">

                                        Nel caso di argomentazioni specifiche ti invito ad aprire nuove sezioni in cui poter trattare l'argomento da te scelto rimanendo in tema (in fondo il titolo di questa discussione è "Modello per le trasmutazioni" che poco ha a che fare con misure elettriche).

                                        Per tutti: a breve un aggiornamento e una panoramica sullo stato dell'arte delle analisi, delle trasmutazioni e di quanto finora appreso.


                                        Ciao ^_^
                                        ?"Se pensi che una cosa sia impossibile, la renderai impossibile" (Bruce Lee)

                                        Commenta


                                        • Seguendo il gradito invito apro la sottosezione "Verifica del guadagno di energia" nella sezione dedicata alle verifiche sperimentali.
                                          Cordialmente,
                                          Salvatore

                                          Commenta

                                          Attendi un attimo...
                                          X