Originariamente inviato da GabriChan
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Non ho neppure motivo di obbiettare sul meccanismo di rottura della matrice a seguito della riduzione degli ossiduli di Cu e la formazione di vapore interstiziale ad alta P. Magari è proprio uno dei meccanismi che determina la nanostrutturazione degli strati superficiali della costantana e che fa assumere ai fili di Celani l’aspetto molto corrugato mostrato nelle slide di Pontignano. Tuttavia non è detto che questo effetto determini necessariamente la rottura del filo al primo riscaldamento (magari qualche volta sarà anche capitato). Infatti stiamo comunque parlando di materiali diversi (rame da una parte e costantana dall’altro) e, inoltre, l’arte di “cucinare” i fili potrebbe includere l’accorgimento di non far progredire l’ossidazione troppo in profondità in modo da mantenere un nucleo centrale immune dal rischio di rottura.
Credo che il riferimento di Celani all'ossido sia da riferirsi al metodi di placcatura con il Pd desrcitto nel suo brevetto.
Nella slide 39 dell’ICCF17, viene proprio evocata la possibilità che il calo di R registrato nel ciclo di test avviato il 6 giugno sia dovuto alla riduzione degli ossidi intorno alle nanoparticelle. Ovviamente se ne parla per smentire che fosse questa la causa, e ciò in base alla semplice constatazione che dopo una serie non ben definita di operazioni la R avesse di nuovo raggiunto il valore unitario. Fortunatamente il grafico della slide 40 mostra le fasi precedenti a questo momento e ci permette di farci un’idea più precisa di questi trattamenti, o per lo meno di quelli finali. Il grafico comprende 2 fasi, una prima fase in cui il filo attivo viene scaldato indirettamente mediante il filo ausiliario e una seconda in cui viene alimentato direttamente.
Nella prima fase, la R/R0 del filo attivo (curva rossa) manifesta il suo solito comportamento PTC, parte da 0,92 e vi ritorna dopo aver toccato 0,95. Nella seconda fase si ha invece un incremento molto maggiore di R/R0 concentrato nei momenti iniziali quando per un breve periodo (di durata non apprezzabile sulla scala ei tempi) la P viene portata oltre i 28 W (probabilmente 30), per essere subito ridotta a 15 W. Quel riscaldamento sottovuoto provoca come sappiamo un forte aumento di T e quindi, siccome il vuoto non è mai assoluto, potrebbe aver consentito la riossidazione del filo fino a ripristinare i livelli iniziali di R. La ritengo la motivazione più ragionevole, e che spiega anche il perché della difficoltà ammessa da Celani nel ripristinare la R iniziale senza ricorrere all’alimentazione diretta del filo attivo. Ciò trova conferma dal fatto che nonostante la prima fase di riscaldamento indiretto sia durata un’intera giornata mantenendo lo stesso vuoto dinamico applicato alla cella la R finale era sostanzialmente identica a quella iniziale.
Questo vorrebbe dire che gli autori di quella presentazione erano ben al corrente dei vari meccanismi che influenzano la R dei fili di costantana nanostrutturizzati, sinterizzazione (slide 26) e ossidazione (slide 40) compresi. Tuttavia, a mio parere, hanno erroneamente escluso che questi due meccanismi fossero i veri responsabili delle varizioni di R da loro registrate.
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