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Digressioni sulla nuova fisica

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  • Scusa Ennio

    ma non conosco il latino

    comunque anche tu poco fa hai fatto capire, che alla prossima conferenza sulla fusione fredda bisogna correggere il tiro; altrimenti corriamo il rischio di spararci sui piedi!

    Renzo Mondaini (Ravenna)

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    • dear ennio,
      ti trovo molto arrabbiato,
      spero che l'addio sia solo temporaneo

      comunque non sono d'accordo sulla inutilità dell'esperimento,anche perchè è l'unico vero appoggio che abbiamo, visto il livello di comprensione del fenomeno
      dimostrare che l'esperimento è perfettamente riproducibile, inoltre spazza via i dubbi che sorgono dall'uso del deuterio e del pallladio,
      inoltre durante l'esperimento, per non mostrare solo un pezzo di metallo che brilla,
      basta illustrare l'over unity del 15/20% e le trasmutazioni sul catodo, per staccarsi totalmente dall'elettrolisi a bagliori

      inoltre solo dopo l'esperimento è la spiegazione fenomenologica di cosa si pensa accada dentro, che possiamo lanciarci in spiegazioni teoriche abbastanza complete
      questo in tutti i casi di pubblico, e inoltre il successo di un'iniziativa non si misura solo dal numero delle persone presenti, ma anche dal numero di persone nuove che si attivano
      saluti affettuosi ad ennio, ci perdoni, ma a volte siamo animali.... ma sempre sinceri

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      • Ciao,
        per DeltaHF:
        ho calcolato i rendimenti degli ultimi tuoi esperimenti: 1,15 e 1,27. Quest'ultima e' la migliore di quelle da me calcolate. Ma non so se attribuire al fatto che e' stata usata una tensione piu' alta (250 volts contro i 210 dei giorni scorsi) oppure ad altri fattori come la pulizia dei mammuth (a proposito cosa sono?). Quello che e' interessante notare, e' che la sola pulizia dei mammuth ha determinato un aumento del 10% del rendimento.
        Ciao
        Francesco

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        • QUOTE (berlitz @ 9/5/2005, 01:06)
          Ciao,  per DeltaHF:
          ho calcolato i rendimenti degli ultimi tuoi esperimenti: 1,15 e 1,27.

          Mio primo post, vi seguo da tempo e saluto tutti.

          Voglio solo esprimere un dubbio sui calcoli di efficienza dei test di deltaHF:
          siamo sicuri che l'acqua mancante sia tutta in fase vapore?
          L'entalpia di evaporazione e' grande, come sapete, e in questo caso fa la differenza tra overunit e underunit.
          Tanto per capirci avete presenti gli aerosol ad ultrasuoni che vendono in farmacia?
          Producono un aerosol di goccioline minute, tipo nebbia, e in questo caso l'energia spesa non ha a che fare
          con l'evaporazione ma solo con il lavoro per la creazione di nuova superficie (un bel po' minore).
          Che dite?
          Complimenti per il vostro lavoro e avanti cosi'.

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          • Hola Berlitz!
            Hola Rabazon!
            Hola Paolo!
            Hola All!


            Innanzitutto vorrei premettere che una critica negativa vale sempre
            di piu' di mille positive se questa critica serve per migliorarsi.
            Chiuso il discorso pareri sulla conferenza ( NON voglio generare flames
            innutili ) torno a bomba in argomento squisitamente tecnico!


            CITAZIONE
            Ma non so se attribuire al fatto che e' stata usata una tensione piu' alta (250 volts contro i 210 dei giorni scorsi) oppure ad altri fattori come la pulizia dei mammuth (a proposito cosa sono?). Quello che e' interessante notare, e' che la sola pulizia dei mammuth ha determinato un aumento del 10% del rendimento



            I mammuth sono le striscie di morsetti doppi isolati con serraggio a vite
            che vengono usati dagli elettricisti per realizzare i cablaggi e giuntare i
            cavi, nel nostro caso sono stati usati come supporto isolante e separatore
            degli elettrodi.




            NON si sa nulla di preciso circa le differenze di rendimento, potrebbero
            essere dovute a mille fattori tra i quali anche la pulizia dei mammuth.
            bisogna continuare nella sperimentazione incrementando il numero di
            prove per mediare gli errori di misura.

            CITAZIONE
            Mio primo post, vi seguo da tempo e saluto tutti.

            Voglio solo esprimere un dubbio sui calcoli di efficienza dei test di deltaHF:
            siamo sicuri che l'acqua mancante sia tutta in fase vapore?
            L'entalpia di evaporazione e' grande, come sapete, e in questo caso fa la differenza tra overunit e underunit.
            Tanto per capirci avete presenti gli aerosol ad ultrasuoni che vendono in farmacia?
            Producono un aerosol di goccioline minute, tipo nebbia, e in questo caso l'energia spesa non ha a che fare
            con l'evaporazione ma solo con il lavoro per la creazione di nuova superficie (un bel po' minore).
            Che dite?



            Ci chiedi se siamo sicuri che...........
            la risposta e' sempre e solo NO!!!!!!
            Purtroppo le grandezze in gioco sono parecchie e riuscire a tenere conto di tutte in contemporanea
            NON e' facile!

            In effetti la tua supposizione della vaporizzazione fredda dovuta all' agitazione meccanica potrebbe
            anche essere vera, il problema principale rimane sempre quello, come accorgersene e come discernere
            la vaporizzazione meccanica da quella termica???????
            Questa e' un' altra bella domanda alla quale dovremo cercare di darci una risposta!
            ( mannaggia, NON bastavano tutte le variabili che c'erano gia' in gioco, dovevi per forza aggiungerne
            un altra? )


            CMQ, per essere tuo primo post devo proprio dire che e' stato veramente interessante, continua
            sempre cosi!

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            • Ciao,

              Per capire se è agitazione meccanica non rimane che costruire la cella chiunsa senza ricircolo: avrà solo una valvola di sfiato regolabile.
              In questo modo l'acqua evaporata si ricondeneserà è tornerà nella soluzione (un po' usirà comunque dalla valvola)

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              • Hola Delta!
                Hola All!

                CITAZIONE
                Per capire se è agitazione meccanica non rimane che costruire la cella chiunsa senza ricircolo: avrà solo una valvola di sfiato regolabile.
                In questo modo l'acqua evaporata si ricondeneserà è tornerà nella soluzione (un po' usirà comunque dalla valvola)



                Bella questa!
                E che differenza ci dovrebbe essere tra i due sistemi di evaporazione?
                In entrambi i casi l' acqua si condensa sulle pareti e ricade all' interno
                della cella, sempre se questa NON e' esplosa a causa della
                sovrapressione s' intende!

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                • Siccome la maggior parte dell'acqua evaporata ritornerà nella soluzione (già nella configurazione con il ricircolo evaporava molta meno acqua rispetto alla cella aperta) anche se evapora per azione meccanica sarà meno influente sui rendimenti.

                  Se il vapore si ricondnensa non farà diminuire il peso della soluzione, quindi non falsificherà le misure. (in una cella completamente chiusa la quantità di soluzione varia pochissimo, varia solo la temperatura e la pressione)
                  Un altro accorgimento sarà l'uso di copricatodi alti (la ceramica delle candele da auto) che permettono di immergere di più il plasma nella soluzione facendo ricondensare maggior quantità di vapore nella soluzione più fredda di 100 gradi.

                  Se è vero che molta acqua evapora per agitazione meccanica ciò spiega perchè a pressioni alte abbiamo rendimenti minori
                  (la soluzione è molto più tranquilla a causa delle bolle compresse)

                  Commenta


                  • Ciao,
                    mi sono informato sul fenomeno della vaporizzazione fredda (o meccanica) e devo dire che mi lascia molto perplesso sulla sua eventuale produzione da parte della cella elettrolittica. Non ci sono parti meccaniche che si muovono, quindi non ci dovrebbe esere cavitazione (che produce appunto bolle di vapore freddo), non dovrebbero esseci sorgenti di ultrasuoni che possono formare delle piccolissime gocce di vapore, semmai la cella stessa produce suoni udibili e assordanti provacato dal bollore dell'acqua nei pressi del catodo, non ci dovrebbe essere dei momenti di depressione, anzi gli esperimenti in pressione dovrebbero escluderlo, non dovrebbero esserci altri fenomeni che possano formare vapore se non quello termico.
                    Con cio' non escludo a priori la vaporizzazione fredda, ma mi sembra molto difficile vederla (come possibilita').
                    Ciao
                    Francesco

                    P.S. Quanto sopra e' anche uno stimolo ad approfondire l'argomento.

                    Edited by berlitz - 11/5/2005, 23:32

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                    • Ciao,
                      ho letto sul thread "Esperimenti sulla fusione fredda" il post di Marco73 che propone di provare una configurazione dell'elettrodo di tungsteno per prolungare il piu' possibile la durata dello stesso. L'ho trovata molto interessante anche se mi sembra di difficile realizzazione (comunque non conosco lo stato dell'arte della costruzione dei materiali in tungsteno).
                      Il problema di fondo di tutti questi esperimenti di trasmutazione elettrolitica del tungsteno e', a parte il rendimento che e' ancora troppo basso anche se generalmente superiore ad uno, la breve durata con grande consumo di energia con relativa grande produzione di calore e con gli elettrodi che si consumano abbastanza in fretta. L'ideale e' quella di riuscire a produrre una buona quantita' di calore consumando poca energia elettrica. Un'idea potrebbe essere quella di costruire delle piccolissime sfere di tungsteno che offrono quindi maggiore superficie a parita' di volume permettendo un maggiore scambio di calore. Cio' porterebbe, a parita' di energia resa, ad un minore consumo energetico ed ad un conseguente maggiore integrita' degli elettrodi che verrebbero consumati piu' lentamente (perche' non si fonderebbero).
                      Naturalmente questo discorso dovra' essere verificato, perche' non si sa ancora se il plasma possa essere innescato anche con gli elettrodi cosi' piccoli e con quale minima tensione si possa tenerlo acceso.
                      Un saluto
                      Francesco

                      Commenta


                      • Ciao a tutti!
                        Ciao Berlitz, grazie per le risposte! Volevo proporre un'altra cosa per il raffreddamento dell'elettrodo: secondo me la forma sferica non è adatta, perchè massimizza il volume rispetto la superficie e non il contrario... infatti i radiatori sono alettati per aumentarn la superficie rispetto al volume! Un metodo secondo me che potrebbe funzionare è quello di utilizzare un tubicino, come ho detto nell'altro post e fare scorrere al suo interno un fluido ad alta velocità (in modo da avere un coefficiente convettivo molto alto) o, meglio, un fluido che cambia fase, in questo modo si ottengono coefficienti convettivi altissimi.
                        Che ne pensate?

                        Commenta


                        • Hola Marco!
                          Hola All!


                          Pensiamo che........ se ci trovi un elettrodo di tungsteno siffatto possiamo farci qualche prova.
                          Se andiamo dal ferramenta e chiediamo degli elettrodi per TIG a forma di tubicino o alettati per la
                          dissipazione in calore ci prenderebbero per matti ancor di piu' di quanto gia' NON ci prendono ora!


                          Potrebbe essere invece piu' semplice fare scorrere un refrigerante tra l' elettrodo in tugnsteno e il copricatodo
                          ( tubolare in ceramica di forma circolare con diametro interno leggermente piu' grande del diametro dell' elettrodo )
                          anche se e' chiaro che per eseguire questa prova ci occorrerebbe ripartire da zero con una nuova cella elettrolitica
                          appositamente preparata per lo scopo e ancora una volta ci occorrerebbero i giorni di 72 ore!

                          Mannaggia, ma nessuno si vuole unire al gruppo degli SPERIMENTATORI?????


                          PS: e pensare che una volta ero un semplice elettrofilo, saranno stati i raggi X a farmi diventare cosi?

                          Edited by teslacoil - 12/5/2005, 13:51

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                          • Ciao a tutti!
                            Ciao Teslacoil!

                            Secondo me non bisogna fare scorrere il refrigerante tra la camicia ceramica e il catodo, perchè perderesti il vantaggio di sfruttare il refrigerante caldo e sotto pressione (a causa della potenza termica che sottrae al catodo) per ottenere energia!
                            Ci vuole un tubo e non un corpo alettato perchè siamo in un mezzo liquido... le alette vanno bene quando uno dei fluidi è un gas (es radiatore da automobile, ci sono dei tubicini alettati: la parte a contatto con il liquido non è alettata (interno dei tubi), la parte a contatto con il gas - l'aria - è alettata). Se si riesce a trovare un tondino di tungsteno di diametro 6 o 7 mm si può forare per una lunghezza di 10 - 15 cm senza troppi problemi, però non so dove trovare il tondino!
                            Che ne dici?

                            Commenta



                            • Salve Ragazzi,
                              Vi sto seguendo da numerosi mesi solo in lettura...Ottimo, complimenti...
                              Comunque sto facendo da circa 4 mesi un esperimento analogo nel mio laboratorio privato (Garage ovviamente) ma i miei risultati sono veramente straordinari, non so se produco anche io elementi trasmutati, ma certamente misuro notevoli quantita' di energia.

                              Per questo fatto rispondo a Teslacoil ed anche a marco73 che se raffreddate troppo il catodo scende il rendimento quindi non credo sia una buona idea la geometria suggerita per l'ipotetico catodo forato.

                              Comunque sono moto attento agli esperimenti di deltaHF sulla pressione poiche' ho provato quasi tutto ma non ho mai provato la pressione.

                              vi saluto tutti

                              Commenta


                              • Ciao a tutti!
                                Ciao thot!

                                Io intendevo raffreddare il catodo a temperatura al di sotto della temperatura di fusione, che è oltre i 3000°C, quindi pensavo di mantenere il catodo ragionevolmente lontano da tale temperatura, ma sempre oltre ad esempio i 2000-2500 °C.
                                In tal modo otterrei vapore sfruttabile...
                                Che ne pensate?

                                Commenta



                                • Caro Thot potresti essere un po' piu' chiaro nel descrivere il tipo di esperimento che stai facendo ?
                                  In particolare, potresti farmi capire in che modo misuri l'energia di ingresso e di uscita ?

                                  Solo attraverso una misura di energia input/output effettuata in modo impeccabile e' possibile stabilire se c'e' un rendimento energetico consistente.

                                  Vorrei capire il significato del termine "straordinario" che hai usato.

                                  Ti ringrazio

                                  Un abbraccio a tutti

                                  Commenta


                                  • Hola All!

                                    CITAZIONE
                                    Secondo me non bisogna fare scorrere il refrigerante tra la camicia ceramica e il catodo, perchè perderesti il vantaggio di sfruttare il refrigerante caldo e sotto pressione (a causa della potenza termica che sottrae al catodo) per ottenere energia!



                                    Tutto da stabilire questo, bisognerebbe solo provare.


                                    CITAZIONE
                                    Se si riesce a trovare un tondino di tungsteno di diametro 6 o 7 mm si può forare per una lunghezza di 10 - 15 cm senza troppi problemi,


                                    Uhmmmm.... ci sono un po piu' di problemi di quello che pensi!

                                    Il tungsteno e' un metallo estremamente duro ( durezza 7.5 )
                                    con cosa lo vorresti forare tu?
                                    forse con una ventina di punte di quelle costosissime al carburo
                                    di tungsteno sperando che la velocita' di consumazione della punta
                                    sia almeno pari a quella del cilindretto?


                                    CITAZIONE
                                    Comunque sto facendo da circa 4 mesi un esperimento analogo nel mio laboratorio privato (Garage ovviamente) ma i miei risultati sono veramente straordinari, non so se produco anche io elementi trasmutati, ma certamente misuro notevoli quantita' di energia.
                                    Per questo fatto rispondo a Teslacoil ed anche a marco73 che se raffreddate troppo il catodo scende il rendimento quindi non credo sia una buona idea la geometria suggerita per l'ipotetico catodo forato.



                                    Buono!
                                    Puoi darci qualche dritta su come hai fatto per misurare le varie
                                    grandezze in gioco e magari postarci anche qualche foto del tuo setup?


                                    CITAZIONE
                                    Io intendevo raffreddare il catodo a temperatura al di sotto della temperatura di fusione, che è oltre i 3000°C, quindi pensavo di mantenere il catodo ragionevolmente lontano da tale temperatura, ma sempre oltre ad esempio i 2000-2500 °C.
                                    In tal modo otterrei vapore sfruttabile...
                                    Che ne pensate?


                                    Penso che anche l' anodo si consuma parecchio durante l' esperimento,
                                    e questo senza che si fonda in alcun modo.

                                    boh........ tutto da sperimentare cmq, parlarne e basta NON potra' mai
                                    servire a nulla.

                                    Commenta


                                    • Per teslacoil:
                                      Caro Tesla devo fare una segnalazione....
                                      Tu mi dicesti di avere delle fonti di Americio....Come tu sai sono molto pericolose visto il loro altissimo potere ionizzante( al 90 % emette 5.48 MeV di alfa ) Come sai le particelle alfa sono innoque perchè il loro percorso non supera i 7cm Max in aria perche piu pesanti di un elettrone o positrone.
                                      Pero essendo un nucleo di elio senza gli elettroni, hanno carica doppia quindi sono fortemente ionizzanti.Quindi all'esterno dove stanno ci fanno un baffo ma se una particella di queste e inalata allora sono CAVOLI.

                                      Passiamo al sodo....Tu mi dicesti che li conservavi dentro dei contenitori.....ascoltami bene Questi contenitori devono essere ho metallici (Acciaio) o di vetro....
                                      La plastica a contatto con gli alfa si degrada e diventa sua volta radiattiva a lungo andare può cristallizzarsi e formare pulviscolo radiattivo Molto nocivo se ingerito o inalato.
                                      Quindi provvedi subito alla sostituzione se sono in plastica!!!

                                      E tutto qui , Mi e venuto un flash mentre cambiavo il contenitore ad del W toriato (idem discorso)
                                      Buoni fulmini e buona fusione!!!

                                      Ps.se riesci a trovare qualche altro Am241 fammi sapere mi servirebbe....naturalmente fammi sapere quanto ti devo!!!

                                      Ciao ciao
                                      Area51

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                                      • Hola Area!

                                        Grazie per la segnalazione, i miei filamenti di Am241 sono sigillati
                                        all' interno di 2 fiale in vetro e provviste di tappo IN PLASTICA
                                        ( di quelle dei campioncini per i profumi per intenderci )

                                        Queste due fiale ( contenenti ciascuna 4 filamenti ) sono poi inserite
                                        all' interno di un secondo contenitore, anc' esso in plastica, a sua volta
                                        inserito all' interno di un cilindretto forato in ferro sul quale e' stata poi
                                        attorcigliata una striscia di piombo per schermature radiografiche.

                                        le fiale in vetro con tappo in plastica sono a tenuta stagna, il contenitore
                                        in plastica aggiuntivo e' provvisto di mediocre tenuta e le protezioni
                                        in ferro e piombo sono del tutto aperte..... puo' andare bene come setup?

                                        Il geiger NON riesce a rilevare aumnenti di radioattivita' rispetto al fondo
                                        naturale nemmeno a contatto con l' accrocchio schermante.


                                        Per quanto riguarda l' americio 241, ogni tanto mi capita di trovare
                                        qualche rivelatore di fumo antiincendio provvisto di vistosa etichetta che
                                        avvisa del pericolo radiazioni sul retro, questi rivelatori contengono
                                        proprio il famoso Am241.

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                                        • Rispondo ad Ennio Vocirzio

                                          Ascolta, ti stimo molto perchè ti ho letto fino ad ora e ti trovo una persona preparata e molto profonda (anche se un po' misteriosa). Poi in futuro ti voglio fare io qualche domanda a te.

                                          Comunque, io ho una scheda National Instrument (EISA-A2000) inserita nel mio computer. Questa scheda è stata interfacciata da un mio allievo (bravissimo in elettronica) ad un apparato di misura volt/amperometrico. Per cui, come credo hai capito, ho un software che mi permette di misurare l'energia per integrazione.

                                          La misura è precisa e viene effettuata ad una risoluzione di 12 bit. Il throughput dei canali e circa 153 kHz. In realtà potrebbe arrivare a 500kHz ma, è stata settata in questo moda dal software.

                                          Questo sistema mi permette di misurare l'energia di ingresso che varia da 50 Wh a 400 Wh a seconda del tipo di cella che utilizzo.

                                          L'uscita la misuro attraverso la quantità di acqua evaporata che ovviamente determino con estrema precisione.

                                          In foto ti ho voluto mostrare una cella con catodo in rame (prima del riempimento) e anodo di tungsteno che risulta non visibile poichè è situato internamente in asse con il cilindro di rame. Questa cella lavora a bassa temperatura ma fornisce dei rendimenti molto alti. In alcuni casi ho superato anche gli 1,4 senza contare le perdite termiche.

                                          user posted image

                                          Normalmente uso anche la cella tradizionale Iorio-Cirillo-Dattilo che lavora con elettrodi di tungsteno disposti in modo allineato ma con spessore di 3,5 mm cadauno.

                                          Sono gli elettroliti la cosa interessante di cui ti vorrei parlare. Non uso il Carbonato di potassio.

                                          Sono a tua disposizione per altri chiarimenti.

                                          Saluto a tutti

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                                          • Salve, sono nuovo del forum anche se vi seguo da un po'.

                                            Mi interessano molto le "ricerche di frontiera" e mi sembra di avre capito che questo e' un punto di rotrovo di gente che "fa", non parla e basta.

                                            Sono uno "sperimentatore" pure io, anche se non propriamente "canonico", e mi occupo di, diciamo, "modificazioni " della materia.

                                            Avrei una domanda da fare: quando eseguite gli esperimenti di fusione fredda, tenete conto/log anche delle condizioni esterne (Giorno, ora, tempo atmosferico etc.)?

                                            Non e' una domanda oziosa, visto che le forze in gioco sono abbastanza "deboli", e' molto probabile che vengano favorite o meno da parecchi fattori, e qualche anno fa un fisico giapponese di cui non ricordo il nome, dichiaro' a una conferenza di avere notato fluttuazioni misurabili nei risultati ottenuti (energia prodotta) che lui metteva in relazione con l'influenza gravitazionale forse della luna o altro, visto che i grafici di emissione nel tempo gli davano un intervallo costante di una quarantina di giorni tra una massima resa e l'altra...

                                            Non sono un fisico (nemmanco laureato), ma un semplice appassionato che "pastrocchia" e cerca di capire...

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                                            • Ciao,

                                              x Thot: puoi spiegare meglio come hai realizzato le prove con catodo in rame?
                                              Come hai fatto a raffreddare il catodo (il rame è un ottimo conduttore di calore, però si fonde molto prima del tugsteno!)?

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                                              • Ciao a tutti!
                                                Volevo riprendere un attimo il discorso della fase di vapore e creazione di aerosol per agitazione meccanica, perchè credo che ci sia un po' di confusione.
                                                Credo che paolo1961 habbia sollevato una questione giusta. Bisogna stare attenti perchè l'aerosol non è vapore: l'acqua non ha cambiato fase, quindi, come giustamente dice paolo1961, l'energia da fornire per creare un aerosol è molto diversa da quella necessaria per creare del vapore.
                                                Secondo me può essere valido il fatto di avere una cella chiusa (con valvola di sicurezza), perchè se l'acqua evapora a causa del calore farà aumentare la pressione (la fase vapore ha un volume specifico circa 3 ordini di grandezza più grande della fase liquida), se l'acqua diventa aerosol la pressione non credo che aumenti, perchè rimane sempre in fase liquida (anche se sono goccioline). E' vero che si ritroveranno gocce sulle pareti, ma se sono dovute all'aerosol depositato praticamente non avranno scambio termico col recipiente, mentre se sono dovute al vapore condensato si ha una differenza: per condensare il vapore deve restituire il calore che aveva preso per cambiare fase alla cella.
                                                Ciao!

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                                                • Ciao,

                                                  Ho avuto un'idea: tutta la cella eccetto il catodo viene fatta ruotare fino a creare un vortice. La cella è a forma di sfera in policarbonato trasparente. Il catodo (al centro, in rame) è conico ed ha un piccolo foro in basso da cui viene aspirata acqua che viene subito re-immessa in soluzione da un foro più in alto. Sul fondo della cella è fissata un elica. L'anodo è un cilindro aderente alla cella (potrebbe anche essere la cella stessa).

                                                  In questo modo l'acqua discendente muove le bolle prodotte dal catodo verso il basso in modo vorticoso creando un ricambio di acqua costante nella zona catodo.
                                                  Il catodo conico in rame viene raffreddato continuamente da una piccola pompa centrifuga contenuta nello stresso restituendo il calore alla soluzione.

                                                  La tensione passa dall'anodo all'alimentatore tramite una spazzola fissata sul perno in basso che sostiene trutta la cella.

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                                                  • Hola Delta!

                                                    Ma sei sicuro di essere in grado di realizzare tutto sto casino meccanico?

                                                    Lo sai bene che in meccanica sono messo abbastanza maluccio e ti potro
                                                    solo dare un aiuto marginale.

                                                    Scusa se pingo, ma NON sarebbe piu' semplice recuperare ( o eventualmente
                                                    autocostruire ) un agitatore magnetico per chimici, da porre poi sotto
                                                    la cella preesistente per agitarla senza fare fori o senza modificarne per
                                                    sempre le caratteristiche meccaniche ( chi ti dice che dopo la foratura
                                                    la cella riesca a reggere ancora la pressione? )

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                                                    • Noto con piacere che la mia domanda e' caduta nell'indifferenza + totale.

                                                      Evidentemente ho sbagliato il forum, forse fuorviato dal titolo "digressioni sulla nuova fisica" oppure pensando che questi "sperimentatori" avessero la mente aperta a una vasta marea di possibilita' di ricerca...

                                                      Parlate di "nuova fisica" o di lunghezza dei catodi e basta?

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                                                      • Hola Kunrath!

                                                        CITAZIONE
                                                        Noto con piacere che la mia domanda e' caduta nell'indifferenza + totale.

                                                        Evidentemente ho sbagliato il forum, forse fuorviato dal titolo "digressioni sulla nuova fisica" oppure pensando che questi "sperimentatori" avessero la mente aperta a una vasta marea di possibilita' di ricerca...

                                                        Parlate di "nuova fisica" o di lunghezza dei catodi e basta?



                                                        BONOOOooooo............ BONOOooooooooo

                                                        NON so cosa hanno fatto gli altri, quello che posso dire di per certo e' che
                                                        gli esperimenti teslacoil/deltaHF NON hanno mai tenuto conto della
                                                        variabile climatica
                                                        Forse potrebbero esserci dei nessi per le celle aperte, ma per quelle
                                                        pressurizzate proprio NON so dove questi fattori potrebbero influire.

                                                        CMQ, anche la tua e' un idea percorribile, il problema e' che per verificarla
                                                        servirebbero altri strumenti e pure una certa costanza nel ripetere le
                                                        stesse prove piu' e piu' volte ad intervalli di tempo costanti

                                                        Se ti vorrai unire al gruppo di smanettoni sperimentatori sarai bene
                                                        accetto, se scoprirai qualcosa di nuovo ti prenderai i meriti, se invece
                                                        farai un buco nell' acqua avrai la certezza di NON essere deriso ma
                                                        di essere comunque considerato "uno che NON parla e basta"

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                                                        • Rispondo a khunrath

                                                          Sono perfettamente in accordo con teslacoil. Caro amico qui ci sono fin troppi problemi tecnici e parametri troppo vari da tener conto, utilizzare anche quelli climatici rischi di farti prendere in giro. Ovviamente fatta esclusione per la temperatura ambiente e la pressione che sono conosciuti, la temperatura ambiente, almeno per me risulta registrata accuratamente. Chi ti risponde in questo modo si pone di fronte al problema con estremo raziocino anche se non ti nascondo che per certi studi e conoscenze in mio possesso tu non dici cavolate. Gli alchimisti del medioevo infatti, iniziavano le loro operazioni in periodi specifici dell'anno. In alcuni casi, talune operazioni venivano effettuate durante l'equinozio di primavera. Oggi tuttavia, ci sono delle spiegazioni scentifiche per questi curiosi comportamenti. Non ho il tempo qui di parlartene ma, ti faccio solo un esempio. A quei tempi, per mancanza di climatizzazione centralizzata certe operazioni chimiche funzionavano bene solo se le condizioni di temperatura e umidità erano di un certo tipo. Quindi era necessario ricorrere ad un calendario nel processo alchemico.
                                                          Nel nostro caso, cioè per quanto riguarda gli esperimenti di plasma elettrolitico, non è assolutamente necessario farsi anche questi problemi. Il processo di plasma sembra (ho detto sembra) legato fondamentalmente da parametri che possono facilmente essere circoscritti in ambito di laboratorio.

                                                          rispondo a thot

                                                          Amico, non hai risposto ad DeltaHF, parlaci meglio del tuo esperimento e non capisco cosa c'è di straordinario. A caserta si ottengono oggi circa 1,5 di rapporto energetico.
                                                          Inoltre, perchè non ci parli del rame ? Perchè usi il rame al catodo ?
                                                          Durante il processo di plasma, che credo tu faccia a bassa tensione, la soluzione tenderà ad intorbidirsi e a colorarsi, per piacere chiariscici questi punti.

                                                          Un abbraccio

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                                                          • Gentile signor Vorcizio, mi permetta di spiegarmi meglio...

                                                            Io non parlavo di "tempo Atmosferico", ma di "condizioni gravitazionali e elettrostatiche" che, ne converra', influenzano , pur se debolmente, ogni processo chimico e fisico.

                                                            Gli antichi alchimisti eseguivano certe operazioni in certi periodi dell'anno (o del giorno) per motivi essenzialmente pratici, cioe', in certe condizioni le cose funzionavano e in altre no... e le garantisco che anche oggi queste regole valgono, anche considerando il potente inquinamento elettromagnetico presente.

                                                            Avevo fatto riferimento a una ricerca effettuata in Giappone sulla FF e come si era notata una correlazione tra emissione di energia e periodi temporali specifici.

                                                            Comunque grazie per la gentile risposta.

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                                                            • Per Khunrath

                                                              Sono d'accordo. Certamente, basta pensare alle maree ed ad altri fenomeni, comunque resta quello che diceva l'amico Teslacoil, tenere conto di tutti i parametri la cosa diventa mostruosamente insostenibile. Direi un tantino gravosa finanziariamente. Comunque è molto importante averne parlato e ti ringrazio di questo fatto.

                                                              Continua ad aiutarci, tutte le idee sono importanti.

                                                              Vediamo anche gli altri cosa pensano...

                                                              Ti saluto con estrema cordialità

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