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misure calorimetriche

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  • misure calorimetriche

    ho effettuato due esperimenti per vedere se il plasma a parità di energia elettrica assorbita ha un eccesso di calore rispetto alla normale elettrolisi

    Le condizioni seguenti erano identiche per i due esperimenti

    massa d' acqua 200 grammi
    bicarbonato di sodio 3.32 grammi pari a 0.2 m
    dispersione termica (entrambi gli esperimenti sono stati condotti all' interno di una "scatola " autocostruita di polistirolo di 10 cm di spessore) la cella era tappata e lo sfogo per i gas e il vapore era costituito da un tubo di 3 cm di diametro
    stessa conformazione degli elettrodi il catodo( un tondino di tungsteno di 2mm di diametro era immerso per un cm con copricatodo)
    l' anodo era costituito da acciaio inox
    stessa temp iniziale
    la potenza del plasma innescato a pieno regime con 300 volt è stata di 420 w

    l' elettrolisi invece è stata portata alla stessa potenza con il variac intorno ai cento volt e li lasciata

    durata : Con il plasma 9:04 minuti , con l' elettrolisi 16:05 minuti
    a parità di energia immessa =0.05 Kwh

    risultati:

    Il plasma scalda l' acqua più velocemente: a 5 minuti la temperatura era di 94.6 C°
    nella normale elettrolisi la stessa temperatura è stata raggiunta dopo 13:40 minuti
    con 0.05 Kwh consumati per entrambi gli esperimenti con il plasma sono evaporati 29 grammi d' acqua,
    con la normale elettrolisi (a parità di nergia immessa) 12,72 gr

    ovviamente come ben sappiamo gli ampere calano sia con il plasma che con la normale elettrolisi, ma con l' elettrolisi l' assorbimento è maggiore comunque.

    Avendo tenuto l' energia in ingresso uguale per i due esperimenti posssiamo affermare che il plasma ha un eccesso di calore superiore a più del doppio dell' effetto joule e dell' ossidazione

    problemi ? dubbi ? perplessità? <img src=">

    ciao


  • #2
    ottimo lavoro,randagio...
    speriamo che anche altri seguano il tuo esempio...

    sono comunque dell'idea che potremmo effettuare delle prove con energia in ingresso e arco temporale
    costanti....
    manovrando opportunamente i dati di voltaggio ed amperaggio...


    beh, con 29 grammi d'acqua evaporati, considerandola pari,con difetto , a 2260J...siamo a 65.540 J,

    mentre per 12.72 siamo a 28.747 J consumati
    ,
    ma in questo caso, si intende anche la quantitàdi acqua dissociata per elettrolisi....
    dovresti riportare anche la temperatura iniziale degli esperimenti....

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    • #3
      la temperatura iniziale era di 17,8 gradi (temperatura ambiente)
      le altre prove che suggerisci sono interessanti fammi pensare.
      oltre a pensarci mi serve un altro variac più potente dovrebbe arrivarmi tra un pò.
      ciao

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      • #4
        beh ,randagio,

        se riuscissimo a trovare il sistema,
        di poter tenere fissi i dati di ingresso energia,
        del tempo di esperimento, e di amperaggio(forse meglio dal punto di vista teorico ,)
        oppure più facilmente dal punto di vista strettamente sperimentale,
        il voltaggio,

        manovrando solo opportunamente i dati di amperaggio e superficie bagnata degli eletrodi,
        per avere o elettrolisi,o plasma...beh...
        avremmo una prova molto più completa....

        Commenta


        • #5
          CITAZIONE (iperabazon @ 27/11/2007, 12:10)
          beh ,randagio,

          se riuscissimo a trovare il sistema,
          di poter tenere fissi i dati di ingresso energia,


          del tempo di esperimento, e di amperaggio(forse meglio dal punto di vista teorico ,)
          oppure più facilmente dal punto di vista strettamente sperimentale,
          il voltaggio,

          manovrando solo opportunamente i dati di amperaggio e superficie bagnata degli eletrodi,
          per avere o elettrolisi,o plasma...beh...
          avremmo una prova molto più completa....

          I dati dell' energia in ingresso sono fissi( 0,05 kwh)

          non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca! <img src="> Se a trecento volt con un certo amperaggio e una specifica superfice scoperta del catodo ottengo plasma non posso sperare di ottenere elettrolisi con gli stessi parametri
          Seconda la mia personale opinione (opinabilissima) la prova dell' overunity è evidente, è come se con 10 euro di benzina(0.05 kwh) fossimo andati più lontano (i 29 grammi di acqua evaporata contro i 12,72) e in minor tempo (94.6 C raggiunti in 5 minuti invece che in 13:40 minuti.
          Comunque le prove che suggerisci sono da verificare vediamo se anche a gli altri sperimentatori viene qualche idea
          ciao

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          • #6
            beh,certo che l'energia in ingresso o in, è il dato fissato...
            in questo riprendi l'esperimento di remond, i famosi 10 giri o 0.045 Kwh...
            l'ho ripeto a scanso di equivoci...

            detto questo....
            beh, manovrando opportunamente i dati di amperaggio, e superfici scoperte, sia di anodo e catodo...e anche il tempo...,
            .... forse si riesce a mantenere fisso il dato di energia in e voltaggio...
            e poi ripetere l'esperimento con energia in ed amperaggio fissi......

            sai com'è....meglio avere molti dati concordanti....
            sull'overunity...

            Commenta


            • #7
              CITAZIONE (iperabazon @ 27/11/2007, 14:05)
              beh,certo che l'energia in ingresso o in, è il dato fissato...
              in questo riprendi l'esperimento di remond, i famosi 10 giri o 0.045 Kwh...
              l'ho ripeto a scanso di equivoci...

              detto questo....
              beh, manovrando opportunamente i dati di amperaggio, e superfici scoperte, sia di anodo e catodo...e anche il tempo...,
              .... forse si riesce a mantenere fisso il dato di energia in e voltaggio...
              e poi ripetere l'esperimento con energia in ed amperaggio fissi......

              sai com'è....meglio avere molti dati concordanti....
              sull'overunity...

              Remond (che saluto ) secondo me in questo è sulla strada giusta..
              A proposito di benzina...
              si potrebbe riprendere l' idea di skeptic del generatore ed usare una quantita fissa di benzina per entrambi gli esperimenti variando solo il voltaggio (come nel mio esperimento) e vedere come varia la temperatura e l' acqua evaporata nei due casi (semplice elettrolisi e plasma)
              Meglio di così ! Io il generatore non lo possiedo chi ne ha a disposizione uno è pregato di farsi avanti...

              Con le resistenze ci si complica la vita...
              Il plasma è un fenomeno turbolento, caotico, le resistenze anche se calibrate sono statiche

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              • #8

                Ciao randagio73 e complimeti per i test che stai portando avanti,

                In merito a questa affermazione

                CITAZIONE (randagio73 @ 27/11/2007, 14:46)
                Con le resistenze ci si complica la vita...
                Il plasma è un fenomeno turbolento, caotico, le resistenze anche se calibrate sono statiche

                c'è da dire che, un buon test comparativo andrebbe eseguito non solo eguagliando le energie in ingresso, ma anche le perdite di calore che il sistema ha nei confronti con l'ambiente.

                In pratica, nelle condizioni in cui lavori, se vuoi ottenere una buona comparazione, occorre certamente mantenere costante l'energia fornita ai due sistemi, ma anche il tempo della prova deve essere identico nei due test.

                Per fornire la stessa energia elettrica in ingresso e, contemporaneamente, far durare le due prove per tempi uguali, occorre fornire ai due sistemi la stessa potenza elettrica. Poichè però il plasma è un fenomeno turbolento occorre seguire questa procedura:

                - fai un test col plasma della durata di un tot di secondi (diciamo 500) e registri l'energia che hai fornito al plasma (per esempio 200'000 Joule ---> NB: 1 Wh = 3'600 Joule) .

                - dividi il valore dell'energia in ingresso (i 200'000 Joule) per il tempo della prova (i 500 secondi) e ottieni la potenza media assorbita dal plasma (nel nostro caso 200'000/500 = 400 Watt)

                - nelle stesse condizioni in cui hai innescato il plasma (stessa soluzione, stessa quantità, stesse masse, stessa temperatura iniziale) introduci nella soluzione una resistenza elettrica da riscaldamento di potenza adeguata e la alimenti con una potenza media pari a quella assorbita dal plasma (400 W); per porti con precisione in queste condizioni operative hai bisogno di un wattmetro, oppure di fare calcoli al volo fra volt e ampere fino a stabilizzarti sul valore voluto.

                - a questo punto attendi lo stesso tempo richiesto dal plasma (500 secondi ) e confronti le prove come tempo di riscaldamento e acqua evaporata.

                Per far si chè l'acqua col resistore abbia comporatmento analogo al plasma, puoi dotare la cella di un agitatore magnetico.


                In questo modo hai eguagliato le condizioni fra i due esperimenti e le eventuali (...) overunity saranno più rigorose.


                BUON LAVORO <img src="> !
                ?"Se pensi che una cosa sia impossibile, la renderai impossibile" (Bruce Lee)

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                • #9
                  ciao randagio,
                  purtroppo in questo momento remond è oppresso da gravi motivi personali, e non riesce a esperimentare....

                  beh, sono d'accordo con i quantum sul tempo di esperimento...

                  però io volevo esperimentare una prova leggermente diversa.....e nuova....

                  potresti eseguire esperimenti in questo modo...
                  dunque, prima esegui elettrolisi , mettiamo a 250V, o anche qualcosa di più,se occorre fino a 300V..
                  con ,mettiamo ,un centimetro esposto , alla soluzione, rispettivamente di anodo e catodo,
                  e misuri sia il tempo dell'esperimento, sia la temperatura e l'evaporazione finale,
                  e lo alimenti fino ad immettere i famosi 0.05Kwh... ...
                  magari aumenti la molarità....
                  la corrente non dovrebbe essere molto alta,e quindi controllabile...


                  poi esponi circa tre centimetr dell'anodo, e un centimetro sempre del catodo,
                  sempre a 250V, o alla stessa tensione precedente...
                  dovrebbe formarsi plasma immediatamente al catodo...
                  e poi ,immetti la stessa quantità d'energia, i 0.05 Kwh,...
                  e misuri sia la temperatura finale..le evaporazioni...ed il tempo complessivo di questo esperimento...

                  smontando pezzettino per pezzettino le misure calorimetriche...
                  alla fine dovremmo arrivare a definire qualcosa di valido....

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                  • #10
                    Purtroppo non saprai mai quanta parte di quella che tu supponi 'evaporazione' sia invece Gas H2 ed O2 dissociati.
                    Ergo, dato che l'entalpia d'evaporazione dell'acqua (75J/mol) è esigua rispetto a quella per dissociazione (293kJ/mol), i conti saranno fortemente sballati.

                    Dovresti farlo con un tappo sulla cella, un sistema di raccolta gas e relativo condensatore per ciascun elettrodo che elimini la componente vapore da ciascun gas, condensatore che deve essere calorimetrico (in grado di misurare il calore asportato dal processo di condensazione) e allora forse avresti dei dati su cui ragionare.
                    La vedo dura per il povero randagio.... Meglio l'idea precedente.

                    "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                    • #11
                      questa discussione è molto stimolante..per quanto riguarda la produzione di gas potremmo regolarci in linea teorica cioè sappiamo cosa aspettarci con una massa d'acqua determinata ad una determinata energia in ingresso in un regime di elettrolisi classica (quindi possiamo discernere la quantità di acqua evaporata e quella scissa per formare idrogeno ed ossigeno), tu elettrorik con il tuo calorimetro stai anche tentando una misurazione sperimentale dei gas emessi.
                      Pensavo anche ad unire le idee di quantum e di iperabazon nel senso che una soluzione elettrolitica è già una resistenza manovrando le superfici di catodo ed anodo posso ottenere a trecento volt elettrolisi con l' amperaggio necessario al plasma (potenza calcolata come media nel tempo come osserva giustamente quantum) ma poi bisogna vedere se a parità di energia immessa i tempi corrispondono non ne sono così sicuro...
                      Certo che la prova che suggerisce quantum con la resistenza è più rigorosa e l' overunity se c'è è misurata con difetto
                      Con il mio esperimento descritto sopra ho dimostrato(non in maniera definitiva occorrerebbe fare altre prove che farò ) che a parità di energia immessa il plasma ha un eccesso di calore(attenzione non overunity rispetto all' energia in ingresso) rispetto all' elettrolisi classica eseguita nelle stesse condizioni.A parità di energia immessa l' effetto joule e l' ossidazione dovrebbero essere equivalenti o no?
                      Ora la domanda nasce spontanea da dove viene questo calore in più?
                      E' un fenomeno chimico?
                      E' un fenomeno fisico sconosciuto?
                      E' un fenomeno nucleare?

                      Ps mi spiace che remond abbia dei gravi problemi spero che sia qualcosa di risolvibile ad ogni modo le cose si sistemano da sè...iper se ne hai possibilità salutalo da mia

                      Edited by randagio73 - 28/11/2007, 12:14

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                      • #12
                        CITAZIONE
                        Purtroppo non saprai mai quanta parte di quella che tu supponi 'evaporazione' sia invece Gas H2 ed O2 dissociati.
                        Ergo, dato che l'entalpia d'evaporazione dell'acqua (75J/mol) è esigua rispetto a quella per dissociazione (293kJ/mol), i conti saranno fortemente sballati.

                        Sante parole Rik, hai completamente ragione.

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                        • #13
                          bene,pezzettino per pezzettino..
                          vedrai randagio che arriviamo a definire questa prova...
                          considerando che con altri ci ho messo un anno per far capire la prova calorimetrica con resistenze...
                          stiamo andando forte...

                          allora,il problema a questo punto, sembra essere la quantità di energia immessa...poi vedremo gli altri...

                          se diminuisci l'energia in ingresso,la porti a 0.02Kwh....e aumenti a 400 cc la soluzione...
                          (questo per non avere grossi fenomeni di evaporazione nella prova di elettrolisi...magari occorre aumentare ancora la quantità di soluzione)

                          allora diminuisce l'evaporazione della soluzione in elettrolisi, e possiamo approssimare con maggior precisione ,
                          potremmo considerare come gas dissociati tutta la parte emessa nella prova in elettrolisi,
                          mentre nella prova al plasma approssimare il gas emesso tutto come vapore....
                          (stiamo approssimando).......

                          in questo modo possiamo avere un'idea più precisa di quello che succede...
                          dobbiamo comunque trovare i sistemi per non portare il liquido in ebollizione , o il minimo possibile, e poter misurare solo la differenza di temperatura...

                          poi vedremo come , si riesce, mantere altri tre parametri costanti nelle due prove,
                          sui 4 complessivi sensibili e cioè....

                          l'energia in ingresso, il tempo di prova, amperaggio e voltaggio...

                          Commenta


                          • #14
                            va beh allora 500 cc di soluzione a molarita costante(0.2m)
                            stessa energia in ingresso (0.02 kwh,stessa dispersione termica (il cappotto di polistirolo per entrambi gli esperimenti)
                            stesso voltaggio stesso amperaggio (calcolato sulla media nel tempo del plasma) il tempo lo lasciamo in funzione dell' energia in ingresso) evitiamo per quanto possibile l' evaporazione dell' acqua , quindi per il raffronto dovremmo basarci sulla velocità di riscaldamento dell' acqua (ogni 20 sec ad esempio vado a vedere la temperatura della soluzione) e vediamo cosa succede..
                            Mi ci vuole un pò di tempo... una nuova cella più capiente e qualche "trovata" meccanico-costruttiva
                            .e che ce vò? <img src=">
                            dai cosi pubblichiamo anche qualche foto... <img src=">

                            ciauz

                            Edited by randagio73 - 28/11/2007, 22:14

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                            • #15
                              CITAZIONE (randagio73 @ 28/11/2007, 22:06)
                              va beh allora 500 cc di soluzione a molarita costante(0.2m)
                              stessa energia in ingresso (0.02 kwh,stessa dispersione termica (il cappotto di polistirolo per entrambi gli esperimenti)
                              stesso voltaggio stesso amperaggio (calcolato sulla media nel tempo del plasma) il tempo lo lasciamo in funzione dell' energia in ingresso) evitiamo per quanto possibile l' evaporazione dell' acqua , quindi il per il raffronto dovremmo basarci sulla velocità di riscaldamento dell' acqua (ogni 20 sec ad esempio vado a vedere la temperatura della soluzione) e vediamo cosa succede..
                              Mi ci vuole un pò di tempo... una nuova cella più capiente e qualche "trovata" meccanico-costruttiva
                              .e che ce vò?! <img src=">
                              dai cosi pubblichiamo anche qualche foto...

                              ciauz

                              Mettici un mescolatore se puoi, oppure mescola bene a mano (per un tempo uguale) prima di misurare la temperatura alla fine delle prove.
                              Lo scambio termico potrebbe non essere identico.
                              "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                              • #16
                                ciao randagio.......

                                ottimo...
                                allora, come vedi, uno dei problemi è di far evaporare il meno possibile la soluzione....
                                allora,anche il cappotto di polistirolo non è s trettamente necessario....
                                (per ora)
                                la dispersione termica nell'ambiente in questo caso ci aiuta...
                                l'importante è eseguire le due prove nello stesso tempo...l'energia in ingresso....
                                (i famosi dieci giri di remond corrispondevano a circa 0.022Kwh..)
                                ed il tempo,che dev'essere all'incirca sui 2.5 minuti.. o 150sec....
                                i parametri fondamentali sono energia in ingresso e tempo prova....
                                quindi , puoi anche modificare i due parametri di V ed A...

                                certo che,se riesci, con opportune regolazioni della molarità e della superficie esposta degli elettrodi a tenere fisso anche uno dei due altri parametri...
                                l'esperimento diventa più completo....(sembra più facile tenere fisso il voltaggio...ma dipende da che tipi di strumenti hai a disposizione)
                                saluti

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                                • #17
                                  caro randagio,
                                  riconsideriamo la prova....

                                  visto che, non sembra possibile che molti si facciano carico di questo tipo di prove....
                                  allora possiamo condiderare meglio una prova più mirata per le tue possibilità...

                                  se possiedi strumentazione elettronica schermata adeguatamente ai disturbi em del plasma...

                                  allora....

                                  beh ,potremmo iniziare un piccolo ciclo di prove----
                                  se altri hanno questa possibilità...come sembra...


                                  bene , possiamo sfruttare alcune strane propietà del plasma....

                                  se vogliamo operare a bassa molarità...,,
                                  bene,possiamo sfruttare il fatto che in questo caso il plasma si accende solo raggiunte certe temperature critiche della soluzione,,,, e rimane abbastanza "debole"..
                                  quindi alcuni piccoli problemi di schizzi e evaporazioni dovrebbe essere più contenuto...


                                  prendi il beker, in questo caso anche con 200cc di soluzione,
                                  anche schermato dal polistirolo...
                                  porti a 80° la soluzione con resistenza elettrica,e la misura la ottiene con il termometro elettronico schermato,
                                  poi interrompi l'alimentazione alle resistenze, e alimenti i due elettrodi,preventivamente immersi nella soluzione,
                                  e immersi o con superficie "bagata eguale, a far elettrolisi...
                                  arrivato a 94°,interrompi l'esperimento,controlli ,per quanto tempo hai alimentato , e quanta energia è stata immessa,e pesi la soluzione....
                                  poi , con condizioni iniziali eguali, (molarità,80°..ecc) parti ad alimentare i due elettrodi,questa volta con superficie catodica esposta ,di un terzo rispetto all'anodica...
                                  dovrebbe partire immediatamente il plasma.... con voltaggio eguale a 250 volt uguale nei due casi,magari anche maggiore fino a 300V,se necessario..importante che sia uguale nei due casi... e controlli anche l'intensitò di corrente ,se riesci...sempre nei due casi
                                  arrivato a 94° ,interrompi,

                                  misuri l'energia entrata, controlli il tempo, e pesi la soluzione...


                                  con questi dati, dovremmo avere un quadro abbastanza chiaro, e provare a calcolare la resa energetica nei due casi...

                                  che ne pensi?

                                  misuri l'energia immessa,pesi la soluzione e controlli il tempo.... a parità di temperatura raggiunta e di tensione di alimentazione...

                                  poi potremmo fare altre prove...
                                  per iniziare...va bene?

                                  Edited by iperabazon - 30/11/2007, 12:42

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                                  • #18
                                    ciao iper
                                    per quanto riguarda i disturbi em fino ad ora non ho notato particolari fenomeni bizzarri nella mia strumentazione perche ho delle induttanze di filtro in serie e un condensatore in parallelo( tranne in un caso con il voltmetro digitale però a valle dei filtri ha segnato per qualche secondo 500 volt di tensione!!)
                                    Il contatore di consumi sta a monte del variac quindi eventuali disturbi sono smorzati dagli avvolgimenti del variac stesso .
                                    Il vero problema è la risoluzione a 10 wh del contatore, ho aggirato il problema spegnendo tutto quando scattano i dieci wh precisi (per esempio non appena il contatore segna 0.05 kwh spengo in questo modo posso ottenere misure abbastanza precise dell' energia in ingresso.Per questo preferisco mantenero fissa l' energia in ingresso piuttosto che il tempo.
                                    Il problema degli schizzi è inesistente perchè uso una cella chiusa con il tappo , una curva a gomito seguita da un tubo da 3 cm di diametro e lungo circa 30 cm per i gas e il vapore. non ci sono fili con 300 volt che vanno a spasso ma con dei comodi coccodrilli posso attaccare l' alimentazione agli elettrodi che sono fissati al vaso.
                                    Il termometro è di tipo elettronico misura da -50 a 300 C° e nelle mie prove non ho notato malfunzionamenti..
                                    Per adesso vediamo di raggiungere l' obiettivo che ci eravamo prefissati poi dopo vedremo di fare altre misure
                                    Cioè misuriamo la velocità con cui scalda mezzo litro d'acqua a parità di energia in ingresso

                                    la mia cella di passata generazione! un normale barattolo di vetro con "qualche modifica" <img src=">
                                    image
                                    ciao

                                    Edited by randagio73 - 30/11/2007, 20:41

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                                    • #19
                                      beh, allora comunque devi evitare il più possibile di far evaporare l'acqua,
                                      e quindi di non portare la temperatura oltre i 95 gradi.........

                                      se il tuo contatore risolve a 0.1 kwh....
                                      allora porta l'energia a quella soglia...
                                      ed aumenta la quantità di soluzione....cercando di mescolarla per bene....
                                      poi vedremo come tentare di avere lo stesso tempo.......
                                      il problema è che riscaldare l'acqua o fargli elettrolisi, non è la stessa cosa....
                                      avevamo cercato di evitare il problema con la semplice misura tra resistenze e plasma....
                                      propio per questo....
                                      ed evitare comunque il problema dell'evaporazione.....

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                                      • #20

                                        Ciao randagio73,
                                        ottimo lavoro ma riguardo questo :

                                        CITAZIONE (randagio73 @ 30/11/2007, 19:18)
                                        Il problema degli schizzi è inesistente perchè uso una cella chiusa con il tappo , una curva a gomito seguita da un tubo da 3 cm di diametro e lungo circa 30 cm per i gas e il vapore. non ci sono fili con 300 volt che vanno a spasso ma con dei comodi coccodrilli posso attaccare l' alimentazione agli elettrodi che sono fissati al vaso.

                                        Assicurati che i gas che si generano al catodo e all'anodo NON si miscelino o entrino in contatto.

                                        Nelle condizioni in cui lavori è elevatissimo il rischio di ESPLOSIONI!!!

                                        Poni fra te e la cella sempre un pannello di plexyglass protettivo e, in ogni caso, tieniti sempre a distanza.

                                        Mi raccomando, sul serio.
                                        :blink:
                                        ?"Se pensi che una cosa sia impossibile, la renderai impossibile" (Bruce Lee)

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                                        • #21
                                          ciao randagio...


                                          beh,
                                          potrei consigliarti,per le prime prove, beker non isolati,con solo paraspruzzi.....

                                          pesando alla fine, delle due prove la soluzione ,
                                          se non sei arrivato alla soglia dell'evaporazione, e se spruzzi accidentali sono ritornati nelbeker,
                                          possiamo approssimare , il peso mancante dalla soluzione per elettrolisi, dipendente da dissociazione...
                                          e quello da plasma da evaporazione....

                                          se poi riesci a far questo nello stesso arco temporale, abbiamo una dispersione molto simile di calore nei due casi...
                                          e non corri il rischio di accumuli di gas pericolosi...

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                                          • #22
                                            CITAZIONE (Quantum Leap @ 1/12/2007, 10:12)
                                            Ciao randagio73,
                                            ottimo lavoro ma riguardo questo :

                                            CITAZIONE (randagio73 @ 30/11/2007, 19:18)
                                            Il problema degli schizzi è inesistente perchè uso una cella chiusa con il tappo , una curva a gomito seguita da un tubo da 3 cm di diametro e lungo circa 30 cm per i gas e il vapore. non ci sono fili con 300 volt che vanno a spasso ma con dei comodi coccodrilli posso attaccare l' alimentazione agli elettrodi che sono fissati al vaso.

                                            Assicurati che i gas che si generano al catodo e all'anodo NON si miscelino o entrino in contatto.

                                            Nelle condizioni in cui lavori è elevatissimo il rischio di ESPLOSIONI!!!

                                            Poni fra te e la cella sempre un pannello di plexyglass protettivo e, in ogni caso, tieniti sempre a distanza.

                                            Mi raccomando, sul serio.
                                            :blink:

                                            me ne sono accorto <img src=">
                                            Stavo collaudando la cella però con un tubo di sfiato più piccolo (poco più di un cm) avevo comunque messo uno schermo in plexiglass appunto perchè volevo evitare che mi espodesse in faccia <img src=">
                                            Il botto lo ha fatto il vetro del barattolo ha retto ma a me è venuto un accidente!
                                            Da allora ho sostituito il tubo con uno più grosso e sembra non dare più problemi di questo tipo
                                            Comunque lavoro sempre con il plexi di fronte o con il rivestimento di polistirolo..
                                            Hai fatto bene a ricordarlo con questi eperimenti si rischia di farsi male sul serio se non sono fatti con criterio e prendendo tutte le necessarie misure di sicurezza..
                                            Attenzione che le schegge di vetro sono proiettili micidiali...

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                                            • #23
                                              CITAZIONE (randagio73 @ 1/12/2007, 15:02)
                                              CITAZIONE (Quantum Leap @ 1/12/2007, 10:12)
                                              Ciao randagio73,
                                              ottimo lavoro ma riguardo questo :

                                              CITAZIONE (randagio73 @ 30/11/2007, 19:18)
                                              Il problema degli schizzi è inesistente perchè uso una cella chiusa con il tappo , una curva a gomito seguita da un tubo da 3 cm di diametro e lungo circa 30 cm per i gas e il vapore. non ci sono fili con 300 volt che vanno a spasso ma con dei comodi coccodrilli posso attaccare l' alimentazione agli elettrodi che sono fissati al vaso.

                                              Assicurati che i gas che si generano al catodo e all'anodo NON si miscelino o entrino in contatto.

                                              Nelle condizioni in cui lavori è elevatissimo il rischio di ESPLOSIONI!!!

                                              Poni fra te e la cella sempre un pannello di plexyglass protettivo e, in ogni caso, tieniti sempre a distanza.

                                              Mi raccomando, sul serio.
                                              :blink:

                                              me ne sono accorto <img src=">
                                              Stavo collaudando la cella però con un tubo di sfiato più piccolo (poco più di un cm) avevo comunque messo uno schermo in plexiglass appunto perchè volevo evitare che mi espodesse in faccia <img src=">
                                              Il botto lo ha fatto il vetro del barattolo ha retto ma a me è venuto un accidente!
                                              Da allora ho sostituito il tubo con uno più grosso e sembra non dare più problemi di questo tipo
                                              Comunque lavoro sempre con il plexi di fronte o con il rivestimento di polistirolo..
                                              Hai fatto bene a ricordarlo con questi eperimenti si rischia di farsi male sul serio se non sono fatti con criterio e prendendo tutte le necessarie misure di sicurezza..
                                              Attenzione che le schegge di vetro sono proiettili micidiali...

                                              Usa il copricatodo e fà in modo che il plasma sia sempre sommerso. L'innesco di O2 & H2 può avvenire se, nel ribollire, ti si scopre un po' di elettrodo incandescente e viene a contatto con l'aria satura di O2, H2, e vapore.
                                              Insomma non fidarti troppo del tubetto di sfiato, ma cerca di tenere sempre sommerso il plasma.
                                              "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                              • #24
                                                ciao randagio,
                                                le prove comparative sono fatte propio per aggirare,evitare,e a volte, piegare a vantaggio molti problemi che sono
                                                insiti nelle prove "assolute",

                                                ora, cosa stiamo cercando?


                                                una prova comparativa calorimetrica e di assorbimento energetico sulla cella, tra semplice elettrolisi, e plasma....

                                                per farlo, non occorre assolutamente che isoli nulla,che chiudi qualcosa....
                                                anzi, una dispersione accentuata,potrebbe favorirti...in qualche modo...
                                                se si trova il sistema di renderla uguale nelle due prove....

                                                per me...la conduzione migliore,per iniziare ,della prova...

                                                è: usare molarità sature, che innalzano il punto di ebollizione, ma sopratutto ti permettono di far partire "facilmante,
                                                a temperatura ambiente,un plasma "vivace....

                                                poi, ,devi cercare di avere potenze impegnate simili, il che ti permette di avere un tempo di esecuzione dei due esperimenti simile....
                                                importante perchè ti permette di avere tempi di esperimento simili, e dispersioni termiche nell'ambiente simili....
                                                non occorre raccogliere i gas,lascia che si disperdano in ambiente areato...
                                                importante è sapere con un certo grado di precisione, che la quantità di soluzione mancante,
                                                è andata tutta in gas di dissociazione,
                                                e nel caso di plasma,in vapore....
                                                per questo è importante uno paraspruzzi,perchè spruzzi accidentali potrebbero inficiare la prova...

                                                saluti.....

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                                                • #25
                                                  CITAZIONE (iperabazon @ 2/12/2007, 01:52)
                                                  ciao randagio,
                                                  le prove comparative sono fatte propio per aggirare,evitare,e a volte, piegare a vantaggio molti problemi che sono
                                                  insiti nelle prove "assolute",

                                                  ora, cosa stiamo cercando?


                                                  una prova comparativa calorimetrica e di assorbimento energetico sulla cella, tra semplice elettrolisi, e plasma....

                                                  per farlo, non occorre assolutamente che isoli nulla,che chiudi qualcosa....
                                                  anzi, una dispersione accentuata,potrebbe favorirti...in qualche modo...
                                                  se si trova il sistema di renderla uguale nelle due prove....

                                                  per me...la conduzione migliore,per iniziare ,della prova...

                                                  è: usare molarità sature, che innalzano il punto di ebollizione, ma sopratutto ti permettono di far partire "facilmante,
                                                  a temperatura ambiente,un plasma "vivace....

                                                  poi, ,devi cercare di avere potenze impegnate simili, il che ti permette di avere un tempo di esecuzione dei due esperimenti simile....
                                                  importante perchè ti permette di avere tempi di esperimento simili, e dispersioni termiche nell'ambiente simili....
                                                  non occorre raccogliere i gas,lascia che si disperdano in ambiente areato...
                                                  importante è sapere con un certo grado di precisione, che la quantità di soluzione mancante,
                                                  è andata tutta in gas di dissociazione,
                                                  e nel caso di plasma,in vapore....
                                                  per questo è importante uno paraspruzzi,perchè spruzzi accidentali potrebbero inficiare la prova...

                                                  saluti.....

                                                  ciao iperabazon

                                                  per mia esperienza la configurazione della cella che ho usato fin ora non mi ha dato problemi,(e ho fatto decine di test) il tubo è sufficiente a smaltire sia il vapore che i gas generati ,in ogni caso uno schermo di plexi si frappone tra me e la cella.Come afferma giustamente elettrorik il plasma deve essere sommerso e il copricatodo deve coprire quanto più possibile l' elettrodo per evitare inneschi dei gas...
                                                  Se dobbiamo fare misure almeno siamo tranquilli che l' acqua mancante non è volata fuori per schizzi quindi le misure che effettuiamo saranno attendibili..
                                                  Tranquillo sono maggiorenne, vaccinato e ho fatto il militare! <img src=">
                                                  Comunque c'è da dire che questa configurazione non è a "norma cee" non ne consiglio la duplicazione , perchè pericolosa , io sono responsabile solo delle mie azioni e posso badare solo a me stesso (va beh disclaimer necessario!)
                                                  Tornando a noi sono d'accordo che la potenza impegnata nei due casi deve essere uguale (come avevamo già discusso facciamo un test evitando per quanto possibile mancanza d' acqua basandoci esclusivamente sulla velocità di riscaldamento dell 'acqua e sulla temperatura raggiunta a fine prova)
                                                  Anche con le resistenze si può fare qualche test, ho individuato una stufetta elettrica da cui ho recuperato il filo di costantana farò una resistenza da portare a potenza uguale a quella raggiunta dalla media nel tempo del plasma con il variac
                                                  per ora sono impegnato a costruire il mescolatore magnetico ho trovato qualcosa di utile tra le mie cianfrusaglie appena finito posterò qualche foto.
                                                  Successivamente potremmo fare diversi test con molarità sempre crescente fino alla saturazione ma una cosa per volta...
                                                  ciao
                                                  image
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                                                  • #26
                                                    ok,

                                                    incominciamo a capirci,

                                                    beh,questo metodo di collaborazione a distanza non è molto facile dagestire,
                                                    con remond ero sul posto, a volte assistevo pure a tutto l'esperimento....
                                                    capivo quindi meglio i problemi del ...laboratorio...
                                                    vabbè...chiamiamo così il garage...
                                                    così si divwerte pure l'amicorik....

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                                                    • #27
                                                      image

                                                      ho terminato l' agitatore magnetico , i pezzi sono quasi tutto di recupero una ventola, due magneti di hd , un ingranaggio in alluminio ,minuterie varie spesa sostenuta: un euro e cinquanta, per i piedini in gomma antivibrazioni e una barra filettata dda 4 mm .La velocità la posso regolare con il variac più piccolo che posseggo
                                                      Appena possibile comincierò i test..
                                                      ciao

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                                                      • #28
                                                        ma tenere i due elettrodi fisicamente distanti e separati?
                                                        magari con un ponte salino o semplicemente con un tubo di gomma che colleghi i due contenitori.
                                                        si potrebbero inoltre valutare meglio anche i fenomeni sull'anodo e misurare quantitativamente l'ossigeno prodotto che almeno in linea teorica dovrebbe avere un adeguato corrispettivo di idrogeno sul catodo.
                                                        un altro aspetto sarebbe la valutazione delle temperature nei due comparti separati. indubbiamente dove c'è il plasma ci sarà più calore prodotto. ma la soluzione è anche un carico resistivo e quindi si scalda pure per effetto joule. quindi l'altro contenitore (quello con l'anodo) dovrebbe risentire solo di questo effetto.

                                                        se sono cavolate ditemelo che mi adeguo.
                                                        :-)

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                                                        • #29
                                                          CITAZIONE (topolinus @ 1/3/2008, 14:00)
                                                          ma tenere i due elettrodi fisicamente distanti e separati?
                                                          magari con un ponte salino o semplicemente con un tubo di gomma che colleghi i due contenitori.
                                                          si potrebbero inoltre valutare meglio anche i fenomeni sull'anodo e misurare quantitativamente l'ossigeno prodotto che almeno in linea teorica dovrebbe avere un adeguato corrispettivo di idrogeno sul catodo.
                                                          un altro aspetto sarebbe la valutazione delle temperature nei due comparti separati. indubbiamente dove c'è il plasma ci sarà più calore prodotto. ma la soluzione è anche un carico resistivo e quindi si scalda pure per effetto joule. quindi l'altro contenitore (quello con l'anodo) dovrebbe risentire solo di questo effetto.

                                                          se sono cavolate ditemelo che mi adeguo.
                                                          :-)

                                                          ciao topolinus
                                                          a me non sembrano per niente cavolate .Anzi l' idea di anodo e catodo separati in contenitori diversi mi sembra una buona idea ., in questo modo si potrebbe discernere il calore prodotto per effetto joule da quello provocato dal plasma , e anzi sarebbe più facile tenere separati idrogeno ed ossigeno ed eventualmente misurarli...bella idea <img src="> proprio in questi giorni stavo pensando ad un sistema per tenere separati l' idrogeno e l' ossigeno e ho costruito un accrocchio composto da un tubo in vetro che contiene l' anodo (della sottile rete metallica) sulla cui sommità vi è un tubicino che dovrebbe portare l' ossigeno all' esterno senza farlo venire in contatto con l' idrogeno ed eventuali inneschi e botti non desiderati, non l' ho ancora collaudato vedrò nei prossimi giorni di riprendere gli esperimenti sai com'è io poi mi perdo dietro mille cose....
                                                          ciao!

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                                                          • #30
                                                            lusingato <img src=">

                                                            cmq io immaginavo due bocce di vetro ( o beker di duran per chi c'ha i soldi) ben chiusi e con dei condotti di sfiato per i gas. e un tubo pieno di soluzione elettrolitica che pesca nelle due bocce. il tubo potrebbe essere pure di gomma(più facile da gestire) a patto di mantenersi al di sotto di certe temperature. a limite si potrebbe fare il terminale che pesca in vetro e il resto di gomma (io userei i tubetti di vetro di un contagocce).



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