Il Displacer
Quello del Displacer è un punto debole, almeno lo era, finora.
Nelle precedenti configurazioni di Stirling Oleo Dinamico (SOD), il Displacer è collegato con un piccolo vaso di espansione che riceve una opportuna quantità d'olio alla massima pressione elevata generata dentro il Vaso di Stirling durante la fase del riscaldamento isocoro, ma ne emette di olio anche alla minima pressione bassa prodotta nella fase di raffreddamento isocoro.
E questo avviene in modo alterno, sempre nello stesso vaso.
Questa pressione/depressione, grazie al gioco delle valvole, viene conservata dentro il Displacer durante le fasi di espansione e di contrazione isoterme e tende a bilanciarsi ai valori pressori generati dentro il Vaso.
Dato che questi valori pressori del vaso sono di valore opposto a quelli contenuti nel Displacer, in teoria nulla osta a che il movimento del displacer avvenga coerentemente.
E' necessario però che il pistone sia sufficientemente largo per risentire della pressione del vaso e che il movimento del displacer sia previsto sufficientemente corto, per non creare perdite di forza nelle fasi ultime del movimento. Inoltre potrebbe essere intuitivamente percepita una certa difficoltà nell'abbassamento del Displacer, mentre sempre intuitivamente si intravvedono meno difficoltà alla salita dello stesso. Dobbiamo anche mettere in bilancia il peso del displacer che aiuta nella fase di discesa.
La proposta di un secondo pistone che spinga la discesa del Displacer è praticamente irrealizzabile, dato che dovrebbe ancorarsi nella parte superiore del Vaso, la parte calda...
Si deve e si può fare di meglio.
http://www.energeticambiente.it/atta...1&d=1256122397
Riprendendo una precedente intuizione da me disegnata nel post n°22 di questo 3D, è possibile arrivare ad avere un'applicazione che rende il movimento del Displacer del tutto autonomo, sempre restando nella soluzione oleodinamica.
In questo caso si prevede la raccolta, in due vasi di espansione distinti, dei picchi pressori massimi e di quelli minimi generati durante le due fasi isocore e poi è prevista un'elettrovalvola (EV) a 4 vie che regola l'afflusso dell'olio al pistone provocando il movimento durante le due fasi isoterme.
Sì, un'altra EV, ma non dovrebbe essere troppo complicato allestire i comandi.
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Quello del Displacer è un punto debole, almeno lo era, finora.
Nelle precedenti configurazioni di Stirling Oleo Dinamico (SOD), il Displacer è collegato con un piccolo vaso di espansione che riceve una opportuna quantità d'olio alla massima pressione elevata generata dentro il Vaso di Stirling durante la fase del riscaldamento isocoro, ma ne emette di olio anche alla minima pressione bassa prodotta nella fase di raffreddamento isocoro.
E questo avviene in modo alterno, sempre nello stesso vaso.
Questa pressione/depressione, grazie al gioco delle valvole, viene conservata dentro il Displacer durante le fasi di espansione e di contrazione isoterme e tende a bilanciarsi ai valori pressori generati dentro il Vaso.
Dato che questi valori pressori del vaso sono di valore opposto a quelli contenuti nel Displacer, in teoria nulla osta a che il movimento del displacer avvenga coerentemente.
E' necessario però che il pistone sia sufficientemente largo per risentire della pressione del vaso e che il movimento del displacer sia previsto sufficientemente corto, per non creare perdite di forza nelle fasi ultime del movimento. Inoltre potrebbe essere intuitivamente percepita una certa difficoltà nell'abbassamento del Displacer, mentre sempre intuitivamente si intravvedono meno difficoltà alla salita dello stesso. Dobbiamo anche mettere in bilancia il peso del displacer che aiuta nella fase di discesa.
La proposta di un secondo pistone che spinga la discesa del Displacer è praticamente irrealizzabile, dato che dovrebbe ancorarsi nella parte superiore del Vaso, la parte calda...
Si deve e si può fare di meglio.
http://www.energeticambiente.it/atta...1&d=1256122397
Riprendendo una precedente intuizione da me disegnata nel post n°22 di questo 3D, è possibile arrivare ad avere un'applicazione che rende il movimento del Displacer del tutto autonomo, sempre restando nella soluzione oleodinamica.
In questo caso si prevede la raccolta, in due vasi di espansione distinti, dei picchi pressori massimi e di quelli minimi generati durante le due fasi isocore e poi è prevista un'elettrovalvola (EV) a 4 vie che regola l'afflusso dell'olio al pistone provocando il movimento durante le due fasi isoterme.
Sì, un'altra EV, ma non dovrebbe essere troppo complicato allestire i comandi.
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