Leggendo questo articolo (http://www.radicali.it/view.php?id=121423) ho sentito un brivido lungo la schiena.
Forse con eccessiva ansia, ma secondo me si stanno evidenziando già ora processi che i più pessimisti indicavano come pericoli globali per il 2020! E non è una bella notizia.
La sciagurata (ma elettoralmente molto redditizia) politica della UE e degli USA di sovvenzionare le proprie produzioni agricole sta determinando quello che molti (indicati al tempo come "liberisti selvaggi" che volevano affamare anche gli agricoltori dopo gli operai) temevano. Le produzioni agricole alimentari dei paesi in via di sviluppo NON possono competere con i dazi e i prezzi sovvenzionati dei produttori Usa-UE. Questo ha fatto si che queste produzioni (che potevano coprire il consumo locale se redditizie anche per l'esportazione) fossero messe da parte per fare spazio a produzioni non alimentari, ma richieste dalle industrie occidentali e quindi redditizie.
Le sempre maggiori resistenze ad OGM e ricerca genetica sulle piante alimentari nel mondo occidentale sta riducendo parallelamente l'appetibilità di fare ricerca avanzata in questo settore, e il ritiro degli USA (che sono il principale motore della ricerca biotech mondiale). Questo sulla spinta della pretesa della gente dei paesi ricchi di assicurarsi prodotti senza rischi (veri o presunti) per quanto minimi e per le visioni utopiche di alcune fasce ambientaliste magari minoritarie ma molto "rumorose" sui media.
Ora piombano su questo scenario altri due giganteschi macigni.
Da una parte il vorticoso aumento del costo energetico di base, dato dal prezzo del petrolio, che si continua ridicolmente ad addebitare esclusivamente al solito "grande satana" della speculazione. In realtà il peso della speculazione c'è, ma è ridotto a pochi punti percentuali e su distanze di pochi mesi (nessuno specula gettando miliardi per anni!). Il prezzo reale non sarà magari di 120$ a barile, ma se sta sotto i 100$ ora è grasso che cola! Sul costo energetico di base si fonda QUALSIASI costo derivato. Anche e sopratutto il costo degli alimentari (dove, ovviamente e banalmente, le menti aperte vedono solo ed esclusivamente la mano dei soliti "speculatori"!). Ogni ettaro di terreno coltivato con tecniche moderne costa petrolio. Se non si usa il petrolio si torna a un'agricoltura di pura sussistenza locale! Del tutto insufficiente a sfamare le abnormi masse di disperati che siamo riusciti a creare! (E qui una certa critica anche ai faciloni anticassandre che se la prendono con i calcoli pessimistici del club di Roma o simili ci può stare eh!). Se il petrolio sale... sale il costo dei cereali. Punto!
Ultimo fattore... i famosissimi biocarburanti. E' facile dire "ma non usiamo i cereali, usiamo altro!". Ma il mercato ormai si è creato e ora gli agricoltori dei paesi industrializzati hanno annusato il business dei biocarburanti (che, per inciso, l'aumento del petrolio rende ogni giorno più competitivi!). Anche su questo forum è un gran dibattere di come creare colture energetiche, ed è ovvio! Ora se ne accorgono tutti (http://www.radicali.it/view.php?id=121432), ma non mi pare sia facilissimo andare da qualche centinaio di migliaio di agricoltori della corn belt USA e dirgli "scusate, c'eravamo sbagliati! Tornate a vendere il grano a prezzo quasi di costo all'estero invece di usarlo per fare biocarburanti e fare marameo agli arabi". Certo! La vedo facilissima nel paese della libera impresa dove moltissimi agricoltori fino a qualche anno fa erano sempre a rischio di perdere la fattoria perchè i loro prodotti erano poco richiesti!
Se questi fatti sono reali e sono la causa della fame che rinasce (se... certo è un'ipotesi, spero di sbagliare e di molto! Però... ) la cosa mi pare degna di ampie riflessioni su molti indirizzi "ecobuonisti" dati per scontati. A cominciare dall'opposizione agli OGM e ai sussidi per l'agricoltura "bio" certo ottime per la salute (di chi può permettersele), ma estremamente costose in termini di capacità produttiva e disponibilità per tutta la popolazione.
Insomma mi pare che l'accelerazione verso la prospettiva di una "fortezza USA-UE" sempre più tesa all'autosufficienza e all'abbandono del resto del mondo sempre più disperato sia molto, ma molto più realistico e concreto della supposta presa di coscienza da parte del mondo occidentale di non poter più consumare come ora e quindi di dover dimezzare o decimare i consumi.
Forse con eccessiva ansia, ma secondo me si stanno evidenziando già ora processi che i più pessimisti indicavano come pericoli globali per il 2020! E non è una bella notizia.
La sciagurata (ma elettoralmente molto redditizia) politica della UE e degli USA di sovvenzionare le proprie produzioni agricole sta determinando quello che molti (indicati al tempo come "liberisti selvaggi" che volevano affamare anche gli agricoltori dopo gli operai) temevano. Le produzioni agricole alimentari dei paesi in via di sviluppo NON possono competere con i dazi e i prezzi sovvenzionati dei produttori Usa-UE. Questo ha fatto si che queste produzioni (che potevano coprire il consumo locale se redditizie anche per l'esportazione) fossero messe da parte per fare spazio a produzioni non alimentari, ma richieste dalle industrie occidentali e quindi redditizie.
Le sempre maggiori resistenze ad OGM e ricerca genetica sulle piante alimentari nel mondo occidentale sta riducendo parallelamente l'appetibilità di fare ricerca avanzata in questo settore, e il ritiro degli USA (che sono il principale motore della ricerca biotech mondiale). Questo sulla spinta della pretesa della gente dei paesi ricchi di assicurarsi prodotti senza rischi (veri o presunti) per quanto minimi e per le visioni utopiche di alcune fasce ambientaliste magari minoritarie ma molto "rumorose" sui media.
Ora piombano su questo scenario altri due giganteschi macigni.
Da una parte il vorticoso aumento del costo energetico di base, dato dal prezzo del petrolio, che si continua ridicolmente ad addebitare esclusivamente al solito "grande satana" della speculazione. In realtà il peso della speculazione c'è, ma è ridotto a pochi punti percentuali e su distanze di pochi mesi (nessuno specula gettando miliardi per anni!). Il prezzo reale non sarà magari di 120$ a barile, ma se sta sotto i 100$ ora è grasso che cola! Sul costo energetico di base si fonda QUALSIASI costo derivato. Anche e sopratutto il costo degli alimentari (dove, ovviamente e banalmente, le menti aperte vedono solo ed esclusivamente la mano dei soliti "speculatori"!). Ogni ettaro di terreno coltivato con tecniche moderne costa petrolio. Se non si usa il petrolio si torna a un'agricoltura di pura sussistenza locale! Del tutto insufficiente a sfamare le abnormi masse di disperati che siamo riusciti a creare! (E qui una certa critica anche ai faciloni anticassandre che se la prendono con i calcoli pessimistici del club di Roma o simili ci può stare eh!). Se il petrolio sale... sale il costo dei cereali. Punto!
Ultimo fattore... i famosissimi biocarburanti. E' facile dire "ma non usiamo i cereali, usiamo altro!". Ma il mercato ormai si è creato e ora gli agricoltori dei paesi industrializzati hanno annusato il business dei biocarburanti (che, per inciso, l'aumento del petrolio rende ogni giorno più competitivi!). Anche su questo forum è un gran dibattere di come creare colture energetiche, ed è ovvio! Ora se ne accorgono tutti (http://www.radicali.it/view.php?id=121432), ma non mi pare sia facilissimo andare da qualche centinaio di migliaio di agricoltori della corn belt USA e dirgli "scusate, c'eravamo sbagliati! Tornate a vendere il grano a prezzo quasi di costo all'estero invece di usarlo per fare biocarburanti e fare marameo agli arabi". Certo! La vedo facilissima nel paese della libera impresa dove moltissimi agricoltori fino a qualche anno fa erano sempre a rischio di perdere la fattoria perchè i loro prodotti erano poco richiesti!
Se questi fatti sono reali e sono la causa della fame che rinasce (se... certo è un'ipotesi, spero di sbagliare e di molto! Però... ) la cosa mi pare degna di ampie riflessioni su molti indirizzi "ecobuonisti" dati per scontati. A cominciare dall'opposizione agli OGM e ai sussidi per l'agricoltura "bio" certo ottime per la salute (di chi può permettersele), ma estremamente costose in termini di capacità produttiva e disponibilità per tutta la popolazione.
Insomma mi pare che l'accelerazione verso la prospettiva di una "fortezza USA-UE" sempre più tesa all'autosufficienza e all'abbandono del resto del mondo sempre più disperato sia molto, ma molto più realistico e concreto della supposta presa di coscienza da parte del mondo occidentale di non poter più consumare come ora e quindi di dover dimezzare o decimare i consumi.
Commenta