Originariamente inviato da zagami
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Differentemente da quanto avviene (ad esempio) in Germania, le prestazioni previdenziali nel nostro paese sono soggette a tassazione, perciò nel calcolo delle relative uscite bisogna fare attenzione, in quanto la spesa per pensioni è al lordo del carico fiscale. Nel 2013 circa 43 miliardi sono stati sottratti ai pensionati. La spesa complessiva per lo stato non è stata quindi di 247,8 miliardi ma di 205. Se poi si considera la spesa effettiva per pensioni al netto delle tasse, il rapporto spesa/PIL al netto dei 33,4 miliardi per la gestione degli interventi assistenziali, la spesa si riduce al 10,7% in linea con i paesi UE.
Vale la pena far notare che le spese per gli assegni familiari vengono incluse nella voce spesa per pensioni e non alla voce "sostegno alle famiglie", così come le spese per i prepensionamenti che in Germania (per esempio) sono attribuiti alla voce "disoccupazione e sostegno al reddito" e in Italia sempre a pensioni. Integrazioni al minimo, maggiorazioni sociali, assegni familiari e prestazioni correlate, dovrebbero ricadere in altre voci e non nella spesa pensionistica. Sarebbe il momento che chi fornisce i dati ad Eurostat classifichi correttamente le varie voci di spesa onde evitare lo stigma di una bassa posizione nelle classifiche OCSE per gli interventi a sostegno alle famiglie, del reddito e dell'esclusione sociale e la nomea di una altissima spesa per pensioni del nostro Paese.
Quanto ho scritto è tratto da un'autorevole rapporto redatto ad Aprile 2015 dal comitato tecnico scientifico di itinerari previdenziali che dal 2012 sostituisce il Nuvasp, istituito dalla legge n.335/1995.
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