Buongiorno a tutti, scrivo anche in questa sezione visto che sto decidendo se installare una caldaia a biomassa oppure una pdc per la baita che sto ristrutturando in zona climatica F a 1.000 mslm fuori dal paese (no gas).
L’edifico è di circa 220mq e ha muri in pietra spessi 50 cm.
Farò una ristrutturazione totale con cappotto interno di circa 10cm (non posso fare quello esterno), isolamento tetto, infissi nuovi con doppi vetri e riscaldamento a pavimento.
Realizzerò due abitazioni da 110mq disposte su due piani e diciamo sempre abitate (non sono seconde case). Il riscaldamento e l’acqua sanitaria saranno gestite da un’unica caldaia/centrale termica.
In totale ci saranno 5 bagni con doccia/vasca e una stanza con altra doccia/vasca, quindi mi aspetto un importante consumo di ACS soprattutto da parte degli ospiti.
Il termotecnico ha iniziato a fare i calcoli per la legge 10 (non me li ha ancora inviati) e mi ha anticipato che la caldaia dovrà gestire un picco di 18 kW, soprattutto visto il consumo di ACS.
In aggiunta alla caldaia installerò dei pannelli solari-termici per fare ACS in estate, mentre il FV al momento non è un’opzione causa vincoli paesaggistici (max 2kW installabili), vedrò quando cambia la normativa. Previsto anche un puffer (non so da quanti litri).
Se scelgo di mettere la caldaia a biomassa andrei su una caldaia combinata per poter sfruttare (quando riesco) un pò di legna autoprodotta, mentre per il pellet dovrei fare un deposito esterno interrato, che pare costi un pò (8-10k).
Nel mio caso quali potrebbero essere i vantaggi di una caldaia a biomassa rispetto alla pdc? Della prima mi preoccupano i costi variabili del pellet (e dell'impianto in generale), della seconda i consumi elettrici (on-off, sbrinamenti etc..)..
E' vero che un impianto a biomassa mi costerebbe di più riuspetto a pdc?
Il deposito esterno interrato può essere una complicazione/fattore di rischio per infiltrazioni, umidità etc..?
Secondo voi i 18 kW di picco calcolati sono sufficienti oppure sono troppi/pochi?
Grazie mille
L’edifico è di circa 220mq e ha muri in pietra spessi 50 cm.
Farò una ristrutturazione totale con cappotto interno di circa 10cm (non posso fare quello esterno), isolamento tetto, infissi nuovi con doppi vetri e riscaldamento a pavimento.
Realizzerò due abitazioni da 110mq disposte su due piani e diciamo sempre abitate (non sono seconde case). Il riscaldamento e l’acqua sanitaria saranno gestite da un’unica caldaia/centrale termica.
In totale ci saranno 5 bagni con doccia/vasca e una stanza con altra doccia/vasca, quindi mi aspetto un importante consumo di ACS soprattutto da parte degli ospiti.
Il termotecnico ha iniziato a fare i calcoli per la legge 10 (non me li ha ancora inviati) e mi ha anticipato che la caldaia dovrà gestire un picco di 18 kW, soprattutto visto il consumo di ACS.
In aggiunta alla caldaia installerò dei pannelli solari-termici per fare ACS in estate, mentre il FV al momento non è un’opzione causa vincoli paesaggistici (max 2kW installabili), vedrò quando cambia la normativa. Previsto anche un puffer (non so da quanti litri).
Se scelgo di mettere la caldaia a biomassa andrei su una caldaia combinata per poter sfruttare (quando riesco) un pò di legna autoprodotta, mentre per il pellet dovrei fare un deposito esterno interrato, che pare costi un pò (8-10k).
Nel mio caso quali potrebbero essere i vantaggi di una caldaia a biomassa rispetto alla pdc? Della prima mi preoccupano i costi variabili del pellet (e dell'impianto in generale), della seconda i consumi elettrici (on-off, sbrinamenti etc..)..
E' vero che un impianto a biomassa mi costerebbe di più riuspetto a pdc?
Il deposito esterno interrato può essere una complicazione/fattore di rischio per infiltrazioni, umidità etc..?
Secondo voi i 18 kW di picco calcolati sono sufficienti oppure sono troppi/pochi?
Grazie mille
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