Buongiorno a tutti,
sono in procinto diristrutturare casa e vorrei ottimizzare l’impianto termico. Mi sono messo quindi a leggere le svariate discussioni del forum per cercare di capire meglio in quale direzione muovermi ma, se alcuni argomenti mi sono chiari, alcuni lo sono meno e vorrei quindi qualche consiglio da chi è più esperto di me.
Premetto che la ristrutturazione era partita nel 2013 ma per motivi contigenti i lavori sono stati sospesi fino ad ora.
Lo scrivo perché nel 2013 l’ipotesi era quella di utilizzare come fonte termica una caldaia a condensazione mentre ora, complici i costi un po' più bassi, sto valutando l’alternativa di una Pdc aria acqua anche perché in cucina ci sarà forno elettrico e piano ad induzione.
In questo modo mi staccherei dal gas e dalle manutenzioni annuali della caldaia.
Elenco le caratteristiche dell’abitazione: si tratta di una bifamiliare situata in zona climatica C, 1.220 gradi giorno, con falda tetto esposta a sud su cui vorrei installare fotovoltaico da 3kw.
La casa è del 1980,esposta ad ovest, nord-ovest. Sono stati sostituiti gli infissi, con gli attuali che sono in pvc a risparmio energetico, ed è stato effettuato insufflaggio nell’intercapedine delle pareti esterne con materiale isolante. La casa ha un piano seminterrato di circa 100mq. che ha un camino e che verrà scaldato con termoconvettori (penso un paio) alla bisogna. Ha poi un piano terra ed un piano rialzato di circa 75mq oqnuno che verranno scaldati tramite riscaldamento a pavimento, sezionato per piano. Completa il tutto un piccolo locale lavanderia che si trova sopra il piano rialzato dal quale si accede ad un piccolo balcone sul tetto che poi è a falde.
Per il raffrescamento estivo sono già state montate controsoffittature e predisposizioni per gli split ad aria, che possono servire anche come riscaldamento nelle mezze stagioni.
Il nucleo familiare è di 3-4 persone.
Purtroppo non ho uno storico dei consumi perché la casa è stata disabitata per decenni.
Con questi dati,prevedendo una temperatura di progetto pari a zero (l’inverno qui è abbastanza mite, anche se c’è molta umidità), e sulla scorta di quanto ho letto qui nel forum mi ero fatto l’idea che potesse essere bastante una pdc da 9kw, forse anche meno, con un accumulo(che dovrebbe servire solo per acs?) di 250-300 litri.
Invece il termotecnico mi spara un preventivo con una pdc da 16kw in trifase ed accumulo da 500 litri.
Insomma, un preventivo con alti costi di installazione e gestione che rende fortemente sconsigliabile il tutto.
Ha ragione lui e ritorno alla caldaia a consensazione?
Se invece ho ragione io (almeno in parte), quali pdc sono consigliabili (considerata la temperatura di progetto non proibitiva)? Da quello che ho letto mi sembra che vadano bene marchi come panasonic, lg o rotex? E per l’accumulo? Un piper in tank è consigliabile in quanto evita il rischio legionella?
Ringrazio in anticipo chi vorrà rispondere
sono in procinto diristrutturare casa e vorrei ottimizzare l’impianto termico. Mi sono messo quindi a leggere le svariate discussioni del forum per cercare di capire meglio in quale direzione muovermi ma, se alcuni argomenti mi sono chiari, alcuni lo sono meno e vorrei quindi qualche consiglio da chi è più esperto di me.
Premetto che la ristrutturazione era partita nel 2013 ma per motivi contigenti i lavori sono stati sospesi fino ad ora.
Lo scrivo perché nel 2013 l’ipotesi era quella di utilizzare come fonte termica una caldaia a condensazione mentre ora, complici i costi un po' più bassi, sto valutando l’alternativa di una Pdc aria acqua anche perché in cucina ci sarà forno elettrico e piano ad induzione.
In questo modo mi staccherei dal gas e dalle manutenzioni annuali della caldaia.
Elenco le caratteristiche dell’abitazione: si tratta di una bifamiliare situata in zona climatica C, 1.220 gradi giorno, con falda tetto esposta a sud su cui vorrei installare fotovoltaico da 3kw.
La casa è del 1980,esposta ad ovest, nord-ovest. Sono stati sostituiti gli infissi, con gli attuali che sono in pvc a risparmio energetico, ed è stato effettuato insufflaggio nell’intercapedine delle pareti esterne con materiale isolante. La casa ha un piano seminterrato di circa 100mq. che ha un camino e che verrà scaldato con termoconvettori (penso un paio) alla bisogna. Ha poi un piano terra ed un piano rialzato di circa 75mq oqnuno che verranno scaldati tramite riscaldamento a pavimento, sezionato per piano. Completa il tutto un piccolo locale lavanderia che si trova sopra il piano rialzato dal quale si accede ad un piccolo balcone sul tetto che poi è a falde.
Per il raffrescamento estivo sono già state montate controsoffittature e predisposizioni per gli split ad aria, che possono servire anche come riscaldamento nelle mezze stagioni.
Il nucleo familiare è di 3-4 persone.
Purtroppo non ho uno storico dei consumi perché la casa è stata disabitata per decenni.
Con questi dati,prevedendo una temperatura di progetto pari a zero (l’inverno qui è abbastanza mite, anche se c’è molta umidità), e sulla scorta di quanto ho letto qui nel forum mi ero fatto l’idea che potesse essere bastante una pdc da 9kw, forse anche meno, con un accumulo(che dovrebbe servire solo per acs?) di 250-300 litri.
Invece il termotecnico mi spara un preventivo con una pdc da 16kw in trifase ed accumulo da 500 litri.
Insomma, un preventivo con alti costi di installazione e gestione che rende fortemente sconsigliabile il tutto.
Ha ragione lui e ritorno alla caldaia a consensazione?
Se invece ho ragione io (almeno in parte), quali pdc sono consigliabili (considerata la temperatura di progetto non proibitiva)? Da quello che ho letto mi sembra che vadano bene marchi come panasonic, lg o rotex? E per l’accumulo? Un piper in tank è consigliabile in quanto evita il rischio legionella?
Ringrazio in anticipo chi vorrà rispondere
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