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Ciao a tutti,
avrei bisogno di un parere da chi è più esperto di me sull'utilizzo delle PDC aria/acqua per riscaldamento domestico. Sono fresco di installazione di caldaia ibrida nello specifico il modello Genus One Hybrid Net 24/7 (PDC 8 Kw e caldaia metano da 24 Kw).
L'abitazione su cui è installata è in classe A1 con cappotto esterno e termosifoni in ghisa con termovalvole. Prima della caldaia ibrida avevo una caldaia a condensazione a metano regolata con temperatura di mandata a 45° e, tramite la combinazione con termovalvole, mi garantiva un ottimo comfort ambientale e consumi accettabili. Spesso la caldaia andava in modulazione fino a fermarsi.
L'installazione della nuova caldaia è stata fatta in una settimana abbastanza fredda, con temperature notturne di -6° e di giorno si sale a stento ai 3°. Internamente alla casa il cambio di sistema non ha comportato alcun cambiamento di comfort: è stata settata una temperatura di mandata acqua sempre di 45° e le termovalvole chiudono correttamente.
Lato consumi però si sta aprendo una nota dolente, la PDC consuma tutto il giorno una media di 2.8 Kw/h (picchi di 3.7 Kw/h con rare modulazioni di breve durata sui 2 Kw/h). La caldaia a metano non parte mai per il riscaldamento, tutto il lavoro è fatto alla PDC.
Il tecnico sostiene che tali consumi sono normali e sono dovuti alle basse temperature ambientali.
Secondo voi è normale che sulle 24 h il consumo rimanga fisso a quei valori? A questo punto non sarebbe più corretto escludere la pompa di calore e far partire la caldaia a condensazione quando le temperature esterne scendono sotto una determinata soglia? Da termostato è possibile escludere manualmente la PDC ma mi sembra strano che il sistema non lo faccia già di suo quando rileva che il consumo elettrico diventa alto rispetto al rendimento effettivo.
Avete qualche spunto in più da darmi? Grazie!
avrei bisogno di un parere da chi è più esperto di me sull'utilizzo delle PDC aria/acqua per riscaldamento domestico. Sono fresco di installazione di caldaia ibrida nello specifico il modello Genus One Hybrid Net 24/7 (PDC 8 Kw e caldaia metano da 24 Kw).
L'abitazione su cui è installata è in classe A1 con cappotto esterno e termosifoni in ghisa con termovalvole. Prima della caldaia ibrida avevo una caldaia a condensazione a metano regolata con temperatura di mandata a 45° e, tramite la combinazione con termovalvole, mi garantiva un ottimo comfort ambientale e consumi accettabili. Spesso la caldaia andava in modulazione fino a fermarsi.
L'installazione della nuova caldaia è stata fatta in una settimana abbastanza fredda, con temperature notturne di -6° e di giorno si sale a stento ai 3°. Internamente alla casa il cambio di sistema non ha comportato alcun cambiamento di comfort: è stata settata una temperatura di mandata acqua sempre di 45° e le termovalvole chiudono correttamente.
Lato consumi però si sta aprendo una nota dolente, la PDC consuma tutto il giorno una media di 2.8 Kw/h (picchi di 3.7 Kw/h con rare modulazioni di breve durata sui 2 Kw/h). La caldaia a metano non parte mai per il riscaldamento, tutto il lavoro è fatto alla PDC.
Il tecnico sostiene che tali consumi sono normali e sono dovuti alle basse temperature ambientali.
Secondo voi è normale che sulle 24 h il consumo rimanga fisso a quei valori? A questo punto non sarebbe più corretto escludere la pompa di calore e far partire la caldaia a condensazione quando le temperature esterne scendono sotto una determinata soglia? Da termostato è possibile escludere manualmente la PDC ma mi sembra strano che il sistema non lo faccia già di suo quando rileva che il consumo elettrico diventa alto rispetto al rendimento effettivo.
Avete qualche spunto in più da darmi? Grazie!