Salve a tutti,
mi chiamo Giulio e sono un nuovo arrivato nel forum. Intanto ringrazio a tutti per la condivisione delle preziose informazioni, e provo a riassumere brevemente la mia situazione sperando di non annoiarvi troppo.
Sono alle prese con una ristrutturazione di un appartemento (circa 100metri quadri e due bagni, zona D) inserito in una casa indipendente di due piani: la casa è vecchia (anni '50) e quindi i lavori molto consistenti, che prevedono tra le altre cose l'aggiunta di un cappotto isolante (14mm in EPS), nuovi infissi, nuovi impianti e impianto fotovoltaico (da circa 8kW).
Recentemente ho cominciato a studiare il mondo delle pompe di calore in quanto sono (ero) intenzionato a montarne una per il riscaldamento e la produzione di ACS, e rendere così almeno il mio appartamento indipendente dal gas, sfruttando appunto anche l'energia autoprodotta. Il problema, nel mio caso, è il trovare un accordo con il termotecnico a riguardo della dimensione del macchinario: lui propone un accumulo di 300litri ed una PDC da 14kW (Daikin Altherma 3R) che a me sembra esageratamente grande; alla richiesta di diminuire la potenza dell'impianto a 8kW (io ipotizzo 6kW come ottimale), l'unica concessione ricevuta è stata quella di scendere a 12kW, non di meno: la motivazione è stata sia la velocità di ripristino dell'ACS, sia del riuscire a garantire la potenza necessaria per il riscaldamento anche in condizioni di freddo e umidità.
Ora mi trovo quindi nella situazione di dover decidere se montare un impianto a mio avviso sovradimensionato e impegnativo anche dal punto di vista elettrico (il mio contatore sarà da 6kW), considerando che la casa, seppur vecchia, sarà ben coibentata; l'alternativa è quella di montare una semplice caldaia a condensazione (risparmiando circa 10k euri), ed affiancarla eventualmente ad un boiler PDC, con l'idea di predisporre il sistema per un upgrade a tutto-elettrico in futuro; annesse ci sarebbero le noie di dover portare tubo del gas nel locale tecnico e di non avere la casa pronta con la soluzione che ritengo ottimale.
Concludo la filippica ponendo alcune domande:
1) sono matto?
2) ha senso il montare un boiler elettrico a pdc per sfruttare almeno in parte l'energia del fotovoltaico, con l'idea di riutilizzare poi il serbatoio di accumulo per un eventuale pdc futura dedita anche al riscaldamento?
3) quali sono le accortezze a cui pensare per rendere l'upgrade meno complicato? (eventuale posizionamento boiler, posizione allacci acqua sanitaria e riscaldamento..)
Vi ringrazio ancora e vi auguro una buona giornata,
Giulio
mi chiamo Giulio e sono un nuovo arrivato nel forum. Intanto ringrazio a tutti per la condivisione delle preziose informazioni, e provo a riassumere brevemente la mia situazione sperando di non annoiarvi troppo.
Sono alle prese con una ristrutturazione di un appartemento (circa 100metri quadri e due bagni, zona D) inserito in una casa indipendente di due piani: la casa è vecchia (anni '50) e quindi i lavori molto consistenti, che prevedono tra le altre cose l'aggiunta di un cappotto isolante (14mm in EPS), nuovi infissi, nuovi impianti e impianto fotovoltaico (da circa 8kW).
Recentemente ho cominciato a studiare il mondo delle pompe di calore in quanto sono (ero) intenzionato a montarne una per il riscaldamento e la produzione di ACS, e rendere così almeno il mio appartamento indipendente dal gas, sfruttando appunto anche l'energia autoprodotta. Il problema, nel mio caso, è il trovare un accordo con il termotecnico a riguardo della dimensione del macchinario: lui propone un accumulo di 300litri ed una PDC da 14kW (Daikin Altherma 3R) che a me sembra esageratamente grande; alla richiesta di diminuire la potenza dell'impianto a 8kW (io ipotizzo 6kW come ottimale), l'unica concessione ricevuta è stata quella di scendere a 12kW, non di meno: la motivazione è stata sia la velocità di ripristino dell'ACS, sia del riuscire a garantire la potenza necessaria per il riscaldamento anche in condizioni di freddo e umidità.
Ora mi trovo quindi nella situazione di dover decidere se montare un impianto a mio avviso sovradimensionato e impegnativo anche dal punto di vista elettrico (il mio contatore sarà da 6kW), considerando che la casa, seppur vecchia, sarà ben coibentata; l'alternativa è quella di montare una semplice caldaia a condensazione (risparmiando circa 10k euri), ed affiancarla eventualmente ad un boiler PDC, con l'idea di predisporre il sistema per un upgrade a tutto-elettrico in futuro; annesse ci sarebbero le noie di dover portare tubo del gas nel locale tecnico e di non avere la casa pronta con la soluzione che ritengo ottimale.
Concludo la filippica ponendo alcune domande:
1) sono matto?
2) ha senso il montare un boiler elettrico a pdc per sfruttare almeno in parte l'energia del fotovoltaico, con l'idea di riutilizzare poi il serbatoio di accumulo per un eventuale pdc futura dedita anche al riscaldamento?
3) quali sono le accortezze a cui pensare per rendere l'upgrade meno complicato? (eventuale posizionamento boiler, posizione allacci acqua sanitaria e riscaldamento..)
Vi ringrazio ancora e vi auguro una buona giornata,
Giulio
Commenta