Apro una discussione a carattere generale, utile tuttavia per trattare argomenti specifico, di volta in volta, sulla necessità di utilizzo del volano termico (sempre utile?) e della modalità di inserimento nel circuito (sulla mandata, sul ritorno, come separatore, etc.).
Andando sullo specifico sono stato chiamato a valutare un impianto che per 2 volte ha bruciato la pompa interna di una monoblocco 10 kWt dell'Olimpia Splendid.
L'abitazione è a 3 piani con tetto a falda, dotato si una pensilina dove è stata posizionata la centrale termica, pertanto da essa al fan coil più in basso ci sono circa 10 m di dislivello. Un piano sotto rispetto alla PdC ci sono 2 collettori di piano, uno per il livello 2 ed un per i livelli 1 e 0. Non era presente volano termico ne pompa di rilancio esterna.
A seguito di prima rottura della pompa interna, l'assistenza ha richiesto l'installazione di un volano termico da utilizzarsi come compensatore, con una pompa di rilancio sulla mandata, ciò perché la pompa interna ha una prevalenza di 76 kPa quindi insufficiente a coprire i 10 m di dislivello.
Qui vendo allora chiamato dal committente, poiché l'installatore gli ha posizionato il volano a livello dei collettori e non a livello della PdC. In sostanza la PdC è 3m più in alto del volano e per tale ragione l'assistenza tecnica non vuole cambiare la pompa in quanto sostiene che a causa del dislivello si creerà sempre aria che brucerà la pompa interna.
Riconoscendo la strana scelta dell'installatore, inusuale ma giustificata dalla necessità di mettere il volano in ambiente protetto, non capisco la ragione per la quale si debba creare aria in un condotto sotto pressione e comune dotato dei necessari sfiati.
A tutela e nell'interesse del cliente seguirei la richiesta dell'assistenza tecnica Olimpia, tuttavia vorrei capirne bene il motivo poiché non sono proprio persuaso della questione.
Aggiungo, e concluso, che le linee idrauliche sono abbastanza lineari, non ci sono particolari curve che possano creare turbolenze (da cui l'aumentata possibilità che si crei aria).
Andando sullo specifico sono stato chiamato a valutare un impianto che per 2 volte ha bruciato la pompa interna di una monoblocco 10 kWt dell'Olimpia Splendid.
L'abitazione è a 3 piani con tetto a falda, dotato si una pensilina dove è stata posizionata la centrale termica, pertanto da essa al fan coil più in basso ci sono circa 10 m di dislivello. Un piano sotto rispetto alla PdC ci sono 2 collettori di piano, uno per il livello 2 ed un per i livelli 1 e 0. Non era presente volano termico ne pompa di rilancio esterna.
A seguito di prima rottura della pompa interna, l'assistenza ha richiesto l'installazione di un volano termico da utilizzarsi come compensatore, con una pompa di rilancio sulla mandata, ciò perché la pompa interna ha una prevalenza di 76 kPa quindi insufficiente a coprire i 10 m di dislivello.
Qui vendo allora chiamato dal committente, poiché l'installatore gli ha posizionato il volano a livello dei collettori e non a livello della PdC. In sostanza la PdC è 3m più in alto del volano e per tale ragione l'assistenza tecnica non vuole cambiare la pompa in quanto sostiene che a causa del dislivello si creerà sempre aria che brucerà la pompa interna.
Riconoscendo la strana scelta dell'installatore, inusuale ma giustificata dalla necessità di mettere il volano in ambiente protetto, non capisco la ragione per la quale si debba creare aria in un condotto sotto pressione e comune dotato dei necessari sfiati.
A tutela e nell'interesse del cliente seguirei la richiesta dell'assistenza tecnica Olimpia, tuttavia vorrei capirne bene il motivo poiché non sono proprio persuaso della questione.
Aggiungo, e concluso, che le linee idrauliche sono abbastanza lineari, non ci sono particolari curve che possano creare turbolenze (da cui l'aumentata possibilità che si crei aria).
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