Buongiorno a tutti,
Vorrei chiedervi un consiglio sulla scelta e il dimensionamento dell’impianto di riscaldamento-ACS per la baita che sto ristrutturando in zona climatica F a 1.000 mslm fuori dal paese (no gas).
L’edifico è di circa 220mq e ha muri in pietra spessi 50 cm.
Farò una ristrutturazione totale con cappotto interno di circa 10cm (non posso fare quello esterno), isolamento tetto, infissi nuovi con doppi vetri e riscaldamento a pavimento.
Realizzerò due abitazioni da 110mq l'una disposte su due piani. Il riscaldamento e l’acqua sanitaria saranno gestite da un’unica pdc/caldaia/centrale termica.
In totale ci saranno 5 bagni con doccia/vasca e una stanza con altra doccia/vasca, quindi mi aspetto un importante consumo di ACS soprattutto da parte degli ospiti.
Il termotecnico ha iniziato a fare qualche calcolo per la legge 10 (non me li ha ancora inviati) e mi ha anticipato che la PDC aria/acqua (o la caldaia a pellet/legna, dobbiamo scegliere) dovrà gestire un picco di 18 kW, soprattutto visto il consumo di ACS.
In aggiunta alla PDC/caldaia installerò dei pannelli solari-termici per fare ACS in estate, mentre il FV al momento non è un’opzione causa vincoli paesaggistici (max 2kW installabili). Previsto anche un puffer (non so da quanti litri).
Riguardo alla PDC il tecnico mi consiglia di metterla trifase monoblocco R290 di marchi europei che sono più adatti/specializzati per zone con inverni freddi.
Nel mio caso secondo voi ha senso installare una PDC (senza FV) o è meglio una caldaia a pellet/legna? Per il pellet dovrò fare un deposito esterno interrato, che pare costi un pò.
E soprattutto, secondo voi i 18 kW di picco calcolati sono sufficienti o sono troppi? Non vorrei ritrovarmi con bollette della luce molto alte a causa di continui on-off.
Grazie mille
Vorrei chiedervi un consiglio sulla scelta e il dimensionamento dell’impianto di riscaldamento-ACS per la baita che sto ristrutturando in zona climatica F a 1.000 mslm fuori dal paese (no gas).
L’edifico è di circa 220mq e ha muri in pietra spessi 50 cm.
Farò una ristrutturazione totale con cappotto interno di circa 10cm (non posso fare quello esterno), isolamento tetto, infissi nuovi con doppi vetri e riscaldamento a pavimento.
Realizzerò due abitazioni da 110mq l'una disposte su due piani. Il riscaldamento e l’acqua sanitaria saranno gestite da un’unica pdc/caldaia/centrale termica.
In totale ci saranno 5 bagni con doccia/vasca e una stanza con altra doccia/vasca, quindi mi aspetto un importante consumo di ACS soprattutto da parte degli ospiti.
Il termotecnico ha iniziato a fare qualche calcolo per la legge 10 (non me li ha ancora inviati) e mi ha anticipato che la PDC aria/acqua (o la caldaia a pellet/legna, dobbiamo scegliere) dovrà gestire un picco di 18 kW, soprattutto visto il consumo di ACS.
In aggiunta alla PDC/caldaia installerò dei pannelli solari-termici per fare ACS in estate, mentre il FV al momento non è un’opzione causa vincoli paesaggistici (max 2kW installabili). Previsto anche un puffer (non so da quanti litri).
Riguardo alla PDC il tecnico mi consiglia di metterla trifase monoblocco R290 di marchi europei che sono più adatti/specializzati per zone con inverni freddi.
Nel mio caso secondo voi ha senso installare una PDC (senza FV) o è meglio una caldaia a pellet/legna? Per il pellet dovrò fare un deposito esterno interrato, che pare costi un pò.
E soprattutto, secondo voi i 18 kW di picco calcolati sono sufficienti o sono troppi? Non vorrei ritrovarmi con bollette della luce molto alte a causa di continui on-off.
Grazie mille
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