Ho da poco terminato la ristrutturazione di un’abitazione degli anni 60. Ho fatto applicare un cappotto esterno di polistirolo da 12 cm e sto terminando personalmente di coibentare il solaio con fogli di Xps di 5cm più altri 5 cm sfasati di 90° ( sarebbe molto veloce la posa se non fosse che devo fare su ogni foglio le scanalature per incamerare la “ragnatela “ di tubi dall’impianto elettrico). Oltre a questo sono stati inseriti nuovi serramenti ed è stato completamente rifatto anche l’impianto di riscaldamento che per motivi economici e di portata incerta del solaio è composta da caldaia a condensazione + radiatori maggiorati.
Questi sono collegati ad un unico collettore al piano terra con una mandata ed un ritorno per ogni radiatore. Sul collettore sono collegate le elettrovalvole ( mi sembra siano a cera) controllate da termostati inseriti in ogni stanza. Inizialmente per compensare le differenze tra locale e locale è stato regolato, sul collettore, il flusso per ogni mandata. Non ho installato la sonda termica ma ho sempre impostato manualmente la temperatura di mandata della caldaia la più bassa possibile ma tale da permettere il raggiungimento dei 20° in ogni locale ( temperatura di mandata a 35°C fino a 0°C esterni e 40°C con –5°C esterni ) . In queste condizioni i termostati intervengono assai raramente. Il contro di questa soluzione è che i tempi per il raggiungimento della temperatura voluta sono più simili ad un impianto a pavimento rispetto ad uno a radiatori. Ultimamente per tentare di ridurre ulteriormente i consumi ho inserito un unico timer, a monte delle elettrovalvole, che le stacca dalle 10 di sera alle 4 di mattina. Questo altre a rendere possibile un ipotetico risparmio permette di non sentire più il commutare del relè dei termostati che anche se poco frequente, abitando in una zona silenziosa, da fastidio. Alle 7 di mattina di questi giorni ( -4 , -5 °C esterni) mi trovo ad avere in casa più o meno 19°C.
Vengo al dunque che mi ha spinto ad aprire questa discussione: questo distacco notturno potrà realmente farmi risparmiare o il lavoro “maggiorato” a carico della caldaia al momento del ripristino per riportare ai 20°C vanifica quanto risparmiato fino a quel momento?
Ringrazio anticipatamente quanti vorranno rispondermi.
Questi sono collegati ad un unico collettore al piano terra con una mandata ed un ritorno per ogni radiatore. Sul collettore sono collegate le elettrovalvole ( mi sembra siano a cera) controllate da termostati inseriti in ogni stanza. Inizialmente per compensare le differenze tra locale e locale è stato regolato, sul collettore, il flusso per ogni mandata. Non ho installato la sonda termica ma ho sempre impostato manualmente la temperatura di mandata della caldaia la più bassa possibile ma tale da permettere il raggiungimento dei 20° in ogni locale ( temperatura di mandata a 35°C fino a 0°C esterni e 40°C con –5°C esterni ) . In queste condizioni i termostati intervengono assai raramente. Il contro di questa soluzione è che i tempi per il raggiungimento della temperatura voluta sono più simili ad un impianto a pavimento rispetto ad uno a radiatori. Ultimamente per tentare di ridurre ulteriormente i consumi ho inserito un unico timer, a monte delle elettrovalvole, che le stacca dalle 10 di sera alle 4 di mattina. Questo altre a rendere possibile un ipotetico risparmio permette di non sentire più il commutare del relè dei termostati che anche se poco frequente, abitando in una zona silenziosa, da fastidio. Alle 7 di mattina di questi giorni ( -4 , -5 °C esterni) mi trovo ad avere in casa più o meno 19°C.
Vengo al dunque che mi ha spinto ad aprire questa discussione: questo distacco notturno potrà realmente farmi risparmiare o il lavoro “maggiorato” a carico della caldaia al momento del ripristino per riportare ai 20°C vanifica quanto risparmiato fino a quel momento?
Ringrazio anticipatamente quanti vorranno rispondermi.
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