Originariamente inviato da spider61
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Comunque riporto una dichiarazione dei geriatri:
“Non ci può essere una Rupe Tarpea, dove gli anziani saranno lasciati al loro destino”. Lo dicono Raffaele Antonelli Incalzi, presidente SIGG, e Filippo Fimognari, presidente SIGOT, commentando le linee guida deontologiche rese note dalla Società Italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva per la gestione dei casi di Covid-19. “L’emergenza Covid-19 comporta un crescente ricorso a cure intensive così da far prevedere che a breve i posti letto in terapia intensiva non saranno sufficienti per curare tutti. Ecco perché ottimizzare l’impiego delle risorse in condizioni di eccezionalità è essenziale ed è una nuova sfida per l’universalità del servizio sanitario nazionale”. Il primo obiettivo “dovrebbe essere l’espansione dell’offerta di strumenti per la ventilazione non invasiva anche nei reparti di Geriatria, Medicina Interna, di Malattie infettive e Malattie Respiratorie”. Qualora “questa misura non fosse sufficiente e/o rapidamente applicabile“, la scelta dell’ordine di priorità nelle cure intensive “non potrà certo basarsi sul criterio “first come, first served”, ma neppure meramente sul criterio anagrafico“. “E’ la presenza di più patologie che condiziona negativamente la prognosi e poiché questo significa mediamente vecchiaia, è ovvio che i pazienti con prognosi peggiori siano in genere più anziani. Ma anche soggetti adulti con particolare profilo di rischio possono avere poche possibilità di recupero da un’insufficienza respiratoria acuta”.
In pratica si chiede di attrezzare meglio i reparti medici per permettere agli anziani in insufficienza leggera di non andare in conflitto con pazienti più giovani e gravi.
E' una iniziativa lodevole e su cui non si può non concordare, ma temo fortemente sia tardiva e un po' ottimistica. Non so quanti siano realmente gli anziani che possano superare la malattia con la mera assistenza non invasiva. A voler essere cinici a me pare più un modo per rendere accettabile una scelta di "accompagnamento" che non una terapia vera e propria. Ma speriamo che sia io a sbagliare.
P.S. Per il nord forse si va verso la serrata generale. Chiusura di fabbriche, negozi, stop trasporti e spostamenti privati. Solo servizi essenziali. La crescita dei pazienti gravi è continua. Siamo a quasi 900 pazienti in intensiva. A questi ritmi gli ospedali reggono forse una settimana.
Al di là delle recriminazioni sulle colpe del passato direi che se questa epidemia ha un aspetto positivo da insegnarci è che la capacita sanitaria di un paese come l'Italia DEVE mantenere una riserva di pronto intervento molto, molto superiore all'attuale!
Ribadisco (ne sono convinto come tutti i medici) che questa malattia in fondo è una malattia di scarsa preoccupazione sanitaria generale. Il fatto che uccida molti anziani è del tutto normale, senza possibilità di terapie serie. E non è un atteggiamento cinico! E' la normalità per le malattie da sempre!
Ma se vogliamo davvero garantire un servizio di sanità universale occorre capire che il ssn deve potersi adattare alla bisogna a moltiplicare per dieci, venti, cento volte alcune particolari terapie. Specie nelle infezioni respiratorie.
L'Italia sta facendo da capofila e sta sperimentando sulla propria pelle la difficoltà estrema di inventare la risposta giusta a una malattia che non era prevista così veloce nella diffusione.
Altri paesi hanno fatto un po' il pesce in barile come l'ineffabile Germania dove ieri spiegavano il relativamente basso numero di morti in Germania col fatto che in Italia la diagnosi non era stata abbastanza precoce. Per poi dover ammettere che in realtà in Germania non si sono praticamente fatti tamponi post-mortem su migliaia di morti che sono state così attribuite alla malattia di base di cui soffriva il paziente. Mentre in Italia abbiamo fatto l'esatto contrario.
Vedremo nei prossimi giorni chi ha scommesso meglio. Intanto c'è da notare che nelle prime zone rosse italiane contagi e morti stanno finalmente diminuendo.
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