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Oltretutto continua il comportamento piratesco di operatori sul libero. Fioccano a getto continuo istruttorie AGCM e multe nei confronti di varie società. Ultimamente (ma anche prima) Enel, Optima, Green Network, Illumia, Wekiwi, Sentra, Olimpia-Sinergy, Gasway, Dolomiti, E.On, Axpo, Audax, Argos (comunicato AGCM del 09/10/2020).
La completa liberalizzazione dell'elettricità è mediamente un flop in Italia quanto nel resto dell'Europa. Ma noi siamo stati più stupidi: abbiamo fatto una legge di "obbligo chiusura tutela" che non c'incastra un fico secco. Perché l'obiettivo europeo non era di distruggere la tutela, ma quello di rimuovere ostacoli all'ascesa del libero, tra i quali i prezzi "sociali" sottomercato (com'è ancora in paesi Est-europei) e le "sovvenzioni incrociate". Oggi con senza più gli scaglioni (l' extra-costo degli alti consumi che colmava il sottomercato dei bassi consumi) le sovvenzioni incrociate non ci son più. La tutela non è sottomercato né per alcuni né in generale, e non ci sono più valide ragioni per chiuderla se non una dannata legge. Ma servirebbe un Gandhi per rimuoverla, che poi gli sparano.
Sino a un anno fa la parola d'ordine era "capacitare gli utenti". L'utente medio in tutela non sarà un mago delle tariffe, ma ha fiutato l'aria che tira là fuori: è capacitato quanto basta per decidere di starsene dov'è. I nodi sono altrove e tanti. Con queste premesse tenderei a scommettere su un ulteriore slittamento dei termini
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