voglio rassicurarti Skygost
Salve Skyghost ,
Salve Skyghost ,
Vorrei rassicurarti sulla corretta progettazione del tuo impianto. Ho visto qualche impianto con Solarmax e inoltre, essendomi venuto qualche dubbio dopo il tuo messaggio, li ho sentiti direttamente per chiarirmi le idee. I tecnici, che fanno anche corsi di progettazione, mi hanno spiegato quanto segue:
La normativa CEI 82-25 a pag.37 (paragrafo 5,4) indica come scegliere l’inverter e come installarlo.
Questa norma dice testualmente :
“ .. si può stimare la taglia dell’inverter scegliendo tra 0,80 e 0,90 il rapporto tra la potenza attiva erogata nella rete del distributore e la potenza nominale del generatore fotovoltaico; questo rapporto tiene conto della diminuzione di potenza dei moduli fotovoltaici nelle reali condizioni operative (temperatura di lavoro, sporcizia accumulata sul vetro anteriore, cadute di tensione sulle connessioni elettriche, ....) e del rendimento degli inverter. Tale rapporto è però fortemente dipendente dalle condizioni d’installazione dei moduli (latitudine, inclinazione, temperatura ambiente,
ecc.) che possono far variare consistentemente la potenza generata. Per questo motivo, l’inverter è provvisto di una limitazione automatica della potenza erogata, che consente di ovviare a situazioni dove la potenza generata diventa maggiore di quella normalmente prevista ... “
Il valore tra il 0,80 e 0,90 che la norma CEI 82-25 cita significa un
sovradimensionamento dal 10% al 20% dovuto alla “diminuzione di potenza dei moduli nelle reali condizioni di funzionamento...”
Nota: Tutti i moduli disponibili sul mercato riferiscono i propri valori di targa alle condizioni STC (Standard Test Condition: 25° a 1000Wmq).
In termini energetici, un impianto FV è soggetto a diverse perdite:
per riflessione,
per la temperatura ambiente,
per l’effetto albedo,
per il cablaggio,
per lo sporco,
per le diverse tolleranze dei pannelli, ecc.
Tutte queste perdite, sommate, si aggirano tra il 15 ed il 20% circa!
Inoltre, c’è da aggiungere una perdita di invecchiamento dei moduli. In generale, è del 90% sulla potenza nominale per 10 anni e 80% considerando 20-25 anni. Quindi, il decadimento è stimabile a 1% su base annua. Per le perdite appena descritte, tutti i software di calcolo per impianti FV, considerano un sottodimensionamento dell’inverter rispetto alla Wp (Potenza di PICCO) dei moduli applicati al suo ingresso. Tale valore dipende dall’ubicazione dell’impianto fotovoltaico: al Sud si tende a non eccedere troppo con il sovradimensionamento per evitare che l’inverter perda in efficenza. Nel tuo caso, Skyghost, il fattore di sovradimensionamento è pari a 1,05: questo significa che per la tua zona è più che corretto (5% di sottodimensionamento inverter)!
Così come l’impianto di elio70, l’altro possessore di un Solarmax 3000S, dove il fattore di sovradimensionamento è pari a 1.06 (6% di sottodimensionamento inverter).
Sempre ad elio70: l’efficienza massima del SolarMax 3000S è del 97% (c’è il
manuale sul sito internet). L’efficienza reale dipende dalla tensione di ingresso in continua, ma comunque l’efficienza europea è di circa il 95%.
Tengo a precisare ancora una volta che tutti i programmi di progettazione in commercio tengono conto del fattore di sovradimensionamento con il fine di progettare un impianto massimamente efficiente e remunerativo nell'arco della sua intera vita.
Un’altra inesattezza che è stata scritta è la seguente “ Un inverter che taglia la curva di potenza si scalda troppo, causando danni all'elettronica, che è la parte più delicata dell'inverter.”. Sbagliato: l’inverter, quando limita automaticamente la sua potenza, sposta semplicemente la curva dell’MPPT (Maximum Power Point) su un tratto dove può estrarre meno potenza dai moduli . Nessun danno all’elettronica quindi! Sempre
la norma CEI 82-25 citata sopra, parla di questa limitazione.
Per concludere: se ho pannelli per 3kW (C.C.), non otterrò mai 3kW in uscita. Devo sempre sovradimensionare, così da ottenere una buona produzione energetica anche in stagioni o in orari di scarso irraggiamento. Ma l’inverter non c’entra nulla.
Buona serata a tutti
La normativa CEI 82-25 a pag.37 (paragrafo 5,4) indica come scegliere l’inverter e come installarlo.
Questa norma dice testualmente :
“ .. si può stimare la taglia dell’inverter scegliendo tra 0,80 e 0,90 il rapporto tra la potenza attiva erogata nella rete del distributore e la potenza nominale del generatore fotovoltaico; questo rapporto tiene conto della diminuzione di potenza dei moduli fotovoltaici nelle reali condizioni operative (temperatura di lavoro, sporcizia accumulata sul vetro anteriore, cadute di tensione sulle connessioni elettriche, ....) e del rendimento degli inverter. Tale rapporto è però fortemente dipendente dalle condizioni d’installazione dei moduli (latitudine, inclinazione, temperatura ambiente,
ecc.) che possono far variare consistentemente la potenza generata. Per questo motivo, l’inverter è provvisto di una limitazione automatica della potenza erogata, che consente di ovviare a situazioni dove la potenza generata diventa maggiore di quella normalmente prevista ... “
Il valore tra il 0,80 e 0,90 che la norma CEI 82-25 cita significa un
sovradimensionamento dal 10% al 20% dovuto alla “diminuzione di potenza dei moduli nelle reali condizioni di funzionamento...”
Nota: Tutti i moduli disponibili sul mercato riferiscono i propri valori di targa alle condizioni STC (Standard Test Condition: 25° a 1000Wmq).
In termini energetici, un impianto FV è soggetto a diverse perdite:
per riflessione,
per la temperatura ambiente,
per l’effetto albedo,
per il cablaggio,
per lo sporco,
per le diverse tolleranze dei pannelli, ecc.
Tutte queste perdite, sommate, si aggirano tra il 15 ed il 20% circa!
Inoltre, c’è da aggiungere una perdita di invecchiamento dei moduli. In generale, è del 90% sulla potenza nominale per 10 anni e 80% considerando 20-25 anni. Quindi, il decadimento è stimabile a 1% su base annua. Per le perdite appena descritte, tutti i software di calcolo per impianti FV, considerano un sottodimensionamento dell’inverter rispetto alla Wp (Potenza di PICCO) dei moduli applicati al suo ingresso. Tale valore dipende dall’ubicazione dell’impianto fotovoltaico: al Sud si tende a non eccedere troppo con il sovradimensionamento per evitare che l’inverter perda in efficenza. Nel tuo caso, Skyghost, il fattore di sovradimensionamento è pari a 1,05: questo significa che per la tua zona è più che corretto (5% di sottodimensionamento inverter)!
Così come l’impianto di elio70, l’altro possessore di un Solarmax 3000S, dove il fattore di sovradimensionamento è pari a 1.06 (6% di sottodimensionamento inverter).
Sempre ad elio70: l’efficienza massima del SolarMax 3000S è del 97% (c’è il
manuale sul sito internet). L’efficienza reale dipende dalla tensione di ingresso in continua, ma comunque l’efficienza europea è di circa il 95%.
Tengo a precisare ancora una volta che tutti i programmi di progettazione in commercio tengono conto del fattore di sovradimensionamento con il fine di progettare un impianto massimamente efficiente e remunerativo nell'arco della sua intera vita.
Un’altra inesattezza che è stata scritta è la seguente “ Un inverter che taglia la curva di potenza si scalda troppo, causando danni all'elettronica, che è la parte più delicata dell'inverter.”. Sbagliato: l’inverter, quando limita automaticamente la sua potenza, sposta semplicemente la curva dell’MPPT (Maximum Power Point) su un tratto dove può estrarre meno potenza dai moduli . Nessun danno all’elettronica quindi! Sempre
la norma CEI 82-25 citata sopra, parla di questa limitazione.
Per concludere: se ho pannelli per 3kW (C.C.), non otterrò mai 3kW in uscita. Devo sempre sovradimensionare, così da ottenere una buona produzione energetica anche in stagioni o in orari di scarso irraggiamento. Ma l’inverter non c’entra nulla.
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