Sto per installare un impianto fotovoltaico a moduli policristallini da 4,8 kWp composto da 16 pannelli da 300 Wp con disposizione 4x4. I pannelli saranno degli ES300 della Electrosolar (noct = 46) e inverter Selco STL520. Il sito è in provincia di Padova con azimut -10° e tilt 20°. Verranno posizionati su una falda unica di una abitazione a due piani con soffitta non abitabile. La struttura del tetto è in coppi su solaio in laterocemento.
Premetto che sono un architetto, anche se è la prima volta che mi occupo di fotovoltaico, e che non ho particolari esigenze di carattere estetico, dal momento che la falda in questione rimane praticamente invisibile da qualunque punto, dentro e fuori la mia proprietà.
La ditta a cui ho affidato l'impianto mi propone a parità di prezzo la possibilità di una realizzazione integrata, al posto della classica semi integrata.
In pratica la struttura semi integrata, cioè "appoggiata" ai coppi, gli costa uguale che rimuovere tutti i coppi, poggiare una lamiera zincata e verniciata, fissare la lamiera alla struttura con gli appositi tasselli a tenuta, e su questa fissare i traversi porta pannelli. Inoltre la lamiera avrebbe una superfice maggiore dei pannelli e verrebbero rimessi i coppi sulla cornice di lamiera intorno ai pannelli fissandoli con la schiuma.
Preferiscono questa soluzione anche per mettersi al riparo da possibili problemi futuri di infiltrazioni.
Ora ho una serie di perplessità, che dopo aver navigato nelle pagine di questo forum, sono le seguenti:
L'installazione integrata a me sembra sfavorire lo smaltimento di calore dei pannelli, anche se questo dipende da due cause distinte che andrebbero analizzate separatamente:
Il primo è un effetto, diciamo passivo, nel senso che avviene comunque, anche in assenza di vento, ma non riesco ad immaginare che possa avere un effetto significativo, visto che tra bordi del pannello, traversi, spazi di soli 2 cm tra un pannello e l'altro, l'aria che riesce a sfuggire penso sia poca.
Il secondo è sicuramente più importante, ma non credo che sia il vento che si infila sotto ai pannelli a dare il contributo maggiore, bensì quello che fluisce liberamente sopra ai pannelli.
Nella mia zona, tra l'altro, il vento soffia raramente.
La ditta mi assicura, da sua esperienza, che l'installazione integrata non comporta significative perdite di rendimento e che la "prova dell'accendino" gli fa dire che i pannelli smaltiscono il calore.
Un altro vantaggio sarebbe che i coppi se pur protetti dai pannelli, sono soggetti ad usura, e generalmente ogni 5-10 anni si dovrebbero ripassare. Operazione per la quale dovrei smontare l'impianto.
La soluzione propostami, per contro avrebbe lo svantaggio che la lamiera, essendo metallica ha una emissività maggiore del coppo, e scaldare di più il pannello dal basso, anche se il colore bianco di questa (pur essendo in ombra) dovrebbe compensarne l'effetto.
Qualcuno sul forum si è posto il problema dell'esigua dimensione del vlume d'aria sotto ai pannelli e ha provato ad aumentare la distanza tra falda e pannelli con una doppia orditura fissata però direttamente alla guaina preventivamente verniciata.
Mi sembra un approccio corretto e così ho chiesto alla ditta se fosse possibile aumentare l'intercapedine con una doppia orditura sulla lamiera, ma mi stanno facendo storie sostenedo che il produttore dei fissaggi così facendo non garantirebbe la resistenza al vento e alle intemperie.
Non è però certo il produttore di un profilo o di un tassello che garantisce la tenuta meccanica dell'insieme, bensì il progettista, in questo caso dell'impianto (non io) che dovrà seguire normativa UNI e prescrizioni degli enti.
In compenso la ditta è disposta a montare i profili in verticale, lungo la pendenza, favorendo così l'evacuazione per convezione.
Insomma, dell'argomento se ne discuteva un paio di anni fa quando il conto energia incentivava l'integrato.
Nel mio caso devo soltanto a parità di prezzo decidere la soluzione più efficace come efficienza e durabilità.
Cosa suggerite?
Premetto che sono un architetto, anche se è la prima volta che mi occupo di fotovoltaico, e che non ho particolari esigenze di carattere estetico, dal momento che la falda in questione rimane praticamente invisibile da qualunque punto, dentro e fuori la mia proprietà.
La ditta a cui ho affidato l'impianto mi propone a parità di prezzo la possibilità di una realizzazione integrata, al posto della classica semi integrata.
In pratica la struttura semi integrata, cioè "appoggiata" ai coppi, gli costa uguale che rimuovere tutti i coppi, poggiare una lamiera zincata e verniciata, fissare la lamiera alla struttura con gli appositi tasselli a tenuta, e su questa fissare i traversi porta pannelli. Inoltre la lamiera avrebbe una superfice maggiore dei pannelli e verrebbero rimessi i coppi sulla cornice di lamiera intorno ai pannelli fissandoli con la schiuma.
Preferiscono questa soluzione anche per mettersi al riparo da possibili problemi futuri di infiltrazioni.
Ora ho una serie di perplessità, che dopo aver navigato nelle pagine di questo forum, sono le seguenti:
L'installazione integrata a me sembra sfavorire lo smaltimento di calore dei pannelli, anche se questo dipende da due cause distinte che andrebbero analizzate separatamente:
- L'effetto dei moti convettivi dati dal surriscaldamento dell'aria sotto al pannello che portano l'aria calda ad evacuare verso l'alto, richiamando nuova aria fresca dal basso.
- L'effetto del vento che si infila sotto ai pannelli e che trascina via l'aria calda.
Il primo è un effetto, diciamo passivo, nel senso che avviene comunque, anche in assenza di vento, ma non riesco ad immaginare che possa avere un effetto significativo, visto che tra bordi del pannello, traversi, spazi di soli 2 cm tra un pannello e l'altro, l'aria che riesce a sfuggire penso sia poca.
Il secondo è sicuramente più importante, ma non credo che sia il vento che si infila sotto ai pannelli a dare il contributo maggiore, bensì quello che fluisce liberamente sopra ai pannelli.
Nella mia zona, tra l'altro, il vento soffia raramente.
La ditta mi assicura, da sua esperienza, che l'installazione integrata non comporta significative perdite di rendimento e che la "prova dell'accendino" gli fa dire che i pannelli smaltiscono il calore.
Un altro vantaggio sarebbe che i coppi se pur protetti dai pannelli, sono soggetti ad usura, e generalmente ogni 5-10 anni si dovrebbero ripassare. Operazione per la quale dovrei smontare l'impianto.
La soluzione propostami, per contro avrebbe lo svantaggio che la lamiera, essendo metallica ha una emissività maggiore del coppo, e scaldare di più il pannello dal basso, anche se il colore bianco di questa (pur essendo in ombra) dovrebbe compensarne l'effetto.
Qualcuno sul forum si è posto il problema dell'esigua dimensione del vlume d'aria sotto ai pannelli e ha provato ad aumentare la distanza tra falda e pannelli con una doppia orditura fissata però direttamente alla guaina preventivamente verniciata.
Mi sembra un approccio corretto e così ho chiesto alla ditta se fosse possibile aumentare l'intercapedine con una doppia orditura sulla lamiera, ma mi stanno facendo storie sostenedo che il produttore dei fissaggi così facendo non garantirebbe la resistenza al vento e alle intemperie.
Non è però certo il produttore di un profilo o di un tassello che garantisce la tenuta meccanica dell'insieme, bensì il progettista, in questo caso dell'impianto (non io) che dovrà seguire normativa UNI e prescrizioni degli enti.
In compenso la ditta è disposta a montare i profili in verticale, lungo la pendenza, favorendo così l'evacuazione per convezione.
Insomma, dell'argomento se ne discuteva un paio di anni fa quando il conto energia incentivava l'integrato.
Nel mio caso devo soltanto a parità di prezzo decidere la soluzione più efficace come efficienza e durabilità.
Cosa suggerite?
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