Originariamente inviato da fringui
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Originariamente inviato da toninon
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La paraffina "scadente" e l'acqua con un salto di 30°C hanno medesima densità energetica, il vantaggio dell'idrocarburo è di concentrare l'energia al punto di fusione mentre l'acqua lo cede in maniera omogenea a tutte le T dell'intervallo.
Usando una paraffina speciale (calore latente sui 200 kJ/kg) i due fluidi hanno medesime densità per un salto di 40°C
Originariamente inviato da telamonio
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Anticipo subito che la strada migliore per avere volumi ragionevoli di accumulo è di operare su salti di temperatura tra batteria carica e scarica ampi,attorno ai 30°C, intervallo che rende l'suo della cera uguale all'acqua.
Conviene infine, come diceva Telamonio qualche post fa, usare nel periodo finale l'accumulo (quando la batteria è "scarica") come pozzo freddo della pdc
Sull'energia grigia, sono pienamente d'accordo per quella ragione, vorrei lavorare in un intervallo ampio e basso, tipo 10-50, per ridurre le dispersioni, ed usare materiali come PE e PS, non metallici, che hanno bassissimo contenuto di energia grigia.
L'accumulo diventa quindi simile alle sonde geotermiche,richiedendo però meno spazio ed operando a temperature che rendono le pdc più efficienti, soprattutto nel periodo invernale quando il FV produce meno.
un altro grande vantaggio è che non ho più calore da dissipare come negli impianti attuali che fanno integrazione (troppa d'estate, poca d'inverno) ma anzi ogni caloria che il pannello produce viene valorizzata
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